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Autore: Elisir86    15/11/2015    3 recensioni
"C'è una strada piccola, affannosa e ripida che mi porta fino a te io vorrei percorrerla e senza rischi inutili, arrivare fino a te fino all'amore"
FINO ALL'AMORE - BIAGIO ANTONACCI
[No incesto]
[Coppie: Francia x Canada – Molte altre]
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome, Triangolo
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Gennaio


 

 

 

 

10

Torta a tre piani

 

 

 

Antonio era rimasto a bocca aperta alla vista della torta che Ludwig aveva preparato, i tre piani di Sacher erano decorati a meraviglia con la glassa rossa e bianca.

Non c'erano scritte di augurio, era come una di quelle torte che si trovava sulle riviste o che finivano sulle tavole di aristocratici.

L'ispanico era -stra- convinto che fosse buonissima.

Francis accanto a lui la guardava con un misto di venerazione -lui adorava tutto ciò che era esteticamente bello- e odio -perché quella torta lo avrebbe fatto ingrassare!-.

Si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, “Non sapevo che avevi questa dote...” e mosse una mano con fare altezzoso verso il tavolo imbandito.

Ludwig annuì rimanendo con il viso serio e le mani intrecciate dietro la schiena, non era di certo una persona che andasse in giro a vantarsi della sua dote di fare dolci e anzi non ne preparava quasi mai.

L'ultima volta che aveva acceso un forno per cuocere una torta era stata più di due mesi prima, quando era dal nonno, quel giorno suo padre si era presentato alla fattoria intimandogli di tornare indietro, che l'anno non era perduto e che lui poteva fargli fare gli esami privatamente e altre cose del genere. Così quando il nonno lo aveva allontanato dalla sua proprietà, lui si era messo a fare una torta di carote e yogurt.

Buonissima...” eppure mentre la preparava era solo arrabbiato.

Antonio sorrise “Davvero stupenda!” aveva esclamato con quel suo accento spagnolo. Ludwig non fece una piega nemmeno a quel complimento, quando aveva iniziato a decorarla si era posto l'obbiettivo che dovesse essere perfetta.

Nulla di più.

Lui raggiungeva sempre la meta qualsiasi fosse e in quel caso era fare una torta degna di suo fratello. Voleva ringraziarlo per tutto l'aiuto che gli stava dando e scusarsi per quel lungo silenzio che lui aveva creato.

 

 

La torta di suo fratello non era come la sua. Era stata fatta in casa e non sembrava per niente buona.

Ludwig aveva seguito sua madre per tutto il tempo in silenzio, lei era così felice del risultato che la sua risata contagiò anche lui.

Mamma posso mettere le candeline?” la donna annuì mettendolo seduto sullo sgabello e porgendogli una a una le candele.

Erano tante, lui le contò ad alta voce, “Uno...Due...” cercava di posizionarle al centro e di fare un bel cerchio rotondo “...Sei...Sette...” voleva che qualcosa in quella torta fosse bello.

A suo fratello piacevano i cerchi? Se lo chiese dubbioso, sapeva che gli piacevano le aquile, ma si potevano disegnare con le candeline?

...Dieci!” urlò battendo le manine e facendo ciondolare i piedini.

 

Ludwig lasciò scivolare le mani lungo i fianchi. Quella fu la prima volta che comprese il divario fra lui e Gilbert. Era un ricordo come tanti altri, ogni anno si era ripetuta la stessa storia e sempre lui e suo fratello finivano per mangiare due fette di quelle -terribili- torte.

Quando finalmente poté prepararlo lui il dolce di compleanno Gilbert aveva già iniziato ad uscire con gli amici e successivamente se ne era andato in Francia.

“Come mai lo tieni nascosto questo talento?” la voce di Francis gli arrivò ovattata all'orecchio, lui lo guardò per lunghi attimi in silenzio mettendolo a disagio.

Non gli piaceva molto quel ragazzo, era altezzoso e narcisista, per non parlare del sua innata capacità di trovare un doppio senso in qualsiasi cosa.

Una paio di mattine prima lo aveva visto uscire dalla camera degli ospiti completamente nudo, Inutile dire che si era vergognato come una scolaretta a quella visione, per carità era un bel uomo, ma lui non era abituato a vedere qualcuno oltre se stesso senza vestiti.

Schioccò la lingua sul palato scacciando quel ricordo.

“È per Gilbert.”

 

°°°°°°°°°°

 

Gilbert entrò in casa dopo un'ora passata al supermercato a cercare una spezia. Sapeva che era solo una scusa da parte dei suoi amici per allontanarlo dall'appartamento, per poter organizzare la sua festa di compleanno.

L'anno precedente era stato un party sensazionale, con ragazzi conosciuti e non, birra a volontà, musica...parecchio sesso…

Non ricordava nemmeno quanti uomini si era fatto!

Sorrise al ricordo di quella notte e sicuro di trovare una situazione simile a quella aprì la porta. La musica lo frastornò per un secondo, si tolse il capotto e si diresse in salotto.

La festa era già incominciata e vedeva già molti sederi dimenarsi al ritmo della canzone sparata a tutto volume. Alzò gli occhi sul tavolo e tra i vari stuzzichini regnava un'enorme torta. Tre piani giganti di Sacher! Gli si illuminarono gli occhi, il suo dolce preferito in formato XL!

Era la prima volta che si ritrovava una torta a tre piani, l'aveva sognata da quando aveva visto quella per i sei anni di suo fratello.

Non aveva mai parlato di quel desiderio lo trovava un po infantile -come quello di andare un giorno a pesca con suo padre- e forse si era detto era solo invidia per quel fratellino che poteva avere tutto.

Volse lo sguardo verso la finestra, Ludwig guardava fuori con la sua solita aria da io sono un duro che allontanava chiunque volesse parlargli, dava le spalle agli invitati segno che tutta quella confusione non gli piaceva affatto.

Gilbert decise di muovere il primo passo quando si sentì avvolgere le spalle da un braccio tonico, Antonio gli sorrise allegro.

“Oh, un attimo di attenzione!” la voce dell'ispanico si alzò facendo voltare alcuni dei loro amici, “È arrivato il festeggiato!” tutti urlarono qualcosa tipo “Yea!” e alzarono i bicchieri, Antonio rise stringendo con più forza le spalle con un braccio “Che la fiesta cominci!!!” esclamò schioccandogli un bacio sulla guancia.

Ludwig distolse lo sguardo imbarazzato, ancora non aveva capito cosa ci fosse tra loro due o meglio loro tre -visto che Francis in quel momento aveva posato le sue labbra molto vicine a quelle di suo fratello- ma di una cosa era certo: Gilbert era gay.

E per una strana ragione si sentiva immensamente sollevato, come se gli avesse tolto un peso dallo stomaco, quell'orribile senso di colpa che non lo aveva mai lasciato si stava man mano dileguando.

“L'ha fatta tuo fratello!” la voce del biondo gli solleticò l'orecchio, mentre con la mano gli accarezzava il petto. Lui osservò ancora quei tre piani di dolcezza, stranamente si sentì euforico.

 

 

Gilbert stava in sala, seduto su una costosa sedia, strisciava i piedi sul pavimento. Sua madre aveva decorato la stanza con qualche palloncino e aveva messo sul tavolino da caffè una torta fatta in casa.

Non era per niente come quella del compleanno di Ludwig, era piccola, senza decori e le candeline erano azzurre: suo fratello aveva ricevuto una torta a piani, con immagini dei suoi cartoni preferite e la candela era una sola a forma di 6.

Nulla in quella stanza era paragonabile alla festa fastosa che suo padre aveva organizzato in ottobre. Aveva invitato tutta la classe di Ludwig e ingaggiato un prestigiatore per intrattenere gli ospiti.

Per Gilbert, Klaus non aveva organizzato niente, gli aveva anche vietato di invitare qualcuno, “Non hai bisogno di queste cose!” e lui semplicemente aveva annuito.

Per qualche giorno aveva pensato che lo avesse detto solo per fargli una sorpresa come aveva fatto per Ludwig.

Ci aveva sperato fino a che non era arrivato pomeriggio e si era accorto che la sala non era decorata e che ci stavano solo qualche palloncino sparpagliato qui e là.

Dieci anni, nessuna festa.

Sua madre aveva fatto di tutto per non farlo sentire inferiore a suo fratello, si era messa d'impegno lei stessa a preparare la torta preferita e aveva gonfiato i palloncini fino a diventare rossa in viso. Ludwig non era uscito con papà ed era rimasto lì per festeggiare con lui.

Perfino i due domestici avevano abbandonato il loro lavoro per partecipare. “Diciamo che è una festa privata!” aveva iniziato sua madre “Come quelle dei divi di Hollywood!”

Gilbert inclinò la testa di lato guardando quella torta che sembrava più un ammasso di crema insicuro che fosse mangiabile. Gli attori erano persone bellissime e importanti, si era detto nell'ingenuità della sua età mentre faceva strisciare ancora i piedi a terra.

Aveva alzato gli occhi rossi in quelli azzurri della madre che lo guardava con estrema dolcezza, “Si!” disse sorridendo.

 

Gilbert mangiò la sua terza fetta di torta sotto lo sguardo divertito dei suoi amici, “Continua così è metterai su pancia!” scherzava Antonio anche lui alle prese con il dolce. “Mangiate ancora un'altra fetta e farete scoppiare i bottoni dei pantaloni!” rimbeccava Francis che con suo disappunto evitò di mangiare ancora -la linea prima di tutto!-

Con gli occhi rossi cercava suo fratello tra la folla, aveva visto Ludwig allontanarsi dalla finestra con il suo passo marziale dirigersi verso di lui.

Si era distratto alla battuta dei suoi amici per il regalo che loro avevano preparato in camera da letto e quando la sua attenzione era tornata dove prima c'era suo fratello lui era sparito.

“Senti, Gil...” la voce di uno degli invitati, un loro amico da quando erano in Italia, “...Penso che Luca abbia traumatizzato quel gran pezzo di tuo fratello.”

In silenzio i tre guardarono allibiti l'amico “Perché, che ha fatto?” l'altro rise grattandosi una guancia “Nulla di ché, gli ha proposto un pomino e gli ha toccato il pacco!”

A Gilbert andò di traverso la torta, ecco perché Ludwig era scomparso! “Credo che si sia chiuso in camera...” tossicchiò.

 

Quando se ne andarono tutti Gilbert era stanco e decisamente molto ubriaco. Si lasciò trascinare lungo il corridoio da un Francis voglioso che continuava baciarlo, mentre Antonio gli sbottonava la camicia e i pantaloni.

Non gli importava se suo fratello lo vedesse in fondo lui era Il Magnifico…

Entrarono nella stanza, spogliandosi a vicenda, con l'urgenza di sfamare il loro appetito sessuale.

Gilbert si era tolto i pantaloni quando notò qualcosa dietro alla tenda, si avvicinò “È questo il vostro regalo?”

Francis con le mani sui fianchi dello spagnolo “No, tesoro...” si allunga verso il letto e prende in mano un tanga maschile di pelle rosso e un frustino “Questo è nostro regalo...”

L'albino alzò un sopracciglio scostando la tenda trovandosi davanti un telescopio con sopra una busta.

Trattenne il respiro, non un telescopio qualsiasi, ma quello che gli aveva regalato sua madre per i suoi quindici anni. “Così potrai vedere le stelle tutte le volte che vorrai!”

Suo padre glielo aveva rotto al culmine di una litigata, ancora si ricordava le lacrime che aveva versato sopra quei numerosi cocci.

Lo accarezzò timoroso -con la paura che potesse rompersi di nuovo- sentendo sotto i polpastrelli le imperfezioni della colla.

Prese la lettera, dentro poche parole:

 

Scusa se ti ho fatto attendere.

Ludwig

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

 

Scusatemi, dovevo postarlo la settimana scorsa, ma ho avuto un bel po da fare!

Allora spero che vi sia piaciuto questo capitolo e che attenderete il prossimo, non so quanto ci metterò ad aggiornare, sto passando un momento un pochino brutto, perciò abbiate pazienza!

 

Grazie

Elisir

  
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