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Autore: Maico    16/11/2015    18 recensioni
•Storia interattiva • iscrizioni chiuse•
Percy Jackson non è mai esistito. Gea e Crono non hanno mai tentato di risorgere.
I semidei sono costretti nei limiti del campo, in una continua lotta per la sopravvivenza. I più deboli vengono esiliati oltre le mura, nel labirinto.
Gli dei si divertono intanto, ignorando i figli e le loro preghiere.
Qualcuno però si vuole opporre a questa dittatura: i Ribelli. Ma come riuscire a sconfiggere i loro padri da soli?
/dalla storia/
-Credo che dovremmo riunire gli altri- disse continuando a fissare il soffitto, pur sapendo di aver gli occhi dei due puntati addosso -Dirgli che nostro fratello è morto.
-Non se lo meritava- disse uno, chianando la testa e stringendo i pugni.
-Nessuno se lo merita- lo corresse alzandosi finalmente dalla sedia e stiracchiandosi i muscoli mezzi addormentati.
-Presto avremo quello che ci spetta. Presto ci sarà un po' di giustizia in questo mondo.
-Avremo vendetta.
-Apollo è morto. Dobbiamo scegliere un successore.
-Facciamo i giochi?
I tre si guardarono in faccia prima di annuire.
-E che i giochi siano.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuova generazione di Semidei
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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BIRTH OF NEW GODS
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Credete veramente a quello che avete letto?
Sul serio siete convinti che sia esistito un certo Percy Jackson, figlio di Poseidone, che ha salvato l'olimpo?
Che proprio dal suo arrivo al campo, il Titano Crono abbia deciso di risorgere?
Pensare sul serio che grazie a lui l'olimpo di sia salvato?
Quanto siete sprovveduti..
Ma lasciate che la sottoscritta vi illumini. 
Vi mostrerò la verità. 
Vi mostrerò come i semidei vivevano realmente, a quello che provavano. 
Credete nelle favole a lieto fine?
Allora andatevene ingenui sognatori, andate nel mondo e tornate quando avrete aperto gli occhi. 
Qui non c'è spazio per voi. 
Questa che vi sto per raccontare è la realtà. Tutto ciò che quel fauno, Riordan, ha tenuto nascosto. 
La sua speranza è stata ammirevole ma gli è costata caro. 
Sperava che il mondo potesse andare per il meglio, che i buoni vincessero sempre e i cattivi perissero. 
Vi rivelo un segreto..
Non esiste Percy Jackson. 
Era tutto frutto di una pallida e sbiadirà speranza di un satiro stanco e vecchio. 
Ma voi, miei cari semidei cosa ci fate qui?
Prego entrate. 
Direte addio a tutto ciò in cui credevate?
Sarete così temerari e tenterete conoscere la realtà dei fatti? O siete dei conigli?
Venite miei cari, venite. 
Entrate e scoprite. 
Toglietevi la benda dagli occhi. Guardate il vero mondo, scoprite la vera storia. 
Vi farò capire come si sono svolte le cose. 
Vi illuminerò nel buio dell'ignoranza. Vi farò da guida in questo mondo a voi sconosciuto. 
Non temete l'ignoto miei cari. 
Venite, presto!
Sta per cominciare, non sentite?
Tenetevi stetti e vicini alla sottoscritta. 
Chi sono io?
Chiamatemi Verità. 
 
 
 
Il semidio correva veloce fra gli alberi, i capelli biondi sporchi e unti, molto più simili alla steppa bruciata che ai boccoli che aveva visto del padre. La pelle era tagliata in più punti, dove i rami lo avevano frustato nella sua folle fuga, e i piedi sanguinanti gli inviavano fitte di dolore ad ogni falcata. 
La terra umida lo rallentava, facendolo sprofondare sotto il suo stesso peso, facendolo cadere anche diverse volte. 
Sputò il fango che gli era andato in bocca, sibilando mentre avvertiva il bruciore dove una volta avrebbero dovuto esserci le sue unghie. 
"Erano così belle" fu un pensiero veloce come un fulmine "erano uno dei miei vanti" ma così come era arrivato svanì, subito sostituito dal terrore e l'adrenalina che gli correvano nelle vene, mandandogli scariche elettriche tutto lungo il corpo. 
Un richiamo risuonò nell'aria, ferendogli le orecchie e facendogli accelerare il battito cardiaco, tanto che temette che il cuore gli potesse esplodere in un qualsiasi momento. 
L'inutile arco di legno scheggiato gli batteva sulla schiena, ferendola. Il semidio poteva sentire il sangue colargli fino ai fianchi e picchettare sul terreno. 
Una radice lo fece inciampare e quasi urlò quando il ginocchio picchiò violentemente contro un sasso. Si rannicchiò per terra, in posizione fetale, il respiro corto e il terreno che vibrava. 
Un singhiozzo gli uscì dalle labbra e, con le mani che quasi non rispondevano ai suoi comandi, si tastò febbricitante il cappotto stracciato, ormai non più imbottito. 
Prese quei fogli di carta consunta, cercando, con ogni rimasuglio di lucidità, di non imbrattare con il sangue dei tagli sulle mani quei preziosi fogli. 
-Light!- sibilò con un rantolo, poggiando la fronte sulla terra bagnata -Cazzo Light! Muoviti!
Dei latrati gli giunsero alle orecchie e il ragazzo si ritrovò a stringersi le spalle con una forza tale da lasciarsi sicuramente dei lividi. 
Qualcosa si mosse al limite del suo campo visivo, facendogli balzare il cuore in gola tanto che credette di poterlo sputare da un momento all'altro. 
Tirò però un sospiro di sollievo nell'accorgersi che altro non era che Light. 
Il corvo lo scrutò con i neri occhietti, inclinando il capo a sinistra e zappettando verso di lui. 
-Fottuto corvo- sibilò -Mi prendi in giro anche adesso? Muoviti!
La bestiola gli gracchiò contro, posandosi sul suo palmo aperto. Il semidio non perse tempo, mettendosi in ginocchio e portando l'altra mano al collo piumato, fino a bloccargli la testa nella sua direzione. 
Gli fissò gli occhi neri come il suo manto, saggiandone per un attimo la morbidezza. 
-Fratelli?- si passò una lingua sulla labbra spaccate -Spero che questo messaggio vi giunga. Non ho molto tempo. Anzi posso considerarmi già morto. L'Ammazza Cervi è sulle mie tracce e i suoi segugi mi hanno quasi raggiunto. Io..- un singhiozzo gli mozzò il respiro e dovette farne uno profondo per non spezzarsi proprio in quel momento -..Non voglio morire.. Ma non ho altre possibilità. Vi prego, vi scongiuro!, non arrendetevi. Fatelo per me. Fatelo per gli altri che sono morti. Uccideteli tutti! Mandateli nelle più basse profondità del Tartaro- si passò una mano sporca digli occhi azzurri, serrando la mascella. 
-Dovete chiudere momentaneamente i progetti. Ci stanno con il fiato sul collo e potrebbero scoprirci in qualunque momento. 
Iniziò a legare le carte alla zampa dell'animale. 
-Voi me lo dovete! Non avrò pace nell'Ade fino a quando i nostri progetti non avranno successo, ci volessero anche mille anni. Io.. Voi siete la mia vera famiglia. Non loro. Vi voglio bene e.. Beh, addio. 
Lasciò libero l'animale che gracchiò, sbattendo gli occhi adesso rossi, alzandosi in volo e scuotendo intontito il capo. Il ragazzo lo guardò alzarsi sempre di più nel cielo grigio, fino a diventare una macchia indistinta. 
Non si girò quando il terreno sotto di lui iniziò tremare e fremere. 
Non si girò quando dei mastini uscirono dagli alberi accanto a lui, scrutandolo famelici con i loro occhi dorati. Né quando l'Ammazza Cervi scese dal suo cavallo, fermandosi davanti a lui. 
Con l'estremità dell'arco di metallo, lo obbligò ad alzare il volto, e lui ubbidì docile. Le mani le aveva abbandonate in grembo, con ancora la sensazione vellutata del piumaggio del corvo. 
"Stupido Light" sorrise mentre percorreva con lo sguardo stanco la figura minuta davanti a lui "Cerca solo di non perderti"
L'Ammazza Cervi teneva l'arco d'argento teso davanti al viso del ragazzo, la piccola persona avvolta da un corto mantello del colore della notte, intessuto all'estremità con ornamenti del colore del ferro fuso. Delle lunghe piume dello stesso colore spuntavano da sotto il cappuccio, troppo grandi per essere di un qualsiasi animale mortale, accompagnate da due corna ricurve d'osso, bianche come la neve. Catenelle d'argento pendevano dalla corona di corna, ondeggiando grazie all'aria gelida che si era alzata, facendo rabbrividire fino al midollo il semidio, data la mancanza di abiti che lo potessero proteggere. 
Le gambe pallide erano lasciare quasi interamente scoperte, avvolte solo da degli stivali alti di pelle. Un corpetto ne avvolgeva le forme morbide e acerbe, facendone risaltare i muscoli guizzanti e contratti. 
-Allora Mezzosangue?- gli chiese sputando per terra, dandogli un calcio al volto che gli fece vedere le stelle -Cosa avete rubato tu e i tuoi amici?- gli sibilò tirandogli i capelli, fino a fargli incrociare lo sguardo con quello quasi bianco della donna. 
-Rispondi inutile feccia!
E lui scoppiò a ridere, senza freni, completamente con il cervello spento. 
Non sapeva neanche lui il perché. La paura era così forte da paralizzare il suo intero corpo, se anche avesse voluto ribattere qualcosa sicuramente le sue corde vocali non avrebbero risposto. 
L'Immortale che aveva davanti gli tirò una ginocchiata alla mascella, rompendogliela e facendogli sputare sangue grumoso. Lo sentiva che gli scorreva in gola e sul palato, invadendogli i sensi con l'odore e il sapore ferroso. 
-Credi che non ti ucciderò e appenderò la tua testa mozzata sul mio muro?- lo minacciò quella, facendo intravedere un coltellaccio da caccia che aveva in un passante della cintura. 
-Cosa avete preso?!
Il semidio sentì gli organi interni schiacciarsi e le ossa della gabbia toracica scricchiolare con un rumore inquietante. Le lacrime, ancor prima che lui se ne accorgesse, presero a rigargli le guance mentre il cervello lo stava come implorando di aprire le labbra per formulare quelle semplici parole che avrebbero potuto donargli almeno una morte veloce, invece che di quella tortura. 
"Fa male" continuava a rimbombargli nel cervello "Tanto cazzo di male"
I cani ringhiavano, mordendogli a striscio le gambe e le braccia, giusto per ricordargli che non aveva via d'uscita. 
Aprì la bocca al cielo, quasi soffocandosi con la saliva e il suo sangue mischiato, cadendo a terra e facendone colare un rivolo rosato sulla polvere. 
-Allora?- con uno stivale lo girò a pancia in su, premendogli sempre di più sullo stomaco, facendogli girare la testa per il senso di vertigini e nausea. Provò a respirare col naso ma con stupore si scoprì incapace. Probabilmente era rotto e non se n'era neanche accorto. 
-Tu..- sussurrò cercando di controllare le scariche di dolore che gli inviava la mascella ad ogni minimo movimento -...fottiti. 
Con un urlo l'Ammazza Cervi incoccò una freccia con il suo lungo arco, perforando l'occhio e il cranio del semidio che si concesse un ultimo sorriso prima di spegnersi. 
Il corpo martoriato rimase immobile, le lacrime rapprese che si mischiavano con il sangue che colava a fiotti dalla ferita appena inflitta. L'unico occhio integro, iniettato di rosso, azzurro era spalancato al cielo, con il terrore della morte impresso. 
L'Immortale fece un verso di disgusto, voltando le spalle al cadavere e montando la sua cavalcatura. 
-Liberatevi di lui- ordinò ai suoi cani prima di voltarsi nella direzione in cui era arrivata, scomparendo nella selva; senza osservare i suoi servi che divoravano quel corpo semidivino. 
 
 
 
-Maledizione!- urlò la figura più grande, sbattendo un pugno sul bracciolo del trono. Le altre due, sedute dalle parti opposte della stanza, non dissero niente. C'era chi sapeva e chi era troppo distrutto da quella morte del tutto inaspettata. 
Lentamente la più silenziosa allungò una mano, prendendo uno dei tanti fogli e stendendolo davanti in modo tale che potesse studiarlo. 
Armi, cartine, ancora armi. 
Ma come potevano costruirle senza destare sospetti?
Si appoggiò stancamente al suo trono, stropicciandosi gli occhi. 
Solo in quei tre mesi otto semidei erano "misteriosamente scomparsi" ma adesso ne avevano la certezza. 
Li stavano eliminando, uccidevano tutti quelli che potevano essere una potenziale minaccia per il futuro. 
Quanti fratelli erano caduti in tutti quegli anni?
Ma li avrebbero vendicati, potevano starne più che certi. 
Mancava poco. 
Sospirò appoggiando la testa sul duro legno. Fissò nella penombra il soffitto segnato dalle macchie d'umidità e le crepe che lo ricoprivano. 
Si rannicchiò nel suo scanno, non prestando attenzione agli altri due che discutevano animatamente. 
Picchiettò ritmicamente l'indice sul ginocchio, analizzando l'ultimo messaggio che avevano ricevuto. 
Il primo passo era organizzare una falsa spedizione per ritrovare -invano- il cadavere e poi organizzare dei riti funebri -e di questo come al solito se ne sarebbe dovuto occupare lui- successivamente avrebbero dovuto fare un periodo di pausa e far finta di continuare normalmente la loro vita al campo. 
Avrebbero poi consegnato i progetti al loro figlio di Efesto di fiducia e si sarebbero allenati il doppio. 
Si massaggiò le tempie. 
Ma prima di tutto quello dovevano dare la notizia. 
-Credo che dovremmo riunire gli altri- disse continuando a fissare il soffitto, pur sapendo di aver gli occhi dei due puntati addosso -Dirgli che nostro fratello è morto. 
-Non se lo meritava- disse uno chianando la testa e stringendo i pugni. 
-Nessuno se lo merita- lo corresse alzandosi finalmente dalla sedia e stiracchiandosi i muscoli mezzi addormentati. 
-Presto avremo quello che ci spetta. Presto ci sarà un po' di giustizia in questo mondo.
-Avremo vendetta. 
-Apollo è morto. Dobbiamo scegliere un successore. 
-Facciamo i giochi?
I tre si guardarono in faccia prima di annuire. 
-E che i giochi siano. 
 
 
L'Arena era gremita di semidei di tutte le età. I più giovani erano ben riconoscibili dai diversi disegni tinti sulla pelle mentre i maggiori erano ai piani più alti, sbattendo in modo confusionale i piedi e sbraitando parole incomprensibili. 
I figli di Ermes giravano veloci, soffiando soldi e armi incustodite e racimolando le diverse scommesse sullo scontro. 
I cancelli si aprirono con uno scricchiolio sinistro mentre la casa sette usciva con gli archi in pugno, alzando le braccia verso gli spalti che esplosero in un boati di risposta. 
Il silenzio regnò sovrano mentre tre figure prendevano posto sul proprio sedile, mostrandosi alla calca. 
Le tre enormi statue dei pezzi grossi svettavano ai lati dell'Arena, le espressioni corruciate e bellicose, le rispettive armi in pugno e incrociare fra loro. 
All'ombra di queste i gladiatori si inginocchiarono, piagando la testa fino a raggiungere il suolo. 
Da una di queste statue, per precisare quella del dio degli Inferi, si affacciò un semidio. 
L'arco di ferro dello Stige faceva spettacolo dietro la sua schiena, alle cui estremità brillavano dei pugnali d'argento. 
I capelli neri e lunghi fino alle spalle nascondevano in parte gli occhi blu scuri, incorniciando il volto affilato, con due treccine sul lato sinistro. 
Sebastian Moreau alzò una mano ambrata, facendo tintinnare la cotta di maglia che indossava sotto un armatura leggera di cuoio. 
Il figlio di Ade osservò l'intera folla riunita, scambiando sguardi eloquenti ma ben celati da un'espressione afflitta. 
-Semidei- la sua voce rimbombò per tutto il luogo -Cameron Sviz è morto. 
Diversi mormorii si alzarono, creando uno sciamare irritante alle orecchie dei tre. 
Sebastian fissò i figli di Apollo nell'Arena, ricevendo un segno d'assenso da alcuni. 
Certo, il colpo per la perdita c'era, ma nessuno ormai era più tanto stupito. Quello era il loro mondo, combattere, sopravvivere e morire era la solita routine di loro semidei. 
Cameron era uno dei tanti trapassati, però ad ogni caduto la rabbia dei ribelli aumentava sempre di più. 
-Le spedizioni di recupero partiranno a breve ma prima dobbiamo decidere chi sarà il suo successore. 
Un cancello opposto si levò mentre lo stadio eruttava in nuove grida eccitate. 
-Chi ucciderà più mostri sarà nominato capo cabina- continuò cercando di nascondere il disgusto dalla voce -Chi verrà ferito o si troverà in una situazione disperata verrà spedito nel labirinto per tempo indeterminato. 
I primi mostri ringhianti uscirono, mostrando le zanne e gli occhi iniettati di sangue. Protesero gli arti scheletrici e denutriti verso i semidei al centro del campo che già si erano armati. 
Sebastian sapeva che nessuno voleva perdere o peggio ancora esser portato nel labirinto. 
Perché per quanto schifosa potesse essere la loro vita là dentro, almeno non erano in completa balia dei mostri fuori dai confini. 
-Figli di Apollo!- urlò il figlio di Ade -Combattete!
E mentre un corvo solitario gracchiava il suo canto di puro dolore, la sfida dell'Arena ebbe inizio. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo me: 
E sono sempre qua!!
Eccomi a voi con un'altra interattiva!
Eggià la prima non è andata un granché bene ma vabbè! Infondo se non si cade mai come si impara poi a mettere le mani avanti per non farsi male?
Nico: cose sensate da dire?
E no! Tu qua non centri un piffero! Va via!
N: *borbotta insulti in generale*
Scusate. Stavo dicendo?
Oh si, questa sono sicura che andrà bene! Ho già tutto in mente!
N: qua si esprime tutta la tua sadicità 
*ignorate please*
Spiego la storia a grandi linee:
Tutti i fatti di Percy Jackson?
Cancellati! Mai esistiti. 
Il mondo dei semidei è duro e il tasso di mortalità e decisamente elevato. 
Gli dèi se ne fregano tutti. 
Pochissimi semidei vengono riconosciuti ed è solo per capriccio divino. 
Quindi: gli dei sono i cattivi che se ne infischiano dei figli, anzi certe volte gli uccidono. 
Quando ho scritto che Apollo è morto intendevo Cameron. In seguito sarà spiegato il perché. 
Un gruppo di semidei si vuole ribellare a questa tirannia: i buoni. 
L'Ammazza Cervi.. *colpo di tosse sospetto* sicuramente la conoscete tutti. Diciamo che ho un filino modificato aspetto e carattere..
N: alla faccia del filo...
Il mio personaggio è un figlio di Ade dato che il patto dei tre fratelli di non aver figli non c'è mai stato. 
N: Ade? Sei fissata..
Taci!
Adesso:
Per gli OC
 
•La scheda la voglio tramite messaggio privato con il nome del vostro personaggio. 
 
•Le schede le accetto fino a sabato sera, ma se avete degli impedimenti potete comunque comunicarmelo. Anch'io sto soffocando con la scuola..
 
•Non voglio Mary Sue o Gary Stu o giuro che vi vengo a cercarvi e vi prendo a padellate. *decidete voi se scherzo o meno*
 
•Massimo due OC a persona. 
 
•Nella recensione mi potete scrivere il sesso e il genitore divino e se volete anche il nome e lo schieramento. 
(Schieramento: buoni, cattivi, traditori)
 
Mi servono un/a figlio/a di:
Zeus 
Poseidone 
Atena
Ares
Afrodite
Ermes
Efesto
Dioniso 
Apollo
Demetra
(Se volete potete anche creare un/a fratello/sorella per il mio Sebastian)
-benedizione da-
Era 
Estia
-cacciatrice-
Artemide
-mortale-
Oracolo
 
 
Potete d'altronde partecipare con dei figli di divinità minori che faranno come da "Personaggi secondari"
(Non so ancora se in senso buono o meno)
 
Gli dei maggiori mi servono obbligatoriamente. 
E no non vi dico il perché o rovino la sorpresa. Possono esserci comunque al massimo due figli per ogni divinità. 
 
Chiunque può partecipare, basta che non scompariate. 
Non voglio prenotazioni perché tanto i personaggi li scelgo io ma vi consiglio di essere vari. 
 
Pregherei di non fare tutte ragazze ma anche qualche ragazzo, prego. Ogni tipo di coppia e ben accetta.  
 
Prendo tempo a spiegare i traditori e poi finisco, giuro. 
I traditori possono essere di due tipi:
Prima dalla parte degli dèi e poi dei Ribelli
O prima dai Ribelli e poi dagli dèi. 
 
Scheda:
-Nome
-Cognome 
-Eventuale soprannome
-Età -minimo 14 massimo 20-
-Genitore divino e rapporto -e se è riconosciuto o meno-
-Genitore mortale e rapporto
-Orientamento sessuale 
-Schieramento
-Aspetto fisico -dettagli-
-Carattere -dettagli-
-Storia -potete scrivere quanto volete-
-Poteri (c'è sempre la minaccia delle padelle ricordate) vorrei dire che gli dèi hanno moltissime sfaccettature e quindi siate creativi gente! Non andate sul banale su su!
-Abilità 
-Arma -per i maggiori dico solo rimanere modesti dato che poi provvederò io in seguito- 
-Debolezze e paure -se mi dite nessuna giuro che vi faccio affettare da Nico anche se non c'entra nella storia-
-Difetto fatale
-Cosa ama
-Cosa odia
-Con chi andrebbe d'accordo e non -potete mettere genericamente una casa o l'altra o le qualità delle persone- 
-Altro *eventualmente* 
 
 
 
Come avete notato non ho messo il prestavolto, potete quindi togliere il freno alla vostra fantasia e sbrizzarrirvi! 
N: psicopatica..
Ecco.. Mi stai demoralizzando il pubblico! Va via!
   
 
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