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Autore: MaraWP    12/11/2015    0 recensioni
Era una fredda giornata d'autunno, l'estate era appena finita, il caldo torrido dell'Egitto e le altissime piramidi erano ormai un ricordo, un doloroso ricordo che mai sarebbe stato cancellato dalla mente della giovane amazzone. Olimpia era salpata da un porto egiziano, uno di quei posti poco raccomandabili per una fanciulla carina e senza compagnia ma ormai poco importava, tutto ciò per cui aveva sempre combattuto non esisteva più, quindi perché preoccuparsi della propria vita. Il viaggio fu lungo. Una nuova terra l'aspettava, nuove avventure e un nuovo nemico che messun mortale può affrontare ma forse uno spirito chissà. Un ritorno della Principessa Guerriera? Una nuova guerriera? Oppure solo un brutto sogno?
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, FemSlash | Personaggi: Aphrodite, Ares, Gabrielle, Xena
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Era passato un anno ormai dalla notte in cui Xena se n'era andata per sempre. Olimpia aveva lasciato la Danimarca, si era imbarcata e dopo un lungo viaggio era tornata nella sua amata Grecia, dove il caldo dell'estate rendeva il paesaggio decisamente incantevole. Il suo arrivo fu accompagnato da una festa di paese in onore della musa Calliope. Sembrava essere tornata alla sua fanciullezza, vedeva alcuni bambini rincorrersi ridendo e rivedeva lei e sua sorella Leuca quando erano piccole. Quei bei ricordi la facevano sorridere e ricordare il passato. Però non poteva fermarsi, doveva partire nuovamente alla ricerca di quella persona che l'avrebbe ricongiunta a Xena. Montò in groppa ad Argo e lo lanciò al galoppo per farlo sgranchire dopo quell'estenuante viaggio. Dopo circa un'ora arrivò ad Anfipoli, il paese in cui Xena era nata e cresciuta; voleva andare a trovare la tomba della mamma Irene e del fratello Linceo prima di rimettersi nuovamente in cammino. Lasciò due piccoli mazzetti di fiori sulle loro tombe, li salutò e uscì dalla casa. Mentre stava per varcare la soglia della porta della vecchia taverna di Irene, qualcun'altro aveva pensato di portare dei fiori sulle tombe. "Evi! Sei davvero tu?" esclamò Olimpia. "Olimpia! Che piacere rivederti" rispose la figlia di Xena abbracciando la poetessa. " Che ci fai qui? Pensavo fossi in India!" disse il bardo. " Sono stata in India da quando ci siamo separate l'ultima volta, il mio spirito ne aveva bisogno. Ora sono tornata qui, a casa, dopo tanto tempo" rispose Evi. " Immagino.. Ascolta, io non so come dirtelo, forse è meglio se ci sediamo" disse Olimpia con sguardo triste. " So tutto Olimpia, tranquilla. So di mia madre, Belhur mi ha fatto parlare con lei. Non sono triste, so che la sua morte è servita ad uno scopo superiore. Non potevo avere genitore migliore di lei" disse Evi sorridendo. Olimpia si sentì sollevata da quelle parole, ancora non riusciva a parlare della morte di Xena senza commuoversi. " Ascolta, io sto ripartendo, devo trovare una persona. Perché non vieni con me?" chiese la poetessa. " Forse il nostro incontro non è casuale. Sono tornata perché anche io sto cercando una persona. Qualcuno che racchiuda in sé lo spirito di mia madre. So che è la stessa persona che vuoi trovare tu. Xena aveva pensato a tutto, sapeva che ci saremmo reincontrate e ha fatto in modo che Marte ci riunisse per uno scopo comune. Dobbiamo fare questa cosa assieme" spiegò Evi. Olimpia era sorpresa. Ora tutto era chiaro. Quando Xena le aveva detto che Marte avrebbe fatto il suo dovere, prima o poi, si riferiva proprio a questo. Il dio della guerra aveva permesso allo spirito della guerriera di ritornare sulla terra e aveva fatto in modo che lei ed Evi trovassero assieme l'erede di Xena. " Allora che aspettiamo? Abbiamo una persona da trovare" disse Olimpia sorridendo. Per evitare di camminare, Evi prese un cavallo li nel villaggio e assieme ad Olimpia, si diresse verso l'est della Grecia. " Sai già qualcosa su questa donna? Insomma potrebbe essere ovunque" chiese Evi. " Non so nulla, a parte quello che mi ha detto tua madre, ovvero che questa donna assomiglia caratterialmente a Xena. Ma non so altro. Non so ne dove sia ne che aspetto abbia" rispose Olimpia. "Sarà una lunga ricerca ahah" disse Evi ridacchiando. Le due cavalcarono tutto il giorno sotto il sole cocente e per accamparsi aspettarono il tramonto. Trovarono riparo in un piccolo boschetto, accesero il fuoco e prepararono qualcosa da mangiare. La giornata era stata faticosa ed entrambe andarono a dormire presto. Passarono giorni, settimane ma ancora non avevano trovato la persona giusta. Nel loro girovagare per la Grecia, visitarono moltissimi villaggi ma l'ultimo in cui arrivarono era molto particolare. Non era molto grande ma quelle poche persone che ci vivevano erano mercenari, ubriaconi e briganti, insomma, non un posto per signore. Le ragazze non si fecero intimorire ed alloggiarono alla taverna. Non vi era l'ombra di nessuna donna, a parte quelle che alloggiavano nel locale per divertire quei rozzi uomini sporchi e maleodoranti. Uno di loro si avvicinò ad Olimpia :" Ei bellezza perché non ci divertiamo un po'?" disse l'uomo mettendo la sua mano sul sedere di Olimpia. La poetessa si girò di scatto, prese la mano dell'uomo e con un movimento rapido gli ruppe il braccio. " Va' a divertirti da solo" rispose lei. Le due si ritirarono in camera sperando di non dover più avere a che fare con nessuno di quegli ubriaconi. Purtroppo i pericoli sono sempre in agguato e durante la notte, alcuni mercenari, incuriositi dalle straniere e dalla loro bellezza, si intrufolarono nella stanza delle due per rapirle. Purtroppo le ragazze non riuscirono a sottrarsi a quegl'uomini e contro la loro volontà vennero portate in mezzo al bosco, in un accampamento molto attrezzato. Era circondato da guerrieri, vi erano alcune tende, due baracche adibite a prigione e una decina di cavalli legati ad un palo. Olimpia e Evi vennero messe all'interno di una delle prigioni. " Fateci uscire subito da qui. Cosa volete da noi?" urlò Evi ad una delle guardie. " Non ti agitare bellezza, risparmia le energie. Ne avrai bisogno ahah" disse un guerriero. Olimpia non aveva nessuna intenzione di rimanere li, infatti durante la notte, senza farsi sentire dalla guardie, riuscì a rompere una delle sbarre della prigione grazie al Chakram, che data la sua forma, non sempre veniva riconosciuto come arma. Senza far rumore uscirono dalla porta e rimanendo nell'ombra cercarono di uscire dall'accampamento. Quando erano quasi fuori, un guerriero si accorse delle fuggitive e diede l'allarme. Subito una decina di guerrieri accorsero a spada sguainata contro le ragazze. Anche se Evi ormai aveva abbandonato il sentiero della guerra, non poté che impugnare un'arma per difendersi. Olimpia stendeva un guerriero dopo l'altro ma erano troppi. Ad un certo punto, il capo dei guerrieri uscì dalla sua tenda, si portò alle spalle di Olimpia e le sfidò il cerchio rotante. " Avevo visto bene allora, questo è il famoso Chakram di Xena, la principessa Guerriera. E se lo hai tu, le possibilità sono due: o tu lo hai rubato a Xena, cosa molto difficile, oppure Xena è morta, il che sarebbe magnifico. Sai c'è un leggenda su questo cerchio. Quando la principessa Guerriera sarà morta, tutti saranno in grado di maneggiarlo" appena finite quelle parole, l'uomo lanciò il cerchio. Questo cominciò a rimbalzare su ogni ostacolo che incontrava, colpì un paio di guerrieri e poi si diresse contro Evi. In quell'istante una donna sbucò dal nulla, si diresse verso Evi e afferrò il cerchio prima che questo uccidesse la figlia di Xena. " Penso che quella leggenda per te non valga. Guarda qui che hai combinato!" disse la donna. Olimpia ed Evi erano senza parole, quella ragazza aveva afferrato il Chakram come se fosse un semplice cerchio. Non vi erano dubbi, era lei l'erede di Xena. Mentre le due ragazze erano imbambolate a fissarla, la donna dimostrò che la loro teoria era esatta. Era un'abilissima Guerriera, con pochi colpi ben piazzati aveva steso tutte le guardie e il loro capo. " Volete restare qui a fissarmi o venite via?" chiese la donna. "Andiamo Evi" disse Olimpia. Le tre donne si allontanarono assieme. Arrivarono in una radura dove la donna si era accampata per la notte e si sedettero su dei tronchi. "Allora, come mai eravate prigioniere di Latos? Avete inavvertitamente attirato la sua attenzione suppongo.. Comunque io sono Zoe" disse la donna sorridendo. Olimpia era pietrificata, non solo parlava e gesticolava come Xena, ma aveva anche lo stesso sorriso. Non le assomigliava molto in viso, infatti i capelli neri di Xena erano sostituiti da capelli castano chiaro leggermente ondulati sulle punte, occhi verdi come due smeraldi e un fisico slanciato. Anche l'abbigliamento era differente, al posto dell'armatura di pelle, Zoe indossava un corpetto di pelle bianca, un gilet nero e dei pantaloni neri anch'essi in pelle. Era talmente intenta ad osservarla che non si era accorta della domanda che gli era stata posta da Zoe. " Io sono Evi e lei è Olimpia. Grazie per averci aiutato! Comunque che intendi per attirare l'attenzione?" chiese Evi. " Be insomma non passate inosservate, soprattutto la biondina" disse Zoe guardando Olimpia. La poetessa arrossì allo sguardo della donna. Che le stava succedendo? Insomma era l'erede di Xena ma ciò non voleva dire innamorarsi. "Questo credo sia tuo Olimpia" disse Zoe porgendo il Chakram alla poetessa. Quando il bardo afferrò il cerchio, entrambe le donne furono investite da una serie di immagini passate di Xena e Olimpia. Appena le immagini finirono, le due donne si guardarono negli occhi alcuni secondi, poi distogliere lo sguardo. " Zoe posso farti una domanda?" chiese Evi. " Si certo chiedi pure" rispose la donna. "Come hai fatto a fermare il cerchio al volo?" disse la ragazza. " Sinceramente non lo so, l'ho preso in mano normalmente,come se lo avessi fatto già un miliardo di volte" rispose Zoe. Olimpia continuava ad osservare la donna e mentre lo faceva si accorse che dal suo fianco sinistro gocciolava del sangue. " Ma tu sei ferita! Fammi dare un'occhiata. Evi prendimi uno straccio e dell'acqua pulita per favore" disse Olimpia. "Oh non è niente,è solo un graffio! Non c'è bisogno di medicarmi" rispose Zoe. "Se non ricuciamo subito quella ferita rischi che faccia infezione! Coraggio sdraiati, non sentirai nulla promesso" replicò Olimpia. La donna non insistette e si sdraiò per farsi medicare. " Vado a prendere dell'altra acqua, torno subito!" disse Evi allontanandosi. Olimpia e Zoe rimasero sole accanto al fuoco; la poetessa era impegnata a ripulire e ricucire la ferita della Guerriera, mentre Zoe si sentiva fortemente in imbarazzo sia per il modo in cui Olimpia la fissava, sia per il modo in cui la toccava. Ad un certo punto la guerriera fu investita da un'altra serie di immagini. Ancora non capiva chi fosse quella donna dagli occhi azzurri ma aveva intuito che il legame che aveva con Olimpia era molto forte. "Va tutto bene? Sto facendo il più piano possibile" disse il bardo. Zoe ritornando in sé rispose:" Si tutto apposto, hai la mano molto delicata non sento quasi nulla". Intanto Evi tornò, ricucirono la ferita di Zoe, che si addormentò poco dopo, e si misero a dormire anche loro. Prima di addormentarsi Evi chiese ad Olimpia :" È lei vero? Ha afferrato il cerchio come Xena e poi non ti toglie gli occhi di dosso nemmeno per un secondo". " Ma che dici! Era ferita, sicuramente non era in sé. Comunque si, credo che sia proprio lei l'erede di tua madre" rispose Olimpia arrossendo. Con la felicità di aver trovato la persona giusta, le ragazze si addormentarono dolcemente,pensando a cosa gli avrebbe riservato il futuro.
   
 
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