Andrew sapeva molte cose su di lei. La guardava da lontano, senza voler farsi scorgere. Sapeva che studiava alla facoltà di scienze politiche; che la mattina, per andare ai corsi, prendeva il treno delle 7.14 che, puntualmente, ogni martedì veniva soppresso; che fumava delle Marlboro rosse, ma che lo faceva sempre in solitudine; che prendeva sempre una tazza di cioccolato caldo quando la temperatura abbassava un po’ al bar dell’università; che nella corsa di ritorno del treno, che anche lui prendeva, chiedeva di sedersi vicino al finestrino per poter guardare il paesaggio.
L’unica cosa che non sapeva era il suo nome.
 
Anche Anne sapeva molte cose su di lui. Era un tipo talmente buffo! Lo vedeva sempre leggere all’ombra di qualche albero, su una panchina o al bar dell’università. Leggeva biografie, tantissime biografie su svariati personaggi che hanno cambiato il corso della storia. Si era anche resa conto che spesso alzava gli occhi dal libro per rivolgere lo sguardo a lei. Studiava ingegneria navale e giocava a basket; lo aveva saputo per caso, ascoltando le sue conversazioni con un un amico.
L’unica cosa che non sapeva era il suo nome.
 
“Si chiama Anne, me lo ha detto una ragazza che frequenta un corso con lei. Sembra una tipa strana, non trovi?”
Sì, Andrew era totalmente d’accordo con Mark. Ma lui voleva conoscerla a tutti i costi, anche per confermare le impressioni del suo amico. Mark era suo amico da un vita: era a lui che aveva ammesso il suo interesse per la ragazza intrigante e davvero carina che aveva da un po’ di tempo a questa parte. Insieme condividevano tutto: la passione per il basket, per i libri, per i videogiochi, gli appunti delle lezioni, la camera presa in affitto nella nuova città.
“Ti piace, non è vero?”
Andrew rispose con un leggero cenno della testa, perso nei suoi pensieri. Era davvero attratto da lei.
 
Ogni volta che saliva su quel treno il cuore di Anne aveva un sussulto. Da non credente, quasi pregava affinché le chiedesse di potersi sedere vicino a lei. Ma il treno non era molto affollato, come quasi sempre.
Ma diamine, quel giorno era particolarmente bello.  E lei si sentiva particolarmente attratta da lui. Evidentemente, doveva sentirsi anche particolarmente coraggiosa, perché si alzò dal suo posto vicino al finestrino, quello che occupava ogni giorno, per andare a chiedergli se il posto accanto a lui fosse libero.
“Certo, siediti pure.”
“Grazie. Piacere, sono Anne.”
“Io sono Mark.”
Ed entrambi sorrisero. Anne aveva la tachicardia, i suoi pensieri erano totalmente confusi. Magari quello sarebbe stato un piccolo passo per lei ma un grande passo per loro.
In quanto a Mark.. beh, lui pensò che magari, attaccando bottone con lei, avrebbe potuta presentarla ad Andrew.