Spostava lo sguardo dal suo libro alla finestra.
Il silenzio era rotto solamente dalle piccole goccie di pioggia che battevano violentemente contro il vetro della finestra alla sua destra.
A Samantha piacevano le giornate di pioggia, le piaceva stare in casa al caldo nel suo letto, a leggere un bel libro.
Era una ragazza molto particolare, diversa dalle altre: se alle altre ragazze piacevano le gonne lei rimaneva fedele ai suoi jeans; tutte le sue compagne si preoccupavano del trucco o dei capelli, lei preferiva restare al naturale e tenere i capelli in una comoda coda di cavallo; se le altre ragazze leggevano le Fanfiction su Wattpad o EFP lei preferiva i libri cartacei.
Era particolarmente differenziata dalle altre sue coetanee soprattutto esteticamente: aveva la pelle olivastra, capelli castani e gli occhi diversamente colorati, ovvero uno di un azzurro freddo e agghiacciante e l'altro di un caldo color caramello.
I suoi occhi continuavano a vagare tra il libro e la finestra, non riusciva a leggere, era troppo entusiasta, non poteva crederci.
Era il suo quarto anno di liceo scientifico e pochi giorni prima i suoi genitori e il preside le avevano felicemente annunciato che avrebbe trascorso i suoi ultimi due anni in una prestigiosa scuola a Oxford.
Chiuse il libro e lo poggiò sulla scrivania, si alzò dal comodo letto e andò in cucina dove la madre stava cucinando accennando una canzone a Samantha molto familiare.
"Oh Sam!Non ti avevo vista, ho fatto un po' di pasta asciutta ok?"
"Certo, sai che mangio di tutto ma'"
Era vero mangiava di tutto e tanto, ma nonostante ciò aveva un bel corpo non troppo magro e formoso.
"Comunque esco, vado un attimo da Soph"
"Copriti per bene, e prendi un ombrello: fa freddo"
"Si si, ok"
"E vedi di tornare prima delle sette"
"Va bene ma';ci vediamo più tardi" rispose ridacchiando Sam dando un bacio alla madre e prendendo il cappotto.
Appena uscita un'ondata d'aria gelida la sfiorò facendola rabbrividire.
Alzò lo sguardo e vide il cielo bianco di Milano, non era assolutamente insolito per questa città a settembre.
Iniziò a correre verso l'appartamento di Sophie e arrivata davanti al portone citofonò a cognome Cappellini.
"Chi è?" chiese la familiare voce della sua migliore amica.
"Dai Soph apri, sto gelando" allora si senti un forte ronzio, e con forza Sam afferrò il maniglione e aprì la grande porta di vetro.
Salì velocemente le scale fino al secondo piano e notò subito l'appartamento a destra con la porta aperto, allora entrò.
"Maledetto ascensore guasto" imprecò con il fiatone Sam andando ad abbracciare Sophie che nel frattempo ridacchiava.
"Ciao Sam" disse calorosamente la madre di Sophie.
"Salve Elena" rispose cordialmente la ragazza sciogliendo l'abbraccio.
"Andiamo su!" 
"Ok" e così dicendo andarono in camera di Sophie salendo, per sfortuna di Sam, nuovamente una rampa di scale.
"OK Sam, preparati, tu settimana prossima partirai per Oxford ve'?"Samantha annuì  "Be' il preside Santoni ha deciso di mandare anche me a Londra, insomma, ha detto che ha scelto noi due per lo scambio culturale perchè siamo  le alunne più brave in inglese quindi gli pareva giusto mandarci, anche a me sembra giusto a te no?Inoltre parliamo di Oxford miseriaccia, è un sogno, non ci posso credere, ne ho sempre sentito parlare ma non avrei mai potuto credere di andarci a vivere per be due anni porchacchia..."
"Oh madonna, respira Soph" rispose esasperata Sam capendo solo la metà di ciò che aveva detto la sua amica per la troppa velocità.
Ma Sophie aveva ragione, era un sogno diventato realtà.