Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Papaver Alpinum    17/11/2015    2 recensioni
"Od nékdej lepé so Ljubljanke slovele,
al lepši od Urške bilo ni nobene,
nobene očem bilo bolj zaželene
ob času nje cvetja dekleta ne žene. -
Ko nárbolj iz zvezd je danica svetla,
narlepši iz deklic je Urška bila."
- France Prešeren
( Da tempo le ragazze di Ljubljana sono belle, ma nessuna era piů bella di Urška, di nessuna gli occhi, fiori, ragazza o moglie piů desideravo. Quando la piů lucente delle stelle era quella del mattino, la piů bella delle ragazze era Urška.)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Austria/Roderich Edelstein, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Io come suo insegnante, e lei come promessa, non potevo starle vicino quanto avrei voluto: dovevo solo introdurlo ad una nuova sfarzosa vita, la vita regale che le spettava. Era stata crudelmente invitata in un mondo senza scrupoli, severo e malizioso, e lei, innocente agnellino, aveva accettato per disperazione.
La guardavo mentre cinguettava le prime note della canzone, la guardavo mentre le donne di corte la truccavano o le sistemavano i capelli, ridevo con loro quando mi chiedevano di girarmi, lasciandomi perň rimanere. Bisbigliavano sottovoce, non riuscivo mai a sentire le loro parole, ma solo tante vocine acute che sghignazzavano tra le loro manine, tanto piccole e delicate. Ogni tanto sbirciavo, e tra le tante testoline bionde, una bruna, mossa, spesso sciolta, andando contro a ciň che le avevo insegnato, eppure sembrava una provocazione: mai mostrarsi ad un uomo, se non al proprio amato, con i capelli sciolti. Č indecoroso. Eppure lei lo faceva solo con me. Non la capivo, e spesso cercavo di non farlo.
Spesso rimanevamo soli, io le insegnavo il portamento e le maniere, le dicevo cosa piace e cosa non piace al suo futuro marito, senza far trapelare i miei sentimenti per entrambi. Per lui disprezzo e tradimento, per lei infatuazione e desiderio, ma per entrambi malinconia. Per distrarmi continuavo a ripeterle i cucchiai, a chiederle se si ricordava dei bicchieri, passi, gesti, inchini, di come deve tenere alto il mento e la schiena dritta, le gambe chiuse e lievemente incrociate e i capelli alti e pesanti sulla nuca. Spesso la sfioravo, le carezzavo le gote per togliere ciuffi ribelli, spesso le stringevo l’abito e legavo i mille nastrini che lo ornavano, spesso le respiravo distrattamente sul collo quando la abbracciavo. Il nostro rapporto era molto intimo, una forte amicizia che non potevo far altro che ricambiare con un forte senso di dovere.
Giocavamo assieme a carte, bevevamo assieme quasi tutte le sere, talvolta chiacchierando, talvolta in silenzio. Mai era noioso, almeno per me. Riuscivo a distrarmi guardando il suo sorriso, leggendo sul suo volto la sua mano, guardandola mentre si ingegnava nascondendo le carte nella manica, che spesso si incastravano dentro di essa e proprio io dovevo aiutarla. Era una fuga da quell’orribile vita in cui siamo stati trascinati: dannate le sue frivolezze, dannate le sue mode e i suoi capricci, al diavolo tutto! 
Io la facevo ridere, la emozionavo. Adorava le mie storie, e dopo aver finito di giocare, prima di accompagnarla a letto, chiedeva se potevo raccontargliene una, “giusto per finire l’ultima fetta di torta”. Non la finiva mai apposta. Esaudivo ogni suo desiderio, e se quello era sciocco o poco pensato, dolcemente la rimproveravo fino a metterla a tacere, qualvolta con un broncio, qualvolta con un sorriso comprensivo.
Il calore tra di noi era troppo per me, a malapena lo sopportavo: e niente mi faceva piů male che essere lě, in piedi, vestito di bianco e oro con un cuscinetto rosso tra le mani: due corone e due fedi. Un passo dopo l’altro mi inoltravo nella Cappella, procedendo per la navata, guardando la decorazione del ricco piedistallo, adornato con oro e fiori esotici. Il bianco regna sovrano tenendo stretto a se l’oro, e tutto e tutti sembrano abbinati, pronti per sciogliersi e mescolarsi nella difficile architettura barocca. Il luogo intimo, con solo la famiglia reale, vestita di tutti i colori dello spettro, seduta a destra e a manca, il silenzio opprimente che celava tutto tranne che il mio respiro. La mia anima piangeva, forte e disperata, e non riuscivo a deglutire, lasciando che l’acido sapore del dolore riempia la mia bocca fino a bagnare le labbra. Davanti a me i due promessi sposi: lui fama e potere, lei giuramento a Dio. Contrastanti, differenti: lui borioso, lei guerriera. Io, afflitto.
Mi inchino su un ginocchio, chino il capo, sommesso, e serro gli occhi, sperando di diventar cieco. Sento le sue scarpe strofinarsi sul pregiato tappeto, sento le sue mani appoggiarsi sul cuscinetto e prendere in mano le fedi. Sento il prete, che prende le corone e le appoggia sulle loro teste, incastrandole nelle pettinature, e sento lui, che infila la fede sui guanti della ragazza e lei che infila la fede sulla mano del ragazzo. Uno schiocco, sento ancora, e una frase: «Vi dichiaro marito e moglie». 
Le campane iniziano a suonare e la gioia non solo č nella sala, ma in tutto l’Impero: da fuori la gente esulta e dentro applaudono: «viva gli sposi, viva gli sposi!», sento piů volte cantare quando le porte si aprono.
Tutti escono a far festa, non c’č anima che non sia triste, e nemmeno la mia lo č. Appena tutti escono mi alzo, e guardo le porte ormai ferme e serrate che ovattano il fragore che giunge da fuori. Non posso fare che sorridere, per la mia amata Erszébet e il mio caro Roderich, amore mio e figlio mio. Una sola lacrima lascio che sfugga dai miei occhi, verdi come le mie profonde foreste, ed essa scivola sul mio viso teso, forzato nell’espressione, e appena lei scende dal mio mento, gocciolando sull’abito, crollo sul pavimento coperto dal rosso tappeto, piangendo.


NB: Il personaggio incognito della storia č il mio oc della Slovenia (Janez Pahor), che per mia headcanon č sempre stato al fianco di Austria, e poi di Ungheria.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Papaver Alpinum