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Autore: Veni Vidi Jackie    30/11/2015    0 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima persona che vedo dopo l'incidente è Angelus, ma riesco a mettere a fuoco solo il suo viso. Tutto il resto del suo corpo è come avvolto in una nebbiolina bianca, che mi impedisce di vedere chiaramente. Intravedo che Angelus mi sta parlando, ma le sue parole rimbombano nella mia testa e non le riesco a sentire. Che sta dicendo?
- Jack! -

Improvvisamente la sua voce si fa comprensibile, forse anche troppo. Mi sembra di provare dolore al solo udire una parola. Le orecchie mi vibrano ad ogni sillaba che sento.
- Jack! - insiste
- Parla più piano! - esclamo, tappandomi le orecchie.

Mi guardo intorno, cercando di allontanare quella nebbiolina fastidiosa. Mano a mano che questa svanisce capisco di essere disteso su un letto di ospedale, circondato da strani macchinari e fili che si avvolgono intorno alle mie braccia.
- Cosa...come...- balbetto, non ricordando cosa sia successo
- Scusami, Jack. Sono felice che tu ti sia svegliato, ma non ti agitare. E' tutto a posto adesso. -

Sono ancora piuttosto scosso, perché proprio non riesco a ricordare cosa mi sia successo. E' una sensazione orrenda, di impotenza.

- Hai avuto un incidente – spiega Angelus con calma – eri con due tuoi amici e una signora della motorizzazione. Tranquillo, se la caveranno tutti quanti. -

Improvvisamente ricordo tutto: Tacito, Catullo, Giulia...eravamo andati a fare la prima prova di guida. Giusto! Catullo voleva investire due persone...

Faccio per alzarmi, ma Angelus mi blocca.
- Non ci pensare neanche, tu resti qui -
- Sto benissimo, non ho bisogno di essere qua. -

Mi alzo, ma non appena tocco il pavimento mi vengono le vertigini e vomito per terra. Angelus fa una faccia disgustata e va a chiamare qualcuno, mentre io me ne ritorno sul letto. Forse aveva ragione, meglio restarmene ancora qui per un pochino.

Ne approfitto per guardare di nuovo l'ambiente che mi circonda: solo adesso scopro che accanto a me c'è un altro letto, sul quale è sdraiata una bambina. Sta dormendo e non sembra essersi accorta che ho vomitato. Meno male, non è un bello spettacolo. Accanto al mio letto ci sono due sedie: in una era seduto Angelus, l'altra è vuota.

Una donna entra nella stanza e getta lo sguardo sul pavimento, poi lo sposta su di me.
- Non ti preoccupare, caro. Adesso pulisco tutto io, tu riposati e basta. -

Mi scuso e la ringrazio, poi mi giro di fianco per schiacciare un pisolino. E' in questo momento che mi sembra di sentire la donna mormorare: “Pulisco sempre io, perché tanto io sono la schiava dell'ospedale...”
- Prego? - chiedo – Ha detto qualcosa? -

La donna, intenta a pulire con una scopa, alza gli occhi su di me.
- Oh, no, caro. Tu riposati, tranquillo. –

Scrollo le spalle e torno a riposare, facendo attenzione ad appoggiare la testa dolorante sul cuscino.
- Riposati pure, tanto la tua schiavetta mi tocca esserla sempre io...- sento di nuovo sussurrare
- Qualche problema? - domando, leggermente frustrato
- No, tesoro! Tranquillo, non è successo nulla. Capita di vomitare in queste situazioni, riposati e basta. -

La donna mi passa la mano con dolcezza sul mento, poi riprende a pulire. Convinto di essermi di nuovo sbagliato, mi giro nuovamente nell'altro verso. Ci vuole un po' prima che mi addormenti, ma poi finalmente mi lascio trasportare nelle braccia di Morfeo.

 

E' una leggera pressione sulla testa che mi fa svegliare. Sbattendo velocemente gli occhi, ancora mezzo addormentato, trovo il viso della bambina che avevo visto prima scrutarmi con i suoi bei occhi marroni. La bambina, forse sorpresa che io mi sia svegliato, si allontana da me e e torna nel suo letto.
- Ciao- la saluto
- Che hai fatto in testa? - mi domanda subito.

Mi tocco sul capo: solo ora scopro una ferita, proprio dietro la testa. Forse la bambina me la stava toccando.
- Ah...un mio amico (che è parecchio stupido) stava guidando e ha preso in pieno un albero. -

La bambina ride nel sentirmi dire che il mio amico è uno stupido, quindi ritorna vicino a me e si siede sul mio letto. Non fa che guardarmi, come per accertarsi che stia bene.
- E tu? Come mai sei qui? - le chiedo
- Ho visto un auto che stava per investire due persone sulle strisce pedonali, io mi trovavo sull'altro lato della strada ma sono stata colpita da alcune schegge...-

Con profondo terrore realizzo che si sta riferendo proprio all'incidente causato da Catullo. Quell'idiota! Ha quasi rischiato di uccidere una bambina! Non so se dirle la verità oppure no, fingendo di non saperne nulla. La bambina, nel frattempo, mi mostra una ferita sul braccio.
- Mi fa male...- dice a voce bassa – ma non voglio tornarmene a letto -
- Come mai? -
- Perché io gioco a pallavolo e tra due giorni ho un torneo importante, voglio che le mia compagne di squadra vedano che sto bene. -

Accidenti, anche io ho un torneo! E per di più nel circolo di casa! Mancano ormai cinque settimane, devo riprendermi subito. Non voglio saltarlo, è la prima occasione che ho di dimostrare a tutti che mi sto riscattando da Matilde. Voglio far vedere che io reagisco, che sono ancora vivo. Posso ancora riprendermi, lo so. La piccola iniezione di fiducia che ho avuto negli ultimi giorni non deve esaurirsi proprio adesso.
- Pensi che potrò giocare? -

Riporto l'attenzione sulla bambina, che ha un'aria abbattuta e triste. Forse teme di non poter più giocare. Mi fa tantissima dolcezza...mi ricorda la piccola Sophie.
- Oh, ma certo che ce la farai! -

  
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