Era
una serata di
fine estate e, alla
capsule
corporation, la
signora Bunny e il suo
consorte cenavano, immersi nel silenzio più assoluto, da
soli, come ormai
succedeva da tempo.
Era da circa un anno e più ,infatti, che la loro "bambina"-
anche se
era diventata madre ,Bulma continuava ad essere , per loro, una bambina
-dopo
estenuanti giornate passate a dimenarsi fra l'oberante lavoro al
laboratorio
che condivideva col padre, le lezioni che ,sporadicamente ,aveva
cominciato a
tenere all'università da qualche mese e il suo bimbo Trunks
,un dolcissimo
bambino dai capelli lilla di soli sei mesi, preferiva ritirarsi nelle
sue
stanze e cenare da sola, col suo bambino coricato accanto a lei nel
letto.
Di certo non aveva voglia di sentire le futili chiacchiere dei genitori…
Certe
volte non
riusciva davvero a capire come riuscisse a sostenere quei ritmi ,a far
conciliare tutti quegli impegni adesso che era diventata madre.
Ora la turchina cominciava ad accusare i sintomi dello stress e la
stanchezza a
cui aveva sottoposto il suo corpo e la sua mente negli ultimi mesi,
immergendosi completamente nel lavoro e nel ruolo di madre, per evitare
che
alcun meandro della sua brillante mente venisse occupato da
… LUI.
Di giorno si destreggiava a destra e a manca, tenendo la mente occupata
da
quei pensieri,
anche se sapeva che la
notte non avrebbe avuto scampo.
Quella
sera la
testa le pulsava incredibilmente, costringendola a distendersi,
massaggiandosi
le tempie, fra quelle candide lenzuola così fredde che da
tempo, ormai, non
facevano altro che riportarle alla mente ricordi ormai lontani, che
però ancora
le provocavano fitte al cuore che sapeva non sarebbero mai
svanite.
Abbracciò teneramente il figlioletto, che dormiva beatamente
cullato dalle
braccia della madre: si fermò ad osservarlo, notando quelle
sue piccole
palpebre muoversi : stava sognando.
Notò suoi occhi, l'espressione accigliata che aveva
assunto… così simile alla
SUA. "Sei
così simile a lui, amore
mio …il tuo papà .Il principe dei SAYAN. Vorrei
ti avesse visto almeno una
volta: si sarebbe di sicuro innamorato di te"
pensò. Ma si sbagliava: uno come lui non
poteva provare amore, lo aveva capito nel momento in cui l'aveva
abbandonata
quando gli aveva confessato di aspettare il loro bambino.
Si era illusa: pensava che avesse cominciato a provare dei sentimenti
per lei,
che nel suo cuore ferito , martoriato ci fosse spazio per qualche altra
cosa
che non fosse Odio, Rancore e , solo lei lo sapeva, sofferenza celata
da
un'arroganza distruttiva, che col tempo aveva finito inesorabilmente
per
allontanarli.
pensava che, nonostante la prima reazione non proprio positiva, col
tempo
avrebbe accettato quel bambino che lei credeva essere frutto del loro
speciale
quanto travagliato amore.
Ma si era dovuta ricredere
quando lui le aveva
urlato di cavarsela da sola, che si era concessa a lui senza remore per
soddisfare istinti "animaleschi", ma in realtà era solo una
stupida
terrestre.
"Quell'ibrido mezzosangue non sarà mai all'altezza di un
sayan, donna. È
un abominio" le aveva detto.
Bulma si paralizzò all'istante. non poteva credere alle sue
orecchie: non
appena aveva scoperto di aspettare un bambino da Vegeta, aveva pianto di gioia:
diventare madre era il
suo sogno, la cosa più bella che le potesse
capitare…un bambino, suo e di
Vegeta, il SUO principe.
Trasognante e piena di emozioni contrastanti pregustava il momento in
cui
avrebbe dato la bella notizia a tutti. A lui. Sapeva che il sayan era
uno di
poche parole, ma aveva imparato a leggere quei suoi occhi
così cupi , la micro
mimica del suo volto per
decifrare
qualsiasi sua emozione e in cuor suo sapeva che, nonostante l'apparente
noncuranza, sarebbe stato felice di avere un erede. Ma si sbagliava.
Lo
dimostravano
le notti insonni passate fra le coperte a piangere in silenzio, sola,
accarezzandosi il ventre come a voler chiedere scusa al suo bambino: per essere stata
così stupida e incosciente,
ed essersi innamorata di un uomo senza cuore come Vegeta.
Trunks, questo il nome che aveva scelto in una delle sue notti insonni,
sarebbe
dovuto crescere senza un padre, e di questo s'incolpava tutti i giorni.
Ma nonostante la sofferenza non le era passato nemmeno un nano secondo
l'idea
di abortire: era il suo bambino, e l'avrebbe amato e sarebbe stata
madre e
padre per lui. Nonostante il difficile e doloroso parto ,e le numerose
complicazioni insorte per lei dopo che l'avevano costretta a restare un
mese in
un letto d'ospedale, Trunks era stata una ventata d'aria fresca per i
suoi
polmoni.
Per
lui, e solo
lui, si era rialzata, raccogliendo con estrema dignità i
cocci rotti del suo
cuore e della sua anima e ricomponendoli a poco a poco: ogni sorriso,
carezza,
gesto di suo figlio la rendevano sempre più forte, mettendo,
un pezzo dopo
l'altro, tutto al posto giusto. O almeno cosi voleva pensare.
nel profondo sapeva che un tassello sarebbe sempre mancato.
Ripose con estrema delicatezza il bambino nella culla, e con grazia
ritornò
verso il letto a due piazze bianco latte, infilandosi sotto le coperte
e
chiudendo gli occhi con un sospiro: sapeva che , anche quella notte,
avrebbe
sognato occhi nero pece.
Il mattino dopo si svegliò all'alba e , dopo aver
controllato Trunks che beato
dormiva nella culla, andò a rinfrescarsi e prepararsi per
un'altra
giornata.
Sotto il getto bollente della doccia cercava di scrollarsi di dosso i
residui
di un'altra notte tormentata, e con essa i ricordi che ogni posto ,in
quella
casa, le riportava alla mente.
Riuscì
appena in
tempo a vestirsi quando Trunks cominciò a piangere
disperato, e non accennava a
calmarsi nemmeno dopo che Bulma lo ebbe cullato per molti minuti:
strano
,pensò, era sempre stato un bambino così calmo.
Quel disperato pianto le fece pensare che magari il suo bambino non
stesse bene
,così scese di corsa le
sei rampe di
scala a chiocciola e arrivò al piano di sotto, dove i
genitori guardavano il
loro nipotino con aria preoccupata:
"Bulma, tesoro mio, cosa succede?" disse la signora Brief
"Trunks non ha mai pianto così disperatamente. Si
è fatto male?"
inclinò la testa .
"Mamma, MA TI PARE?!? Come puoi insinuare una
cosa del genere? Credi forse non sia
abbastanza responsabile da occuparmi di mio figlio?" Bulma era sempre
nervosa ,e i genitori lo sapevano, ma quella mattina era davvero
ingestibile.
"Tesoro non fraintendere! Tua madre è solo molto
preoccupata"
intervenne il signor Brief con un tono che mal celava la sua
preoccupazione
" Forza dammi Trunks, magari vuole le coccole del suo nonnino
preferito!
"sorrise e tese le braccia verso il nipote che non accennava a
calmarsi.
E in effetti fu tutto inutile.
Continuò
a piangere anche quando lo cullò la nonna, fino a quando
,stremato, si
addormentò fra le braccia della madre, che per tutto il
tempo non aveva fatto
che cercare di rintracciare un dottore, anche se le cure terrestri non
sembravano avere molto effetto sui piccoli sayan.
Bulma stava per sospirare di sollievo quando, all'improvviso, il
bambino
spalancò gli occhi azzurri e ricominciò a
gridare. "Amore mio ma cosa è
successo? " la turchina accarezzò il viso paffuto del figlio
e, come se
lui avesse capito, guardò verso la vetrata che dava sul giardino, smettendo
improvvisamente di
piangere.
I signori Brief
notarono una figura
indistinta attraverso la vetrata opalescente, e la loro espressione
incredula
costrinse il cuore di Bulma a perdere qualche battito: anche se era di
spalle,
conosceva benissimo quella sensazione: la pelle rabbrividiva, i peli
della nuca
le si rizzavano, il cuore cominciava a battere forsennatamente.
Deglutì due o tre volte prima di trovare il coraggio di
girarsi e constatare
ciò che già aveva SENTITO:
se il mondo si fosse fermato, la terra avesse cominciato a tremare, lei
non
l'avrebbe notato, perché a pochi metri da lei, quegli occhi neri che l'avevano
perseguitata per così
tante notti la fissavano sprezzanti dal cortile.
Vegeta era tornato.
innanzi tutto voglio ringraziarvi per essere arrivati fino alla fine.
beh che dire, ho scritto questa storia di getto , pensando a come i personaggi potessero sentirsi,aiutata dalla mia immancabile Musica, la mia musa ispiratrice.
non a caso,ogni capitolo avrà il titolo di una canzone,che ho ascoltato magari nel momento di stesura .
"cap 1. a drop in the ocean - Ron Rope"
bando alle ciancie, spero riuscirò ad incuriosirvi almeno un po'.
Alla prossima