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Autore: Alsha    17/11/2015    3 recensioni
{universo de "Il volo della mosca bianca"}
Una zona inesplorata dei giardini imperiali, una siepe fiorita e una giovane guerriera mascherata.
Basterà questo ad aprire gli occhi di Ying-Xi su un mondo più complicato di lei?
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lan Fan, Ling Yao, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che Shao Ming, Mio, Sin e la piccola Ying-Xi appartengono a Laylath, che me li ha gentilmente affidati per questa breve storia.
I primi tre appaiono per la prima volta ne “La danza spietata della pantera” e successivamente in “Il volo della mosca bianca”, dove compare anche Ying-Xi.
 


ᴖOCCHI DI FALCOᴖ
 
-Ti somiglia di più ogni momento che passa. – sentenziò Ling Yao, le mani intrecciate sul ventre satollo mentre Shao lo osservava accomodato sui cuscini presenti nel gazebo.

L’imperatore di Xing giaceva svogliatamente accanto a lui, i capelli legati in una treccia scomposta dopo che la complicata acconciatura si era disfatta sotto le manine irrequiete di Ying-Xi, desiderosa di dimostrare allo “zietto” che era perfettamente in grado di fare delle trecce da sola e molto bene. Aveva quasi sei anni, dopotutto.

All’affermazione del fratellastro, Shao si fece sfuggire un sogghigno che suscitò uno sguardo interrogativo in risposta.

-Il tono era quello di chi sta annunciando una tremenda disgrazia. – spiegò sereno, e Ling scoppiò in una risata di pancia.

-Vedremo da come crescerà. – ribatté, lasciandosi cadere all’indietro – Ma dove è finita? – domandò poi, tirandosi frettolosamente in piedi notando che la bambina non era più vicino a loro.

Shao aprì con un colpetto del polso il ventaglio, e iniziò a sventolarsi elegantemente.

-Mio e Sin l’avranno… - cercò di percepire il chi delle sue guardie del corpo, ma erano entrambe appollaiate nei pressi del gazebo, mentre la sua bambina…

Scattò in piedi in un attimo e seguito da Ling corse fuori.
 

 
Ying-Xi guardò la palla rimbalzare alta e poi cadere dietro ad un cespuglio.

Perché continuava a scappare da lei? Forse, pensò, era perché non c’era nessuno a prenderla dall’altra parte.

Di solito, quando giocava con papà o con Sin e Mio la palla rimaneva tra loro, mentre adesso continuava a sfuggire lontano.

Doveva tornare subito da papà, si rese conto, probabilmente l’avrebbe sgridata se non l’avesse fatto.

Ma la palla era finita troppo lontano per le sue manine, incastrata tra i rami fioriti di una siepe. Solo allora si accorse di essere finita in una zona del giardino reale che non aveva mai esplorato, una specie di piccolo bosco di diversi alberi, disposti in modo da lasciare un viale d’ingresso e una piccola radura con una fontana, circondata proprio dalle siepi fiorite che le contendevano il gioco.

Si tese in punta di piedi, provò a saltare anche, ma non riusciva minimamente a sfiorare il gioco colorato. Nemmeno scuotere i rami aveva avuto successo, era servito solo a farle finire delle foglioline tra i capelli.

Sollevò un’altra volta il visino, ma questa volta la palla non c’era più.

Si guardò intorno preoccupata per la sorte del suo gioco, e fu felice di vederlo sano e salvo tra le mani di una figura vestita di nero.

-Mio! – gridò la bimba alzando le braccia verso quello che pensava essere il suo compagno preferito di giochi, ma si fermò quasi subito guardando la maschera che la figura indossava: non era quella dei suoi amici – La mia palla! –gridò verso l’intruso – Se non la ridai il mio papà ti farà mettere in prigione!

La figura si accucciò di fronte a lei, porgendole la palla che lei afferrò in maniera estremamente possessiva.

La sua curiosità, però, non era soddisfatta di quel misero risultato.

-Chi sei? – chiese allora.

Gli occhi dietro alla maschera si chiusero con delicatezza, mentre le mani andavano a slacciarla dietro alla nuca, rivelando il volto dolce di una donna dalla carnagione pallida e i grandi occhi scuri.

-Scusa, giovane signora, perché sei vestita come Mio e Sin? – chiese la bimba, osservandola perplessa. Pensava che tutte le guardie fossero uomini grandi e forti, come i suoi compagni di giochi, mentre questa persona era una donna molto graziosa.

Certo, non era bella come la sua mamma, e sembrava anche molto più triste, però aveva un viso molto dolce mentre le sorrideva.

-Perché devo combattere per proteggere una persona. – spiegò gentilmente – Come fanno le guardie di tuo padre per voi due, piccola principessa.

-E gli vuoi molto bene? E ti vuole bene? Io ne voglio molto a loro, e anche loro ne vogliono a me. Rispondono sempre di sì quando glielo chiedo. – affermò compitamente, sicura che fosse una qualità fondamentale per una guardiana provare affetto verso il suo protetto.

La giovane donna tolse le foglie dai capelli della piccola e poi colse un fiore screziato di rosa dalla siepe, poggiandolo dietro all’orecchio della piccola.

-Sì, gli voglio molto bene. – lo affermò senza una punta di imbarazzo, o rammarico – E non so se lui voglia bene a me, ma so che tiene molto a tutti i suoi amici e per questo so che proteggendolo faccio la cosa giusta.

Ying-Xi chinò la testolina, un po’ smarrita da questo lungo discorso. Tacque un po’, e quando fu sicura di aver capito bene chiese:

-Perché non glielo chiedi?

-Io non posso… - le sussurrò, e nonostante sorridesse la bimba colse un velo di tristezza nei grandi occhi della giovane signora.

Ying-Xi pensò che quando lei era triste il suo papà la abbracciava sempre molto forte e poi stava meglio, ma a quanto sembrava la giovane signora non aveva nessuno che la abbracciasse.

Allora, dopo aver poggiato la palla a terra, staccò un fiore per metà rosa e per metà dai petali screziati, il più bello che riuscisse a vedere vicino a lei, e lo porse verso la giovane, che la lasciò infilarglielo tra i capelli scuri.

-Ying-Xi! – si sentì gridare.

-Papà! – la bambina si staccò in fretta dalla ragazza, dimenticandosi anche della palla che era stata la causa di tutto, correndo verso il padre che l’accolse tra le braccia sollevandola da terra.

-Stai bene, per fortuna. – asserì il principe tenendola in braccio.

-Oh, sì. Mi ha trovato questa giovane signora. È molto carina, vero papà? - gli si avvicinò all’orecchio, per sussurrare - Non come la mamma, però.

La guerriera, che aveva già risistemato la maschera sul viso, si inchinò profondamente.

-Mi scuso per non aver riportato subito la piccola principessa da voi.

-Ma…? – Shao la incitò a proseguire, inarcando un sopracciglio.

-D’altra parte ho pensato che sarebbe stato utile per la sua crescita rapportarsi ad un piccolo imprevisto come questo. È pur sempre una principessa di Xing.

-È pur sempre una Ming. – corresse Shao, senza però trovare nulla da obiettare alla ragazza. Riconobbe che anche lui avrebbe agito così, fosse stato al suo posto.

-Ecco dove eravate! – Ling avanzò verso di loro sotto gli alberi, per nulla scocciato da quello che era diventato un buffo passatempo. Quando lui si fermò accanto al fratellastro e alla ragazza, due figure saltarono silenziosamente giù dai rami di un albero che costeggiava l’ingresso, accompagnati solo dalla caduta di un paio di foglie, affiancandosi al loro padrone -Come hai visto, tua figlia era nelle mani più che affidabili di Lan Fan. Non avresti dovuto riscaldarti tanto, fratello.

-Ti chiami Lan Fan? – chiese la piccola all’indirizzo della giovane, che annuì – È un bel nome! Zietto, sai che Lan Fan è stata molto gentile con me?

-L’ho immaginato. È molto affidabile, vero?

-Chiedo scusa per avervi lasciato da solo. – lo interruppe la sua guardia del corpo, inchinandosi profondamente – Supplico il vostro perdono.

-Oh, non c’è problema! – l’imperatore agitò la mano, incamminandosi sulla via del ritorno – Ero in buona compagnia.

Mio e Sin si inchinarono, poi con uno scatto risalirono sull’albero più vicino per proseguire il percorso in una via più congeniale a loro. Lan Fan si inchinò nuovamente, poi scattò verso l’albero opposto dall’altro lato del vialetto.

Ying-Xi, che aveva seguito quel breve scambio in silenzio, non ci mise molto a collegare l’imperatore Ling alla persona a cui la giovane signora, Lan Fan, voleva bene.

-Zietto? – domandò, pensando che se la guerriera non poteva chiedere avrebbe fatto lei – Tu vuoi… - si interruppe, guardando la ragazza, ferma sul ramo più basso, portarsi il dito indice alle labbra nascoste sotto la maschera, supplicandola di tenere il segreto.

-Io voglio…? – la richiamò Ling.
-Oh, ecco… vuoi un fiore come il mio? – gli chiese da sopra la spalla del padre che si era affiancato all’imperatore.

-Oh, no grazie. – ridacchiò – Quei bei fiori sono solo per le belle principesse, non credi?

La piccola si appoggiò con un delizioso broncio sulla spalla del padre. I suoi occhietti acuti colsero però uno svolazzare colorato giù da un albero.

Era un piccolo fiore, metà rosa e metà bianco.

“Sono solo per le belle principesse.”

Ah, ecco perché…





WRITER'S CORNER
Una cosina scritta sull'onda dell'ultimo capitolo de "Il volo della mosca bianca", nulla di che, solo un piccolo tributo al nostro vivace piccolo falco.
Un grazie speciale a Laylath per questi bellissimi personaggi che ci fa conoscere, e per la disponibilità che ha avuto. Sei stata gentilissima T.T
Ora vado a scegliere quale raccolta aggiornare, ci vediamo presto!
Alsha
  
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