Videogiochi > Assassin's Creed
Ricorda la storia  |      
Autore: EchoS_    15/11/2015    1 recensioni
Ispirata alla canzone "Teardrops on my guitar" di Taylor Swift, ovviamente adattata al nostro piccolo e tormentato Leonardo.
Caterina ha appena lasciato Ezio a Roma e l'Assassino è ferito nell'orgoglio.
Leonardo è sempre lì ad ascoltarlo, ma lui ha una ferita ben più grande a cui dedicarsi.
E' la mia prima EzioLeo, siate clementi.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nb: I lyrics originali sono un po' modificiati! Prendetela come una licenza poetica ;)


Teardrops on my canvas

E' una giornata particolarmente fresca a Roma, ma il sole sta iniziando a farsi timidamente strada tra la coltre di nubi che da qualche giorno sta soffocando il cielo. Non che io possa godere di questo repentino cambio climatico; sono indietro con la consegna di alcuni dipinti per delle famiglie nobili e come se non bastasse Cesare si fa sempre più insistente e mi chiede di progettare armi un dì si ed uno no.
Tutto questo lavoro mi ucciderà presto, e ne sono consapevole. Mi sfilo il basco rosso e lo poggio di lato, accanto alla tela su cui sto rifinendo il sorriso di una donna e mi premo le dita sugli occhi. Anche questa notte ho dormito davvero pochissimo, dopo una durissima giornata di lavoro e non avevo nemmeno così tanto bisogno di scoprire il perché.
Ezio ha avuto una missione importante: ho sentito che ha tolto dalla piazza qualche altro templare e Cesare va borbottando tutto il giorno del suo potere che sta iniziando a vacillare.
Più di tutto vorrei poter dire di essere indifferente a tutta questa storia dei Templari e degli Assassini, ma quando c'è di mezzo lui mi risulta davvero difficile. E' buffo come io mi curi di lui come se fosse qualcosa di più di un amico ed è ancora più buffo il fatto che Ezio non si sia mai accorto dei miei sentimenti. Stringo il pennello con fare frustrato e lo getto sulla tavolozza: sono sul punto di imprecare coloritamente quando qualche goccia di vernice schizza sul mio Ritratto di donna, ma un rumore di passi e ferro alle mie spalle mi costringe a voltarmi di scatto.
-Ehi, amico mio, sono soltanto io.- Mi trovo davanti ad un Ezio tenebroso con tanto di cappuccio alzato e qualche macchia di sangue sparsa qua e là sulla sua casacca bianchissima che in ogni caso ringraziando i santi non sembra essere il suo. Paura o no, prendo a tremare. -Per l'amor di Dio, Ezio, mi hai spaventato. Pensavo fossi Cesare o qualche suo scagnozzo.-
L'Assassino si abbassa il cappuccio con un gesto rapido della mano, scoprendo una bocca perfetta e piegata in un sorrisetto divertito. -Sei troppo stressato ultimamente.-
Temo abbia ragione, ma evito di dirgli che preferisco vedere Cesare, piuttosto che lui. Nel primo caso sarei molto meno nervoso ed agitato. Scendo velocemente dallo sgabello e vorrei abbracciarlo, ma sono sporco di vernice e poi non credo di poter sopportare un contatto con lui in questo momento in cui mi sento così fragile. -Hai bisogno di qualcosa?-
-Avevo bisogno di parlare con un amico.- Ezio fissa per un secondo il quadro sul cavalletto con un sopracciglio inarcato. Poi si volta di nuovo verso di me e io non l'ho mai visto così serio prima d'ora.
-Ma certo, amico, lo sai che sono sempre a tua disposizione.-
Lui sussurra lapidario: -Caterina se n'è andata.-
E' il rumore del mio cuore questo? Ma certo, Caterina Sforza. Non ero certo rimasto all'oscuro di quello che era successo in quegli ultimi giorni: Ezio aveva rischiato la vita per salvare la donna di Ferrara, persino contro il parere degli altri sui confratelli. Erano stati amanti più di una volta anche a Monteriggioni.
Deglutisco perché non sono sicuro di poter sopportare quel colpo come ho fatto con tutti gli altri. Lui ha gli occhi velati di tristezza, è ferito, si è sentito usato: e per quanto mi sforzi di essere contento che quella puttana se ne sia andata una volta per tutte, non ci riesco. Non riesco a togliermi dalla testa lo sguardo che Ezio le rivolgeva ogni volta che erano vicini, come fosse evidente quello che li legava.

 

Ezio mi guarda, io fingo un sorriso così lui non capirà
Che voglio e ho bisogno di tutto quello che potremmo essere
Scommetto che sarà bellissima, la ragazza di cui lui parla
E lei ha tutto quello senza cui devo vivere io.

 

Capisco che vuole una risposta così mi avvicino a lui e un po' insicuro e tremolante gli batto una mano sulla spalla, nel vano tentativo di consolarlo. -Amico mio, mi dispiace.-

Lui si stringe nelle spalle e si sgancia gli antibracci che nascondono le sue terribili lame celate. Le vedo scintillare per un attimo e un brivido mi scorre lungo la schiena. -Ci sono mille altre donne che non aspettano altro che una mia visita notturna, no?-

 

Ezio mi parla, io rido perché è dannatamente divertente
Non riesco a vedere nessuno quando è con me,
Mi chiedo se lui sa che è l’unica cosa a cui penso la notte.

 

Le sue labbra sono di nuovo incurvate all'insù ma vedo dai suoi occhi che sta male. E questo non fa che farmi sentire peggio. Sollevo gli occhi verso la finestrella della mia bottega perché non riesco a sostenere il suo sguardo e noto che il sole è sparito di nuovo, lasciando il posto ad una pioggerella fastidioso.

Curioso come il tempo rispecchi il mio umore.

-Leonardo, stai bene?- Tipico di Ezio, mettere sempre gli altri davanti a sé. Mi volto ancora una volta verso di lui sentendo l'ennesima morsa al cuore e annuisco velocemente perché non ho la forza di parlare. Non ora almeno.

 

Lui è la causa delle lacrime sulla mia tela
La sola cosa che continua a farmi esprimere desideri su una stella cadente.
Ezio cammina verso di me, lo direbbe che io non riesco a respirare?
E avanza, in modo così perfetto,
Il tipo di impeccabilità che vorrei poter avere io.

 

Ora è in piedi davanti a me, rigido e massiccio come una delle colonne di un tempio greco e mi sta scrutando con i suoi occhi scuri. Una sua mano guantata mi sfiora la guancia: sono contento di non avere un diretto contatto con la sua pelle, a quel punto non sarei in grado di sopportarlo. -Sai che anche tu puoi sempre contare su di me? Siamo amici.-

-Ma certo, Ezio.- Mi sto fissando la punta delle scarpe. Il cuore mi batte troppo forte nella cassa toracica e sarebbe disdicevole se qualche cliente entrasse e ci vedesse in quelle condizioni: su di Ezio non penserebbero nulla -è l'amante di Catarina Sforza, diamine- ma su di me si leverebbero definitivamente ogni dubbio. Per il momento non me ne curo, l'unica spettatrice è la mia donna su tela, che sta ancora lì, a fissarci con un sorriso enigmatico e occhi scrutatori.

Dio, amo quest'uomo, è così sbagliato? Vorrei poterlo dire a lui, urlarglielo così forte da fargli sentire l'eco delle mie parole per sempre.

 

Lei è meglio che se lo tenga stretto, gli dia tutto il suo amore
Guardi in que
sti occhi bellissimi e sappia di essere fortunata.


Come ha potuto abbandonarlo così? E' un Assassino ma so bene che sotto questa corazza di sangue, morte e ferro pregiato c'è un uomo vero, non una bestia. Lui sembra ancora dubbioso ma senza aggiungere una parola mi lascia andare: e no, avrei voluto rimanere in quella posizione per sempre, sentire il suo calore e il suo profumo, sentire lui.

Ma quando si tira sul il cappuccio e recupera i suoi antibracci, capisco che se ne sta per andare. Via da me. Ancora una volta. Per andare dalle prostitute di sua sorella.

Quando glielo chiedo dice di no, ma non ci credo: pensa davvero che io lo conosca così poco? Ezio si sfoga sempre con il sesso.

Rimango impalato in mezzo alla bottega e lo guardo mentre si allaccia gli ultimi pezzi delle lame: ha la fronte corrugata, chissà a cosa sta pensando. Vorrei poter lisciare quelle rughe proprio sopra all'attaccatura del suo naso, come si farebbe con della creta e sussurrargli che va tutto bene.

In due passi mi è di nuovo accanto. Mi lascia un bacio sulla fronte e io smetto di respirare per qualche secondo. Il contatto dura più del dovuto e ho la sensazione che stia respirando il mio odore ma sicuramente è un inganno della mia mente fantasiosa.

-Sta' attento.- mormora e non so se si riferisca ai Borgia che mi perseguitano oppure se stia ammonendo il mio cuore. Beh, per quello è troppo tardi ormai. Vorrei dirgli qualcosa, è venuto da me per farsi consolare ma non trovo nulla. Io, che ho sempre la risposta pronta.

Afferra il pomello del portone e lo spinge: l'aria fresca e qualche goccia di pioggia bagnano l'ingresso ma lui indugia un secondo prima di uscire.

E' di spalle ma sono sicuro che si ancora più corrucciato di prima.

 

Lui è la causa delle lacrime sulla mia tela
Il solo in grado di farmi spezzare il cuore
Lui è il tempo passato, ma non è mai abbastanza
Ed è l’unica cosa in cui ho bisogno di cadere

Ezio mi guarda, io fingo un sorriso così non capirà.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: EchoS_