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Autore: Daphne_Descends    27/02/2009    4 recensioni
Spalancai gli occhi sbalordito «Ma ha la minima idea di quello che sta dicendo?»
«Certo!» rispose, senza smettere di sorridere «Voglio solo buttarmi giù, poi potrà continuare a fare quello che stava facendo».
A volte non tutto va come desideriamo.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Song-fic basata sulla canzone “Self-conclusion” di The Spill Canvas, a mio avviso molto bella.

 
 
 
 

Self conclusion

 
 

 

“Fade in, start the scene.
Enter beautiful girl.
But things are not what they seem,

As we stand at the edge of the world.

 
 

Un soffio di vento mi fece rabbrividire. I miei occhi seguirono le increspature dell’acqua scura, mentre una luce lontana, probabilmente il vecchio faro a qualche chilometro di distanza, lampeggiava nell’oscurità.
Respirai profondamente, cercando di rallentare i battiti del mio cuore e abbassai le palpebre.
Era strano. Per una volta mi sentivo in pace con il mondo. Niente problemi, nessuna preoccupazione. Solo il nulla. Una calma mai provata prima.
Aprii le braccia, come se fossi sul punto di spiccare il volo. E una voce mi riportò coi piedi a terra.
 
«Scusi, potrebbe spostarsi?»
 

 

“Excuse me sir, but I had plans to die tonight.
Oh, and you are directly in my way.

And I bet you’re gonna say it’s not right.”

 
 
Mi voltai. Alle mie spalle c’era una ragazza, stretta in un cappotto rosso. Era più bassa di me, con capelli lunghi e occhi brillanti. Il volto era dipinto di un’espressione gentile, le labbra piegate in un sorriso cortese.
La guardai confuso, chiedendomi cosa ci facesse una signorina come lei, a quell’ora di notte, su un ponte fuori città.
 
«Potrebbe spostarsi?» ripeté «Avevo intenzione di morire, stanotte. Ma lei si trova proprio sulla mia strada e mi impedisce di saltare giù».
 

 

My reply,
“Excuse me miss,
But do you have the slightest clue,
Of exactly what you just said to me,

And exactly who you’re talking to?”

 
 
Lo disse sorridendo, come se mi stesse informando sulle condizioni atmosferiche.
Spalancai gli occhi sbalordito «Ma ha la minima idea di quello che sta dicendo?»
«Certo!» rispose, senza smettere di sorridere «Voglio solo buttarmi giù, poi potrà continuare a fare quello che stava facendo».
La fissai attentamente, senza muovermi di un passo. Sembrava una ragazza felice, una di quelle che può avere tutto dalla vita, una senza problemi, di quelle svagate ed ingenue, che vivono la vita alla giornata senza curarsi di ciò che pensano gli altri.

 
 

She said, “I don’t care you don’t even know me.”
I said, “I know but I’d like to change that soon hopefully.
Yeah, we all flirt with the tiniest notion,
Of self conclusion in one simplified motion.
See the trick is that you are never supposed to act on it.

No matter how unbearable this misery gets.”

 
 
«Perché vuole morire?»
 
La domanda mi uscì spontanea, senza che potessi trattenerla.
Perché una come lei avrebbe voluto suicidarsi?
Rise, di una risata deliziosa, piena di brio «Perché me lo chiede? Non mi conosce neanche!».
«A questo possiamo rimediare» allungai una mano «Io sono Tom, piacere».
Mi fissò, piegando la testa di lato, con un sorriso sulle labbra perfette, poi me la strinse «Lucy».
«Perché volevi buttarti?»
Ridacchiò «Perché non avrei dovuto farlo?»
«Buona domanda».
Si affiancò a me, poggiando i gomiti sul parapetto e guardando l’acqua del fiume sotto di noi.
«E’ tutto relativo, no?» mi lanciò un’occhiata veloce «Potrei volere buttarmi, come non potrei. Potrebbe essere tutto un sogno, come invece non potrebbe esserlo. Oppure potresti essere tu, il potenziale suicida, mentre ti convinci che io, casuale passante, volessi saltare giù. Quello che conta è la prospettiva da cui guardi le cose».
Diede le spalle alla ringhiera e abbassò la testa.
 
Continuai a fissarla, come incantato. Aveva uno strano effetto su di me, come una calamita. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Probabilmente, se ci fossimo incontrati in altre circostanze, avrei cercato di strapparle un appuntamento, con la speranza che a quello ne seguissero molti altri.

Ma è tutto relativo, no?
 
 

“You make it sound so easy to be alive.
Tell me how am I supposed to seize this day,

When everything inside of me has died?”

 
 

«Prendiamo il caso che tu sia la potenziale suicida e io un casuale passante, perché avresti voluto buttarti?»
«Tutto è relativo» mi sorrise «Credi che sia facile vivere? Non lo è. Come potrei sopportare il passare dei giorni, quando tutto, dentro di me, ormai è morto? Quando la mia anima è morta?»
 
Perché allora lei mi sembrava così viva?
 
«Non ho più niente per cui vivere. Non sono più niente per nessuno. Che senso ha, quindi, andare avanti?»
 

Nessuno per cui vivere
. Non aveva più nessuno.
 
 

My reply,
“Trust me girl.
I know your legs are pleading to leap,
But I offer you this easy choice.

Instead of dying living with me.”

 
 

Una folata di vento più forte delle altre ci fece rabbrividire e stringere di più nei nostri cappotti.
Una nuova decisione si impossessò di me e fu talmente facile esprimerla che non ebbi neanche bisogno di pensarci.
 
«Ti faccio una proposta. Perché, invece di morire, non vivi per me?»
Sorrise, spiazzata «Sei matto? Non mi conosci neanche!»
«Sei Lucy, no? Mi basta questo. Cos’altro dovrei sapere?»
Sembrava divertita «E se fossi un’assassina? O una pazza? Potrei essermi avvicinata a te solo per rapinarti».
«Correrò il rischio».
Era pensierosa, talmente turbata che non sorrideva più.
Non sapevo bene cosa le fosse successo, cosa l’avesse spinta a prendere quella drastica decisione, eppure non mi interessava chi fosse veramente.

Mi piaceva perché era Lucy, la ragazza della relatività.

Una signorina bellissima che avevo incontrato una notte su un ponte.
Cos’altro avrei dovuto sapere?
 
 

She said, “Are you crazy? You don’t even know me.”
I said, “I know but I’d like to change that soon hopefully.
Yeah, we all flirt with the tiniest notion,
Of self conclusion in one simplified motion.
See the trick is that you are never supposed to act on it.
No matter how unbearable this misery gets.
 I would be lying if I said that things would never get rough,
And all this cliché motivation it could never be enough.
I could stand here all night trying to convince you,
But what good would that do?

My offer stands and you must choose.”

 
 

«Lo so quanto, a volte, sia difficile vivere, quanto sarebbe bello farla finita e non pensarci più. Ci sono un sacco di cose che potrei dire per convincerti, ne avremmo per tutta la notte, ma sei tu a dover scegliere. Non voglio obbligarti. La mia proposta rimane sempre valida».
Si morse il labbro inferiore, poi alzò lo sguardo limpido su di me.

E sorrise.

«Va bene, hai vinto tu. Ma solo per una notte, ti do solo una notte per provarmi di essere meglio di un salto nel vuoto. Ti giuro che se mi farai del male, non mi tratterrà più niente. Mi butterò da questo ponte, senza che tu possa fare qualcosa».
Finalmente sorrisi anch’io.
Ero inspiegabilmente felice.
Le porsi una mano, che lei afferrò senza indugi.
Si incastravano alla perfezione. E per me era tutto. Il sentirla così vicina mi dava una forza inimmaginabile.
«Non ti ferirò mai» le promisi, guidandola lontano dal parapetto, nel buio della notte.

 
 

“Alright you win but I only give you one night,
To prove yourself to be better than my attempt at flight.
I swear to God if you hurt me I will leap.
I will toss myself from these very cliffs,

And you'll never see it coming.”

 
 

«Sei la cosa più preziosa che abbia mai avuto, Lucy. Ti ringrazio».


 

“Settle precious, I know what you're going through.
Because ten minutes before you got here I was gonna jump too.”

 
 

Si fermò, abbracciandomi felice. Mi chinai su di lei, le labbra ad un soffio dalle sue.
 
«Ti ringrazio. Perché dieci minuti fa stavo per buttarmi anch’io».
 

“Yeah, we all flirt with the tiniest notion,
Of self conclusion in one simplified motion.
See the trick is that you are never supposed to act on it.

No matter how unbearable this misery gets.”

 

   
 
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