Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: jaj984    28/02/2009    0 recensioni
Solita mattinata in casa Saeba, alle dieci di mattina di una fredda giornata di febbraio Ryo dormiva beatamente sotto le coperte mentre Kaori era come ogni giorno in giro a fare la spesa.
Genere: Romantico, Dark, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando entrarono nella palestra, per loro fortuna i termosifoni erano al massimo e quindi si poterono spogliare dei soprabiti.
I ragazzi appena le circondarono sin dal corridoio e per entrare nella sala dovettero fare lo slalom tra gli uomini che le corteggiavano e finalmente dopo mezz’ora di orologio, grazie all’intervento di Javier riuscirono ad arrivare alla zona festa.
Ryo come previsto era circondato da ragazze sognanti che ci provavano spudoratamente e che stranamente sembrava annoiarsi.
Quando avvertì la presenza di Kaori, tentò di scrollarsi da dosso quelle gatte morte e la cercò finché non la trovò in un angolo assediata da ragazzi che le chiedevano di ballare con loro.
Quando stava per avvicinarsi a lei per salvarla, notò l’intervento di Javier, che la portò a ballare una bella samba con il gruppo di dimostrazione.
L’avevano trascinata in mezzo a loro perché nel pomeriggio era stata molto brava a ballare.
Ryo si avvicinò a lei e quando la vide, gli si mozzò il fiato in gola era una bomba sexy.
Altro che Biancaneve era una strega, anzi era una bomba sexy e basta, non c’erano altre parole per descriverla.
Già era bellissima e sexy, normalmente, ora era più che sensuale e il solo fatto che tutti gli uomini stessero sbavando per lei, lo faceva imbestialire.
Finì di ballare con Javier alias Robin Hood e fu rapita da Zorro.
Questo gioco duro per la maggior parte della serata, non le davano neanche il tempo di respirare o di bere qualcosa, una volta Ryo  aveva assistito alla scena in cui lei chiedeva il piacere di lasciarla libera qualche secondo, per poter bere qualcosa e andare in bagno e vide il tipo seguirla.
Ryo a quel punto andò in aiuto di Kaori, avvicinandosi a lei e abbracciandola di lato.

- Ehi, aspetta il tuo turno, la signorina sta con me!
- No, ora tocca al suo ragazzo stare con lei, in altre parole a me, quindi smamma.
- Ma vedi tu, sta …. .  Miseriaccia cane, ma vedi un po’ tu se dovevo perdere tempo dietro ad una con il rischio di non averla.

Ryo stava per prenderlo e sbatterlo contro il muro, ma neanche il tempo di pensarlo che Kaori rispose.

- Numero uno: la parolaccia che hai pensato dopo sta e miseriaccia cane lo dici a tua sorella e non a me.
Numero due: Ho solo ballato con te e non ti ho promesso nient’altro.
Numero tre: Sono o non sono fidanzata non te l’avrei mai data, quindi hai perso solamente tempo.  Se vuoi una che te la dia facilmente e gratis, questo non è il posto adatto, hai sbagliato proprio quartiere devi andare nel Kabukicho.
- E troverò anche te lì?
- Probabile, siccome abito a Shinjuku.

Ryo a quella domanda lo voleva mangiare vivo ma Kaori lo fermò con la mano e lo guardò come a dire, lascialo fare, vediamo fin, dove arrivava.

- Interessante, senti quanto ti prendi?
- Ah? Cosa? Non ho capito bene! Puoi ripetere?
- Quanto ti prendi?
- Allora avevo capito bene, mi dispiace costo caro non te lo puoi permettere.
- Cosa ne sai tu se posso permettermelo o no? Per una come te pagherei oro.
- Saresti disposto anche a pagare con la tua vita per venire a letto con me?
- Sì, certo per te farei di tutto.
- Ahhaha, non farmi ridere. Cammina va pivello, che non sai con chi hai a che fare.

Kaori si girò per allontanarsi e il tipo le afferrò il polso.
- Ehi! Dove vai? Mi devi una botta!

Ryo estrasse la sua fedele Phyton e la puntò sul povero Jafar
- Giù le mani dalla mia donna. Non l’hai proprio capito allora?! Che delusione eppure ti facevo più sveglio.
- Se no che fai? Mi spari?
- Guarda che prima non si scherzava per nulla e da come potrai notare questa, non è un giocattolo.
- Ahahha, non mi fai paura, è tutto un bluff, è finta quella pistola.
- Non ti conviene scherzare con il fuoco, non vorrai mica capire sulla tua pistola se è finta o no. Sappi che City Hunter non scherza mai.
- Ahhah, ora ho capito di cosa ti sei mascherato da City Hunter. Ora basta scherzare e farmi trombare in santa pace Biancaneve.
- Va bene l’hai voluto tu!

Ryo premette il grilletto per far girare il tamburo e puntò la pistola contro il tipo.  Nella sua sfortuna, Jafar era stato fortunato. Ryo nella sua magnanimità era stato buono, non l’aveva sparato, aveva solo imitato il suono dello sparo, spaventandolo.

- Ehi Robin pigliati a Jafar e spiegagli il perché è ancora vivo.

Ryo rinfoderò la pistola e accompagnò Kaori alla toilette aspettando fuori e facendo la guardia, non voleva che qualche altro ragazzo venisse a romperle le scatole.
Quando uscì Kaori chiese a Ryo di accompagnarla un po’ fuori, all’aperto, aveva bisogno di un po’ d’aria fresca in mezzo a tutto quel caos.
E così alla prima occasione ne approfittarono per uscire all’aria aperta, sul retro per rimanere un po’ da soli.
Ryo si sedette su un bidone e strinse a se Kaori, che tremava come una foglia.
Rimasero in silenzio, non c’erano bisogno di parole, l’importante era stare insieme nella tranquillità del luogo.
A un certo punto, Ryo si tolse il cappotto, scese dal bidone e le mise la sua giacca sulle spalle, approfittandone per abbracciarla, stringerla a se per riscaldarla.
Kaori si strinse ancora di più nell’abbraccio del suo compagno, non poteva farci niente, s’arrabbiava, puntava i piedi per terra e diceva di voler di più ma alla fine gli bastava stare stretta tra le sue braccia che passava tutto.  Tutti i dubbi e le incertezze sparivano e sentiva solo i loro cuori battere forte.
Ryo stava impazzendo la trovava bellissima Kaori quella sera e non aveva ancora avuto il coraggio di dirglielo, la luna illuminava il suo viso, i suoi capelli ramati, facendoli brillare al buio.
Si staccò leggermente da lei e la guardò negli occhi, in quegli occhi profondi e color nocciola da farlo impazzire.
Sentì un’irresistibile voglia di baciarla e istintivamente avvicinò lentamente le sue labbra a quelle della donna.
Le sue labbra si poggiarono delicatamente su quelle della donna e iniziarono a baciarle delicatamente assaporandole lentamente finché la lingua di Ryo non si aprì un varco nella bocca della socia e iniziò una danza di lingue, dolce e passionale come il bacio.
Bacio che fu disturbato dall’arrivo di Aimee.

- Ehm! Scusate, ero venuta a chiedere un piacere a Ryo ma non fa niente, passo più tardi.
- Non ti preoccupare!  Dimmi cosa c’è?
- Volevo chiederti se potevi darci una mano ad allontanare dalla festa alcune persone che hanno alzato un po’ troppo il gomito e che crea qualche fastidio.
- Ok allora vi raggiungo tra poco.
- Va bene.

Aimee rientrò e Ryo ricatturò le labbra della sua compagna ribaciandola, con passione sempre più crescente.
Kaori era ancora persa nel mondo dei sogni a occhi aperti e quando Ryo la baciò, decentemente, sentì le così dette “Campane”.
Le sue gambe tremarono e quando si staccò per l’arrivo di Aimee, non si era resa conto di nulla, si toccava le labbra come per capire se il bacio era stato solo un sogno o realtà.
Quando risentì le labbra di Ryo sulle sue lei rispose con crescente passione, non si voleva più staccare da quelle labbra, voleva morirci sopra.
L’abbracciò attorno al collo e si aggrappò a Ryo, la passione li stava travolgendo, Kaori  mordeva e baciava con avidità sempre crescente le labbra del suo compagno.
Ryo si staccò da lei per riprendere fiato e perché doveva rientrare, l’abbracciò forte a sé, e le sussurrò all’orecchio:

- Sei bellissima questa sera. Ti amo!
- È la prima volta che me lo dici questa sera, pensavo di non piacerti.
- Scherzi? Come non potrei trovarti super sexy ed eccitante questa sera. Sarei solo un stupido a dirti il contrario. Sei irresistibilmente sensuale. Hai sedotto tutti gli uomini della festa.
- Mi stai riempiendo di complimenti, comunque ho sedotto solo un uomo questa sera, anzi devo ancora iniziare a sedurlo.
- Se parli della persona che conosco io, ha alzato bandiera bianca ed è già caduto ai tuoi piedi, è talmente pazzo di te che non  vorrebbe più smettere di baciare le labbra. Purtroppo, però, devo rientrare e sistemare qualche ubriaco molesto. Entri con me?
- No, voglio stare ancora un po’ qui all’aria fresca, se torno dentro, non mi fanno più stare tranquilla.
- Ok, Biancaneve, il tuo principe tornerà da te, tra un po’. Tu non fuggire via a mezzanotte però.
- No, non fuggo quella è un'altra favola, non sono Cenerentola, sono Biancaneve e al massimo mangerò una mela e cadrò addormentata in attesa del bacio del principe, che non sei tu. Ricordati tu sei il cacciatore, il mio amante.

Kaori lo salutò con un bacio e mentre rientrava Ryo le disse: “ Sono il tuo principe e te lo dimostrerò”.
Kaori sorrise e rimase fuori avvolta nel cappotto di Ryo a cercare di calmare il suo cuore.
Ryo aiutò Aimee e Javier a buttare fuori qualche spostato, qualche ubriaco e qualcuno di molesto ma mentre controllava la sala si accorse dell’assenza di Jafar e chiese notizie a Javier.
Javier gli rispose che fino a poco fa era in giro e anzi era tra quelli che dovevano buttare fuori.
All’improvviso ebbe un brivido freddo lungo la schiena, una brutta sensazione e corse all’esterno da Kaori.
Lì trovò una scena agghiacciante.
Jafar ubriaco fracido che cercava di baciare con la forza la sua amata.
Kaori urlava e nonostante tentasse di allontanarlo con calci e pugni lui, si avvicinava sempre di più.
Ryo inferocito prese Jafar e l’allontanò di colpo da Kaori, gli diede un pugno e lo stese a terra.
Abbracciò forte Kaori e lei scoppiò a piangere.

- Shh, va tutto bene, non è successo niente. Calmati, non piangere ti prego.

Ryo la stringeva stretta e le accarezzava

- Piccola, asciugati gli occhi, che ti si scioglie tutto il trucco e ti trasformi nella vecchia e brutta strega che le dà la mela avvelenata a Biancaneve.

Kaori sentendo quelle parole sorrise.

- Ecco così ti voglio, sorridi, piccola, sorridi che nessuno ti deve togliere il sorriso e scusami se non sono riuscito a proteggerti. Dovevo metterlo K.O. prima.
- No Ryo, non te la prendere, non è successo niente, mi sono solo spaventata, tutto qui. Dai rientriamo che mi sistemo il trucco e finiamo di goderci la serata.
- Ok, sicura che vada tutto ok?
- Ryo, sto bene, non sarà certo un ubriaco che tenta di rubarmi un bacio a bloccare la mia serata. Andiamo voglio divertirmi e passare questa serata assieme a te.

Ryo la baciò dolcemente e l’accompagnò dentro a prendere la borsa, nel buio nessuno fece caso al trucco leggermente sciolto di Kaori anzi Ryo dovette faticare per allontanare i ragazzi che pretendevano un ballo con lei.
In quell’istante non era certo il momento adatto, per lasciarla nelle mani di un altro ragazzo.  In verità lui non l’avrebbe mai lasciata nelle mani di nessun uomo o ragazzo che esso sia. Lei era solo sua e tutti dovevano capire che dovevano starle alla lontana se non volevano conoscere la gelosia e rabbia di Ryo ma purtroppo lui, non poteva certo rinchiudere Kaori in casa, doveva dividerla con il resto del mondo e anche quella sera doveva dividerla con il mondo maschile presente, che richiedeva attenzioni da parte di Kaori.
In fondo non faceva niente di male, si divertiva un po’ ballando ma non aveva mai fatto nulla, era stata a distanza di sicurezza e non aveva mai incoraggiato nessuno.
Presero la borsa e si avviarono in bagno, Ryo rimase fuori a fare la guardia in attesa che la sua dolce metà uscisse dopo essersi ritoccata il trucco sciolto, causa il pianto.
Né usci dopo una decina di minuti e a Ryo gli si fermò il cuore in gola ancora una volta. Ogni volta che la vedeva il suo cuore, impazziva, poi quella sera era bellissima.
Aveva voglia di rapirla e di nascondersi con lei in un angolino buio dove nessuno gli avrebbe disturbato e stare lì a baciarla tutto il tempo. Si sentiva come un adolescente alle prese con la prima cotta. Le porse il braccio, l’accompagnò a posare le sue cose , dopodiché rientrarono in sala.
In sala l’accompagnò al buffet per farle mangiare qualcosina ma bastò un attimo di distrazione da parte di Ryo che si mise a parlare con Javier che Kaori era già nella pista in compagnia di uno dei ragazzi che aveva conosciuto nel pomeriggio. Era destino quella sera doveva morire di gelosia. Kaori doveva essere super corteggiata e lui doveva stare lì a guardare e soffrire.
Kaori era talmente stanca di tutto quel casino che si era creato con Ryo che non sapeva più che fare.
Anche mentre ballava con altri, pensava a lui, non calcolando il ragazzo che aveva davanti.
Si domandava se si potessero considerare una coppia o no. Lui era dolce premuroso, l’aveva baciata, aveva dimostrato l’intenzione di considerarsi come tale, una coppia, ma lei non era sicura e non era per il discorso sesso, che la bloccava.
No, era un’altra cosa che la bloccava, Ryo, che si comportava stranamente. I suoi atteggiamenti molte volte non sembravano quelli di un innamorato, ma di un fratello maggiore, un amico ma non di una persona innamorata della propria donna.
Aveva dovuto aspettare mesi per un bacio a timbro spontaneo da parte di Ryo, era stata sempre lei a baciarlo di sfuggita sperando in qualcosa di più. Un'altra cosa poi non le quadrava, aveva fatto di tutto per stimolare la fantasia erotica di Ryo ma non era riuscita in niente. L’aveva vista praticamente nuda e lui non si era avvicinato neanche un po’ a lei, quando qualunque uomo le sarebbe saltato addosso e la prova evidente era stato quell’ubriaco che gli era bastato vederla vestita in modo sexy e provocante e  che aveva cercato di baciarla.
Ryo oggi l’aveva baciata e finalmente aveva sentito un uomo che amava la sua donna, le aveva fatto dei complimenti in cui lei non aveva visto amore, ma solo oggettività dei fatti. Le aveva detto che era bella, sexy, affascinante ed eccitante e che tutti gli uomini della sera se l’erano accorti quindi era impossibile dire il contrario.
Appunto era impossibile asserire il contrario, eppure lei avrebbe voluto che Ryo le facesse meno complimenti o che le dicesse che così vestita non le piacesse, almeno era lui e non costatava l’oggettività dei fatti.
Persa nei suoi pensieri non si accorse che un gruppetto di ragazze aveva circondato Ryo e quando se ne accorse, cominciò a capire chi fossero, era un gruppetto di quattro ragazze, una era vestita da diavolo, un'altra da Sailor Moon, la penultima da Lamù, e l’ultima da Candy Candy versione infermiera sexy.
Le ultime due erano quelle che più preoccupavano Kaori, erano terribilmente attaccata a Ryo e il loro non erano per niente casti.
Lamù era vestita come il suo personaggio soltanto che non aveva fatto fatica a cercare la tuta color carne da mettere sopra alla sua vera pelle per coprire le nudità.
Aveva indossato direttamente il micro reggiseno, che faceva trapelare apertamente due seni di almeno una quinta come misura, senza bretelline in modo tale che quelle tette si muovessero con facilità a ogni suo movimento, facendo sbavare Ryo come un allupato.
La mutandina tigrata, che sembrava essere uscita dal cassetto della biancheria intima, stivali ai piedi ricoperti di una finta pelle tigrata, con tacco 10 cm a stiletto che una persona qualunque si sarebbe già rotta l’osso del collo.  La parrucca con le corna che se avesse potuto Kaori l’avrebbe utilizzata per pulire il pavimento, utilizzando la proprietaria come mazza.
Kaori la guardava e non riusciva a spiegarsi come quella ragazza, fosse riuscita ad arrivare indenne alla festa e non vedeva l’ora che si staccasse da Ryo. Era gelosa marcia. Lei non aveva filtrato con nessuno, li aveva mandati tutti a quel paese, ci parlava, ballava, ma tutto qui, non faceva niente di male, li teneva sempre a debita distanza, non si era mai strusciata su di loro come faceva quella gatta morta con Ryo.
Quell’altra poi, quella specie di Candy Candy, che di dolce e romantico non aveva niente e che di Candy aveva solo i codini biondi legati con dei fiocchi, era peggio di Lamù, gli sbatteva le tette in faccia e si comportava come una gatta in calore.
Non assomigliava per niente a Candice Andrew, non aveva niente di quella grazia e del candore di Candy, l’unica cosa in comune oltre i codini era il vestito da infermiera. Peccato però, che il vestito fosse cortissimo e che arrivasse a coprire a stento le parti intime e che quando si abbassava a raccogliere il berretto o lo stetoscopio, che faceva cadere, appositamente, faceva vedere tutto il suo sedere coperto da un minuscolo perizoma, bianco.
Lo stetoscopio era il suo oggetto preferito ci giocava continuamente e faceva calamitare l’attenzione di Ryo, su quelle due bocce strizzate nel vestito, che si vedeva lontano un miglio che era di due taglie più piccole, apparivano in una maxi scollatura.
Le cosce attaccate a quelle di Ryo erano coperte dalle autoreggenti bianche e ai piedi aveva un paio di decolté bianche con un tacco più decente, senza rischio fratture, ma comunque alto.
Kaori non resisteva più, stava male le veniva da vomitare per lo spettacolo che stava vedendo. L’infermiera era più svergognata dell’amica, si stava strusciando sulle gambe di Ryo e quell’imbecille non capiva nulla più: era in paradiso e anche l’amico si era svegliato.
Quando poi Lamù mise una mano sull’amico di Ryo, “carezzandolo” e Candy l’aveva iniziato a baciare, Kaori voleva solo morire.
Il gruppetto di oche che gli circondava, vendo che erano di troppo svanirono e quella sgualdrina dell’infermiera dopo aver fatto l’occhiolino all’amica, prese per mano Ryo e lo portò in un luogo appartato.
Kaori non ce la fece più, a quel punto sapeva benissimo a cosa sarebbe successo, ma per una volta voleva vederlo con i suoi occhi.
Voleva vedere fino a che punto Ryo si sarebbe spinto con loro, dopo tutto quello che era successo.
Mollò il tipo in pista e seguì Ryo senza farsi accorgere. Dietro di lei c’erano Aimee e Javier che avevano visto Ryo con le due puttane di nome e di fatto.
Le conoscevano bene, erano famose nel quartiere per essere delle ragazze dai facili costumi.
Kaori nascosta in un angolo, vide Ryo che baciava quelle tette rifatte di quell’infermiera e la ragazza dello spazio in ginocchio a terra che con una mano carezzava l’amico di Ryo, alternando carezze a baci.
Era incazzata nera, lei aveva faticato dei mesi per risvegliare il suo interesse, aveva dovuto lottare per anni per una carezza, un bacio, un sorriso e ora quelle due in pochi minuti avevano distrutto tutto.
Come sempre Ryo aveva distrutto tutto e Kaori aveva capito di esser stata solo una sciocca a costringerlo ad avere un rapporto che lui non voleva.
Aimee e Javier videro tutta la scena delle due gatte morte e videro Kaori sbiancare.
Corsero da lei e l’accompagnarono fuori.
All’aria aperta, Kaori ebbe un conato di vomito e rigettò dal nervosismo.
Quando si fu ripresa, cominciò a inveire contro Ryo che era ancora alla festa e non si era neanche accorto dell’assenza della socia.
I due la lasciarono sfogare e quando si sentì meglio, Aimee la invitò a un’altra festa che si teneva poco lontano da lì.
Era stata invitata e non poteva non farsi  vedere sarebbe stato scortese.
Kaori accettò volentieri non voleva più stare nella stessa stanza in cui Ryo si stava facendo le due baldracche. Anzi non voleva proprio più vederlo.
Javier disse di aspettare lì qualche minuto, prendeva le loro cose e si sarebbero avviati tutti assieme.
Entrò ma fu braccato da Ryo che lo stava cercando per comunicargli di Jafar e chiedergli di Kaori.
All’inizio Ryo mentre parlava e raccontava di aver messo K.O. Jafar non fece caso alla borsa che teneva in mano Javier, quando se ne accorse, gli chiese come mai avesse la borsa di Kaori.
Javier allora gli disse che doveva portarla Kaori che era andata con Aimee a un’altra festa e che lui le doveva raggiungere tra qualche minuto.
Ryo s’incazzò e si domandò il perché Kaori non gli avesse detto niente che andava via.
Javier gli rispose tranquillamente che tutti loro l’avevano visto occupato con la ragazza dello spazio e l’infermiera. Non era il caso di disturbarlo per dirgli che stavano andando via. Le ragazze l’avevano trovato “indelicato” interromperlo mentre era impegnato al massimo dell’amplesso con le due zoccole. In ogni caso se ci teneva tanto, poteva raggiungere le ragazze, più tardi assieme a lui ma non credeva che sarebbe stata molto gradita la sua presenza. Per il momento però dovevano pensare all’ubriaco di Jafar che dormiva beatamente nel retro e portarlo lontano dalla palestra o avrebbe combinato solo guai, però prima doveva avvertire la sorella che avrebbe ritardato.
Prese il cell e chiamò la sorella:

- Ciao sono con Ryo, farò più tardi del previsto, non vi preoccupate. Siete già arrivate alla festa?
- Sì, tutto ok!
- C’è Kaori vicino a te?
- No, lei sta dentro, a ballare.
- Ok, quando la vedi, dille che ho io la sua borsa! Gliela do quando veniamo.
- Ah perché viene anche Ryo?
-Sì, cosa c’è sorellina?
- Vengono anche quelle due zoccole, perché se è così, è meglio che non si faccia proprio vedere!
- No, è solo, arriverà da solo, senza zoccole o lo lascio qui! Allora ci vediamo tra una mezz’oretta ok?
- Ok, fratellone a dopo!

- Javier ha incontrato Ryo, dobbiamo andare abbiamo mezz’ora di tempo prima del loro arrivo, mi ha detto che ha lui la tua borsa e che la porta alla festa, ciò significa che non dobbiamo aspettarlo.
- Ok, io non voglio vederlo quell’essere, andiamo.

Fu così che le ragazze si avviarono all’altra festa che distava un paio di case più in là.
Ryo e Javier raccattarono Jafar e lo lasciarono mezzo addormentato in un vicolo abbastanza lontano dalla palestra.
Ryo in tutto questo non aveva parlato ma pensava e ripensava a quello che era successo.
Kaori sapeva tutto, aveva visto tutto era stato un gran figlio di buona donna per comportarsi così.
Ora cosa sarebbe successo? Come avrebbe fatto con Kaori?

- Stai tranquillo, vedrai che la tua bella ti perdonerà se le chiederai scusa.
- Non credo, questa volta l’ho combinata grossa. Ma dove stiamo andando?
- Alla festa di Diego, le ragazze dovrebbero stare lì, almeno credo.
- Come almeno credo?
-Non mi ricordo se oggi è il turno di Diego o di Miguel!
- Eh? Non ci ho capito un tubo.
- Miguel e Diego sono i pseudo ragazzi di mia sorella.
- Come pseudo?
- Sono i due ragazzi che frequenta con più assiduità.
- E tu non le dici niente?
- Perché dovrei? Scusa la vita è sua e può fare quello che vuole.  Frequenta loro due, ma  anche altre persone, finché può si gode la vita, quando poi troverà la persona giusta si fermerà.
- Ma non ti sembra un po’ troppo libertina come situazione?
- Perché scusa? Io non tappo le ali a mia sorella, per me non fa niente di male, si scambia qualche bacio tutto qui e anche se andasse a letto con loro, l’importante è che prenda precauzioni.
- E se un giorno ti venisse a dire: “Sono incinta”. Tu come reagiresti? La faresti sposare col padre del bambino?
- No, perché non costringerei mai mia sorella a stare con una persona che non ama. Innanzitutto ne parlerei con lei, le farei il cazziatone perché non è stata attenta, dopodiché le starei vicino e l’aiuterei ad affrontare la gravidanza.
Ormai sono preparato a tutto questo da quando Kaori e Aimee erano adolescenti. Sai quanti falsi allarme e pianti perché c’erano ritardi o perché finalmente erano venute? Hai voglia! Aimee e Kaori un mese sì e l’altro pure stavano con il test di gravidanza in mano che usciva sempre negativo. Mi ricordo che in accordo con le ragazze tirammo un brutto scherzo a Joaquín.
Gli facemmo credere che Kaori fosse incinta, lui sbiancò e si sentì male, a quel punto avemmo pietà di lui e gli dicemmo che era un falso allarme. Da quel momento iniziò a prendere precauzioni. Eppure quel deficiente all’epoca aveva ventidue anni e ti assicuro che ora a trentuno anni non è cambiato molto. Ehi ma stai bene? Sei ancora vivo?
- Sì, cioè, no. Non ho capito Kaori quindi non è più vergine?
- Scusa ma perché mi fai questa domanda, dovresti saperlo o no? Non ci sei stato a letto con Kaori?
- No, onestamente ho sempre voluto rispettare Maki e non le ho mai sfiorato con un dito.
- E hai fatto male amico. Come puoi non provarci con Kaori è impossibile. È stupenda come donna, è la più bella ragazza che abbia mai visto. E tu che fai non ne approfitti? Sei un caso disperato! Ci ho provato perfino io, nonostante sapessi che sicuramente mi avrebbe rifilato un bel due di picche. Scherzi a parte, mi sembra strano che voi due non l’abbiate ancora fatto, vivete anche assieme come hai fatto a resisterle?
- Semplicemente perché ho fatto opera di coercizione su me stesso e quando è venuta a vivere da me, l’ho trattata sempre come un maschio e mi sono ormai abituato a non pensarla in modo erotico.
- Tu non stai bene! Kaori un uomo? No, Ryo tu sei suonato! Come puoi dire che Kaori è un uomo. Credimi te ne pentirai di questo tuo atteggiamento.
- Non sei l’unico che lo me lo dice. (Ndily Anche noi te lo diciamo Ryo, tu non stai bene, fatti vedere da un ottimo specialista)

Parlando, parlando erano arrivati alla festa di Diego, chiesero a uno dei ragazzi se Aimee era lì e rispose che era alla festa di Miguel e Joaquín.
Ryo quando seppe che Kaori era nella stessa stanza con l’ex si sentì montare dalla gelosia, voleva arrivare il più presto possibile a quella festa e voleva sapere tutto di quei due.
Salutarono il tipo e si avviarono alla festa di Miguel.

- Sbaglio o prima mi stavi parlando di Joaquín e Kaori?
- No, non sbagli. Ryo ti conosco da poco ma non sono scemo che cosa vuoi sapere su di loro? Spara!
- Quanto tempo sono stati assieme?
- Allora se calcoliamo solo il tempo continuato, direi tre anni se calcoliamo il tempo complessivo tra i vari tira e molla quattro anni.
- E Hide sapeva qualcosa di questa relazione?
- No, lei passava i pomeriggi dopo scuola qui da noi e Joaquín stava sempre da me in quel periodo. Si sono conosciuti quando eravamo entrambi ragazzini.  A Kaori all’inizio gli piaceva ma Joaquín non se la filava perché era solo una ragazzina, poi lei un giorno smise di andargli dietro, questo successe intorno ai suoi sedici anni. Sembrava che lei si fosse presa una cotta per un amico del fratello.
- Per caso sai se quella persona l’aveva chiamata in un modo particolare?
- Sì, ora che mi ci fai pensare c’era un nomignolo che usava questa persona, l’aveva detto ad Aimee, non mi ricordo bene, so che dovrebbe iniziare con la lettera “ S”.
- Sugar per caso?
- Sì, Kaori te l’ha raccontato questo, allora.
- No, sono io quell’uomo. Sugar Boy era questo il suo soprannome e in un giorno di primavera incontrai la mia dolce Sugar Boy.
- Capito, comunque ti stavo dicendo che da quel giorno Joaquín, iniziò a farle la corte spietata per un anno, l’andava a prendere a scuola, la riaccompagnava a casa, faceva gli appostamenti ovunque andasse. Alla fine, Kaori, esasperata decise a mettersi con lui.
Ricordo ancora, era Natale, quando Joaquín mi disse che si erano messi insieme, era contento ed è sempre stato molto preso da lei, al contrario di Kaori.
- Prima mi ha raccontato che Kaori ha aveva perso la verginità quando era adolescenza. È stato con Joaquín o con un altro?
- Questo non potrei dirtelo, ma giacché ti ho in sostanza raccontato la vita di Kaori, di quand’era adolescente, ti posso dire: sì, è stato con Joaquín e credo che sia avvenuto durante la festa del mio ventunesimo anno.
-Ah! Quindi, ora Kaori è alla festa con il suo ex, con cui ha fatto l’amore per la prima volta, con chi ha scambiato i suoi primi teneri baci.
- Se vogliamo metterla così … comunque io non ti ho detto niente, sia ben chiaro. Non voglio finire nei guai con mia sorella. In ogni modo tu non dovresti proprio essere geloso, dopo quello che hai combinato a quella povera Kaori, meriteresti di tutto. Ti sei divertito e ora fai il geloso, questo non è giusto. Volevi divertirti con delle altre donne ma almeno abbi la decenza di farlo lontano dagli occhi della tua compagna.  Dimmi quelle due rispecchiano la fama di essere due assatanate.
- Più che assatanate direi che: “Quei due, sono due assatanati”. Erano due uomini. Due trans!
- Ahahah, oddio Kaori aveva ragione a dire che avevano le tette rifatte, ahahaha, ti sei fatto fregare come un pivello. Ahahha che ridere.
- Basta ridere, quanto ci vuole per arrivare a destinazione?
- Calma, calma siamo quasi arrivati è quella casa infondo al vicolo.

Ryo geloso marcio, accelerò il passo per raggiungere la sua Kaori e anche perché voleva ignorare le risatine di Javier, ma quando arrivò mai, avrebbe immaginato di vedere quella scena.
La sala poco illuminata, nell’aria risuonavano le note di un sassofono. Riconobbe subito quella Melodia era Modoka Saxophone presente in un disco che ascoltava sempre e che ultimamente era diventata la colonna sonora delle sue serate casalinghe con lei.
Poi la vide, illuminata da un leggero riflesso dato dalla sfera luminosa, appesa al centro del soffitto, bellissima.
Ogni volta il suo cuore impazziva e non sapeva spiegarsi il perché, ogni volta era sempre così.
La vide ballare dolcemente accoccolata tra le braccia di uno sconosciuto.
Era vestito con un jeans un po’ largo, maglietta attillata bianca strappata in più punti a mezze maniche, dei foulard ai polsi, cinta marrone e un foulard legato a uno dei passanti del jeans. Bandana in testa e capelli lunghi, sciolti, castani.
Chiese informazioni ad Aimee e gli rispose che quello era l’ex di Kaori, Joaquín.
Joaquín,  portoricano d’origine, era alto poco più di Kaori, una pelle ambrata data da un’abbronzatura perfetta. Muscoloso quel poco che bastava per non sfigurare con una maglietta stracciata o a torso nudo. Capelli: castani, lunghi fino alle spalle, mossi e occhi verdi.
Questa era stata la descrizione accurata di Aimee alla richiesta di Ryo.
Stava scoppiando, quei due tanto vicini e anche le loro bocche erano vicine, troppo vicine.
L’atmosfera, dolce e romantica, la semioscurità, loro due che ballavano un lentaccio.
Insomma complice la musica, l’atmosfera giusta e il ravvicinamento, Ryo vide le bocche di quei due congiungersi in un bacio dolce e sensuale.
In quel momento la musica terminò lasciando lo spazio a un altro lento, le loro bocche ancora unite in quel bacio e Ryo che sembrava essere diventato di sale, immobile appoggiato a una parete per non cadere.
Anche la canzone successiva lo prendeva in giro, come se volesse mettere il dito della piaga. Kiss me again, baciami ancora,  e quei due non si staccavano.
Kaori e Joaquín avvolti in un abbraccio e uniti in un bacio al centro di una pista, sembravano fuori dal mondo e dalla realtà che gli circondava.
   
 
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