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Autore: Vampire Berry    25/02/2009    6 recensioni
Lo sapevo. Lo avevo sempre saputo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo sapevo. Lo avevo sempre saputo.

Anche quando tentavano di convincermi tirandomi addosso dell'acido corrosivo; anche lì scoppiavo a ridere, sputavo i denti per terra e ricominciavo a sbattere la testa contro il muro.

Lo sapevo. E mi pentivo di saperlo.

E nonostante la premura di uscire da questo involucro malsano e traditore che mi teneva rinchiusa, ero diventata paziente nell'attendere che quella maschera di cera che indossavo si sciogliesse.


Non sapevo neppure io cosa ci fosse sotto.


Neanche ieri che c'era l'eclissi di sole. Neanche ora che il cielo ha chiuso gli occhi e non potrebbe vedermi. Neanche domani che li chiuderò io.


Basterebbe uno specchio.


Lo so perfettamente che non basterebbe, eppure ho sempre amato vendere la mia anima solo per ascoltare l'incoerente melodia di una bugia fresca di giornata.

Lo specchio si frantumerebbe se solo potesse riflettermi completamente.

Per questo li ho sempre comprati a metà.

Ero più che soddisfatta di vedere solo la metà che interessava agli altri. Era bello sentirsi amata.

Anche adesso che non ho più pavimento che mi possa reggere. Anche adesso che il soffitto mi schiaccia, obbligandomi a guardare il quadro lacerato della mia esistenza.

Anche adesso è piacevole sentire tutte queste mani che tentano di afferrarmi solo per poterlo raccontare agli amici.

Era bello allora, ed è bello anche adesso. Adesso che quelle mani hanno perso le dita.

E sarebbe ancora più bello se solo questa dannata maschera si stancasse di sorridere in quel modo così marcio.

Mi dicono tutti così. Ho il sorriso avvelenato come una serpe.

Cosa posso farci se mi hanno fatto mangiare la mela di Biancaneve? Lei almeno non aveva motivo di morire. Io ne ho troppi.

Ma sarebbe troppo facile ingerire dei barbiturici e farsi una bella dormita.

Io non posso dormire. Non ora che potrebbero rubarmi anche i sogni.

Non ora che le stelle si stanno spegnendo.

Non ora che forse sono pronta ad ammettere di non avere speranza.

E se avessi ancora un minimo di pietà in questa groviera che chiamano cuore, credo che piangerei commossa dal mio cinico destino.

Ma ora tutto svanisce.

E le mie ciglia si staccano, ripudiate da questi occhi troppi azzurri per essere credibili.

Anch'io vorrei uscire. E sono ancora qui, a sbattere la testa contro il muro.

Ma del sangue, neanche l'ombra.








Nota: solo una grande rabbia e rassegnazione che in qualche modo dovevo buttare fuori. Grazie a tutti coloro che mi seguono sempre. Se vi andrà, commenterete, altrimenti non importa. Grazie di essere arrivati fin qui.

  
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