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Autore: Francine    19/11/2015    5 recensioni
Hai imparato a galleggiare.
Hai imparato a non affondare.
Hai imparato a chiudere dentro ogni problema, ogni falla, ogni dolore.
Hai imparato a fumare –
Gitanes brunes, senza filtro – e hai imparato a smettere.
Hai trasmesso quest’insegnamento ai tuoi ragazzi, ma se lo abbiano imparato è una questione che solo il tempo dirimerà.
L’allievo supera sempre il maestro – ecco perché tu sei qui mentre Rémy è affondato, alla fine, chissà dove e chissà come – ma il trucco è davvero galleggiare e godersi il panorama fino a quando non arriverà l’onda con su scritto il tuo nome? E quale sarà? Come la riconoscerai? Vi troverai un luccichio diverso, nuovo e terribile, sul riflesso della sua acqua? Avrà gli occhi di mare? Oppure…
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quando piovono le stelle'
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Questa storia languiva placida come le acque della Senna. Non era abbastanza - non riuscivo a farla venire fuori come volevo - e allora l'avevo lasciata lì, a decantare, sul fondo limaccioso della mia coscienza. Dopo quanto è successo nei giorni scorsi, sono stata molto in forse se pubblicarla o lasciarla lì dov'era, come un anello caduto nel fiume. Mi sembrava irrispettoso e decisamente inopportuno. E forse lo è davvero, e forse sono solo un'egoista che necessita di esternare una lezione di vita, invece di tacere. Quale che siano le mie ragioni, oscure persino a me stessa, ci terrei davvero di cuore a tenere la politica fuori da questa storia. "Fluctuat nec mergitur" (È sbattuta dalle onde, ma non affonda) è il motto della città di Parigi. Imparate a galleggiare. E godetevi il panorama lungo il viaggio.
Buona lettura.
 

 
Fluctuat nec mergitur


 




La fiamma della candela balugina disperata. La ripari con le mani e ti volti a cercare il colpevole di quello scherzo da prete. Un colpo di vento dispettoso. L’anta di una finestra malchiusa. I ragazzi dormono. Li senti russare della grossa oltre la pesante porta di legno alla tua sinistra. Uno spiffero. Ecco cosa.
Il Montecristo ti scivola dalle ginocchia con uno sbonf stizzito, lasciandosi scappare una piccola fotografia. Un’istantanea. Rémy che fissa il cielo, una mano a proteggersi lo sguardo, la barbetta incolta e i capelli spettinati. E la grafia armoniosa di Maman nel riquadro bianco della fotografia. Fluctuat Nec Mergitur. 1 Agosto 1980.
 
Rémy Arnoul era convinto di poche cose.
Che il buon vino fa buon sangue.
Che ogni vero uomo sa asciugare le lacrime di una donna.
Che nella vita occorre saper galleggiare.
«Ogni pantruchard lo sa», diceva, armeggiando con l’accendino ed il pacchetto di sigarette – Gitanes brunes senza filtro, come trillava Julie porgendogli sigarette e resto. Lui tirava una boccata, la soffiava fuori dalla finestra e poi abbandonava la sigaretta al suo destino, nel posacenere di vetro. «Fluctuat nec mergitur. Galleggia, ma non affonda. O una roba del genere», ti diceva, mentre tu, seduto con le chiappe sul bordo della vasca, lo osservavi sognante.
«Galleggiare?», chiedevano i tuoi occhi. Ma allora perché Maman ti portava in piscina?
«Galleggiare, sì», e apriva i rubinetti e tappava il lavandino e prendeva la schiuma da barba, i capelli tenuti assieme in una coda distratta. «Ché la vita è come il mare aperto. Un momento, splende il sole. Ma il mare s’ingrossa all’improvviso e la nave pluff, cola a picco. E allora, tu che fai?»
«Nuoto!», avevi detto – avevi esclamato – alzando la testa, impettito ed orgoglioso come un galletto che ha appena imparato a beccare.
«Errore», aveva detto Rémy, intingendo il pennello nell’acqua e nel vasetto della crema. «Perché se nuoti, ti stanchi. E tu non sai quanto può durare la tempesta. Cinque minuti, o qualche ora, lo sa il mare, mica tu. E al mare piace avere un merdoso vantaggio…» aggiungeva, prima che Maman dicesse la sua con qualche colpetto di tosse dalla cucina.
«Che t’avevo detto? Le donne sono come il mare, ragazzo mio…»
«Ti ho sentito», ribatteva Maman. «Vedi di non mettergli strane idee in testa.»
«Circa il galleggiare?»
«Circa le donne!»
Rémy ti lanciava uno sguardo d’intesa, un discorso tra uomini, ribatteva «Va bene!» a Maman e prendeva ad insaponarsi mento e guance, mentre il fumo della sigaretta si spandeva verso l’alto, pigro e lento tra lo scampanio della domenica mattina.

Hai imparato a galleggiare.
Hai imparato a non affondare.
Hai imparato a chiudere dentro ogni problema, ogni falla, ogni dolore.
Hai imparato a fumare – Gitanes brunes, senza filtro – e hai imparato a smettere.
Hai trasmesso quest’insegnamento ai tuoi ragazzi, ma se lo abbiano imparato è una questione che solo il tempo dirimerà.
L’allievo supera sempre il maestro – ecco perché tu sei qui mentre Rémy è affondato, alla fine, chissà dove e chissà come – ma il trucco è davvero galleggiare e godersi il panorama fino a quando non arriverà l’onda con su scritto il tuo nome? E quale sarà? Come la riconoscerai? Vi troverai un luccichio diverso, nuovo e terribile, sul riflesso della sua acqua? Avrà gli occhi di mare? Oppure…
La fiammella della candela ti scotta le dita.
Chi vivrà, vedrà, ti dici, allontanando le mani e raccattando il libro dal pavimento e accomodandoti sulla sedia. Mancano ancora molte ore al mattino e molte pagine alla fine. Meglio riprendere a leggere…
 
 
 
Note:
Pantruche significa "Parigi" nel dialetto della Ville Lumière.
Pantruchard (Pantrucharde, al femminile), significa 'parigino'.

Le Gitanes sono una marca di sigarette molto popolari in Francia, disponibili sia col filtro che senza. Se non rammento male, quelle più forti non sono le rosse, ma quelle dal pacchetto azzurro. O forse le confondo con le sorelle Gauloises?
 
   
 
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