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Autore: Ormhaxan    17/11/2015    1 recensioni
Inghilterra, 2013. Dexter Freeman è uno scrittore da cinquanta milioni di copie, o almeno lo era prima dell'uscita del suo ultimo romanzo, - quello che è stato definito un "Fiasco" da pubblico e critica - prima del divorzio e prima dell'alcool. Disilluso e oppresso da quella grande metropoli che è Londra, Dexter decide di rimettere insieme i pezzi della sua vita e tornare a Richmond, nello Yorkshire, dove tutto ha avuto inizio. Qui, in una città apparentemente ostile, cerca di liberarsi dai propri demoni, primo tra tutti l'alcool, e ritrova una vecchia amicizia - la sorella di quello che un tempo è stato il suo migliore amico - che gli stravolgerà la vita e, forse, gli farà ritrovare quella passione per la scrittura e la poesia che sembra aver perso.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Dexter Freeman adagiò la schiena contro lo schienale in pelle dell’ampia poltrona da ufficio, osservando con mani giunte in segno di preghiera appoggiate contro il mento ispido a causa della barba rossiccia e sguardo appena accigliato il monitor luminoso del suo laptop.
Erano passati quasi sette mesi dal suo ritorno a Londra, sette lunghi mesi che lo scrittore aveva passato a scrivere il suo nuovo romanzo, quello stesso romanzo che con non poca fatica aveva terminato in quella mattina primaverile più calda del solito.
Non era stato facile scrivere quelle quattrocentocinquanta pagine, far fluire attraverso le sue dita affusolate i pensieri e le emozioni che aveva provato di capitolo in capitolo, ma alla fine era riuscito a portare a termine il romanzo.
Chissà cosa ne avrebbe pensato il suo agente, pensò continuando a fissare assorto il luminoso monitor, quale sarebbe stata la reazione del pubblico nel leggerlo: c’era molto, troppo di autobiografico in quelle pagine, in alcuni punti il dolore e il fallimento che aveva provato oramai due anni prima erano tangibili, e poi c’era la protagonista…
In quell’istante il cellulare alla sua sinistra vibrò, segnalando l’arrivo di una e-mail, e messe da parte le preoccupazioni e i timori decise di leggerla immediatamente.
Nei primi istanti Dexter non diede molto caso all’indirizzo del mittente, tanti erano i messaggi ancora da leggere, ma poi realizzò: quella e-mail non era stata mandata da uno dei soliti sciacalli del mondo delle case editrici, o dal suo agente, ma da una persona a lui molto cara.
Era stata Charlotte a mandarle quella e-mail, e questo bastò per rendere nervoso lo scrittore, che da oramai sette mesi aveva perso le tracce dell’amica d’infanzia.


«Mio carissimo Dexter, spero tu stia bene e che la tua vita a Londra stia procedendo con la tranquillità e la serenità d’animo che tanto hai cercato nei mesi trascorsi a Richmond.
Probabilmente questa e-mail arriva in un momento inaspettato, così come inaspettate saranno le parole che adesso ti scriverò, ma non potevo esimermi dallo scriverti.
Sono tornata a casa due settimane fa, il mio viaggio-esilio a Inverness è terminato con l’arrivo del nuovo anno e della primavera, e sto cercando di riprendere possesso della mia vita.
So bene di essermi comportata male nei tuoi confronti, di essere sparita senza darti neanche una spiegazione, ma avevo bisogno di stare sola e riflettere, specialmente dopo quello che era successo…
I mesi trascorsi insieme sono stati importanti per me, e non li dimenticherò mai, ma devi capire, mio carissimo Dex, che, nonostante l’affetto profondo che ci lega, il mio cuore è sempre appartenuto ad un’altra persona…
Ero solo troppo cieca per accorgermene. 
Ho capito troppo tardi di non poter provare più che dell’affetto per te, ti chiedo perdono se ti ho illuso e ferito, perché ferirti è sempre stato l’ultimo dei voleri; ho capito troppo tardi che la nostra è stata solo una passione carnale che si è consumata come una fiammella, che è stato il dolore della perdita a parlare per noi, non l’amore puro e profondo.
E so, mio caro Dexter, che tu meriti una persona migliore di me, qualcuno che ti ami incondizionatamente, che ti doni non solo il suo corpo ma il suo cuore, qualcuno che ti starà accanto nel bene e nel male.
Spero di rivederti, un giorno, di leggere presto il nuovo libro che mi hanno detto stai scrivendo, di sorseggiare una buona tazza di the caldo insieme come due vecchi amici.
Magari a Richmond, forse a Londra, chissà…

Con la speranza che tu possa perdonarmi e capire, ti abbraccio forte e ti faccio i miei migliori auguri per tutto ciò che la vita ti riserverà.

 


La tua affezionata amica,
Charlotte

 



Era ancora assorto nei suo pensieri, stava rimuginando sulla lettera di Charlotte appena letta, quando Andrea entrò nel suo studio con indosso una vestaglia di seta color smeraldo.
Sorrise, notando la sua aria assente, e a piedi scalzi nonostante il pavimenti di marmo gelido si avvicinò a lui e posò una mano sulla sua spalla destra.
“Pensieri?” chiese con voce suadente, destandolo dai suoi pensieri, strappandogli un sorriso una volta seduta sulle sue gambe.
“Edwards! Sei sveglia… - appurò lo scrittore, sentendosi immediatamente sciocco per quella frase, accarezzando pigramente la morbida coscia di lei – Hai dormito bene?”
“Come un angelo. – rispose avvicinando i loro visi e baciandolo – Devo ancora abituarmi a questo, svegliarmi nel tuo letto ogni mattina, fare l’amore tutta la notte.”
“Allora siamo in due.”
Quello che era successo tra Dexter e Andrea non era stato previsto: la giovane donna gli era stata accanto in quei sette mesi, non lo aveva lasciato mai e lo aveva incoraggiato con la scrittura, spinto a dare il massimo.
Non aveva mai chiesto nulla in cambio, non i soldi per le ore di straordinario, non del contatto fisico o qualunque altra cosa.
Andrea era stata al suo fianco semplicemente perché teneva a lui, perché era sua amica, e nessuno dei due si era scandalizzato più di tanto quando, sei settimane prima, erano finiti a baciarsi e fare sesso prima sulla scrivania e poi sul divano del suo studio.
Da quel momento non avevano più smesso, realizzando ogni giorno di più di avere bisogno l’uno dell’altra, che il loro non era solo semplice sesso ma qualcosa di più.
“Cos’è questa?” chiese Andrea quando il suo sguardo cadde sulla e-mail ancora aperta.
Dexter sbuffò, maledicendosi mentalmente, staccandosi mal volentieri dal suo collo morbido ed invitante: riaprire il discorso Charlotte con Andrea sarebbe stato difficile, specialmente dopo i dubbi che avevano attanagliato la seconda durante le primissime settimane del loro rapporto, il suo sentirsi un ripiego in mancanza della prima.
“Una e-mail da Charlie. – disse con voce più calma possibile – E’ tornata a Richmond.”
Dexter percepì il corpo di lei farsi immediatamente più teso e quando cercò di alzarsi e allontanarsi da lui dovette fare uno sforzo non indifferente per bloccarla.
“Ferma! – esclamò autoritario – So cosa stai pensando ma la risposta è no! No, non mi ha chiesto di tornare da lei, tantomeno mi ha chiesto di poter venire a Londra, vederci.
Ha fatto una scelta, certo, ma la scelta non sono io.”
“E se, invece, fossi stato la sua scelta? – chiese Andrea – Se fosse venuta qui, a suonare alla tua porta, chiedendoti di riprenderla nella sua vita?”
“Ma non lo ha fatto, no?”
Andrea scosse la testa e, con uno strattone, si liberò dalla presa dello scrittore e si mise in piedi: “No, certo, ma questo non cambia le cose. Cosa avresti fatto, Dex? Perché sai come la penso, ti ho detto mille volte che non ho intenzione di essere un ripiego, una toppa messa sui pantaloni in attesa di comprarne un paio nuovo.”
“E io, invece, ti ho detto mille volte che non lo sei! – esclamò – Non avrei mai iniziato un qualsiasi tipo di relazione con te, la mia più cara amica, se provassi qualcosa per Charlotte.”
“Ma voi avete condiviso così tanto, siete stati così complici, avete un passato e io…”
“Tu sei quello che voglio. – si avvicinò a lei e le alzò il viso prendendole delicatamente il mento con una mano – Non Charlotte, non la mia ex moglie, tu! Se avessi voluto davvero Charlotte sarei andato in Scozia, con o senza la tua benedizione, l’avrei portata indietro e le avrei dichiarato il mio amore eterno, invece sono rimasto a Richmond, sono tornato a Londra con te e ho capito che è solo un profondo affetto quello che ci lega. Non la amo, non come un uomo dovrebbe amare una donna, e lei non ama me.
Questo non è abbastanza, Edwards? Non ti bastano le mie rassicurazioni, le mie promesse, quello che entrambi proviamo quando ci baciamo, restiamo stretti l’uno all’altra, facciamo l’amore per tutta la notte?”
Andrea abbassò il capo e assottigliò le labbra: “Perdonami. – sussurrò – Ho avuto paura, in queste settimane ho atteso con terrore questo momento, il momento in cui lei sarebbe tornata a bussare alla tua porta. Ho avuto paura di non essere abbastanza, non a confronto con lei, la tua amica d’infanzia, la ragazza che riesce a far cadere tutti ai suoi piedi, con cui hai così tanto in comune. Ho avuto paura e mi dispiace, mi dispiace di aver dubitato di te, di aver messo noi in discussione.”
“Non c’è nulla da perdonare.”

L’abbracciò, facendola sentire desiderata e amata, e con passione la baciò e la strinse talmente forte da toglierle il fiato.
Le sfilò la vestaglia di seta, scoprendo i piccoli seni rosei, facendo lo stesso con i suoi slip neri, e fatta sedere sulla scrivania chiuse con un tonfo sordo il laptop e, senza mai smettere di baciarla, le fece allargare piano le gambe.
Andrea si inebriò delle sensazioni che seguirono, del piacere e dei baci, della passione che i loro corpi accaldati erano capaci di diffondere e chiusi gli occhi capì di essere l’unica donna nella vita e nel cuore dello scrittore.
Dexter respirò il profumo floreale della pelle di lei, continuando a baciare sua bocca carnosa e gonfia, dimenticandosi totalmente di Charlotte e di quello che era stato, concedendosi completamente alla donna a cui, senza neanche accorgersene, aveva donato il suo cuore.

 


**



Charlotte Harrison era rannicchiata sotto una calda coperta di lana e stava guardando senza troppa attenzione un programma televisivo, uno di quei quiz che andavano in onda nel tardo pomeriggio e anticipavano il notiziario della sera, quando il campanello suonò.
Domandandosi chi potesse essere a quell’ora di sera, la ragazza abbandonò contro voglia il tepore del divano e si diresse verso la porta, sussultando appena per la sorpresa quando davanti a lei si palesò la slanciata figura di Cole.

“Cole! – esclamò sorpresa – Cosa ci fai qui?”
Erano passate quasi tre settimane dal suo ritorno, da quella sera in cui aveva affrontato il ragazzo e gli aveva permesso di prenderla in quel modo quasi bestiale nel retro della pasticceria, contro quella parete da poco riverniciata: lui non l’aveva più cercata – non che la cosa si fosse rivelata una sorpresa – e lei non aveva cercato lui, dandogli i suoi spazi e il modo di riflettere attentamente su quello che davvero voleva, sul loro futuro.
“Ho portato la tua quota mensile degli incassi e alcune cose che mi hanno lasciato per te i clienti durante i tuoi mesi d’assenza. – disse sfilando dalla tasca interna del cappotto una busta giallastra con dentro dei soldi e posando a terra una scatola di medie dimensioni – Ecco, è tutto qui dentro.”
“Non dovevi disturbarti a passare, sarei venuta io alla pasticceria in mattinata, oppure avresti potuto lasciare tutto a Lily, così da non dovermi vedere.”
“Ci ho pensato, - confessò lui – ma penso sia meglio così. E poi ti devo delle scuse per quello che è accaduto qualche settimana fa, per il modo in cui ho agito, per averti fatto del male…"
"Sono stato una bestia, – sussurrò pieno di vergogna – ti ho praticamente violentato; da quando è accaduto non dormo la notte e mi maledico ogni mattina.”
“Violentato? – solo pronunciare quella parola la fece rabbrividire – Cole, ascoltami: solo perché non ho avuto un orgasmo e mi hai praticamente strappato di dosso una camicetta non vuol dire che tu mi abbia violentato. Certo, il modo in cui abbiamo fatto sesso è stato piuttosto rude e forse in alcuni momento violento, ma se fosse accaduto contro la mia volontà non avrei mai e poi mai assecondato i tuoi baci e pronunciato più volte il tuo nome in preda alla passione e al piacere che stavo provando.”
“Quindi non sei… - Cole tentennò – Stai bene?”
Charlotte sorrise e annuì, segretamente contenta di appurare quanto il ragazzo ancora tenesse a lei e si preoccupasse per il suo stato d’animo, e tranquilla rispose:
“Sì, sto bene. Un po’ infreddolita per questo vento che proviene dalle scale ma niente di più. – si strinse di più nelle spalle – Vuoi entrare?”
Cole temporeggiò, indeciso o meno se accettare la sua gentile proposta, temendo di non riuscire a resistere una seconda volta ai suoi modi premurosi e alle sue belle parole.
“Okay, ma solo per qualche minuto.”

Fu strano rientrare dopo così tanti mesi in quella casa, nella casa in cui lui aveva vissuto insieme a lei per quasi un anno e in cui lui aveva sperato di formare una famiglia; fu strano ritrovare quel clima accogliente, rendersi conto di come nulla fosse cambiato, di come ogni cosa là dentro rievocasse nella sua mente un ricordo prezioso.
Aveva perso il conto delle volte in cui avevano fatto l’amore sul quel divano, lo stesso su cui si sedette in modo impacciato su invito di lei, e senza poterlo impedire fu nuovamente colto dalla rabbia: se solo lei fosse stata più saggia e forte, se solo quello scrittore da quattro soldi non fosse mai tornato a Richmond, se solo lei avesse realizzato prima i suoi veri sentimenti per lui, allora quante cose sarebbero cambiate.
Sarebbero stati già sposati, forse, sarebbero diventati una famiglia e magari con un po’ di fortuna lei sarebbe anche rimasta incinta di suo figlio.

“Puoi tornare, se vuoi… - le disse cogliendola ancora una volta di sorpresa – Al Sunflower, intendo. Puoi tornare, anche domani stesso, quando vuoi.
Dopo tutto è tanto mio quanto tuo, tuo fratello lo ha lasciato a te per un motivo, e non ho alcun diritto per andare contro le sue volontà ed estrometterti.”
“Non sei costretto a farmi tornare, la pasticceria e il bar vanno bene anche senza di me, in questi mesi con l’aiuto di Lily te la sei cavata bene e io posso sempre trovare qualche altro lavoro e nello stesso tempo continuare a ricevere una minima parte dei profitti.”
“Sì, hai ragione, in questi mesi me la sono cavata più che bene e Lily è stata una grande risorsa… - fece una pausa e sospirò – Prima che ritornassi prepotentemente nella mia vita ho addirittura pensato di chiederle di uscire una sera, così da voltare pagina una volta per tutte e dimenticarti, ma a quanto pare al destino piace prendersi gioco di me.”
“Se stare lontano da me è quello che vuoi, se può farti vivere sereno e darti la possibilità di andare avanti con la tua vita com’è giusto che meriti allora dimmelo adesso e io tornerò a Inverness, in Scozia, entro fine mese. – posò una mano sulla sua – Devi solo dirlo, Cole, e giuro che io scomparirò dalla tua vita. Hai già sofferto troppo a causa mia, a causa dei miei problemi e delle mie debolezze, e non voglio che tu soffra ancora.”
“Lo faresti davvero? Torneresti in Scozia, dai tuoi zii, sotto mia richiesta?”
“Sono stata egoista per troppo tempo, ho messo me stessa e i miei capricci al primo posto per più di un anno, e non posso più permettermi di esserlo. – disse guardandolo negli occhi – Ho capito, nei mesi trascorsi lontano da te, che se ami davvero qualcuno devi pensare prima alla sua felicità e poi alla tua e io… io ti amo più di me stessa e per questo sì, ritornerei in Scozia, farei qualsiasi cosa pur di saperti sereno e contento.”
“No, non voglio questo… - confessò prendendole la mano sinistra tra le sue – Sai, l’ho conservato. L’anello, intendo, quello che avevo comprato nella speranza di sposarti. Lo tengo a casa, nascosto, e ogni volta che ho provato a sbarazzarmene non ci sono riuscito.
Sì, ti amo ancora se è quello che stai pensando, benché mi pesi ammetterlo dopo quello che mi hai fatto…
Ma ho bisogno ancora di qualche tempo per abituarmi al tuo ritorno, a riaverti nella mia vita, a riconsiderare un futuro insieme.”
“E io ti darò tutto il tempo necessario, rispetterò i tuoi tempi, non avanzerò richieste. – disse speranzosa – Non fraintendermi, so che alla fine quell’anello finirà al mio dito, e combatterò ogni giorno per riaverti nuovamente al mio fianco, ma lo farò con i tuoi tempi.”
“Sempre decisa e testarda, vero? – Cole rise – Non cambierai mai, ma è anche questo che mi piace di te, che mi ha sempre affascinato. Sei decisa, forte, se vuoi una cosa combatti come una tigre per ottenerla.”
“E questa volta è te che voglio. – sorrise sorniona e si avvicinò a lui – So che ho appena detto che rispetterò i tuoi tempi ma pensavo che, almeno per stasera, potrei provare a chiederti un bacio. Solo uno, nient’altro, solo se lo vuoi anche tu.”
Cole fece finta di rifletterci, tenendola di proposito in tensione, e dopo alcuni lunghissimi istanti le circondò con un braccio la vita e la fece sedere a cavalcioni su di lui.
“Molto bene, Harrison, ma solo uno.”
Charlie circondò il suo collo con le braccia, affondando le dita nei suoi ricci ribelli, e impaziente unì le loro labbra in un bacio ben lontano da essere casto e che lasciò entrambi a corto di fiato.
Cole intrufolò la sua mano fredda sotto la maglia di lei, facendola rabbrividire per quel contatto contro la sua pelle bollente, e sussultò quando lui le morse il collo e tornò a baciarla con la stessa passione di prima.
“Non si era detto un solo bacio?” chiese sorniona lei, ricordandogli le sue stesse parole.
“Non si era detto che sarei stato io a prendere decisioni?”
Si scambiarono un sorriso sornione e lascivo, uno sguardo complice, e senza aggiungere altro tornarono nuovamente a baciarsi.



 


*



Angolo Autrice: Okay, folks, this is it! L'ultimo capitolo della storia, al quale seguirà molto presto un breve epilogo, ci ha finalmente mostrato dove le strade dei due ragazzi li hanno condotti. Non anticipo nulla su quello che verrà scritto nell'epilogo, ambientato credo un'anno e mezzo dopo, ma posso con certezza dirvi che nonostante si siano separate e per breve tempo incontrare le loro strade hanno portato Charlotte e Dexter alla felicità.
Grazie, infine, a chi legge, segue e recensisce. Ricordo che due righe sono sempre gradite, specialmente ora che siamo alle battute finali, quindi non siate pigri! ù.ù

Alla prossima,
V.
  
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