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Autore: onlymetara    28/11/2015    0 recensioni
Greta ha solo 20 anni, ma ha viaggiato molto nella sua breve vita. E' nata a casa, in un paesino tra le montagne, e già da piccola sognava di vivere la vita al massimo, esplorando ogni continente. I suoi genitori avevano una grande quantità di soldi, che le promettevano spesso quando chiedeva di andare da qualche parte nel mondo.
E' una ragazza con abitudini diverse da quelle dei ragazzi della sua età; non è mai andata in giro nei locali, ha sempre preferito stare a casa a guardare film; tranne una volta, quella volta che Nico, il suo migliore amico, l'aveva trascinata a una festa piena di quindicenni che facevano finta di essere ubriachi e persone che si drogavano: per questo odia le feste, le sembrano una cosa finta.
Greta ha la pelle bianca quasi come un morto ed è piena di lentiggini sul viso. Ha i capelli rossi naturali, ma spesso li tinge più rossi di quello che già sono.
Arriverà un momento in cui avrà nostalgia di casa, beh, di casa non proprio; più probabilmente di Nico e di quella stupida festa. Dei suoi vecchi amici e delle stradine di quel paesino. e avrà bisogno di tornare indietro.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Finalmente si sedette sul divano della casa che aveva affittato da pochi giorni. Aveva salutato pochi minuti prima la proprietaria della casa e aveva deciso che quella sarebbe stata una giornata di riposo, tranne per il fatto che doveva cercare una macchina da comprare, andare a fare la spesa e infine cercare di scoprire un po' la nuova città: non poteva vivere in un posto di cui non conosceva l'ambiente, le persone e le piccole stradine. Quindi contò fino a tre e si alzò, andò in bagno e davanti allo specchio si sistemò, fece qualche smorfia com'era solita fare e uscì da casa dopo aver preso la borsa e le chiavi. Camminava a vuoto, facendo finta di conoscere la città come il palmo della sua mano, inoltrandosi per i vicoli ed entrando nei negozi sicura di se stessa; finchè si stancò e chiese a una signora anziana dov'era il supermercato più vicino in zona, lei le rispose con un gran sorriso in faccia e Greta si avviò verso la direzione indicatale. Quando uscì dal supermercato aveva solo due buste della spesa da portare a casa a piedi. Il problema stava nel ritrovare la strada di casa: era nei guai. Guardò nella borsa in cerca di qualcosa che non sapeva neppure lei cosa fosse, finchè.. -ahia, potresti guardare dove metti i piedi.- una voce roca proveniva da davanti a lei. Guardò in alto e si spaventò. -N...Nico?- il ragazzo la guardò in faccia e si grattò la testa -Emh.. no. Sono Gabriele.. se proprio volevi tirare a indovinare il mio nome.- Greta lo guardò confusa. Era proprio uguale a Nico: i capelli scuri, gli occhi più scuri dei capelli e un gran fisico. Ebbe un dejavù, si ricordò di quella volta in cui i suoi amici le avevano organizzato una fetsa a sorpresa e, una volta tolta la benda, si trovò davanti il suo grande e ammirato amico, con il suo solito sorriso splendente. -Uh... Emh.. scusa, Gabriele, non volevo scontrarmi con te- gli sorrise la ragazza, cercando di scusarsi -Tranquilla, sei perdonata- disse in tono ironico, ridendo -allora.. emh, ci si vede! ciao!-. Greta lasciò andare il ragazzo, ma dopo qualche secondo si rese conto che ancora non sapeva la via di casa. -Aspetta, Gabriele!- Il ragazzo si girò, si potrebbe dire sorpreso. -Sì?- -Posso chiederti un favore o vai di fretta?-. Gabriele accompagnò a casa la ragazza, le aveva gentilmente portato le buste della spesa fino a lì, lei aveva insistito per non farglielo fare, ma alla fine aveva dovuto lasciar perdere. Si fermarono davanti alla porta, entrambi in imbarazzo. Ci fu silenzio per qualche secondo, poi lui parlò. -Emh.. beh, allora.. ci.. ci vediamo?- -Sì.. certo, grazie di tutto.- -Umh, okay, ciao!- disse sorridente, si fermò un secondo a guardare Greta, gli sembrava stupenda, con quella cascata di capelli che cadevano perfettamente sulle sue spalle senza che lei li avesse sistemati neanche una volta da quando si erano incontrati. Decise di fare un passo aventi. -Senti.. emh, non so neanche il tuo nome, ma- -Greta, mi chiamo Greta- Lo interruppe con un sorriso triste in faccia. Si rese conto di essere stata abbastanza sgarbata, ma non poteva farci niente: quel ragazzo le ricordava troppo Nicola. -Volevo..- continuò il discorso, coraggiosamente -sabato c'è una fetsa a casa di un mio amico, ti andrebbe di venire..?- Lei arrossì, gli rispose male nuovamente, prese le buste e, proprio davanti a lui, chiuse la porta prima di cominciare a piangere appoggiata ad essa.
   
 
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