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Autore: DelilahAndTheUnderdogs    17/11/2015    1 recensioni
Dal testo:
"La osservasti: una bellezza androgina, i capelli biondo cenere sparsi al vento pungente di ottobre e sono corti, talmente corti che quasi vorresti affondare le mani dentro a quella massa informe per sentirne la consistenza e magari baciarla anche se sei cosciente di essere tremendamente gay e lei altrettanto pansessuale."
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Scolastico
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The earth keeps some vibration going
there in your heart, and that is you.
-
E. L. Masters, “Spoon River Anthology”

Capitolo 1:
I’m into people. Is it legit, right?

Lo vedesti per la prima volta in classe, appoggiato allo stipite della porta e hai subito pensato che fosse dannatamente bello: i capelli erano neri e riccissimi, gli zigomi alti e secchi, gli occhi color cioccolato.
Tutti convengono che Leo sia stato il tuo primo amore: capitaste come compagni di banco, un fatuo rapporto basato su parole crociate, bigliettini spinti e dispetti.
Non vedevi che lui.
Forse.
Non ti sentivi così vivo da tanto tempo, sembrava che tutto potesse sparire in un istante.
"Vieni sulle scale antincendio, Davidello?" chiese Monia con una vocina supplicante che non le apparteneva, affatto.
Era suonata la campanella da appena cinque secondi e la tua migliore amica richiamava subito la tua attenzione.
Perché non siete stereotipati?
Perché lei è il maschiaccio più dolce e tenero che esista mentre tu hai la mentalità di un qualsiasi tuo simile etero?
“Si vede che ne sei innamorato” Monia ti prese alla sprovvista, fumate la vostra meritata cicca dopo due ore di latino e una di greco.
La ragazza era stravaccata su uno scalino, gli occhi chiusi – un sorrisetto – la faccia rivolta al cielo.
La osservasti: una bellezza androgina, i capelli biondo cenere sparsi al vento pungente di ottobre e sono corti, talmente corti che quasi vorresti affondare le mani dentro a quella massa informe per sentirne la consistenza e magari baciarla anche se sei cosciente di essere tremendamente gay e lei altrettanto pansessuale.
C’è un’attrazione nascosta che vi fa avvicinare come magneti e come loro vi respingete.
Puoi parlare di tutto con lei, alle volte però sembra che trasmetta onde radio differenti, soprattutto quando attacca a parlare di ragazze (quell’argomento ti imbarazza terribilmente, ma trovi più sconveniente quando la tua migliore amica si mette ad ammirare le cosce e i culi della gente con un rivolo di bava alla bocca).
“Si vede così tanto?” chiedesti disperato.
“A – ha “ boccata di fumo, il tono era piatto.
Il silenzio calò e avresti voluto possedere la sua forza: ne vorresti un po’, solo un assaggio – la consistenza ti pare allettante.
Sorridesti al ricordo della sua controparte quattordicenne – polemica, rompicoglioni, testarda da morire.
“Come hai capito di essere pansessuale?” ne ridesti al ricordo – quanto l’hai presa per il culo: ti piace il pane, eh?
“Cosa …?” ti guardò esterrefatta “Ah – ehm” le guance presero colore violentemente “Ricordi Daniela?”
“Oddio” chiudesti gli occhi con stizza “acida, cinica, grandi occhi blu?”
“Sì” sospirò e guardò il suolo con finta curiosità “penso che ora si chiami Samuele” finì con un sibilo.
Passarono un gruppo di primini, vi sfiorarono con lo sguardo e frecciatine sussurrate: vi prendevano in giro di continuo a scuola – perché alla gente importava così tanto con chi andavate a letto?
(quando finirà)
mai
mai
mai

“Ricadrei di nuovo ai suoi piedi, Davide” fece una pausa, avendo ormai dimenticato i disturbatori “e per tua informazione, pretendo ed esigo il tuo bene. Non fare come me”
“Cioè?”
“Rotta dentro. Ti voglio un mondo di bene, ciccio, lo sai”
“Siamo più diabetici del solito, eh?”
“Ma stai zitto che possiedi la stessa sfera emotiva di un cucchiaino”
“Oh – oh, qualcuno qui s’è riletto Harry Potter recentemente”
“Sei un idiota” rispose sagace.
“Passando alle cose serie, ho sentito dire che hai preso una sbandata per quella suorina di Cleo” il tono era malizioso – stupendamente malizioso – pregno di molti sottointesi.
“Da quando in qua è un reato prendersi una cotta?”
“Da quando suddetta ragazza è praticamente frigida”
“A me piacciono le persone. È legale, lo sai?”
“Non te la darà mai”
“Davide Costantini! Sei l’essere più fottutamente volgare che conosca” iniziò a darti piccoli schiaffi sul braccio “fai sonoramente schifo” vi metteste a ridere peggio di due bambini dell’asilo.
“Puoi dirlo forte” una voce familiare – e troppo confidenziale, per i tuoi gusti – si avvicinò pericolosamente da dietro. Si sedette sul gradino sopra, a debita distanza “bene, bene, bene. Togliatti e Costantini. A cosa devo la nausea?”
“Non sei il benvenuto, Pozzi” ribattesti pacato, il panico di sottofondo.
Cercasti di liquidarlo il prima possibile, invano.
“Meglio se taci, frocio” il tono che ti rivolse era pacifico, con una nonchalance che voleva ferire. E ci riusciva, sempre.
Avvicinò le labbra all’orecchio di Monia e lei arrossì come non mai.
“Fai schifo tu più di tutti” aveva un sorrisino che non dimenticherai mai, Davide: era pieno di malizia e desiderio repressi.
“Beh, se mi permetti, non cambio ragazza ogni mese” sentisti il tono infastidito della tua amica mentre si alza di scatto. “Davide, andiamocene” e ti prese per mano, intrecciando le dita alle tue.
Sentisti lo sguardo furibondo di Manfredi Pozzi su di te e provasti una sensazione di disagio acuta.
Arrivati in classe, non vi accorgeste di essere ancora mano nella mano e Leo vi notò.
Dopo esservi separati per sedervi ai vostri posti, il tuo vicino di banco mise su una faccia delusa.
“Che ci facevi con lei?” ti guardò con quegli occhi – così scuri che ti confondevano le idee.
“È solo la mia migliore amica” cosa avrà mai visto? La domanda ti assilla prepotentemente nella mente tanto che le tempie ti fanno male.
“Certo certo” gli occhi fissi di lui sulla lavagna fanno si che il tuo cuore faccia un tuffo in mare aperto. 

   
 
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