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Autore: veronika95    29/11/2015    5 recensioni
[Destiel]
Ci sono battaglie che nemmeno Dean Winchester può vincere, quella con l'Amore è senz'altro una di queste. E chi meglio dell'Amore stesso può raccontare la sua più grande battaglia.
"Ricordo ancora la prima volta che ti vidi. Era notte fonda, non sapevo nemmeno io il motivo per cui mi trovavo in quel vecchio fienile abbandonato. Poi l’angelo dagli occhi blu ti lesse dentro, senza farlo veramente, lasciando sia me che te con un’espressione sbigottita. In quell’istante capii, a te, invece, servì un’infinità di tempo in più, Santo cielo, ancora oggi, a volte, ti chiedi come sia possibile. Ma non diffidare di me, Dean, so aspettare, la pazienza è la mia virtù. "
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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note: Salve a tutti gente. Mentre sto plottando la prossima long, sono tornata con questa breve shot, su cui ho i miei dubbi. Diciamo che ho voluto fare un esperimento con un nuovo pov, quindi se mi fate sapere che ne pensate, siete sempre i benvenuti. Vi lascio alla lettura. Enjoy!
P.S. Come al solito trovate il link alla canzone sul titolo


 
We let the waters rise
We drifted to survive
I needed you to stay
But I let you drift you away
My love where are you
Whenever you're ready
Can we surrender
I surrender
No one will win this time
I just want you back
I'm running to your side
Flying my white flag
My white flag
My love where are you
Natalie Taylor - Surrender




 
Sono solo un vecchio cantastorie, dici. Qualcuno di cui diffidare, un impostore, un sicofante.

C’è chi mi chiama Eros, altri Amore, tu, tu preferisci non chiamarmi, mi ignori, mi lasci nell’angolo. Hai chiuso, con porte blindate, ogni entrata nella tua vita, per non lasciarmi entrare.

Lo ammetto, Dean, sei assolutamente una delle battaglie più avvincenti di tutta la mia carriera.

Sono stato tante cose, Dean. Sono diventato follia, schierandomi al fianco d’Achille, in battaglia, pazzo per la morte di Patroclo; ero la tragedia che scendeva goccia a goccia nella gola di Romeo. E così con un bacio io muoio. Sanguino ancora per quella frase; sono stato il pugnale che ha strappato a questo mondo la stessa Giulietta. Sono stato rosso, molte volte, infinite volte, quando gli amanti mi tingevano di passione.

Con te, invece, Winchester, non so mai cosa devo essere.

Ricordo ancora la prima volta che ti vidi. Era notte fonda, non sapevo nemmeno io il motivo per cui mi trovavo in quel vecchio fienile abbandonato. Poi l’angelo dagli occhi blu ti lesse dentro, senza farlo veramente, lasciando sia me che te con un’espressione sbigottita. In quell’istante capii, a te, invece, servì un’infinità di tempo in più, Santo cielo, ancora oggi, a volte, ti chiedi come sia possibile. Ma non diffidare di me, Dean, so aspettare, la pazienza è la mia virtù.

Tu non pensi di meritare di essere salvato.

Nella maggior parte dei casi, Castiel rimane un mistero per te. Hai rinunciato tempo fa a capirlo, a capire cosa c’è tra voi, cosa sia davvero questo legame profondo che vi lega. E mentre io spingevo per darti una risposta, tu chiudevi altre porte, allontanandomi, infondo, è una cosa che ti riesce così bene proprio con tutti, perché dovrei essere io l’eccezione?

Ma sono tenace, Dean, non mi spaventano le spine che avvolgono il tuo cuore da cacciatore.


Ti innamorasti di lui ancora prima che si ribellasse alla sua famiglia. Prima di sapere che avrebbe sempre scelto te, non importa cosa offrissero gli altri. C’era qualcosa in quel suo fare da soldato modello, in quel tono di voce imperioso e intimidatorio, qualcosa tra le note della sua voce così bassa e calma che ti scuoteva il petto, che ti spaventava e ti attraeva al tempo stesso. O forse la sua espressione perplessa, il modo in cui inclinava la testa quando i dubbi lo attanagliavano.

Hai capito che era diverso, per la prima volta, seduti su quella panchina. Il sole si infrangeva sul suo viso con giochi di luce particolari. Bello. Oh sì, era bello davvero, ricordo fu quella la volta in cui ti sembrò un po’ più simile agli angeli di cui ti raccontava la tua mamma, e un po’ meno a quelli giustizieri dell’apocalisse. Era così pieno di domande e tu eri così vuoto di risposte, che non ho potuto fare a meno di affezionarmi a voi, di prendere a cuore la vostra causa. Poco male se il resto del mondo avrebbe sentito la mia mancanza, eravate così testardi, e nel momento in cui lui scomparve con un frullio d’ali e tu rimasi per un po’ a fissare il nulla oltre il suo vuoto, seppi che avrei impiegato anima e corpo per voi due.


Io, io che sono in parte anche chimica ed ormoni, non ho mai saputo spiegare con precisione cosa si era creato tra di voi, in quei pochi incontri fugaci. Ma non riuscivo ad allontanarmi; più mi mandavi via, più ti infastidivi per quei sentimenti che facevo nascere in te, più io trovavo il gioco divertente.

Castiel è stato l’angelo che ti ha salvato dalla perdizione, l’angelo che all’inferno ti ha stretto così forte per salvarti, da marchiare a fuoco la tua pelle. C’è una parte di lui dentro te, e per quanto tu sia bravo a nasconderla, non mi credere così debole, Dean, io riesco ancora a vederla.

Il fatto che te ne innamorasti non facilitò di certo le cose. I primi tempi nemmeno te ne rendesti conto, e certo, non sono qui per colpevolizzarti, avevi pur sempre un’apocalisse da sventare ed eri così preoccupato per Sammy, Dio, non credermi nemico, Dean, ho sofferto anche io insieme a te.

La realizzazione arrivò più tardi, quando, mentre rischiavate entrambi la vita, c’era ancora tempo per una risata. L’aria ti usciva così forte dai polmoni che quasi sembrava ti andasse a fuoco il petto, mentre ti piegavi sulle ginocchia e ti appoggiavi alla sua spalla per reggerti in piedi.
Ammettilo, Dean, con me puoi essere sincero, non c’è alcun bisogno di fingere, insieme alla gioia, quella notte, sono usciti anche sospiri di sollievo, volevi renderlo felice, sì, ma il pensiero che non lo fosse tra le tue braccia poteva distruggerti. Sei così duro con te stesso, non lo ammetteresti mai. Non faresti mai nulla per rendere il mio compito più leggero. Non ti preoccupare, non mollo, sono più tenace di quanto mi reputi.


La persona più sgradevole del mondo, ti fece rendere conto di quanto davvero abbiate sempre tenuto l’uno all’altro.
Devo essere sincero, me ne rammarico di non essere stato io a farti aprire gli occhi almeno su quell’aspetto, ma, d’altronde, ho le mie scusanti, non sono nient’altro che l’Amore e farti fare viaggi nel tempo non è di certo di mia competenza.

Castiel era lì, nel futuro, sempre fedele, devoto come il più fidato dei soldati. Ma non era più il tuo angelo, ne erano rimasti solo i contorni della brutta copia in cui l’avevi trasformato. Un altro te, un altro Cas.

Non cambiare mai.

Una promessa difficile da mantenere, non sai nemmeno chi è stato il primo ad infrangerla.

Le cose, poi, procedettero in fretta, se ti guardi indietro non ne vedi che il vago ricordo, sfuocato, come il mondo attorno a te quella sera, in quel vicolo scuro, dove Castiel ti ha riempito di botte. Le cicatrici fanno ancora male, quando sotterri dalla mente la memoria di quegli istanti, ma proprio non vuoi toglierti dalla testa che, no, non te le sei meritate. Ormai è solo un tempo lontano, Cas ancora non sapeva sarebbe potuto cadere per te in ogni modo possibile, pensava che rinfacciarti tutto ciò che lui aveva fatto per te ne valesse la pena. Ha smesso, da quella volta in poi. Non di cadere, non di dare tutto, per te, solo per te, la sua umanità.



Ti ho osservato da lontano, mentre cercavi di fuggire da te stesso, quando Sam, se ne era andato e a te non era rimasto più niente. Ci hai provato, ci hai provato così tanto a vivere una vita normale, con la famiglia dei tuoi sogni, e credimi, per quanto voglia bene anche a Castiel, a te ci sono affezionato, un rapporto d’amore e odio, mi perdonerai il gioco di parole, ho cercato veramente di reggere il passo, di provare a seguirti. Ma non riuscivo a battere lì. Scusami Dean. Vedevo il luccichio dei tuoi occhi che si specchiavano in quelli di Lisa, ma soffocavo. Dio, lo giuro, avrei solo voluto che qualcuno mettesse fine a quell’agonia. Me ne volevo andare, ma ho cercato di restarti accanto fino a quando le circostanze lo hanno permesso.

Di tutto quel periodo solo una volta mi sono sentito vivo.
Stavi rastrellando le foglie.
Se solo l’avessi mai saputo, se solo lui avesse avuto il coraggio di dirtelo.
Non credo di esagerare, quando dico che, se solo avessi avuto occhi umani, avrei preferito cavarmeli dalle orbite. Non potevo sopportare tutta quella sofferenza, non potevo sopportare che ti sentissi tradito in quel modo, ma per quanto provassi a reagire, sapevo che il mio umile compito era quello si stare lì, tra voi, sempre tra voi due, testardi e cocciuti, col talento di costruire muri invalicabili.

Castiel è intramontabile. Ti piace pensarla così e sorridere mentre mandi giù un altro sorso amaro di birra. Dopo tutti questi anni, dopo tutte le tragedie e le morti, lui c’è ancora, un po’ accartocciato come una vecchia automobile dopo un incidente.


Tempo fa stavo per andarmene. Non ne sono fiero, Dean, ti prego di credermi. Eppure c’è stata la volta in cui mi sono arreso prima di te. Giacevo sulle sponde di quel lago, incredulo, speranzoso in un altro intervento divino. Poi lo vidi scomparire nella distesa d’acqua. Le lacrime mi scendevano senza freno, increspandosi nelle onde nere del lago.

È finita, mi dissi, e mentre dentro di me sentivo piccole schegge infrangersi, ero pronto a lasciarti andare per sempre, sapendo che senza Castiel, nemmeno io sarei più tornato. Sono fortunati quelli che hanno la possibilità di incontrami una sola volta nella loro vita, nemmeno tu potevi certo pretendere che tornassi a farmi vivo senza di lui.

E mentre voltavo la schiena, pronto per una nuova avventura, vidi che ti chinasti per raccogliere il trench. Un misero pezzo di stoffa, sì, ma era tutto ciò che bastava perché potessi rimanere ancora con te, affinché potessimo sperare insieme. Mi aggrappai lì, tra le quelle cuciture, come facesti tu nelle notte in cui il dolore non lo affogava nemmeno del buon Whiskey.

Mi hai stupito quella volta, Dean. Ho perso la testa per mesi, interrogandomi sul perché di questa lotta tra noi. Perché continui a combattermi, se sei stato proprio tu a farmi rimanere, quando anch’io avevo abbandonato ogni speranza? Che senso ha, ormai questa lotta tra noi? Perché non vuoi arrenderti? Non vogliamo, forse, entrambi la stessa cosa.


Rivederlo fu un colpo al cuore. Ebbe un certo effetto persino su di me. Non era più lui, non era più tuo, ma potevi ancora intravedere il tuo angelo sotto gli strati di Emmanuel.


E poi ci sono tutte le cose che non vuoi ricordare: la sua follia, i leviatani, lui disposto a morire insieme a te (questa è la peggiore di tutte, non è vero Dean? Questa è quella che credi di non aver mai meritato), il purgatorio, le notti buie senza di lui, lui che non vuole farsi salvare, e questa è talmente impensabile per te da credere, che hai dovuto per forza addossarti una colpa che non hai.


Mi avete fatto soffrire, sono rimasto ferito e sanguinante, assieme a te, in quella cripta; e se poi è bastata una carezza del tuo angelo per far andare via i lividi, le ferite più profonde, quelle nemmeno lui è riuscito a rimarginarle.


Ci è voluto tempo per fidarsi di nuovo, per ritrovare nei suoi occhi, in quegli occhi in cui ti piace tanto perderti, l’unica piacevole caduta, l’angelo che nel profondo di te hai sempre amato. Ma, ehi, quello è Castiel, addirittura Sam sembra saperlo meglio di te.

Ed ogni ogni volta che io provavo ad entrare, ogni volta che arrivavo stringendo nel pungo la soluzione più semplice, l’unica soluzione, tu sbattevi la portiera di Baby ed alzavi la radio in modo che le note dei Led Zeppelin potessero coprire la mia, già debole, voce.


Complimenti Dean, è stata davvero una grande battaglia, quella tra noi. Ti ho creduto vincitore, non molto tempo fa, pur sapendo che quello non eri veramente tu, pensavo mi avresti inchiodato al pavimento del bunker, sancendo la mia fine e quella dell’unica cosa bella che ti sia mai capitata in questa vita.

È stato quando sei tornato davvero in te, che ho capito che qualcosa sarebbe per sempre cambiato. Sembravi più remissivo, meno suscettibile alla lotta. Sembravi arreso. E quando ti sei specchiato nei suoi occhi, finalmente liberi da ogni incantesimo, la tua resa è stata definitiva. Ci ho messo così tanto impegno con te, Dean, che quasi mi commuovo.



Questa notte sei entrato nella sua stanza, cercando di non fare rumore pur sapendo che l’avresti trovato, comunque, sveglio.
Stava guardando Jessica Jones, a quanto pare questa cosa di Netflix non è ancora giunta ad una fine, e i tuoi occhi hanno roteato senza che nemmeno l’avessi deciso.

Sono così pieno di speranza Dean.

L’hai fatto spostare più in là, in modo che nel letto rimasse un po’ di posto anche per te. I vostri gomiti si toccano, mentre gli chiedi a voce bassa e con un sorriso a metà di che cosa parla la serie. E pensare che una volta eri tu quello ferrato sulla cultura popolare.

Te l’avevo detto, è bello lasciarsi andare a me, è bello stargli vicino senza più paure, spogliato del tuo orgoglio.

Il corpo di Cas è piacevolmente caldo, nemmeno ti accorgi che ora i vostri corpi si toccano dalla caviglia alla spalla, uno attaccato all’altro. Semplicemente è naturale, e ti sei accorto di come la vicinanza con lui ti riesce meglio di ogni altra cosa solo quando hai smesso di combattermi.

Com’era quella frase? Ah sì.

Era tutto per salvare un umano. Per salvare Dean Winchester.

Oh, è la mia preferita. Del resto, cosa posso dirti, mi hanno fatto diventare tutto poesie scarlatte e frasi da cioccolatini, se avessi dovuto lottare con tutti come ho fatto con te, a quest’ora sarei totalmente diverso. Cinico, freddo.

Ma non parliamo di questo, ora. Non è più il momento. Infondo sono qui per contemplare la mia vittoria, per vedere la tua resa, per rendermi conto, con i miei stessi occhi, che nemmeno Dean Winchester può vincere tutte le battaglie.


Caro Dean, non ho più niente da dirti, ormai, mentre Cas posa la testa sulla tua spalla, e se possibile il tuo sorriso diventa ancora più luminoso.

È stato bello, così bello che ho voluto ricordare per sempre la battaglia che sei stato.

Sono solo un vecchio cantastorie, dici. E, dannazione, non potresti avere più ragione di così. Sono solo un vecchio cantastorie, oramai sono così in pochi a credere in me. Non avrei mai pensato che, fra tutti, proprio tu diventassi uno dei nuovi adepti.

Eppure questo è il mio compito: raccontare a tutti la sfida più difficile che abbia mai dovuto affrontare.

Ti lascio con una stretta di mano, Dean Winchester, ed i miei più cari auguri, ora sta a voi aggiustarvi un pochino per poter combaciare.

E non importa quante altre volte me lo chiederanno, non muterò la risposta. Sei stato la mia sfida più avvincente, Dean.


La più bella.
   
 
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