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Autore: fedetojen    13/11/2015    1 recensioni
I vaganti sono quelli che ormai portano via familiari, amici, bambini e strappano con la forza quel poco di speranza ormai rimasto nel cuore dei sopravvissuti. Una eterna lotta contro la morte e i vaganti
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Hershel Greene, Nuovo personaggio, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Devi avere paura dei vivi, non dei morti
 
''Who's gonna fight for what's right
Who's gonna help us survive
We're in the fight of our lives
''
-Skillet: Hero​
 
1- I’ve Gotta Fight Today, To Live Another Day
 
Kendra, una ragazza quasi sulla trentina, ha passato più di 10 mesi da sola ad Atlanta, iniziando poi a cercare altrove perché quella sola speranza di poter scappare ormai non bastava più. Aveva visto morire i suoi cari, uno ad uno, uccidendoli personalmente con le proprie mani. Aveva preso decisioni importanti addossandosi sempre le conseguenze, aveva cercato di fare da madre, da padre e da fratello alla sua sorellina più piccola, ma questo non è bastato per evitare che anche lei venisse morsa e diventare così un vagante.

Quel giorno, la forza scarseggiava e il coraggio era andato a farsi fottere: le mani le tremavano, rendendole difficile impugnare come si deve l’arco che aveva fra le mani; le lacrime scorrevano come fiumi dai suoi occhi e i singhiozzi si facevano sempre più frequenti e difficili da fermare. Vedere la sua sorellina bionda alzarsi e iniziare a mugugnare per la fare, le fece quasi perdere l’equilibrio, ma se aveva avuto la forza di uccidere tutti gli altri, doveva trovarla anche per sua sorella: così, prese una freccia dal contenitore alle sue spalle e prese la mira, scoccando così la freccia in mezzo agli occhi della sorellina vedendola cadere poi inerme al suolo.
Lasciò arco e corse da lei, levandole la freccia e stringendola al petto con fare materno, dondolandosi sul posto.

-Mi dispiace tanto, mi dispiace- continuava a ripetere Kendra mentre si dondolava esasperata, con voce rotta e lacrime che bagnavano il corpo esile della sorellina. I vaganti stavano ritornando e non ebbe il tempo di salutare e dare una degna sepoltura la sorellina, così prese arco e armi e partì senza voltarsi indietro.

Così iniziò a correre, non avendo problemi di resistenza dato le corse che ogni volta doveva affrontare con il gruppo, sorpassando anche un accampamento sulla collina che trovò pieno di corpi di vacanti bruciati e alcune tombe. Si fermò nel bosco per alcune notti, scalando grandi alberi e appostandosi su di essi per dormire e per fabbricare lei stessa altre frecce, per non esserne mai a corto. Preferiva le frecce ai proiettili: le munizioni prima o poi finiscono, le frecce puoi sempre farle.
Il mattino seguente, decise di incamminarsi per i boschi in cerca di mangiare, ormai non si faceva problemi: era sopravvissuta per un mese con lattine di fagioli insipidi, data la mancanza di condimento all’interno, e non era ancora morta qualcosa voleva pur dire.
Non era mai a corto di acqua, perché se non riusciva nella caccia, poteva sempre rimanere per giorni a bere per riempire almeno lo stomaco: meglio pieno di acqua che vuoto, si diceva sempre. Passò in quella foresta più di due settimane, decidendo poi sempre in solitudine di andarsene trovando vicino ad una macchina dell’accampamento una cartina: Kendra appena notò sulla mappa una prigione, non ci pensò due volte e tracciò con il dito il percorso da farsi, fermandosi poi alla foresta adiacente alla prigione per cacciare qualcosa.
Percorse: asfalto, terra, fango, ruscelli ma alla fine riuscì a vedere in lontananza questa prigione che sembrava una fortezza impenetrabile.

Appena entrò nel bosco, prese la freccia e si mise in attesa di qualche animaletto che si aggirava da quelle parti. Era dietro ad un albero ad aspettare il momento giusto per scoccare la freccia e colpire il piccolo scoiattolo sull’albero: mano ferma, respiro regolare e un piccolo scocco e la freccia prese lo scoiattolo. Stava per muoversi a prendere il suo pranzo, ma sentì degli scricchiolii e si fermò: vide spuntare da un albero la punta di una freccia riconoscendo poi una balestra. Qualcuno che non era lei si stava impadronendo del suo pranzo.
L’uomo abbassò la balestra e estrasse la freccia dall’albero osservandola con cura.

-Questa non è la mia freccia- disse contrariato. Così, con uno scatto alzò la balestra e iniziò a guardarsi intorno. Kendra, impugnò un’altra freccia e uscì allo scoperto avvicinandosi all’uomo.

-Lascia subito il mio pranzo!- gridò Kendra puntando all’uomo con il suo arco, pronta ad attaccare.

-E tu chi cazzo sei?- disse l’altro puntandogli la balestra contro. Sguardo accigliato e fronte corrugata mentre puntava ben saldamente la sua balestra contro Kendra, che rimase ferma col fiato sospeso.

-Sono quella che ti ficcherà una freccia in una gamba se non lasci il mio pranzo- la voce di Kendra doveva sembrare più una minaccia, ma sembrò più un’affermazione che una minaccia. L’altro non poté che soffocare una risata.

-Io ti ficcherò una freccia in culo se non mi dici chi sei- disse facendola risuonare come una minaccia.

Kendra, non cedette ed entrambi capirono le intenzioni reciproche: così scoccò la sua freccia puntando al suo fianco, l’altro invece mirò al suo braccio. Kendra riuscì ad evitare la freccia ma comunque venne colpita di striscio al braccio, vide invece l’uomo cadere a terra, con una mano sul fianco. Kendra non voleva uccidere nessuno e subito si precipitò vicino a lui.

-Cazzo! Piccola bastarda, ti ammazzo- disse appena Kendra si avvicinò, vedendo la balestra puntata contro di lei.

-Metti giù l’arma, fammi vedere invece di piagnucolare come una femminuccia- disse Kendra vicino al suo fianco rimuovendo la mano dal fianco e guardando un po’ la situazione. Uno sguardo fulminante e pieno di odio venne dall’uomo, che senza fare altre storie si fece visitare da Kendra.

-La freccia è passata da parte a parte senza colpire organi. Dovresti ringraziarmi- disse Kendra alzandosi e prendendosi il suo pranzo da terra.

-Dove cazzo stai andando? Come minimo mi devi accompagnare- disse sbraitando con voce poco pacata, l’uomo a terra.
Una volta messo il pranzo nella sua borsa, Kendra si voltò verso di lui a braccia conserte.

-E dove dovresti andare?- chiese Kendra con voce dura, guardandosi intorno. Lui alzò il dito indicando dietro di sé.

-La prigione. Dai, muoviti ragazzina- disse allungando la mano verso di lei. Stizzita, lo aiutò ad alzarsi e mise il suo braccio dietro al suo collo, mentre nell’altra mano aveva la sua balestra.

Dopo qualche ora, riuscirono ad arrivare alla prigione, dove trovarono il cancello aperto e un ragazzino a farci da guardia. Kendra, non fece domande, rimanendo in silenzio. Una volta entrati nella prigione, una serie di celle e delle persone aspettavano al loro interno.

-Daryl!- disse una donna dai capelli corti e brizzolati staccando l’uomo che sosteneva Kendra, dal suo corpo. Tutti gli occhi erano su di lei.

-Ma che ti è successo?- chiese un ragazzo dai tratti asiatici avvicinandosi forse all’amico.
Mentre l’uomo ferito si sedeva, guardò ancora Kendra.

-Questa piccola figlia di puttana, mi ha trafitto con una delle sue frecce del cazzo!- disse indicandola più che incazzato.

-Tu non sei stato da meno- disse Kendra avvicinandosi al tavolo e uscendo il necessario per medicarsi il braccio.

-Sei ferita- disse una ragazzina bionda avvicinandosi a Kendra.

-Sto bene- disse Kendra, dandole poco conto.

-Sono io quello ferito, cazzo!- disse l’altro continuando a sbraitare.

-Cos’è tutto questo baccano?- Kendra si voltò, vedendo un uomo in divisa da sceriffo e si voltò.

-Sono Kendra- disse lei presentandosi allo sceriffo.

-Rick- disse stringendo la mano a Kendra.

-Puoi dirmi cos’è successo?- chiese a Kendra con le mani sui fianchi in attesa di una spiegazione.

-L’amico qui presente stava rubando il mio pranzo nella foresta e ci siamo colpiti a vicenda. Bisogna medicarlo- disse Kendra, prima di girarsi e riprendere a medicarsi da sola.

-Hershel, puoi vedertela tu?- un uomo con delle stampelle si fece avanti, annuendo a Rick.

-Bene. Glenn, Michonne andiamo a sbarazzarci di quei vaganti fuori- disse prima di sparire con gli altri. Mentre Kendra si medicava, tutti la guardavano curiosi di sapere della sua storia.

-Io sono Carol- disse la donna avvicinandosi a lei.

-Kendra- disse soltanto, mentre continuava a disinfettarsi la ferita al braccio.

-Scusalo per i suoi modi un po’ rudi, ma è sempre così- disse difendendo Daryl. Kendra si fermò a guardare la donna, per poi annuire e
continuare a medicarsi.

-Piccola puttanella, ritieniti fortunata che ora non posso muovermi- aveva detto Daryl con tono minaccioso.

-Se no che fai: mi punti ancora la balestra contro?- disse Kendra stando al suo gioco, nascondendo un piccolo sorrisetto.

-Piccola….aaah- disse Daryl urlando per il dolore.

-Portatelo sul letto, così inizio le medicazioni- disse Hershel verso la biondina e Carol, che annuirono e portarono Daryl sul letto. Hershel, lentamente si avvicinò a Kendra osservandola.

-Sei molto brava- disse mentre la guardava medicarsi.

-Mio fratello maggiore era un dottore, ho imparato due o tre cose da lui nel corso del tempo- disse Kendra, sorridendo a Hershel che ricambiò il sorriso.

-Ci servirebbe proprio una come te- disse Hershel prima di andare da Daryl.

Per quanto potesse essere autodidatta, si era scordata cosa volesse dire aiutare gli altri, sentirsi soddisfatta e gratificata nell’aiutare qualcun altro che non fosse se stessa. Si fasciò cercando di scacciare ricordi dolorosi e indelebili, e una volta finita la medicazione si avvicinò alla cella dove stavano medicando Daryl.

-Quanto sangue- disse Carol mettendosi una mano sulla faccia.

-Carol, giusto? Vieni, lo aiuto io- disse Kendra verso Carol che annuì e si fece da parte.

-Prendi quella- disse Hershel.

-Puoi andare, me la posso cavare da sola. Sei stanco- disse indicando con il capo la posizione in cui si trovava e il problema alla gamba amputata. Hershel non poté che darle ragione annuendo e se ne andò dalla cella. La ferita di Daryl era scoperta e la medicazione era a metà dell’opera. Prese altro disinfettante e lentamente lo versò sulla ferita.
Daryl, digrignò i denti e sopportò in silenzio il dolore e di questo Kendra se la rideva.

-Non sorridere. Non c’è nulla da ridere, cazzo- disse buttando un pugno contro il muro al suo fianco.

-Sta’ fermo, così posso finire- in men che non si dica, la medicazione era finita e Daryl si guardò il fianco con un sorrisetto tirato.

-Sei brava con le mani- disse alzandosi e sedendosi a letto.

-E tu sei scarso con le frecce- disse Kendra levandosi i guanti in lattice.

-Ragazzina, sei riuscita a schivare la mia freccia. Non sono poi così male come pensi- disse cercando di alzarsi, ma subito Kendra si parò davanti a lui fermandolo.

-Ho un nome e non è ragazzina. Devi riposare, stenditi. Ti prendo degli antibiotici- le parole di Kendra fecero azzittire Daryl e farlo rimanere fermo. Mentre Kendra frugava tra i suoi medicinali, Carol la guardò da lontano.

-Ecco: prendine due al giorno, con 8 ore di distanza l’uno dall’altro. Ti aggiorno io quando prenderle, non preoccuparti: ora stenditi e sta’ buono- disse Kendra spingendolo dalle spalle e posandolo sul letto.

-Agli ordini, capo- disse Daryl senza contraddirla.

-Mi piace il tuo arco- una voce molto giovane venne dalle spalle di Kendra, che voltandosi si trovò il piccolo Carl a guardarla sorridente. Si inginocchiò per guardarlo meglio e sorrise.

-Ciao, io sono Kendra- disse dandogli una leggera pazza alla spalla.

-Carl, al suo servizio- disse toccandosi il cappello che aveva in testa.

Kendra si alzò e riprese il suo zaino e recuperando il suo arco, uscì nel cortile dove trovò i ragazzi ad uccidere altri vaganti.
Rick, mentre era intento ad ucciderne uno, non si rese conto che un altro era dietro di lui: così di corsa Kendra buttò lo zaino a terra e scoccò la freccia uccidendolo e salvando la vita a Rick che si voltò e vedendo ciò che era appena accaduto, si avvicinò a lei.

-Grazie- disse ringraziando Kendra, che annuì riprendendo il suo zaino da terra.

-Senti, sei sola?- chiese Rick, mentre veniva affiancato dagli altri.
Un colpo allo stomaco fece rivivere tutte le morti che aveva passato Kendra per colpa dei vaganti.

-Sì…- disse Kendra spostando lo sguardo altrove.

-Avremmo bisogno di una come te: ho sentito che sei brava con le medicazioni e te la cavi anche con le frecce. Cosa ne pensi? Rimarresti?- questa era una proposta allettante, ma Kendra aveva bisogno di rifletterci.

-Non voglio metterti fretta. Puoi restare quanto vuoi- Rick non voleva obbligare nessuno, ovviamente con Judith piccolina, aveva bisogno di qualcuno in più.



ANGOLO SCRITTRICE: Salve a tutto il popolo dei fan di The Walking Dead! Io ho appena iniziato la serie e sono alla stagione 3 :) Cercherò di fare capitoli lunghi perchè è più fluido che avere interruzioni sul più bello xD Per il prossimo capitolo non so quando arriverà!
Vi avviso che sono innamorata follemente di Daryl *__* Spero possiate recensire per dirmi cosa ne pensate :3 Al prossimo capitolo!

Daryl

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