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Autore: Mick_ioamoikiwi    12/11/2015    0 recensioni
Michelle Williams, figlia adottiva di una ricca famiglia di Las Vegas e Greg Sanders, agente della scientifica di Las Vegas.
Un amore nato in un bar della Strip che li condurrà ad indagare sull'omicidio di una giovane donna sconosciuta. Ma qualcosa non va, perchè quella ragazza Michelle la conosce fin troppo bene.
"Viva Las Vegas, che muta il giorno in notte e la notte in giorno. Se la vedrai anche solo una volta, non sarai più lo stesso."
- Elvis Presley -
[Questa è la prima fanfiction che avevo scritto su CSI, intitolata sempre VIVA LAS VEGAS. L'ho semplicemente rimessa a punto.]
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Greg Sanders, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'viva las vegas.'
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Capitolo 17

No! Stammi a sentire adesso.
Devi ascoltarmi, che ti piaccia o no.
Non girarmi le spalle: non sarò ignorato.
- Linkin Park -


 
Ci recammo da Brass, il quale ci informò dell’arrivo dell’avvocato di Simon.
“È con lui da almeno due ore, non hanno ancora smesso di parlare.”
“Poco importa. Lo inchioderemo quel bastardo.”
Spalancai con foga la porta che accedeva alla sala interrogatori, seguita da Brass e Greg. Ero determinata a sbatterlo dentro. L’avvocato smise di parlare, guardandomi con occhi iniettati di disgusto.
“Capitano Brass, adesso diamo il distintivo ai ragazzini?”
“Questi sono gli agenti Williams e Sanders. Hanno qualcosa da dire al suo cliente.” Woody non mi aveva tolto lo sguardo di dosso da quando avevo messo piede nella stanza. Aveva sempre quel suo sorriso disgustoso stampato in faccia. Posai la scatola di cartone contenente le prove sul tavolo.
“Michelle. Ma guarda un po’, stavolta ti sei portata la scorta?”
“Non sono qui per chiacchierare. Hai ucciso Abigaille... non te lo perdonerò mai.”
“Lei non può accusare il mio cliente senza prove; Woody lei non dica niente.” L’avvocato si stava innervosendo.
“Senza prove?” Greg sorrise beffardo, tirando fuori dalla scatola la 9 mm. “Tanto per cominciare abbiamo trovato l’arma del delitto a casa sua, questo la rende il principale sospettato.”
“E allora? Qualcuno potrebbe averla messa nel mio appartamento, sapete. Lascio la porta di casa mia quasi sempre aperta.” Disse ridendo di gusto.
“La riconosci questa?”
Presi il sacchetto con sopra segnato il luogo e la data del ritrovamento. Era la piastrina identificativa trovata vicino al corpo di Abigaille. La mostrai a Woody, per poi posarla davanti all’avvocato.
“No, perché?” Disse svogliato.
“Strano, perché è la piastrina che danno ai detenuti del carcere di Los Angeles, e sai una cosa? Il codice identificativo che c’è sopra è il tuo.” A quella notizia l’avvocato cominciò a sudare. “Per il suo cliente non si sta mettendo bene.” Greg era raggiante nel mostrare le prove.
“Dove l’avete trovata?” Chiese l’avvocato, asciugandosi la fronte con un fazzoletto.
“A pochi metri dal cadavere della vittima, questo ti colloca sul luogo del delitto, Woody.”
“Inoltre, le impronte degli pneumatici della tua Escalade sono state rinvenute nel fango.” Io e Greg ci intendevamo perfettamente. Posai alcune foto che avevo scattato quella sera.
“Il mio cliente potrebbe aver prestato l’auto ad un suo amico.” Era una scusa bella e buona, ma solo per arrampicarsi sui vetri.
Potrebbe ma abbiamo delle testimoni che affermano che si trovava con la vittima al Paris quella sera e lo sperma in camera è tuo, Woody.” Disse Greg.
“Woody rischi venticinque anni, se non l’ergastolo e con le nuove leggi non avrai sconti. Io fossi in te confesserei.” Lo avevamo inchiodato.
“Preferirei morire invece che darti una fottuta confessione, puttana.”
“Signor Simon, moderi i termini o l’arresto per insulto a pubblico ufficiale.” Brass era rimasto in ombra ad osservarci mentre lo torchiavamo, ma se c’era una cosa che odiava era quando venivano insultati degli agenti, sia della Scientifica che del Dipartimento. L’avvocato di Simon gli disse qualcosa sottovoce, e Woody si calmò riprendendo il suo solito sorrisetto falso. “Voglio fare un accordo.”
“Woody, non funziona così. Queste prove ti inchiodano, non farai nessun accordo.”
“Il mio cliente è disposto a fornire alcune informazioni a proposito del traffico di droga che gestiscono alcuni suoi ‘amici’.” Stavo per dire di no, quando Brass ruppe il silenzio.
“Williams, Sanders... potrei parlarvi un momento?” Guardai Greg, che annuì. Sapeva già anche lui di cosa si trattava.
“Certo.” Rispondemmo all’unisono, ma prima di uscire lanciai un ultimo sguardo sfuggevole a Woody, poi seguii Greg fuori.
“Ci servono quelle informazioni sul traffico di droga.”
“Ma capitano, le prove lo inchiodano.”
“Lo so Michelle, ma è più importante salvare i nostri giovani dalle droghe importate da questi bastardi, parlerò con il giudice. Farò in modo che in sconti il più possibile, proponetegli i venticinque anni invece della pena di morte ma dovete farvi dire chi sono i trafficanti.” Ricordai improvvisamente il volto della bambina sulla sua scrivania, Ellie Rebecca, anche lei caduta nel giro di droga e prostituzione. Sospirai.
“D’accordo Jim. Avanti, torniamo dentro.”
 
Entrai dopo Greg. Sentivo la rabbia ribollirmi nelle viscere.
“Sono impressionata Woody, il capitano mi ha detto che posso concederti un accordo.”
“Vuol dire che ho fatto un buon lavoro, Michelle.”
“Venticinque anni al posto della pena di morte, in una prigione di tua scelta. In cambio fornirai al capitano Brass e al procuratore distrettuale le informazioni sul giro di droga.” L’avvocato disse qualcosa a Simon il quale sorrise beffardo.
“Accetto l’accordo.”
“Te lo ripeterò un’ultima volta... Hai ucciso tu Abigaille Williams?” Woody sorrise. Gli avrei volentieri assestato un cazzotto in mezzo agli occhi ma mi trattenni per non compromettere di più la situazione.
“Sai, è stato più facile del previsto. Non mi aveva nemmeno riconosciuto, quella troietta. Mi ha lasciato a marcire in carcere, e pensare che io l’amavo. Guarda Michelle, guarda cosa mi ha fatto, come mi ha ridotto!” Disse mostrando le cicatrici sulle braccia. “L’amavo e lei mi ha lasciato così.”
“Non meritava di morire Woody, nessuno lo merita!”
“Lo sappiamo entrambi che lei lo meritava, e sappiamo entrambi che io e te siamo uguali in fondo... me l’ha detto lei, prima di morire: le ho puntato la pistola in mezzo agli occhi e lei, poverina, si è messa a piangere. Poi però ha sorriso, e sai che ha detto? ‘Michelle avrebbe voluto farlo tante volte’, puff. Se n’è andata così, lasciandoti questa dedica! Sai Michelle, mi ha riconosciuto solo quando si è trovata la canna della mia 9 mm davanti al naso, era strafatta di coca... chiedeva pietà la poveretta, mi supplicava di non ucciderla ma è stato più forte di me, adesso so cosa vuol dire ad avere in mano la vita di una persona... è una sensazione fantastica Michelle, scommetto che ora mi vuoi uccidere, vorresti serrare le tue mani attorno al mio collo e stringere più forte che puoi, eh Michelle? Lo vuoi fare, vero?”
Qualcosa dentro di me voleva farlo, ma la voce di Abigaille me lo impediva.
“Stai zitto! Woody, lo sappiamo che io non sono come te! Non lo sarò mai! Abigaille a quel tempo si fidava di te, le hai spezzato il cuore!”
Si alzò di scatto.
“LEI LO HA SPEZZATO A ME! Mi ha testimoniato contro! Le avevo promesso una vita degna di lei, MA NO. Lei doveva fare la cosa giusta, doveva rovinarmi! Sai, è una liberazione sapere che l’ho uccisa!”
Sentii gli occhi bagnarsi di lacrime. “PORTATELO VIA DA QUI! Non lo voglio più vedere!” Urlai, sbattendo il pugno sul tavolo.
A quel punto entrò Jim, accompagnato da due agenti.
“Woody Simon, lei è in arresto per l’omicidio di Abigaille Williams, ha il diritto di rimanere in silenzio, tutto ciò che dirà potrà essere usato contro di lei in tribunale, ha diritto ad un avvocato, se non può permetterselo gliene verrà assegnato uno d’ufficio. Portatelo dietro le sbarre ragazzi, assicuratevi che non possa svignarsela.”
 
L’avvocato seguì i due agenti lungo tutto il corridoio, rimanemmo nella sala soltanto io e Greg. La testa mi stava scoppiando fino a che dovetti sedermi per non cadere.
“Lo sappiamo entrambi che io e te siamo uguali in fondo.. ‘Michelle avrebbe voluto farlo tante volte’...” Le sue parole si facevano sempre più forti, sempre più vere.
“Stai bene Michelle? Mi sembri pallida.” Mi disse preoccupato.
“Greg... credo... lui potrebbe aver ragione... io e lui siamo uguali?” Chiesi, la voce mi tremava.
“Michelle non dargli retta! L’ha detto per intimorirti, non avresti scelto di fare questo lavoro. “Si sedette vicino a me. “Siete diversi. Credimi.” Mi abbracciò.
Lui sapeva come tranquillizzarmi. Lo aveva sempre saputo, e ancora oggi mi chiedo come facesse a saperlo.


 
 
   
 
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