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Autore: JulesB    24/11/2015    0 recensioni
Magnus ha un'importante domanda per Alec. La sua risposta potrebbe influenzare entrambi, in diversi modi ovviamente.
Storia tradotta dell'autrice Cumberbatch Critter.
Dal testo: "La caduta fu breve prima di atterrare sullo stomaco muscoloso di Magnus. Le braccia serpeggiavano attorno alla sua schiena, poi Alec, sospirando tranquillamente, poggiò il mento sul petto dello stregone per guardarlo. Ricevette un semplice sorriso, mentre le braccia attorno a lui lo stringevano. Ad Alec non importava, non lo facevano sentire in trappola, ma al sicuro."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Come volle la fortuna, la cena era in ritardo per un motivo o un altro, e non poteva dire che la cosa gli dispiacesse. Aveva speso qualche minuto per calmare Alec quel che bastava per fargli capire che le sue parole erano vere. Poi aveva preso una manciata di momenti di tensione per persuadere Alec a sdraiarsi con lui a letto. Non ne sarebbe venuto fuori nulla, entrambi indossavano i loro boxer, dopo tutto. Erano semplicemente coccole, come gli piaceva chiamarle.

Ora, Alexander era avvolto tra le sue braccia mentre una leggera pioggia batteva sui tetti. Nessuna parola fu detta, e Magnus era contento per quel silenzio come sempre lo era. Parlare era dozzinale. Non aveva bisogno di ascoltarlo in ogni momento, e anche se gli piaceva buttarsi in stravaganti, rumorose feste, anche coccolarsi era sempre piacevole.

Alec si spostò leggermente tra le sue braccia, esalando un pacato sospiro. Magnus strinse la sua presa attorno a lui solo il minimo, articolando un “Sei abbastanza al caldo?” attraverso il suo respiro.

Quando Magnus vide che Alec stava tremando per il freddo, mise in pratica la sopravvivenza corpo a corpo. Lui si levò i suoi stessi pantaloni e afferrò la coperta per tirarla su di loro, riscuotendo un rossore dal suo vero amore.

“Sì,” venne la risposta silenziosa, nonostante Alec si rannicchiò più vicino al petto di Magnus.

Un colpo alla porta li fece sobbalzare entrambi, e Alec si tese tra le sue braccia. Lo stregone colse il momento per rispondere “Di cosa avete bisogno?”

“La cena è pronta.”

“Alec sta dormendo.” Replicò, e Alec lo guardò con uno sguardo selvaggio.

“Beh, sveglialo. O uscite o Maryse verrà qui.” A quello, Alec si districò dalle braccia di Magnus e in fretta si occupò di vestirsi.

Lo stregone ridacchiò ma rispose con un pigro “Saremo lì tra poco.” Non si mosse immediatamente, ma invece lasciò che gli occhi guizzarono a destra per ammirare il piccolo e carino sedere di Alec.

“Ti stai vestendo? Se mia madre venisse ora…”

“Sì, sì, mi sto vestendo.” Rispose casualmente, scivolando fuori dal letto solo per attraversare la stanza e raccogliere la sua camicia.

Alec mormorò qualcosa che suonò come “Mettiti i pantaloni…”

“No, penso che scenderò senza pantaloni. È un tocco di classe per una cena di famiglia. Romperà il ghiaccio, comunque.” Sentì Alec sbuffare, e stava per continuare, quando un anormale suono di carta increspata e una luminosa luce attraversarono la camera. Magnus si girò, afferrando il foglio che stava fluttuando nell’aria. “Chi manda messaggi di fuoco a quest’ora della sera?”

One, tow,

through and thorugh.

Three, four,

They’ll be no more.

Five, six,

You’re my picks,

Seven, eight,

I’ll put you straight.*

“Cosa diavolo succede, Magnus?” lo stregone guardò al suo fianco, non avendo notato che Alec si era spostato per leggere il biglietto. “Chi l’ha mandato?”

Scosse lentamente la testa “E’ anonimo.” Replicò, girando il foglio lentamente. La calligrafia era in corsivo chiaro e leggibile, inclinata all’indietro. Non era nulla fuori dall’ordinario.

“Questo ha qualcosa a che fare con ciò che è successo prima.”

“Mi permetto di dire che è così.”

“Dobbiamo dirlo ai miei genitori.”

“No… questo è un mio problema. Lo affronterò. È personale adesso.” Rispose freddamente, ripiegando il foglio. Qualcuno minacciava di ferirlo, e anche cercare di ucciderlo, e non poteva sopportarlo. Non avrebbe fatto sì che qualcun altro se ne sarebbe occupato. Ma, come scritto nel biglietto, quel piccolo bastardo aveva incluso Alexander nella loro danza macabra. E nemmeno all’Inferno gliel’avrebbe fatta passare liscia.

“Magnus? Magnus!”

“Cosa?”

“A cosa stai pensando?”

“A parte al fatto che tu non stai indossando la tua maglietta, e io non trovo i pantaloni?” lo guardò ancora, e Alec, che sembrava rendersi conto del suo pensiero solo in quel momento, si sbrigò a finire di vestirsi.

“Seriamente, dovresti dirlo a Robert e Maryse. Specialmente con quelle minacce.”

“Non sono minacce, Alec,” replicò Magnus, attraversando la stanza per raccogliere i suoi jeans. “Se proprio, è una poesia piuttosto insipida.”

“Non è questo il punto!”

“Lascia che me ne occupi io, Alec. Se avrò bisogno di aiuto, lo chiederò.” Si infilò i suoi vestiti, infilando le mani nelle tasche. “Adesso! Sono pronto per le lasagne!”

Alec si limitò a sospirare.
 
 




*Uno due,
tutto e per tutto
Tre, quattro,
non lo saranno più
cinque, sei
siete il mio obiettivo
sette, otto
vi metterò a posto.


Questa è la traduzione del biglietto, ma ho preferito lasciarla in inglese per la rima. Beh, da ora in avanti le cose inizieranno a mettersi male? Con calma, non c’è fretta… giusto?
Buona lettura! 
   
 
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