Libri > Il Labirinto - The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: Stillintoyou    13/11/2015    0 recensioni
{Sequel di Benvenuta nella radura}
Non sapevo nulla di tutto quello, e non sapevo come poteva essermi utile.. Ma erano informazioni interessanti. E, in un certo senso, non mi erano nemmeno nuove.
Che pensiero stupido... era ovvio che non potevano essermi poi del tutto nuove!
‹‹ Spero solo che nessuno dei soggetti si ammali gravemente durante la fase due ›› mormorò, riportando la sua attenzione sul fascicolo che gli avevo passato poco fa.
Prima che potessi aprire bocca per chiedere qualche informazione riguardante questa fantomatica “fase due”, entrò qualcuno in stanza. La solita dannata assistente di mio padre, quella che portava gli occhialoni ed aveva un naso più lungo di un becco d'anatra.
‹‹ Signor Richard... sono qui. Sono arrivati ››
Mio padre annuì, tornando a sedersi sulla sua sedia e schioccando la lingua ‹‹ Bene. Cominciamo, allora ››
Genere: Avventura, Fluff, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La consapevolezza di non essere soli all'interno di quell'edificio ci aveva agitati un pochino.
In più avevo una bruttissima sensazione che mi attanagliava lo stomaco.
Mi sentivo in trappola, e non volevamo comunque uscire all'esterno finché non fosse calata almeno un po' la temperatura.
Tutti bevemmo l'acqua, finendo in pochissimo tempo quei tre cartoni che avevamo portato col carrello che, a metà strada, ci aveva abbandonato e si era spaccato in due.
Se pensavo alla voce di quello spaccato mi venivano i brividi in tutto il corpo... e non erano brividi di freddo.
Newt mi teneva stretta a sé da qualcosa come dieci minuti da quando eravamo usciti da lì. Tremavo come una foglia e mi guardavo attorno come un cucciolo terrorizzato, e non perché degli scaffali mi stavano per cadere addosso, ma perché temevo che quello spaccato potesse uscire da un momento all'altro e aggredirci.
Non era come i dolenti, che anche se mi terrorizzavano, in un certo senso sapevo che non mi avrebbero fatto del male.
Erano delle persone. Persone pazze.
Non volevo avere a che fare con dei pazzi. Non volevo avere a che fare con degli spaccati.
Sarei diventata così? Saremmo diventati tutti così?
Forse era proprio quello che mi spaventava di più. Il sapere che i miei amici, la mia famiglia, era infetta.
Tuttavia sembrava che a loro nemmeno toccasse più la cosa. Newt, ad esempio, sembrava essere tranquillo... ma sapevo anche che ormai era abituato a mascherare le cose. Era sempre stato così, sopportava tutto.
‹‹ Passato? ›› sussurrò accanto a mio orecchio. Eravamo seduti a terra, accoccolati come quella volta che stavamo fuggendo dai dolenti, ed eravamo lontani dagli altri radurai perché sentivo che le mie gambe non volevano collaborare a tenermi in piedi per raggiungerli. Sentivo di poter cadere da un secondo all'altro.
‹‹ No ›› sussurrai anche io. Non volevo costringerlo a starmi attaccato, sapevo che non si sentiva esattamente a suo agio a fare quelle cose. Sopratutto davanti a tutti. Ma sembrava essere meno intenzionato di me a lasciarmi andare.
‹‹ Liz, lui è uno solo, noi siamo un gruppo, non può essere così rincaspiato da uscire fuori da lì ›› sussurrò di nuovo, cercando di tranquillizzarmi.
‹‹ Può eccome! È un pazzo, Newt! Un pazzo! ›› mi allontanai dalle sue braccia, portandomi le mani sulla fronte ‹‹ Un caspio di pazzo! Potrebbe uscire da lì completamente nudo e mettersi a ballare! ›› sentivo il mio cuore battere veloce. Adrenalina.
Non ero mai stata così agitata prima di allora.
‹‹ Liz... ››
‹‹ Non voglio stare chiusa qui dentro in compagnia di un pazzo. Non voglio! ›› mi prese le mani, stringendole nelle sue. Vidi di nuovo quello sguardo di compassione. Sapevo che mi capiva, che era preoccupato quasi quanto me, ma che comunque era in grado di mantenere la calma.
‹‹ Appena sarà fresco andremo via, Liz, non agitarti così tanto, non ne vale la pena ››
‹‹ Ma non voglio che quel pazzo venga qui e... E non so! Non so cosa caspio potrebbe fare! Sono... Non so nemmeno come definirmi!››
‹‹ Terrorizzata? ›› disse lui, storcendo lievemente le labbra.
‹‹ Forse anche di più... ›› mormorai, ma qualcosa nel mio sguardo cambiò. Cercai di spegnere qualsiasi tipo di emozione negativa. Non avevo modo di definirmi, sul serio, ed ormai ero stanca di sentirmi così debole di fronte a quel genere di situazioni.
Sarà stato, forse, anche per l'espressione di Newt. Era come se si sentisse colpito dalle mie parole.
Abbassò lo sguardo per un attimo, rialzandolo poco dopo per poi poggiare una mano sul mio volto.
Mi accarezzò dolcemente, come se fosse la prima volta che faceva una cosa simile.
‹‹ Andrà tutto bene, Liz ›› sussurrò, poi, lentamente, avvicinò il volto al mio, ma sembrò quasi avere paura di farlo.
Le sue labbra incontrarono le mie. La seconda volta da quando ci trovavamo in quell'inferno insieme. Era una bacio dolce, ma allo stesso tempo sembrava quasi triste. Non era come le altre volte. Sembrava piuttosto chiedere conforto.

Quando ci staccammo dal bacio, accennò un sorriso dolce e naturale, quasi avesse trovato il conforto che cercava. Riuscii a strapparmi un sorriso anche a me, come al solito.
Nonostante tutto, riuscivo a vedere ancora il tormento della sua anima attraverso i suoi occhi, ed era frustrante vederlo.
Stava male. Sul serio. Quella situazione non giovava a favore di nessuno.
‹‹ Bene così ›› sussurrai in risposta alla sua affermazione precedente, mentre scivolavo verso il basso fino a poggiarmi al suo petto.
Non andava bene per niente, se dovevo essere sincera, ma non volevo continuare quella discussione.
Mi sembrava di riuscire a sentire ancora la risata di quello spaccato, il rumore degli scaffali che crollavano con tutta la loro grandezza. La mano di Newt scivolava lungo la mia schiena, accarezzandola lentamente.
Era preoccupato anche lui, ma sembrava pensare a tutt'altro. Non eravamo nemmeno ancora riusciti a ritagliare del tempo per noi. Non ne avevamo la possibilità.
Magari la sua preoccupazione era anche quella. Non m'importava. Mi andavano benissimo i piccoli attimi come quelli.

Mi ero addormentata. Non so per quanto tempo, ma la pressione mi aveva condotta al sonno più totale e pesante.... e forse, anche le coccole da parte di Newt.
‹‹ Dici che si è calmata? ›› sussurrò Minho. Anche se la sua voce era bassa, mi svegliai, ma non aprii gli occhi.
Non avevo dormito così bene da parecchio, e sinceramente non avevo nemmeno la minima idea di quanto tempo era passato.
‹‹ Penso di sì ›› rispose Newt ‹‹ considerando che si è addormentata. Se non si è calmata così... ››
‹‹ Sarà mica giunto il momento di svegliarla? ››
‹‹ No, lasciamola dormire ancora un po', ne ha bisogno. Questa situazione è troppo pesante per lei, ha bisogno di riposare ›› cominciò ad accarezzarmi i capelli lentamente.
Era veramente premuroso nei miei confronti, nonostante tutto.
‹‹ Tra poco dovremmo uscire di nuovo, lo sai? ››
‹‹ Vorrà dire che la porterò in braccio finché non si sveglierà ›› rispose quasi scocciato dal fatto che Minho continuasse a parlare.
‹‹ In braccio? Ma mica potrai portarla in braccio per ore intere! ››
‹‹ La porterò in braccio finché sarà necessario ››
‹‹ Caspio, quanto sei testardo! ›› sbuffò ‹‹ va bene, male male che vada, ti darò il cambio ogni tanto.››
‹‹ Bene così ›› mormorò Newt, poi smise di accarezzarmi i capelli.
Minho, sicuramente, si sedette accanto a lui.
‹‹ Che succede? ››
‹‹ Mi sento quasi in colpa ›› sussurrò. Il suo tono di voce sembrò essere nuovamente cambiato. Da scocciato, passò ad un tono cupo ‹‹ voglio dire... lei è venuta qui per cercarci, capisci? E guarda in che caspio di casino si è andata a ficcare... È tutta colpa mia ››
‹‹ Nessuno di noi diventerà come questi rincaspiati nel cervello, se è questo che ti preoccupa, Newt. Non affibbiarti colpe che non hai! Sai bene quanto è testarda. ››
‹‹ Dobbiamo trovare quel caspio di porto sicuro. Devo portarla via da qui. Non voglio che le succeda qualcosa di grave, di nuovo, e non voglio perderla per una seconda volta ››
‹‹ È una di noi, ormai. Una raduraia. Ed è sveglia e tosta, se doveva schiattare sarebbe già successo da un po', invece è qui. Non le succederà nulla, vedrai! E poi, secondo Jorge, ormai non manca molto ››
‹‹ Bene così ›› rispose secco. Sospirò.
Dovevo forse dire loro che ero sveglia?
Mi sentii in colpa per aver ascoltato tutto il discorso senza muovere un solo muscolo per fingere di stare dormendo. Ma almeno ora sapevo cosa frullava nella testa di Newt.
‹‹ Alzate le chiappette, hermani, dobbiamo andare via adesso ›› disse Jorge ‹‹ svegliate la bella addormentata nel centro commerciale ››
‹‹ No, la prenderò in braccio ›› Newt fece per alzarsi delicatamente, per non svegliarmi, ma anticipai la sua mossa e mi spostai lentamente, stiracchiandomi ‹‹ no, tranquillo, ho le gambine apposto. Non fare sforzi, Newt, non voglio che poi ti faccia di nuovo male la gamba ›› sbadigliai. La mia voce, in effetti, era leggermente impastata.
Newt corrugò la fronte ‹‹ Da quanto tempo sei sveglia? ››
‹‹ Ehm... Un po' ›› sollevò un sopracciglio, ma non disse nulla.

Jorge ci diede dei pugnali un po' rudimentali. Diceva di averli fatti lui stesso rubando le attrezzature da uno dei tanti negozi all'interno del centro commerciale.
Per essere uno spaccato era piuttosto furbo e bravo.
Cominciò a farci una sorta di paternale su quanto saremmo dovuti stare attenti ora, perché stavamo attraversando una zona un po' diversa dalle altre, in quanto circondata da spaccati. E molti di loro erano già oltre l'andata.
‹‹ Hermana, ti conviene stare ben attaccata ai tuoi compagni ›› disse, indicandomi. Newt legò un braccio attorno alla mia vita ‹‹ visto che sei donna, potrebbero stuprarti. Sai... molti di loro si divertono con poco ››
Rabbrividì, scuotendo velocemente la testa al solo pensiero.
Jorge aprì le porte del centro commerciale, aiutato da Minho.
C'era solo una cosa che mi provocò i brividi in tutto il corpo: mi sentivo osservata.
Quella sensazione che mi perseguitava anche quando ero nella radura, di colpo tornò.
Ma questa volta, forse per le circostanze, mi fece rabbrividire più che mai. Era come se riuscissi quasi a percepire la presenza di qualcun altro oltre a noi. Come se riuscissi a sentire il respiro di qualcuno sul mio collo... Forse dovevo smetterla di farmi questo genere di paranoie.

Il sole all'esterno si rivelò essere abbastanza sopportabile. Pensavo che il calore mi avrebbe distrutta, anche se ormai stava calando la sera, invece no. Si stava abbastanza bene. Jorge aveva calcolato bene il tempo.
Non contavo nemmeno da quanto stavamo camminando. Decisi di non tenerne più il conto, ma di concentrarmi principalmente sulla strada e su ciò che mi circondava, in caso dovessi perdermi come quando ero con il gruppo B.
Case abbandonate e totalmente in rovina. Uno scenario da film dell'orrore.
Solo che qui era tutto vero.
C'era silenzio, a parte qualche brusio da parte dei radurai che si lamentavano per la corsetta.
‹‹ Stavo pensando alla voce di quello spaccato nel centro commerciale ›› disse di punto in bianco Minho, affiancandosi a me ‹‹ non la sentivate stranamente familiare? ››
‹‹ No, perché, a te sì? ›› rispose Newt, fulminandolo poco dopo con lo sguardo.
Forse non voleva toccare quel discorso, considerando che mi ero calmata da poco.
‹‹ A me sì... Ma non riesco a collocarla nella mia memoria... ›› corrugò la fronte ‹‹ ho come una sorta di vuoto ››
‹‹ Vorrà dire che chiunque caspio fosse non era poi così importante ›› schioccò la lingua ‹‹ o forse il tuo subconscio vuole dirti qualcosa... come che forse non è il caso di parlarne ora ›› calcò il tono sull'ultima parola, indicandomi con la testa – come se non l'avessi notato –.
La mia mente ormai aveva offuscato la voce di quello spaccato, così come le sue parole. Forse un modo per difendersi dal ricordo, o forse semplicemente la crisi l'aveva cancellato.
Sperai fosse qualcosa di permanente... peccato che ricordassi perfettamente la scena.
Arricciai il naso. Sentii dei suoni lontani. Musica.
Come poteva esserci della musica nel bel mezzo del nulla?
Sembrò che gli altri non la sentissero, continuavano a camminare indisturbati.
Alzai gli occhi al cielo, provai a tapparmi le orecchie con le mani.
Newt mi guardò con la coda dell'occhio, poi si fermò, corrugando la fronte.
‹‹ Liz? ››
‹‹ Senti anche tu questa musica? ›› domandai, sperando in una risposta positiva.
Il ragazzo con i capelli scuri, lo stesso che aveva notato l'assenza di Jorge quando eravamo dentro il centro commerciale, arricciò il naso e mi guardò. Era accanto a Newt e non l'avevo notato prima tanto avevo la testa tra le nuvole.
‹‹ Io la sento. Credevo fosse frutto della mia immaginazione! ›› disse con una nota di stupore nella voce.
‹‹ No, la sento anche io ›› dissi, corrugando la fronte. Spostai le mani, sollevata dal fatto che non fossi l'unica a sentirla.
Newt guardò prima me, poi il ragazzo ‹‹ la sento anche io... Ma non è forte ››
‹‹ Questa è la zona con gli spaccati oltre l'andata... festeggiano ›› disse Jorge, indicando uno degli edifici mal ridotti ‹‹ sono lì giù, vedete? ››
‹‹ E cosa festeggiano? ››
‹‹ E chi lo sa! ›› scrollò le spalle con fare indifferente ‹‹ magari festeggiano l'arrivo di qualche nuovo spaccato... o qualcosa così. In ogni caso, ormai staranno dormendo, e comunque come potete vedere l'edificio dove si trovano è piuttosto distante da qui. Preferirei evitare di incrociarli, non sono molto socievoli ››
‹‹ Ho una brutta sensazione ›› mormorai ‹‹ forse è meglio proseguire di mattina ››
‹‹ Ma sei pazza? Di giorno? Magari sotto il sole, no? ›› sbraitò il ragazzo accanto a Newt, ricevendo un occhiataccia da parte di quest'ultimo.
‹‹ Vacci piano, Aris ›› sbuffò.
Aris? Quello era Aris?
Sollevai un sopracciglio, poi scrollai le spalle.
Caspio, perché erano tutti piuttosto diversi da come li immaginavo? Avrei voluto vedere com'era fatta Rachel... se non fosse morta, magari.
‹‹ Perché dovremmo proseguire di mattina? È più rischioso! ›› continuò Aris, voltandosi verso Jorge come per chiedergli conferma.
Lui, semplicemente, fece le spallucce ‹‹ in questa zona non fa differenza dal giorno alla notte. Se dobbiamo essere attaccati da degli spaccati, avverrà in entrambi i casi. Certo è che se vogliamo riposare, è meglio farlo di notte. Al massimo potresti trovare uno spaccato che ti fissa come se fossi lo spunti di natale ››
‹‹ Rassicurante come sempre ›› mormorai, stringendomi nelle spalle come per scaldarmi.
Sì, mi stava venendo freddo. Non sapevo nemmeno come fosse possibile una cosa simile, dato che la temperatura esterna poteva portare di tutto, meno che il freddo.

Trovammo un angolino riparato, ci accampammo e passammo la nottata là.
Sembrava incredibile, ma le giornate cominciavano a passare in fretta, e non era una cosa tanto positiva.
L'unica cosa positiva in quello era semplicemente che per riposare potevo stare accoccolata a Newt, a recuperare il tempo che avevamo perso.
Stavamo semplicemente abbracciati... più o meno.
Diciamo che questa nottata l'avevo passata più che altro ad abbracciare me stessa nel vano tentativo di scaldarmi.
Tremavo come una foglia, e la mia testa era così leggera da darmi la sensazione di scivolare via.
Passai una nottata veramente pessima. Inutile dire che quando fu l'ora di alzarsi, sembravo uno zombie. Potevo perfettamente fingermi una spaccata.
Fui sorpresa del fatto che Newt non si spaventò del mio aspetto.
‹‹ Qui è pieno di spaccati ›› disse Jorge.
‹‹ Ce l'hai già detto.... minimo un centinaio di volte ›› puntualizzò Minho
‹‹ E questo vuol dire che qui vicino ci sarà anche del cibo ›› aggiunse Jorge, guardando Minho come se avesse la tentazione di dargli un pungo in piena faccia ‹‹ proviamo a perlustrare la zona ››
‹‹ Ho già detto di avere una pessima sensazione? ››
‹‹ No, questa mattina non l'avevi ancora detto ›› rispose Aris con tono sarcastico, ruotando gli occhi verso l'alto.



Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Labirinto - The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: Stillintoyou