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Autore: erik3090    30/11/2015    0 recensioni
Questa opera è solo un piccolo sfogo che che ho scritto durante un periodo in cui mi piaceva Assassin's Creed.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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In quest'epoca i corrotti sono liberi mentre gli innocenti pagano con la vita, togliendosi la vita. Povertà, ignoranza, assuefazione da qualunque possibilità di ribellione contro la tirannia e l'oppressione. Questi sono gli ingredienti giusti per sottomettere un intero continente al proprio volere, il continente europeo. I pochi che tirano fuori il coraggio per reagire vengono soppressi sul nascere: false notizie, falsi arresti, false inchieste... tutto falso.

Sì, l'Europa è in ginocchio. Lo è sempre stata e sempre lo sarà finché le persone si sottomettono per avere privilegi e far crescere i propri figli, o perlomeno è quello che credono di fare.

Corre l'anno 2012.

Solo pochissimi gruppi di ribellione riescono a conseguire dei piccoli successi, come Anonymous attraverso la rete, oppure le classiche proteste cittadine. Ma questi gruppi non riescono a fare molto perché non hanno l'idea di sacrificio personale. Loro non fanno qualcosa per gli altri ma solo per se stessi, per avere un futuro. È giusto e legittimo ciò che fanno, ma non verranno mai ascoltati davvero, purtroppo.

C'è invece un altro gruppo di ribellione, di cui nessuno parla mai... di cui tutti hanno paura.

È il gruppo di cui faccio parte. Ne sono, mio malgrado, il capo. Io che le responsabilità le riducevo al minimo, io che ho sempre agito da solo, mi sono ritrovato a comandare un gruppo di volontari per aiutare gli innocenti: si sono uniti poco a poco a me donandomi il loro aiuto. Speravo di poter fare tutto da solo, speravo di non coinvolgere nessuno in ciò che faccio... perché ciò che faccio è male, molto male anche se cerco di limitarne le conseguenze.

Ora sono sulle tracce di un uomo trasferito da poco qui a Venezia, che uccide le sue vittime e ne prende l'identità: si immedesima nella vittima come se non potesse sopportare la sua di identità. Purtroppo questo merdoso mitomane psicopatico ha fatto fuori due dei miei compagni, due persone gentili che credevano in ciò che facevano, due miei cari amici. Purtroppo ha preso anche le loro “identità” studiando le nostre tecniche, i nostri modi di agire, e rubando le nostre armi.

Ha ucciso ventisette persone fin'ora. Non posso permettere che uccida di nuovo, peggio ancora persone innocenti.

Devo eliminarlo.

Mi sono coordinato con tutti i miei “amici” e alla fine lo abbiamo scovato ad un rave party serale a San Giuliano. La musica, o per meglio dire il rumore, era assordante e i ragazzi si erano già drogati e ubriacati al punto giusto da non capire più un cazzo. Inutile perfino provare a parlare con loro, gioventù sprecata.

Uno dei miei compagni fa il segnale. Eccolo il bastardo.

Si accorge di noi, corre come un disperato, riesce a prendere l'autobus e io subito dopo di lui. Intorno a me c'è troppa gente non posso agire. Tutto deve essere fatto nell'ombra e nella segretezza, dobbiamo essere come leggende metropolitane che nessuno sa se siano vere oppure no. È per questo che siamo temuti e adorati. Stavolta però faremo le cose in grande, lo appenderemo con un cappio al collo nudo al Palazzo Ducale con vista a piazza San Marco.

Ora devo calmarmi, fra poco dovrò agire.

Arriviamo a Piazzale Roma, ci sono molte persone, non più del solito. Mi ero addestrato a pedinare gli obbiettivi proprio in quel piazzale.

Come previsto ha cercato di confondersi tra la calca di persone, ma con me non funziona. Gli lascio un po' di guinzaglio, il tanto da fargli credere di essere al sicuro. Ponte Della Costituzione, Stazione Santa Lucia, Ponte Degli Scalzi, a Campo San Simeon Profeta cominciai a fargli sentire il fiato sul collo, alla fine a Calle Gallion dove si intrufolò sperando di nascondersi nell'oscurità, oppure di approfittare dell'occasione buona per tendermi un'imboscata.

Non è così. Io mi sento a casa nell'oscurità della notte e le imboscate con me non funzionano.

Mi arrampico su un edificio e controllo la sua posizione dall'alto, si era acquattato dietro un'impalcatura. Lo aggiro dalla parte opposta e lo sorprendo alle spalle senza farmi sentire.

Eccolo qui il famigerato serial killer di cui tutti parlano con tanto timore, un povero demente che urla imprecazioni come una vecchia suocera isterica... patetico!

Mi acquattato davanti a lui e lo guardo meglio, io posso vedere lui ma lui non può vedere me con addosso il cappuccio. Si è pisciato sotto, che schifo.

Ha osato sporcare gli indumenti del mio amico con i suoi fluidi corporei.

Gli toccai il viso unto di sudore col palmo della mano, all'inizio è timoroso poi si rilassa e si mette a ridere, il bastardo. Ti sei divertito a massacrare tutti quegli innocenti rubando loro i vestiti e l'identità, ora mi diverto io a massacrare te, essere inutile. Sorridevo anch'io, un sorriso sadico.

La lama celata che avevo legata all'avambraccio nascosta dalla manica scattò penetrando la parte inferiore molle della mandibola attraverso la bocca fino ad arrivare al cervello, tutto in un istante. Quando ho estratto la lama il sangue sgorgava a getti regolari per alcuni istanti. Lasciai che le convulsioni post-morte finissero poi asciugai la lama sui vestiti della mia vittima aspettando l'arrivo dei miei compagni.

Il giorno dopo sui giornali di tutto il mondo furono pubblicate le foto di un uomo pelato, nudo come un verme appeso alla facciata del Palazzo Ducale difronte a piazza San Marco, abbiamo anche lasciato alla polizia, senza essere compromessi, le prove certe che si trattava del brutale “omicida del rave” come era stato chiamato dai media.

Questo è il mio lavoro, fare ciò che nessuno sarebbe in grado di fare per paura, ucciderne uno per salvarne centinaia, salvare gli innocenti e punire i colpevoli... e rimanere nell'oscurità.

Mentre passeggio nelle strade deserte e oscure di Venezia libero e in pace con me stesso vi dico solo un'ultima cosa: Sono un assassino e mi piace!

  
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