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Autore: Sognatrice_2000    13/11/2015    3 recensioni
"Salutami Dio" raccontata dal punto di vista di Shinichi.
Per chi non avesse letto questa storia, consiglio di leggerla insieme al prequel "Dimmi si", al fine di capire meglio questa storia.
Dedicata alla splendida Dudi Mouri che mi ha dato l'idea, con tutto il mio affetto e la mia amicizia!!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono stanco. Sono così stanco di fingermi forte, di fingere che vada tutto bene, quando nel corpo e nel cuore sono a pezzi. Eppure sento che lo devo, lo devo a tutte le persone che mi sono care, che mi sono vicine anche in questo terribile momento. Anche al mio migliore amico, con la sua allegria e i suoi maldestri tentativi di farmi sorridere. Per qualche momento, ci è riuscito davvero. E' riuscito a strapparmi un sorriso felice, a liberarmi di quell'opprimente peso sul cuore.
Ha passato le sue vacanze scolastiche a Tokyo, mi è rimasto vicino e non ha smesso di provare neanche un secondo a tirarmi sul morale. Grazie, Heiji, per essermi rimasto accanto anche nel dolore. So che hai fatto tutto quello che potevi, e che non potrai fare di più, ma te ne sono infinitamente grato. Sei un vero amico.
Anche se la temperatura è frizzante, ho freddo, avvolto nel mio piumino azzurro, fermo sul binario della stazione. E non so se sono brividi di paura quelli che mi stanno attraversando la schiena, mentre sto salutando Heiji, in partenza per Osaka. Ran mi aveva detto di rimanere a casa, ma io ho insistito e l'ho quasi costretta ad accompagnarmi. A malapena riesco a camminare, ogni volta che mi muovo sono costretto ad usare la stampella, e sospiro pesantemente di fatica e dolore. Non dovrei sforzarmi, lo so. Ma questo te lo devo, amico mio, per aver sopportato i miei silenzi annoiati e imbronciati, le mie frecciatine arroganti, il mio pessimismo, e avermi sorriso e aiutato con la semplicità e l'entusiamo di un bambino.
Mentre Ran e Kazuha si salutano, noi rimaniamo qui, fermi uno di fronte all'altro, senza sapere cosa dire. Come dovrei salutarti? Non so nemmeno se potremmo rivederci, per quanto mi riguarda potrei non esserci più già da domani. Dovrei dirti arrivederci o addio? Anche tu mi sembri a disagio, forse hai il mio stesso orribile presentimento.
Invece, con mia sorpresa, ad un certo punto ti inginocchi e mi scompigli i capelli, con affetto, senza l'intento di provocarmi, come se fossi il tuo fratellino. Non mi arrabbio, mi limito ad assottigliare gli occhi in una finta espressione minacciosa. Forse anch'io, dopo tutto quello che hai fatto per me, voglio rassicurarti e strapparti un sorriso.
"Tornerò il prima possibile, Shinichi." Il tuo sussurro, invece di infondermi coraggio, mi fa avvertire un'improvvisa stretta al cuore, e i miei occhi si fanno lucidi, anche se cerco disperatamente di non darlo a vedere. Sei così speranzoso, così pieno di energie, fiducioso. Ma io conosco la realtà, quella realtà che tu, forse per paura, ti rifiuti di accettare. "E la prossima volta spero di aver imparato a cucinare meglio."Le parole che pronunci subito dopo mi strappano mio malgrado un sorriso divertito. Già, ti sei persino reso ridicolo ai miei occhi, pur di distrarmi e di farmi ridere. Ma non ti era importato, per me eri disposto a farlo. Ti sono grato anche per questo, Heiji. Nel mio cuore, non smetterò mai di ringraziarti.
"Il tuo riso non era così male. Ma la prossima volta voglio assaggiare un piatto più difficile." Scherzo, per avere l'illusione che ci sarà davvero una prossima volta.
Alzi gli occhi al cielo, fintamente infastidito. Ma i tuoi occhi ridono. "E va bene, mi impegnerò." Un dolce sacrificio, una lieve ma calda consolazione che invade il mio cuore e, seppur per un breve momento, riesce a rasserenarmi.
"E voglio sapere se ti sei dichiarato a Kazuha." Mi intenerisco davanti alle tue guance rosse e al tuo imbarazzo. So cosa provi per quella ragazza, eppure non hai mai voluto dirmelo. Eppure adesso potresti farlo, potresti confessarmi i tuoi sentimenti, i tuoi sogni, i tuoi dubbi e le tue paure. Ma forse, tu ci credi davvero in quel domani, ci credi davvero in quella prossima volta. Sei convinto che tutto non finirà così, e ti comporti come al solito.
"Io non sono innamorato di quella rompiscatole." Borbotti, ancora rosso e a disagio. Ti sorrido con la stessa dolcezza di un padre intenerito davanti a suo figlio. Non sai mentire, non sai nascondere quello che provi. Sei sempre stato un ragazzo sincero e leale, ti conosco bene.
"D'accordo, d'accordo. Ma voglio rivederti presto, intesi?" Ci credo anch'io, adesso ci credo anch'io in questa dolce bugia. Insistito, infantile come un vero bambino, ma forse è solo un altro modo per fuggire da quello che mi aspetta, per sfuggire alla crudeltà del mio destino. E vedo i tuoi occhi farsi lucidi come i miei. Forse anche tu sai che non ci rivedremo, ma non hai il coraggio di dirlo.
"E' una promessa." Le ultime parole che mi rivolgi, prima che Kazuha ti richiami ricordandoti che il treno è in partenza. Hai un'espressione così triste e smarrita, Heiji, sembra quasi che tu voglia restare qui, che non voglia lasciarmi per nessun motivo. Ma devi essere forte, non devi soffrire per me. Perciò ti sorrido, dolce, consapevole, senza traccia di rimpianto o di paura, e agito un braccio per salutarti.
E io continuo ad avere freddo, sento un grande freddo nel cuore, mentre vedo il tuo sorriso e i tuoi occhi luminosi farsi sempre più lontani, mentre il treno ti porta via con sè, ti porta via da me. Vorrei piangere, ma non posso. Stringo i denti, reggendomi sempre più faticosamente alla stampella. Rimango lì, fermo sul binario, i capelli agitati dal vento.
Non mi sbagliavo, nell'aria c'è qualcosa di diverso. Forse l'amaro, triste sapore di un addio.
 

**
 

E' sera, le stelle sono luminose nel cielo. Sono già passate due settimane dalla partenza di Heiji, e manca poco alla data della sua prossima visita. Chissà, forse ci rivedremo davvero. Abbiamo parlato a lungo al telefono un paio di giorni fa, e lui mi ha detto che sarà disposto anche a portarmi in braccio, al parco, a mangiare un gelato, in giro per la città, dove preferisco. E mi ha promesso che mi cucinerà qualcosa di speciale. Avevo riso, raccomandandogli di non scottarsi o tagliarsi, ma nelle mie parole c'era solo un'infinita premura e amicizia.
Stasera non fa più freddo, sento un dolce, rassicurante calore che mi pervade il petto, e uno strano senso di pace. Ran mi ha appena messo a letto, ignorando le mie proteste per avermi infilato questo pigiamino con gli orsetti azzurri. L'avevo vista sorridere divertita, come non sorrideva da tempo, e avevo lasciato perdere. Perdonami, Ran, ma ti amo troppo per dirti la verità. Non voglio vederti soffrire ancora, voglio come tu sia felice, voglio che tu costruisca una vita serena senza di me. Non vorrei lasciarti, ma non posso farci niente.
Sei stata più gentile e dolce del solito con me questa sera, hai persino voluto leggermi una fiaba, e poi mi hai augurato la buonanotte con un tenero bacio sulla fronte. Mi addormento rilassato, felice, e quasi subito comincio a sognare.
"Shinichi!" Una voce mi chiama, in lontananza, ma non riesco a capire di chi sia. Corro e corro, ma la gamba mi fa male, e vedo solo una fitta, fittissima nebbia di fronte a me.
"Shinichi! Non lasciarmi, ti prego!" E' la voce di Ran, intrisa di lacrime. Ran... lei sa tutto, ha sempre saputo. Una lacrima mi scivola sul volto affaticato e accaldato, e con tutte le forze che mi sono rimaste mi sporgo disperatamente, fino quasi ad afferrare la sua mano. Ma Heiji la afferra per un braccio, tirandola indietro. "Lascialo stare. Anche lui ti ha amata tanto, ma non può più restare. Cerca di capire, ti prego, non dipende da lui, vuole solo che tu sia felice."
E Ran, inaspettatamente, sorride. Sorride della mia indiretta confessione d'amore, mentre calde lacrime gli rigano il viso.
"Grazie, Heiji." Glielo dico apertamente per la prima volta, con tutto il cuore.
Lui mi guarda negli occhi, un sottile velo di malinconia li offusca. " Dopo tutta la fatica che ho fatto, resta almeno un po'."
Sorrido di fronte a quella gentile supplica, sussurrata con la voce ma gridata con il cuore. "Non posso fermarmi molto, però. Tra poco spunterà l'alba, e dovrò andarmene."
Sia Ran che Heiji sorridono, un sorriso largo, luminoso. Ran corre verso di me e mi abbraccia piangendo, Heiji invece si avvicina camminando più lentamente, ma con un'espressione commossa e emozionata in volto.
"C'è una cosa, che mi piacerebbe fare un'ultima volta." Dico dopo un po' che sono insieme a loro, a ridere e a parlare. Presto dovrò lasciarli.
"Cosa?" Ran mi guarda curiosa e anche un po' apprensiva, Heiji invece sorride, e con mia sorpresa, mi tira un pallone. "Credo di aver capito. Vuoi giocare a calcio, no?" Stringo il pallone tra le mie, sorridendogli a mia volta. Ora la gamba non mi fa più male, il pallone è morbido sotto i miei agili piedi. Gioco felice, sento il sudore bagnarmi la fronte e la soddisfazione illuminarmi il viso. Se solo potessi rimanere ancora un po'...
Improvvisamente, l'erba sotto i miei piedi sparisce, e mi ritrovo nello stesso spazio sospeso e nebbioso di prima, mentre Ran ed Heiji si scambiano un'occhiata allarmata. Un grosso orologio a pendola sta suonando sempre più forte.
"Scusate. devo andare." Entrambi stanno piangendo, ma annuiscono. Ran mi abbraccia un'ultima volta, sussurrandomi che mi vuole bene, mentre Heiji mi fa un cenno con la mano, con il suo solito sorriso schietto.
In un attimo, mille emozioni si mescolano dentro di me. I dolci ricordi del passato, i momenti condivisi con le persone che mi sono care, il rimpianto per il futuro che avrei potuto avere, la nostalgia di casa già forte. Tornare a casa tardi con lo zainetto e sorridere ingenuamente, dicendo a Ran che per cena ha preparato un piatto delizioso per non farla arrabbiare, e vedere i suoi occhi illuminarsi. Risolvere un caso difficile insieme ad Heiji, tra mille battibecchi, scontri, scherzi, ma anche infinita amicizia e complicità.
Ma nulla è paragonabile al dolore vivido e tangibile del presente. Mi mancherete, ragazzi, ma so che siete forti e va la caverete anche senza di me. Sei sempre più bella, Ran. Troverai presto l'uomo giusto, un uomo migliore di me, con cui condividere la tua vita. In quanto a te, Heiji, ormai non hai più bisogno dei miei consigli, sei diventato bravo quasi quanto me. "Arrivederci." Sussurro, mentre sento il mio corpo svanire piano piano, trascinato via da una forza invisibile.
Non è un addio, il nostro. Mi piace pensare che, anche se tra molti anni, potremmo ritrovarci di nuovo qui, a parlare, a ridere. Questa volta, per sempre.
 

Note dell'autrice:
Salve a tutti!! Grazie per aver letto questa storia e per essere arrivati fino in fondo, spero che vi sia piaciuta e che vogliate lasciarmi la vostra opinione, ne sarei molto felice.
Vorrei precisare che dedico questa storia alla gentile e simpaticissima Dudi_ Mouri. Se stai leggendo, ti ringrazio ancora una volta dell'idea che mi hai dato, questa storia la dedico esclusivamente a te, spero che ti sia piaciuta e che sia stata all'altezza delle tue aspettative.
Un abbraccio a tutti i miei lettori, vi ringrazio di avermi dedicato un po' del vostro tempo!!
  
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