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Autore: Gem    26/11/2015    0 recensioni
Promptember è una sfida creativa simile a NaNoWriMo, ma l'obiettivo è scrivere una storia per ogni giorno di novembre basata su un "prompt". Ogni capitolo conterrà dunque una storia diversa e nella maggior parte dei casi slegata dalle altre, ma saranno tutte su Saint Seiya e in particolare su Milo e Camus (sia singolarmente, sia come coppia).
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Anime Gemelle
Rating: verde.
Tipologia: one-shot.
Genere: romantico, commedia, fantasy (credo).
Pairing: Milo/Camus, Camus/Surtrtr (?)
Personaggi: Milo, Camus, Surtrtr, folla gioiosa.
Avvertimenti: AU, PoV di Milo, slash.
Parole: 1442
Note dell’autore: fate attenzione alla corsia 4 del supermercato.
Prompt:
 
Imagine your OTP in a universe where your soulmates have the opposite magnetic pole of the one that you have in your body, and the first time you meet your soulmate, you know it’s them because you are stuck like glue to their body.
 
«Grazie, grazie a tutti.»
Muovendo appena la mano, appoggiata alla spalla di un ragazzo, un giovane biondo si lasciò andare a un sorriso di circostanza e tentò di indietreggiare. La corsia 4 del supermercato era affollata, tuttavia. Riuscì solo a urtare un carrello della spesa e trascinare con sé l’altro ragazzo, rischiando di cadere con lui.
La folla, in unisono, sospirò romanticamente.
«Congratulazioni!» esclamò una donna, passando accanto a loro mentre reggeva diversi pacchi di pasta tra le mani. «Buona serata!»
«Grazie.» ripeté imbarazzato il ragazzo, mentre tentava di scollare la mano dalla spalla dell’altro. «È… molto gentile da parte vostra.»
L’altro ragazzo, che sembrava stringere le braccia intorno alla sua schiena, indietreggiò a sua volta.
«Potremmo trovare un luogo appartato in cui risolvere questa faccenda, per favore?» chiese innervosito.
«Ecco, ottima idea…» il ragazzo biondo fece una pausa, osservando l’altro negli occhi. «Ti chiami…»
«Camus.»
«Milo.»
«Congratulazioni!»
Un altro strascico di applausi fece ripiombare la corsia 4 in un clima di festa. La situazione – osservò Milo – sarebbe stata alquanto divertente, se non fosse stato lui il protagonista. Insomma: trenta persone ferme davanti lo scaffale delle erbe aromatiche erano già un motivo di ilarità, soprattutto se intente ad applaudire e congratularsi felicemente.
Era sempre esilarante vedere incontrare due anime gemelle: quei risolini imbarazzati, quei mezzi sorrisi con le guance rosse, quei movimenti impacciati avevano sempre suscitato in Milo un che di tenerezza e – soprattutto – di divertimento assicurato.
Già.
Certo non immaginava di trovare la propria anima gemella in un luogo tanto affollato, a quell’ora, quel giorno, e di essere ora avvinghiato come una calamita a un attraente sconosciuto di nome Camus.
«Perché non ci stacchiamo?!» chiese proprio allora Camus, quasi sbigottito. «Sono almeno dieci minuti che…»
«In questo caso serve un bacio!» rise un commesso del supermercato tra la folla, e ancora una volta gli astanti iniziarono ad applaudire per la situazione.
Sebbene ricorrente argomento di studio a scuola, Milo non aveva mai capito “metafisicamente” perché mai due anime gemelle, al loro primo incontro, fossero destinate a essere letteralmente attratte l’una all’altra. Come due poli opposti di un magnete. Come lui, in quel preciso istante, e Camus, nella corsia 4 del supermercato.
E perché mai solo un bacio avrebbe potuto separarli, se quell’attrazione non fosse scemata nel giro di qualche minuto?
«Prego, da questa parte.» lo stesso commesso che aveva parlato indicò un’altra corsia. «Se andate dritto, c’è l'anticamera del magazzino. Se volete risolvere in privato…»
«Grazie!» disse solo Camus, avanzando in quella direzione. Milo si sentì trascinato e assecondò i movimenti, ma Camus si bloccò di colpo dopo pochi passi.
«Surt, puoi darmi un secondo?» domandò a bassa voce, rivolto a un ragazzo tra la folla.
Milo fissò l’interpellato senza malizia, ma non poteva negare di essere divertito, adesso. Quel Surt reggeva due cartoni di pizza surgelata e della birra e osservava la scena con gli occhi sbarrati. Definirlo sconvolto era un eufemismo.
Quando sentì Camus muoversi, Milo assecondò ancora i suoi passi e si fece guidare fino all’anticamera menzionata dal commesso. Finalmente soli, almeno all’apparenza. Era prevedibile che la folla della corsia 4 si fosse appostata fuori dalla porta per attendere l’uscita dei novelli… sposi?
Al pensiero Milo ridacchiò.
«Cosa c’è da ridere?» soffiò Camus, tentando di alzare le braccia. Il movimento causò solo maggior attrito tra i due corpi e fece sbilanciare Milo, che barcollò e sbilanciò a sua volta Camus. Sbatterono contro il muro.
Fu in quel momento che Milo si rese conto di quanto quel contatto fosse intimo. Camus era alto più o meno quanto lui, e forse per quel motivo la folla sembrava così interessata. I loro volti inevitabilmente si sfioravano, le braccia avevano avviluppato l’altro perfettamente, e ogni parte del corpo aveva aderito alla corrispettiva senza problemi. Milo ridacchiò ancora, per l’imbarazzo.
«Credo di averti rovinato la serata.» riuscì a dire, cercando di dissipare quei pensieri. «Quello era il tuo… fidanzato?»
Camus gli gettò un’occhiata torva. «Siamo amici da tempo, ma questo era il nostro primo appuntamento da… da…»
«Da fidanzati?» lo stuzzicò Milo. «Non sarai uno di quelli che tenta di provare che questa attrazione sia casuale?»
L’altro corrugò la fronte. Passato l’imbarazzo iniziale, Milo si soffermò a guardarlo meglio in volto, anziché evitarlo. Camus aveva i capelli rossi e le lentiggini e di certo non sarebbe passato inosservato tra folla, e Milo ammise a se stesso che gli avrebbe gettato un’occhiata anche se nella corsia 4 non fosse esplosa l’attrazione.
Anche quel Surt aveva le lentiggini e i capelli rossi, tuttavia.
«Il simile cerca il simile?» disse per provocarlo. «Non è una questione fis-»
Camus lo interruppe, quasi fremendo – e Milo poteva sentire benissimo ogni minimo sussulto del suo corpo.
«Siamo stati noi a romanticizzare questo fenomeno.» affermò Camus convinto. «Una variante dell’effetto Forer, del bias di conferma. Siamo così certi che la persona che si attacchi a noi sia la nostra anima gemella, che finiamo per crederci e innamorarci.»
«Ti ricordi di quella coppia di scienziati anti-attrazione in luna di miele in Australia? Lei è uscita dall’aeroporto e si è appicciata al tassista che avrebbe dovuto portarla in hotel.»
«Non prova nulla.»
«Ora si è sposata con lui e hanno due figli.»
«Ha finito per crederci anche lei.»
«No, questo succede perché si era sposata con un’altra persona!» sentenziò Milo solennemente, socchiudendo gli occhi. «Ah, ma questo non è un tuo problema. Non più diciamo.»
Camus sgranò gli occhi e si mosse, ma Milo riuscì a contrastare la spinta facilmente.
«Surt era un tentativo.» soffiò Camus. Milo immaginò che se non fossero stati attaccati, la sua novella anima gemella lo avrebbe probabilmente spinto non solo lontano da sé, ma anche giù da un palazzo, da un grattacielo.
«Hai fatto molti tentativi?»
«Tu preferisci tentare la fortuna?»
Milo alzò le sopracciglia. Quel Camus era davvero un tipo tosto… e non gli dispiaceva per nulla.
«Mia madre mi ha mandato a comprare le verdure per la zuppa e ha funzionato.» rispose con il tono più calmo che riuscì ad assumere. «E ho anche bloccato te dal compiere un errore.»
Per tutta risposta, Camus distese la fronte e serrò le labbra, assumendo un’espressione serissima.
Quell’improvviso silenzio portò Milo a fissarlo dritto negli occhi. Si domandò quali fossero i pensieri di quel bizzarro ragazzo. Negare l’attrazione? Negarsi all’anima gemella? Milo si indispettì. C’era una sola persona adatta a lui su quella terra e non l’avrebbe certo lasciata andare così facilmente.
Dagli occhi nocciola, Milo prese a osservare le lentiggini sulle guance dell’altro, e poi le sue labbra. Avevano una bella forma, e poi, non s’erano ancora staccati l’uno dall’altro: non c’era nient’altro da fare che baciarsi.
Aveva atteso quel momento tutta la vita e adesso si sentiva emozionato come non mai. Era quasi come un dovere, un’obbligazione che aveva assunto non appena nato. A volte aveva pensato che la sua anima gemella fosse morta e che sarebbe morto in solitudine. A volte invece immaginava di esserne privo – era possibile, ma non faceva per lui.
Di certo si era preparato abbastanza, ma notò presto che lo stesso non valeva per Camus. Non solo tentava impercettibilmente di staccarsi, forse arrivato al limite della sopportazione per quel contatto, ma era anche visibilmente arrossito.
Milo studiò le labbra di quello, ancora, e un attimo dopo avvicinò le proprie.
Fu un momento in cui la mente cessò di funzionare e lasciò agire solo il corpo. Non seppe dire quanto il bacio fosse durato, sentì solo di essere nel posto giusto al momento giusto, con un perfetto sconosciuto tutto da scoprire – e dannazione, voleva sapere ogni cosa su di lui il prima possibile.
Sentì anche le braccia di Camus perdere attrazione progressivamente, ma senza staccarsi dalla sua schiena. Anzi, gli parve quasi di sentirle stringersi a lui per non far finire quel bacio.
Eppure terminò, all’improvviso. Milo aprì gli occhi.
«Ah.» fu il primo, e unico, commento di uno scombussolato Camus, a occhi sgranati e mani adesso sperdute davanti al busto.
Milo non lasciò sfuggirsi l’occasione. Con un tipo del genere, non c’era tempo da perdere.
«Vuoi cenare da me stasera?» chiese a bruciapelo.
Camus rimase a fissarlo in silenzio.
«Tanto i tuoi programmi sono saltati.» insistette.
E Camus riprese il suo piglio indifferente.
«Questo è libero arbitrio, no?» osservò Milo, alzando le spalle.
Camus sospirò, sistemandosi i capelli e passandosi una mano sul viso. Sembrava aver visto un fantasma.
«Sì, lo è.» ammise. Poi alzò gli occhi. «Va bene, mi piacerebbe conoscerti. A prescindere da quello che è appena successo.»
Milo trasalì emozionato. «Galeotta fu la zuppa di mia madre?»
«Il destino vuole che l’assaggi, evidentemente.» sospirò Camus, mentre Milo apriva la porta della stanza, e la folla riprendeva ad applaudire.
 
Note finali: volevo lasciarli appiccicati per sempre o farli fondere in Dravite.
http://unicagem.tumblr.com/post/133029424013/milo-ok-so-where-did-we-resurrect-this-time Ma immagino che questo non sia lo scopo del prompt. Si ringrazia Surtrtrtrtrtrtr per la sua inutile collaborazione! :) 
  
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