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Autore: IllySan    17/11/2015    0 recensioni
Nuova Fanfic , dedicata al mio personaggio preferito di POI: Root....e se dopo la scomparsa di Shaw, la signorina Groves, decide di stravolgere la sua vita, trasferendosi in Italia? E se proprio lì incontrasse qualcun'altro?
Qualcuno di "Normale", talmente normale da stregarla?...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harold Finch, John Reese, Nuovo personaggio, Root, Sameen Shaw
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La settimana trascorse velocemente, con totale tranquillità, mantenendo sempre e comunque, 
quei ritmi frenetici a cui Ilaria era stata inizialmente sottoposta, ma che oramai, non la toccavano
più di tanto; ci si era abituata.
Casa, Lavoro, Lavoro, Casa.
Così era e così doveva essere.
Nella sua vita non sarebbe entrato nessuno, lo sapeva, lo aveva capito, si era arresa, 
soprattutto dopo quella "non" storia durata due anni con una stronza, ambigua, incompresa, 
perennemente confusa megagalattica.
Ebbene si, Ilaria era lesbica.
Amava le donne proprio come avrebbe dovuto amare gli uomini, ma questo era risaputo nella sua famiglia.
Non c'era un membro che non ne era a conoscenza; aveva fatto coming-out con tutti, persino coi nonni.
Si era sempre voluta sentire accettata, libera e così, fortunatamente, era andata.


[...]


-Martedì notte, ore  00.00-


Ilaria aveva staccato da lavoro alle 23.30 e come al solito, l'era andata a prendere il collega del padre, divenuto oramai, suo amico,
o forse era meglio dire, il suo migliore amico.
Quando finalmente arrivarono a destinazione, salutò il ragazzo, (di nome Simone), e si avviò nella vietta che l'avrebbe portata al suo portoncino,
ma successivamente ecco che, svoltato l'angolo, sentì il rumore del portone di fronte al suo,
segno che qualcuno lo stava aprendo....ed infatti, pochi istanti dopo, vide uscire una bella donna slanciata, castana scura,
che camminava a passo svelto, sicura di  sè, molto simile alla famosa "Dea" di una settimana prima, ma non ci diede tanto peso...
La stanchezza era troppa.

<< Di ritorno dal turno di notte?! >> 
Domandà improvvisamente ed inaspettatamente la più grande, rivolgendosi verso di lei, sorridendo .

Ilaria rimase totalmente esterrefatta: era proprio lei.
QUELLA.LEI.
Ed ora cosa avrebbe dovuto fare?
Scappare a gambe elevate?
Scavarsi una fossa sotto terra?
Dileguarsi in una nuvoletta di fumo?

<< già... >> 
Sibilò incosciamente.
Lo sguardo della ragazzina era completamente perso, ed i suoi occhi si ritrovarono incosciamente,
incollati a quelli dell'altra.
Non riusciva a staccarsene, neanche volendo e provandoci.
Boccheggiava, ma senza accorgersene, aveva persino smesso di respirare, continuando a camminare,
ad avanzare verso casa, fino a che la sorpasso abbastanza per chiudere il contatto visivo.

<< Buonanotte... >>
Soffiò nuovamente, oramai lontana dalla donna.
Praticamente se l'era svignata.

"Codarda!
Maleducata!
Idiota!"


Pensò tra sè e sè.

Suonò al citofono della nonna e tentò di riprendersi da quell'incontro sorprendentemente scioccante;
si sentiva bollire e addirittura  aveva cominciato a sudare.
La vecchietta le aprì e la ragazza si fiondò nell'atrio del palazzo, con irruenza, come per rifuggiarsi..
Non si era preoccupata neanche di controllare se quella donna misteriosa stesse ancora lì o se ne fosse andata.

Salì le scale a due a due e in un men che non si dica, entrò nell'appartamento come un uragano,
non degnando di attenzioni i nonni, diregendosi dritta dritta al bagno, chiudendocisi dentro.
Doveva placare la vergogna che stava provando, calmare i bollenti spiriti che con uno schiocco di dita le si erano accessi e l'avevano pervasa;
e tutto ciò, solamente con un saluto gentile ed un sorriso.
La causa di quelle reazioni esagerate da parte della Gagliardi  provenivano solo da un piccolo dettaglio:
quando la spiò involontariamente dalla finestra; quelle visioni, quei ricordi la invasero nel preciso istante in cui i loro occhi si incrociarono quella sera.

<< Quanto sono......demente! E' stato imbarazzante...molto. >> 
Si maledì, specchiandosi .
Poi girò la manovella del lavandino , lasciò scorrere il flusso d'acqua, e si sciacquò la faccia appena la temperatura fu abbastanza fredda...
Naturalmente avrebbe evitato di raccontare la scena alla nonna, altrimenti sarebbe stata una discussione piuttosto lunga.



[...]



-Mercoledì mattina, ore 04.00-

Nuova giornata lavorativa, ed Ilaria come sempre si era svegliata prima dell'alba; (e forse quella mattina anche prima del solito,
visto che quelle 3 ore che aveva a disposizione per riposare, le aveva passate in bianco.)

Si preparò la colazione, si rifece il letto, si lavò e indossò la divisa da Operatrice Ecologica.
Tutto nella norma, ma il dovere la stava surclassando:
Lavoro, 100 - Vita Sociale, sotto 0.

Quandò fù pronta, uscì di casa e si incamminò per andare a prendere i vari autobus che l'avrebbero portata al deposito, ma il destino le remò contro
e volle che, proprio in quel momento, anche a quell'ora, una certa persona, spuntò improvvisamente di fronte a lei...

<< no, non può essere vero! >> 
Esordì scioccata, Ila, con lieve disappunto e forse, anche leggermente scocciata.
Ma il fato ce l'aveva realmente con lei?

<< Buongiorno bella. >>
Fece la donna misteriosa, senza nome, con la sua solita determinazione e sicurezza.
Sembrava volesse sfidarla...ma...a che gioco stava giocando?
E perchè?

<< Buongiorno a lei... >>
Sibilò questa volta Ilaria, non facendosi prendere alla sprovvista.

<< ...anche se per me si sta facendo notte... ma grazie... >>
Rispose l'altra, precisando e facendo spallucce.

Ma di cosa si occupava? 
Ilaria era dannatamente curiosa di scoprirlo.
Avrebbe voluto scoprire tutto su quella donna.
Che poteva fare di tanto...stressante, per avere quel tipo di orari differenti da lei?
Usciva una e l'altra rientrava.
O viceversa.
L'altra esce e una rientra.

Ilaria stette per replicare e domandarle...qualcosa, ma niente, preferì abbozzare un sorriso e riprendere a camminare,
ma donna la sorprese nuovamente:

<< E comunque puoi darmi del tu...non sono poi così vecchia respetto a te. >>
Parole, altre parole...
Ma che diavolo voleva da lei?
Ilaria sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta, ancora una volta, trovandosi più confusa del solito...
Sempre più stranita da quei suoi comportamenti.

<< Okay... >>
Sussurrò Ila, piantata in stand-by per la strada.

<< E buon lavoro! Alla prossima! >> 
Aggiunse di nuiovo la donna, mentre la più piccola era ancora pietrificata ad osservarla da dietro, 
mentre l'altra raggiunse il suo traguardo, sparendo dietro il portone...
Sapeva anche questo?

<< Magari vestita tutta di giallo...per di più fosforescente, dò abbastanza nell'occhio... >>
Ci riflettè sopra, la Gagliardi, scuotendo la testa per poi mettersi a correre per non fare tardi a lavoro.

Altro che Mrs. Scopetta.....questa donna era peggio, ne era certa.



[...]



Inutile dire che quella mattina, Ilaria era totalmente assorta in un mondo tutto suo...
Lavorava, si, naturalmente, ma non scmabiava due chiacchiere con nessuno dei suoi colleghi: 
testa china e non prestava attenzione a nient'altro.
Era ovvio che qualcosa la turbasse, ma gli altri non riuscirono ad arrivare alla motivazione, e così, per quel motivo,
partirono le scommesse fra di loro...
Questo accadeva quando si incontravano dei colleghi impiccioni e superficiali che non sapevano come riempire il loro tempo,
e di conseguenza le loro vite...se non a punzecchiare gli altri.
Spesso ad Ilaria sembrava di tornare indietro nel tempo, all'epoca del liceo; il lavoro e la scuola alla fine, avevano tante cose in comune,
e quel giorno, ne aveva avuto la conferma, ma purtroppo per lei, era capitata male:
aveva il doppio turno e ciò significava che sarebbe rientrata a casa, solamente dopo le 18.00, e quindi avrebbe dovuto sopportarli ancora, 
ma ancora per svariate ore.



[...]



-La sera, ore 18.30-

Di ritorno verso casa.
Quella giornata sembrava non voler passare mai, era stata un incubo, non lavorativamente, ma emotivamente.
Quella donna l'aveva stregata!

Ila non fece altro che pensare a lei, a farsi tutti i tipi di quesiti possibili; inerenti e non.
Quella sera doveva rilassarsi, era fin troppo agitata e di mal'umore, e l'unica cosa che poteva farla ragione, era la musica,
infatti stava passeggiando con le cuffiette alle orecchie ed il volume al massimo. 
Il ritmo, le melodie, le parole dovevano superare il livello di preoccupazioni e dei pipponi mentali che si facevano largo in lei.
Dei problemi.
Di.....tutto.
La musica era la sua droga, la sua compagna di vita, la sua camomilla, la sua cura.
Senza musica, sarebbe già morta.
(Se la tatuò persino all'interno del polso sinistro, all'età di 18 anni.)

Era assente da quel mondo, completamente persa nel tunnel, quando si andò a scontrare con....con lei.
Stava uscendo.
Di nuovo.
Quando lei rientrava.
Ma insomma, la curiosità e la confusione salirono di conseguenza, mandandola in tilt.
Ora sarebbe esplosa.
Era stanca di pensare.
Era esausta.

<< Owo, ciao. Ci si rivede. >>
Esordì entusiasta, la donna.

<< Eh già... sembra che c'ha...c'hai preso il vizio! >>
Esclamò di rimando, Ilaria, piantandosi a terra, incrociando le braccia sotto al seno,

<< Hahah...qualcosa non va oggi? >>
Chiese quindi, divertita e curiosa, la più grande.

<< No, cioè si...o meglio, non lo so. >>
Rispose la Gagliardi, perdendo credibilità e fermezza, dimostrandosi una poppante.
Ma l'emozione giocava brutti scherzi.

<< Uhm...vedo che hai le idee chiare! >>
La prese in giro l'altra.
Doveva ammetterlo però; per quanto in ridicolo si stava mettendo la ragazzina, era al contempo 
deliziosa.

<< Smettila! >>
Replicò Ilaria, nervosa.
Ora si permetteva anche di sfotterla...non riusciva più a sopportarla.

<< Eh? Di fare...cosa esattamente? >>
Fece beffardamente, l'adulta, mostrando uno sguardo...al di fuori del normale...
Ilaria ebbe l'impressione che fosse...malizioso, provocatorio...volontario e non casuale.

<< Così. Questo. >>
E bastò così poco per far entrare nel panico la ragazza.

<< Ovvero?! >>

<< Seguirmi. Perchè mi stai seguendo, non è vero? Insomma...non credo sia scientificamente possibile che due persone sconosciute,
abbiano degli orari completamente diversi ma che nello stesso tempo gli permettano di incontrarsi più volte nell'arco della giornata.
Io... >>

La Gagliardi, come spesso accadeva quando andava in paranoia e si agitava ulteriormente, iniziò a parlare a macchinetta,
senza neanche più ragionare e respirare; lasciava la bocca aprirsi e dar fiato ad ogni suo minimo pensiero che vagava nella sua testolina...

La donna ridacchiò sotto i baffi per non insultare la giovane, (che poi neanche avrebbe voluto sfotterla), era una scena troppo tenera,
e l'unico modo che le era venuto in mente per fermarla sarebbe stato quello di.....ma non poteva di certo, l'avrebbe presa per psicopatica,
visto che in parte già aveva scovato non fosse del tutto normale....ma neanche lei scherzava  vedendola in quel momento...

<< Ferma, ferma il tuo fiume in piena. Innanzitutto, calmati...altrimenti rischi di morire soffocata o a causa d'infarto... >>
Iniziò con cautela, sorridendo, la donna misteriosa, afferrandola per le spalle; fù un gesto che avrebbe dovuto sia intimorire, sia dar fastidio ad Ilaria, ma non le fece quell'effetto..
Si sentì stranamente rassicurata, piacevole, come se potesse fidarsi quasi ciecamente di quella donna...
Non era anomalo?
Quel calore e quella vicinanza la invasero fino al midollo, toccandola nel profondo, nell'intimo,
drogandola del tutto, rendendola incapace di intendere e di volere, ma proprio quando stava per far crollare ogni muro della sua difesa,
ascoltando quella frase, scattò sull'attenti, indietreggiando, liberandosi così, da quella presa maledetta.

<< ...e poi, se vogliamo metterla sul tuo stesso piano: sei sicura che sia tu quella che deve sentirsi spiata? >>

<< C-che...vuoi dire? >>
Balbettò sconnessa e turbata, Ilaria.

<< Credi che non ti abbia vista quella volta?...Mentre mi spiavi dalla finestra di casa tua? So che mi hai vista nu... >>
Alcune delle tanto attese risposte, arrivarono finalmente.
Forse però, non avrebbe voluto riceverle così...da lei.

La più giovane cominciò ad impanicarsi, imbarazzarsi, mortificarsi, e sentiva un fuoco dentro di lei traballare,
così la interruppe alzando addirittura un poco il tono, involontariamente:

<< E' stato un errore. Non volevo importunarti. Non sapevo neanche che una meraviglia come te mi abitasse di fronte. Lo giuro!
Io non sono come quei viscidi...non sono un uomo, non vado in cerca di belle donne per trovare piacere nel masturbarmi... è stato un caso,
un incidente. Davvero! >>

Persino la voce le si cominciò a rompere in gola, a spezzarsi, a tremare, e i suoi occhi per il nervosismo, divennero lucidi.

La donna capì.
La ragazza non stava mentendo.
Era sincera.
Era diversa dalle altre persone, non lo poteva mettere in dubbio.
Ne ebbe la conferma in quell'istante.

<< Oh...quindi mi hai osservata per bene, eh!? Talmente nel dettaglio che puoi persino permetterti di aggettivarmi... >>

<< No, io...non in quel senso...non fraintendere. Cazzo! Non volevo dire quello...tanto meno volevo mancarti di rispetto, credimi...per favore. >>

Realizzò solo ad all'ora che, nonostante fossero passati una ventina di minuti rotondi rotondi, ancora nessuna delle due conosceva il nome dell'altra, ma l'adulta sembrò leggerla nella mente, e si fece avanti per prima:

<< Samantha...ma per gli amici Root! >> 
Fece sorridendo con  completa nonchalance , porgendole la mano in segno di  presentazione e di educazione.

<< ...Ilaria... solamente Ilaria! >> 
Rispose la ragazzina, ridacchiando leggermente, dandosi della sciocca, della stupida, per la battuta idiota.

La Gagliardi ricambiò la stretta di mano e inaspettatamente una scarica elettrica la pervase, facendola sussultare di conseguenza,
ma non fù la sola a percepirlo, anche Samantha l'avvertì.
Rimasero entrambe scosse, stordite a guardarsi fisse negli occhi, senza però emettere una parola.


---Ma all'improvviso, come anche nelle favole...qualcuno disturbò la loro quiete:

<< Root, ehi! Muoviti, dobbiamo andare! >>
Urlò insistente una voce maschile, risoluta.

Sam si risvegliò da quello stato di trans in cui era caduta e si allontanò istintivamente dalla ragazza;
si poteva capire da lontano un miglio che persino lei non si sarebbe aspettata una cosa simile,
ritrovandosi poi, così, disorientata.

<< Arrivo, John! >>
Esclamò la donna adulta, voltandosi al volo verso l'uomo che la stava aspettando, facendogli un gesto con la mano.

<< Devi andare...mi dispiace di averti trattenuta...non volevo rubarti del tempo prezioso. >>
Proferì di colpo, Ilaria, abbassando la testa e fissandosi i piedi, colpevole.

<< Ehi, no, non dispiacerti, assolutamente. E' solo colpa mia, mi ero totalmente dimenticata dell'appuntamento. >>
Replicò Root, convinta e seria.

<< Okay...allora...a presto. >> 
La salutò Ila, incamminandosi verso il portone di casa.
Era amareggiata di essersi trovata in quella situazione, situazione in cui: prima di tutto si era infatuata di una donna più grande di lei,
secondo, ci aveva flertato, o almeno così le era sembrato da alcuni sguardi e altrettante occhiate, ma molto probabilmente si era sbagliata,
come suo solito, e terzo, era già fidanzata...con un uomo.


<< E porta le scuse al tuo ragazzo, da parte mia. >>
Aggiunse da lontano la Gagliardi, con l'amaro in bocca, lasciando di stucco Samantha, che ci rimase persino male...

Si diresse verso l'auto con dentro quell'uomo di nome John, ed entrò.

<< Era lei? >> 
Domandò lui, insicuro.

<< Si... >>
Soffiò lei, intontita.
Qualcosa aveva rovinato improvvisamente l'incontro.

<< E...? Che hai scoperto? Allarme rosso? Dobbiamo tenerci pronti per una qualche Apocalisse imminente? >>
Chiese nuovamente, John, ironico e sarcastico, per poi mettere finalmente in moto.

Root scosse la testa in segno di negazione e riflettèin silenzio.

<< Che altro? >>

<< Mi ha detto di porre le sue scuse al mio ragazzo, per via del ritardo... >>

<< E chi sarebbe costui? >>

<< Tu! >>

John scoppiò in una fragorosa risata...

<< Per quanto tu sia affascinante e tutto il resto, non credo saresti il mio tipo di donna, Root. Ne sono desolato. >>

<< E tu non saresti il mio tipo di uomo, John. La cosa è reciproca. >>

<< ..Sempre se gli uomini fossero i tuoi tipi. >>

<< Esattamente. >>

<< Immagino che la ragazzina non sia a conoscenza di questo dettaglio... >>

<< E' già tanto se conosce il mio nome...per ora. >>

<< Ah, giusto, quasi dimenticavo: esiste un tempo per il bisturi ed uno per il martello... >>

<< E questo è il momento del bisturi. >>

<< Strano, ma vero! >>

<< Lento ma violento, John. Sai che ottengo sempre quello che voglio. >>

<< Lo so, ma devi fare attenzione. Non voglio coinvolgimenti di nessun tipo, Root! Non questa volta, non più. Non nella mia squadra.
Le conosci le  nuove regole. >>
L'uomo si fece inaspettatamente più crudo, severo, inumano, freddo, dando alla Partner una frecciatina avvelenata, a cui neanche lei era pronta.

Inghiottì quel boccone amaro, con fatica, e rispose inflessibile, senza lasciar trapelare le sue emozioni:

<< Si, le conosco. Sta tranquillo, la professionalità prima di tutto. La missione è in vetta alla cima...
302 917 564 001 è soltanto un numero. Un obiettivo. Niente di più, niente di meno. >>

Quella risposta le spezzò il cuore; per qualche insulso ed arcano motivo, ebbe la sensazione che se, a quel punto, la nuova ragazzina,
di nome Ilaria, avesse ascoltato quelle parole...beh, le avrebbero fatto veramente male.
Da come si era espressa  e da come si era lasciata andare poco prima, non era stato difficile capire che la giovane provasse attrazione
verso di lei...ma non era collegato solamente ad Ilaria...

Quel discorso, quelle frecciatine, erano riferite a tutt'altro, erano state dette per un determinato motivo, mirate precisamente ad un persona,
ad un periodo, a dei fatti passati...

<< Brava. Benissimo! Sò quanto ti costa, Root. Sameen resterà sempre nei nostri cuori.
Ha lasciato un impronta in ognuno di noi, non solo in te...ma dobbiamo andare avanti, sopravvivere per lei...
Perchè Shaw ha sacrificato la sua vita per salvare le  nostre. Dobbiamo far sì che il suo sacrificio non sia vano. >>

John si voltò a guardare l'altra alla sua destra, ma Samantha non si mosse e non rispose.
Rimase immobile, senza dire una parola.
Non voleva rispondere, non poteva....troppo impegnata a trattenere quelle lacrime che stavano tentando di fuoriuscire per rogarle il viso..
...per non parlare della sia voce rotta, che le stava tremando in gola...

<< Ora andiamo, che Fusco ha bisogno di noi. >>

<< Come sempre. >>
Riuscì a sputare acidamente, Sam, mentre il collega partì in sgommata, decisi e frettolosi verso il loro obbiettivo.
  
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