Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: vero94    01/03/2009    4 recensioni
Il risultato di una collisione tra due realtà opposte, tutta via con punti fondamentali comuni.Vediamo da un vertice una lodevole maturità, un orgoglio ed una forza d'animo ammirevoli;dall'altro il materialismo estremo, l'orgoglio, le apparenze, fattori che indican un'elevata fraglità nel frangente motivo.Un racconto di vita comune, nel uale si sfidano due forti personalità che si scontreranno inarrstabili fino ad arrecarsi ferite a vicenda, la cui cura è racchiusa nell'innegabile sentimento dell'amore. " e proprio ciò che dovrebbe farci riflettere, sono questi continui fallimenti di ogni splendida utopia."
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Note:

nuova ff... se cercate una storia veloce, dove i fatti accadono in rapida sequenza non fa per voi. Inizialmente penso che punterò molto sul lato descrittivo, per permettere al lettore di immedesimarsi completamente nei personaggi, al quale mi sto particolarmente affezionando *-* .

Un punto fondamentale è che Bill e Tom, come potrete facilmente intuire, non sono parenti di sangue, anzi, a dirla tutta sono perfetti sconosciuti.

Scusate per la premessa forse eccessivamente lunga, accetto consigli di qualsiasi tipo...detto ciò, buona lettura.


Prologo


-back-




Sfogliò sovrapensiero la rivista posta sul tavolino che lo fronteggiava, lasciando il corpo oscillare al ritmo del tintinnio prodotto dal carrello delle cibarie in arrivo, servizio offerto dalla compagnia di treni “eurostar”.

La signorina che distribuiva il rinfresco gli si avvicinò garbatamente,

distogliendolo dalle riflessioni in cui era immerso ormai da qualche ora.

Gli porse un' aranciata in un bicchierino di plastica con il quale giocherellò

distrattamente non appena terminata la bevanda.

Il paesaggio all'esterno del piccolo oblò scorreva rapido,

permettendo ai bordi che delimitavano gli elementi che ne facevano parte

di susseguirsi in un gioco di linee e contorni che lottavano contorcendosi tra loro in un conflitto ad alta velocità.

La signora grassa e ticcia, dai capelli unti e radi e le rughe marcate, che sedeva alla sua destra, indossava un paio di scarpe sfatte. L'abbigliamento era povero di chincaglierie e particolari, l'accostamento di colori a dir poco riprovevole di certo non aiutava a migliorare

lo stato di presentazione scialbo.

Sorrise lievemente tra se e se, stupendosi di quanto il ricordo fosse

ancora così influente sulla sua vita, tanto da condizionarne involontariamente

non solo i gesti ma anche i pensieri.

Non avrebbe mai sopportato la presenza malconcia di quella donna. Se fosse stato lì, avrebbe strepitato fino a farle levare le tende.

Una fitta di dolore gli attraversò il petto.

Erano passati quattro anni.

Ma a volte il tempo non fa sparire le ferite, le disinfetta, le benda, ma non le annulla.

Si era ripromesso più e più volte di non far marcia indietro,

ma nonostante l'inoppugnabile fermezza del suo carattere,

in quel preciso istante si trovava

su quel dannato treno che lo avrebbe ricondotto nel passato che tanto tentava

di nascondere nei propri ricordi, che si riperquoteva ad ogni occasione sul presente, lasciandogli in dono ad ogni suo ritorno un doloroso bruciore alla gola.

Come uno studentello innamorato non aveva resistito alla chiamata disperata

effettuata da Melany solo un giorno prima.

ha bisogno di te...”

aveva singhiozzato la mora, implorandolo di salire sul primo treno destinazione Berlino per aiutarla a districarsi da quella asfissiante situazione.

Era bastata una telefonata per dare il via al crollo delle sicurezze che il ragazzo si era creato in quei quattro anni, sicurezze fondate su basi traballanti e principi campati in aria.

Perchè si sa, il presupposto per affrontare al meglio il futuro, è riuscire ad accettare ed elaborare il passato.


Si apprestò a scendere, facendo scorrere sul corridoio di moquet rossa del treno il bagaglio a mano, che aveva imbottito in fretta e furia prima di partire alla volta di ciò che avrebbe costituito sicuramente la prima novità in quattro anni di apatia.

Il gelo pungente di Berlino sferzò il suo viso,

insinuandosi fin sotto la cute del cranio protetta dai numerosi rasta raccolti in una sobria coda all'altezza della nuca. Si leccò il pearcing al labbro, scrutando con attenzione le persone nelle circostanze, tentando di intravedere Melany.

Una chioma castano-scuro balenò tra la rada folla, incorniciante un viso dai contorni

leggeri e fini, di una bellezza particolare, tipica delle ragazze del nord.

Gli si avvicinò trafelata, gettandoglisi d'impulso tra le braccia.

oh Tom,credevo mi avessi dato buca”

mormorò staccandosi dal giovane ed unendo dopo tanti anni di silenzio

nuovamente quegli sguardi.

Le efelidi spruzzate lievemente sul volto arrossato

le donavano un'aria vagamente puerile.

Non era cambiata poi così tanto, ad eccezione fatta per la cortina di tristezza che offuscava le iridi smeraldine, e l'espressione sciupata di chi non dorme

da molti giorni.

come sta?”

domandò Tom mostrandosi piatto.

Melany rispose con un'alzata di spalle, abbassando lo sguardo e storcendo le labbra in un'increspatura che non promettava niente di buono.

ti ringrazio di essere venuto, spero aiuti a migliorare la sua situazione...”

aggiunse timidamente.

l'ho fatto per dovere,non intendo temporeggiare molto a lungo.”

pontificò acido, irrigidendo la postura sotto lo sguardo incredulo e rassegnato di lei che con un gesto indicò l'uscita della stazione.


*

per la miseria! È possibile ottenere un po' di attenzione ??”

ululò stizzito un giovane inchiodato su un asettico letto d'ospedale, battendo i pugni e scalciando.

sarà almeno da cinque minuti che ho richiesto esplicitamente un colloquio con un medico!”

si infervorò contro una malcapitata infermiera, inveendo e rovesciando un'intera scodella di cibo.

Dujna! Vieni immediatamente qui!”

una donna secca e con l'aspetto stressato si avvicinò con passo strisciato, rivolgendo al giovane rosso in viso un'occhiata esacerba.

hai fissato definitivamente il defilè ?”

la signora storse il naso, pronta ad incassare una memorabile lavata di testa da quel giovane viziato di venti anni in meno

no signor Kaulitz,le sue condizioni sono incerte, troppo per confermare un appuntamento così importante”

il moro roteò gli occhi al cielo,pronto a ripetere infantilmente la solita frase “io non sono malato” e ad ingiuriare contro qualsiasi cosa gli capitasse a tiro fino a far giungere un'emicrania a tutti i presenti.

Ma il suo sguardo fu attirato al di fuori delle persiane della stanza, che lasciarono intravedere una Melany accaldata accompagnata da un

ospite inatteso e non per questo indesiderato.

Un'inconfondibile groppo gli ostruì la gola arsa, accompagnato da un macigno che crudele gli schiacciò la coscienza.

Non aveva dimenticato nemmeno vagamente...lui...il ritorno del suo passato.



*


note: ecco a voi il prologo, al più presto posterò, vale a dire tra due o tre giorni.



  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: vero94