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Autore: ElleJones    14/11/2015    1 recensioni
Coda alla 11x06 "Our little world". Scena finale tra Dean e Castiel.
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Il silenzio durò un’apparente eternità. La tensione era quasi opprimente, tutti quegli interrogativi che parevano veleggiare nell’aria, senza che nessuno li afferrasse e desse una risposta. Sam aveva lasciato la stanza da poco, erano rimasti solo loro due, come ogni volta, a guardarsi, l’uno di fronte all’altro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione
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Human Together


 

“You let Metatron go?”

“He is a human, and a pitiable one at that”

 

Il silenzio durò un’apparente eternità. La tensione era quasi opprimente, tutti quegli interrogativi che parevano veleggiare nell’aria, senza che nessuno li afferrasse e desse una risposta. Sam aveva lasciato la stanza da poco, erano rimasti solo loro due, come ogni volta, a guardarsi, l’uno di fronte all’altro. Dean teneva i pugni sul tavolo, appoggiandosi sulle sue braccia; i muscoli gli tremavano, non per la fatica quanto per l’agitazione. Castiel se ne accorse. Appena la mano calda dell’angelo venne a contatto con la sua pelle, Dean alzò lo sguardo. Un filo teso tra i loro occhi, che tremava ad ogni sospiro, ma che mai minacciò di spezzarsi.

“È successo qualcosa, non è vero? Qualcosa che non ci hai detto.”

“No, niente.” Il cacciatore si destò, scostando la mano di Castiel dalla sua. Si passò le dita tra i capelli, disordinandoli.

“Quando imparerai che il falso nuoce sempre?”

“Cass, ti prego, non insistere. Per favore, sono stanco, non sono neanche sicuro di aver capito io cosa è successo.” Castiel scosse la testa, in segno di disapprovazione ma contemporaneamente di comprensione. Si sedettero entrambi, l’uno a capotavola, l’altro di fianco.

Cadde di nuovo il silenzio, scomposto e fragile. Dean pensava all’immediato accaduto, Castiel ai ricordi strazianti. Quelle analessi che lo avevano colpito poco prima di uscire dal bunker, inaspettate, gli avevano riportato a galla dei momenti dimenticati.

“Mi dispiace. Per prima, non avrei dovuto aggredirti in quel modo.” La voce proruppe nella sua testa, distraendolo dai suoi pensieri. “Scusami, davvero.”

“Non te ne devi preoccupare.”

Dean sembrò non ascoltarlo, riprese a parlare. “Dopotutto, hai cercato di fare la cosa migliore, e probabilmente avevi ragione.”

Castiel sorrise leggermente. L’aria nella stanza si alleggerì, lasciando loro un privato momento per risolvere ogni questione.

“Ciò che hai fatto è giusto. E io non lo avevo capito. Fai sempre il giusto, in un modo o in un altro. Sai cosa?” Il verde delle sue iridi si scontrò con il blu di quelle di Castiel, profonde, e così pure. “Probabilmente, sei stato umano più volte di quante lo sia stato io.”

L’angelo rimase paralizzato a quelle parole. “Non dire così. Tutto ciò che faccio l’ho imparato da te e da tuo fratello. Ho capito che essere umani è un pregio. La fragilità, la compassione; quando ho perso le mia ali, ho compreso appieno la vostra condizione. È per questo che ho deciso di risparmiare Metatron, gli ho concesso un’altra opportunità da umano. Ma non sarei qui, non sarei così, se non fosse per te.”

“Grazie.” Fu un sussurro leggero e quasi inconsistente. Veleggiò nell’aria con grazia, lungo quel filo che ancora resisteva. Fu tutto ciò che Dean disse prima di alzarsi e stringerlo tra le braccia. Una lacrima gli scese lungo la guancia, rigandola di sentimenti. L’altro ricambiò l’abbraccio.

“Per cosa?” Gli venne spontaneo chiederlo. Lo fece con dolcezza e innocenza, quell’innocenza che ha sempre avuto ma che mai era stata così gracile.

“Lo so, Cass. So che ti ricordi, che tutte le volte che chiudi gli occhi le immagini ti tornano alla mente, lacerandoti. So che ricordi ciò che successe, qua dentro, quando la mia anima era ancora nera. Grazie, per avermi perdonato. Grazie, per esserci stato. Grazie, perché, dopo tutto, riesci a vedere ancora della luce in me.” Grazie per avermi fatto sentire buono anche quando nessuno ci credeva.

“È stato il Marchio a colpirmi, non tu. Non devi ringraziarmi, mai, per niente. Abbiamo fatto entrambi degli sbagli." Ciò che ti ho fatto io è ancora peggio, e, per quanto ci provi, non posso dimenticare. "E anche tu ricordi, posso leggertelo dentro. Di quella volta, con Naomi, e di qualche giorno fa. Se c’è qualcuno che deve dire mi dispiace sono io.” Dean tacque, lo strinse più forte. Il suo odore addosso, un odore che ora sapeva di casa.

Sembravano non volersi separare mai. Stretti insieme, in un istante congelato.

“Da quando sei diventato così saggio, angelo?”

“Da quando ti ho afferrato e salvato dalla perdizione.” Finalmente si divisero e sorrisero in un riso docile.

Si sentirono sollevati da un peso enorme. Le parole mai dette, le domande mai risolte, i segreti mai svelati, le memorie mai liberate. Un peso che gravava su di loro con forza immensa, schiacciando i cuori già sanguinanti. Poterono guardarsi in faccia senza provare alcun rimorso, coscienti dei loro sbagli ma puliti. Si sentirono liberi, insieme.

 

“There aren’t words.”

“There’s no need.”


Ciao a tutti! Quasta breve storia fa da coda alla 11x06. Più precisamente si svolge subito dopo che Sam ha lasciato la stanza e sullo sfondo si vedono Dean e Cass che parlano (o forse non parlano ma comunque sono insieme). Io mi immagino che sia successo ciò che ho scritto, spero di trovare qualcuno a cui la mia interpretazione sia piaciuta XD

   
 
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