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Autore: Tielyannawen    15/11/2015    8 recensioni
«Oh! La bellezza di Fimbrethil, di Pievagava dal passo leggero, nei giorni della nostra giovinezza!»
Il racconto del primo incontro tra Fangorn e Fimbrethil, la sua compagna perduta.
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PRIMA CLASSIFICATA al contest “Quando il Missing Moment diventa importante” indetto da Petunietta sul forum.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barbalbero
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IL CUORE DI FANGORN



«Oh! La bellezza di Fimbrethil, di Pievagava dal passo leggero, nei giorni della nostra giovinezza!»
 

A quei tempi, il mondo era giovane e in continuo mutamento.
Le montagne si alzavano e cadevano, i fiumi scavavano sentieri tortuosi nella dura roccia e ogni notte nuove stelle facevano la loro luminosa comparsa nel cielo immenso. Restando fermi e aspettando abbastanza a lungo, si potevano vedere deserti divenire laghi e colline tornare pianure.
E noi osservammo, perché grande era il nostro affetto per tutto ciò che cresceva.

 

Onodrim ci chiamarono i Primogeniti, mentre fummo detti Ent da coloro che giunsero in seguito. Ma in realtà non eravamo che pastori, vigili guardiani di un gregge con rami e radici.
 

Quelli furono gli anni della mia gioventù, se tale si può definire, perché già allora il mio nome era troppo lungo da pronunciare e avevo vissuto più della maggior parte delle creature che mi circondavano.
I boschi crescevano forti e rigogliosi ed il mio canto echeggiava tra le fronde, perdendosi nella fragranza viva della primavera.
Il dolce profumo dell’aria mi rendeva curioso, persino frettoloso di tanto in tanto.
Eppure credevo che nulla potesse sorprendermi, perché avevo camminato in ogni angolo di Ennor.

 

Sbagliavo.
Foglia e germoglio, vento e pietra, formica e scoiattolo, tutti loro sanno quanto sbagliavo.

 

Fu in una limpida notte primaverile che la scorsi per la prima volta. E il ricordo di quell’incontro non mi abbandonerà mai, finché una sola goccia di linfa scorrerà nelle mie vene contorte.
 

Alle pendici di quei monti sempre avvolti da fitte nebbie, scorreva un vivace ruscello dalle acque dissetanti. Spinto dalla sete, seguii il suo suono fino ad una radura solitaria.
Lei era là.
Stava immobile al centro del rivo, con le braccia sollevate, quasi a voler sfiorare la volta stellata. La pallida luce notturna accarezzava la sua pelle argentata e piccoli zampilli le lambivano i piedi. Tutto intorno sbocciavano fiori dai colori delicati, timide corolle che parevano vegliare sul suo riposo.
D’un tratto si riscosse e si volse verso di me, con un’espressione radiosa dipinta sul volto. In quell’esatto momento la mia intera esistenza cambiò.

 

Ah, il sorriso di Fimbrethil la Bella, esile betulla dagli occhi di smeraldo!
 

Nessuna riflessione, nessun lento ragionamento. Capimmo in un istante di essere due metà di un unico sogno e le nostre voci si levarono insieme in perfetta armonia. Danzammo fino all’alba, quando i primi raggi del sole giunsero ad illuminare il nostro amore, l’amore di Fangorn e Fimbrethil.
 

Ahimè, nulla però dura in eterno.
Le ere del mondo passarono e i nostri desideri ci condussero su sentieri distanti, fino al triste giorno in cui ella partì, dicendo addio a Fangorn.
Mai più mirai il suo viso splendente.

 

Eppure laggiù, dove la foresta è più buia e insidiosa, sorge ancora una solitaria radura fiorita.
 

Lì è il cuore di Fangorn. Perché la foresta è parte di me e io sono parte della foresta. E nel cuore di Fangorn altro non c’è che Fimbrethil. Per sempre.




 

ANGOLO AUTRICE:
Salve a tutti!
Avevo in mente la descrizione di questo incontro da molto tempo e finalmente ho trovato il tempo necessario per scriverlo.
Alcune precisazioni.
La parola “Onodrim” in Sindarin indica il popolo degli Ent; con il termine “Primogeniti” invece si intendono gli Elfi, mentre coloro che vennero dopo sono gli Uomini; ed “Ennor” è il nome Sindarin della Terra di Mezzo.
Riguardo alla lunghezza del nome, ho fatto riferimento al punto in cui Barbalbero, parlando con Merry e Pipino, dice “il mio nome cresce costantemente e io ho vissuto molto, molto a lungo, perciò il mio nome è come una storia”.
Infine ho scelto di usare il nome “Fangorn” al posto di “Barbalbero” perché mi permetteva di giocare sul dualismo tra il vecchio Ent e la foresta che porta lo stesso nome.
Che altro, spero che la storia vi sia piaciuta e se vorrete farmi sapere cosa ne pensate ne sarò felice!

Possa la strada alzarsi per venirvi incontro e possa il vento soffiare sempre alle vostre spalle
Tielyannawen

   
 
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