Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
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Autore: bulmasanzo    30/11/2015    3 recensioni
Che fine ha fatto l'anima gemella di Skipper? Ma i pinguini non dovevano andare in viaggio di nozze? In questa storia i primi due film di Madagascar della Dreamworks e la serie dei pinguini di Madagascar della Nickelodeon sono considerati in diretta conseguenza... con tutte le incongruenze che ne derivano! La serie sarebbe dunque ambientata temporalmente a metà tra il secondo e il terzo film, come se la squadra di pinguini fosse tornata allo zoo prima di partire per Montecarlo
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kowalski, Marlene, Rico, Skipper, Soldato
Note: Nonsense, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Marlene stava ancora tranquillamente dormendo della grossa quando i pinguini fecero improvvisamente la loro irruzione dentro la sua tana, sbucando dal passaggio che c'era nel pavimento, quello che conduceva alle fogne, che solamente loro sapevano come aprire.

Non che non ci fosse ormai abituata, non era raro che arrivassero senza preavviso, ma avrebbe comunque apprezzato che per una volta si decidessero a bussare prima di entrare.

"Che succede, stavolta?” chiese, seccata per essere stata svegliata così bruscamente.
Ma i due si limitarono a guardarsi un po' in giro ispezionando tutto intorno.

"Non è niente" fece Soldato sorridendo con la sua solita gentilezza "Perdona il disturbo, Marlene, puoi tornare ai tuoi sogni d'oro, ok, baci, ciaooo!" e fecero per rituffarsi nel buco.
Vogliono prendermi in giro? Si chiese la lontra un secondo prima di richiamarli."Fermi, aspettate!" urlò afferrando una pinna di Rico per trattenerlo "Ma cosa eravate venuti a fare qua?“

Lui farfugliò qualcosa, ma tutto quello che lei riuscì a capire furono i nomi di Kowalski e di Skipper, detti in un tono concitato e affannato.
"Li stiamo cercando, ma non c'è da preoccuparsi, si sono... semplicemente dimenticati di dirci dove andavano" spiegò Soldato, era chiaro che volesse mostrarsi ottimista "È che Rico diventa un pochino nervoso quando non sa dov'è Skipper" aggiunse in tono di scusa.

E 'un pochino nervoso' era più che un eufemismo, a giudicare da come si agitava. Ma non era solo Rico a mostrare quell'emozione.

"Già, lui. E tu invece no?" chiese Marlene in tono sarcastico.
"È tutto a posto, sicuramente adesso torneranno a casa e ci daranno una spiegazione più che valida che giustificherà perfettamente dove sono stati!" ribatté il pinguino. Ma per la verità sembrava che volesse convincere se stesso piuttosto che lei.

Marlene non si voleva preoccupare, riteneva di conoscere Skipper abbastanza per condividere la speranza di Soldato. Era però strano che venissero da lei, significava che erano completamente senza indizi.

“Da quant'è che sono spariti?” chiese.

“Da un paio d'ore” le fu risposto.

“Ahh, non è molto, ma allora di cosa vi preoccupate? ”

“È appunto quello che ho detto a Rico.” precisò Soldato. Rico mandò un verso infastidito come a far intendere che non volesse giocare a scaricabarile.

Marlene mise le zampe sui fianchi e decise su due piedi che avrebbe aiutato i suoi amici.
"Dove avete cercato fino a ora? “ si informò.
Soldato sciorinò tutta una serie di posti, concludendo con: "Non erano nemmeno nel laboratorio di Kowalski"

"Strano. Avete dato un'occhiata nell'habitat dei lemuri? È già capitato che li abbiano chiamati.” fece, più per completezza che per convinzione. Ma anche lei ne dubitava, quello non era esattamente il loro posto preferito e lo evitavano se potevano.

Si unì dunque a loro nella ricerca.

Sottoterra, nello stesso momento, i due pinguini 'spariti' stavano facendo qualcosa che Marlene non avrebbe mai immaginato.

 

 

---

Hulagirl era stata distesa su un tavolo da laboratorio. Si era agitata moltissimo e per tenerla ferma l'avevano dovuta legare con delle cinghie.

Skipper la guardava preoccupato e lei ricambiava con un odio innato che non riusciva a comprendere del tutto e che lo feriva più di quanto avrebbe mai ammesso.

Kowalski stava al lavoro sopra una di quelle macchine strane, l'aveva smontata aprendola in due ed era intento a scambiare i fili interni, li arrotolava e li piegava, li tagliava e li strappava senza sosta. Skipper alzava alternativamente gli occhi dai residui di quella che era stata sua moglie, rivolgendo anche a lui lo stesso sguardo preoccupato, chiedendosi se sapesse che cosa stava facendo o se non stesse semplicemente improvvisando.

C'era anche il timore che facesse esplodere tutto, non era affatto improbabile, conoscendo Kowalski.
All'improvviso, mentre li stava ancora maneggiando, costui prese la scossa. E cadde a terra, come un frutto dall'albero.

Skipper accorse "Insomma, devi stare più attento!" gli disse mentre lo aiutava a spiccicarsi dal suolo.
"Ne è valsa la pena, adesso ho capito come funziona!" fece lui, tutto grigio e con le penne drizzate sulla capoccia tonda come una cresta elettrizzata, non era per niente in imbarazzo.

Aveva ancora una manciata di fili aggrovigliati tra le pinne. Si alzò sulle tozze zampe e li avvicinò alla bambola sul tavolo.

Con discrezione, staccò il nastro adesivo dalla testolina. La molla minacciò di fargliela saltar via, ma lui la tenne ferma e la spinse giù sul collo.

"Ce l'avresti un seghetto?" chiese.
"Che hai intenzione di fare alla mia signora?" scattò Skipper, diffidente.
“Ma, accidenti, fidati un attimo, no?” si spazientì, ma dal tono si capiva che non era arrabbiato e fu per questo che l'altro non replicò. Altrimenti gli avrebbe già dato una mazzata.
Gli passò invece lo strumento.

Quindi il cervellone si apprestò tranquillamente a tagliare la sommità del cranio della bambola.

Lei non si mosse, non sentiva nessun dolore. Essere fatta di legno era il suo unico vantaggio.

Scoperchiatale la testa, il genio incrociò sapientemente tra loro i cavi e li inserì lì dentro uno a uno, poi chiese della colla e riattaccò tutto quanto. Adesso sembrava una specie di medusa.

Kowalski tornò al macchinario e poggiò entrambe le pinne su quello che sembrava un interruttore di accensione.

"Allontanati, Skipper, sto per scaricare un migliaio di volt su di lei, potrebbe essere pericoloso" lo avvisò.

"Questo la sistemerà?" domandò il capo dubbioso. O la ucciderà? era l'alternativa inespressa.
"Ne sono convinto al novantasei per cento! Sto per resettare completamente il cervello che non ha e che comunque, contro tutte le leggi della logica, le funziona! Avrai l'occasione di ricominciare tutto daccapo con lei."

Gli occhi del pinguino si sgranarono ancora di più, ma non si mosse di un millimetro. "Quindi dimenticherà anche che siamo sposati?” chiese.
"Skipper, quando è successo non era ancora cosciente, non può saperlo, ci dovrai pensare tu a spiegarle tutto! Ti prego di allontanarti!” ripeté.
"Negativo, resto qui dove sono, voglio che mi veda!"

Kowalski non insistette, sapeva che sarebbe stato inutile. Tirò giù la leva.

L'elettricità sembrò gonfiare i cavi, una bluastra luce abbacinante li percorse per tutta la loro intera lunghezza. Arrivati alla testa della bambolina, ci fu un lampo e questa prese fuoco di colpo.

"Hulagirl!" gridò Skipper terrorizzato cercando di gettarsi addosso a lei, ma Kowalski aveva fatto uno scatto rapidissimo e si era fiondato sul suo capo buttandolo a terra per allontanarlo da lei.

Allora si misero a lottare.
"Lasciami!" gridò furioso "Guarda che hai combinato! Non mi fiderò mai più delle tue idee!"
"Calmati, fa tutto parte del piano" gli disse l'altro cercando di tenerlo schiacciato a terra.

“Come puoi averlo previsto? L'hai bruciata! Hai dato fuoco a mia moglie, maledetto!” Skipper si divincolò e riuscì a scrollarsi Kowalski di dosso.
I suoi occhi terrificati si fissarono sulla pira fumante che stava diventando la sua sposa e un urlo rabbioso gli scaturì dalla gola.

Tentò di raggiungerla, ma il suo secondo lo bloccò di nuovo. Gli coprì gli occhi, come qualche volta aveva dovuto fare con Soldato quando c'era qualcosa che lo avrebbe turbato vedere. Si accorse così che erano bagnati di lacrime.

È ancora innamorato di lei, pensò senza stupirsene.
Skipper faceva sempre meno resistenza “Non riesco a crederci!” mormorò.

"Deve bruciare un po', solo un po'. È indispensabile per ripartire dall'inizio, ma poi la ricostruiremo. Non ricorderà nulla."

Skipper afferrò bruscamente le pinne di Kowalski tirandole giù dalla propria faccia. Ma non si spostò, restarono in quella posizione strana, Kowalski che quasi lo abbracciava da dietro, finché non lo lasciò per andare a spegnere la macchina.

Le cinghie che la trattenevano si bruciarono e Hulagirl, con la testa ancora in fiamme, si alzò a sedere. I lineamenti dipinti si confondevano, si scioglievano.
Il genio prese una coperta che c'era lì e la usò per soffocare il fuoco.
La pallina con i fili bruciati che ancora pendevano giù era completamente annerita, ancora un po' e sarebbe stata carbonizzata.
Le diede un colpettino e cadde giù un po' di cenere dalla faccia rivelando i tratti del viso, che erano rovinati ma avevano resistito, non si erano del tutto cancellati. Le labbra scarlatte erano atteggiate in un piccolo cerchio perfetto.

Skipper si avvicinò a lei. Non leggeva più odio nei suoi occhietti strabuzzati, ma confusione e stupore.

"Ciao." sussurrò la bambola, e la sua voce era chiara e squillante, per qualche ragione sembrava molto simile a quella di Marlene. Le labbra si allargarono in un grande sorriso non più da clown, ma un sorriso autentico. Sembrava felice di vedere Skipper.

"Ciao, piccola!” le rispose il pinguino con voce suadente ma emozionata "Come ti senti?"
"Un poco stordita" ammise la bambola.

Un urlo alle sue spalle la fece trasalire. Era Kowalski che esultava "Ha funzionato, hai visto? Ha funzionato benissimo!”
"Va bene, ma così me la spaventi!” si seccò subito il capo.
“Ahah! Sono un genio!" continuò a farsi i complimenti da solo, ma poi si fermò "Adesso tocca a te, Skipper"

"Skipper" ripeté la bambola "Questo nome non mi è nuovo"
"Non le è nuovo!” esclamò Kowalski ridendo. E il sopraddetto gli rivolse un'occhiata scocciatissima.

La bambola sembrava confusa.
Skipper le allungò dolcemente una pinna sotto a quello che doveva essere il mento "Non preoccuparti, è solo euforico, ma è innocuo! Intendo, adesso. Di solito, invece...”

Lei sembrò rassicurata dal tocco di Skipper, gli sorrise di nuovo.
"Noi siamo sposati" le disse "Tu non te lo ricordi perché hai avuto un incidente e hai perso la memoria. Sei stata... in stato confusionale per molto tempo, ma Kowalski ti ha infine rimessa in sesto."

"Kowalski, opzioni" disse la bambola sbattendo le palpebre.
I due pinguini si guardarono ammutoliti.

"Adesso devo ridipingerti la faccia" fece lo scienziato cercando di ignorare ciò che aveva detto "Sarai ancora più carina di prima". Lei annuì ed espose il viso docilmente alle sue cure.

In pratica, fu come se la truccasse. Salvo il fatto che stava utilizzando colori acrilici.
Durante l'operazione, Skipper sentì il bisogno di sedersi, nello stomaco gli turbinava una sensazione che non riusciva a definire. Una specie di disagio misto a esaltazione.
Si accorse di essere ancora incredulo, ma piano piano, mentre Kowalski la sistemava, dentro di lui cresceva l'eccitazione.

Hulagirl era tornata, era non solo quella di prima, era una cosettina tutta nuova, era meglio di prima perché stavolta era veramente viva. Era viva e non lo odiava. Sua moglie non lo odiava!

Però c'era sempre quel qualcosa che non tornava, che c'entrava con il fatto che avrebbe dovuto non ricordare nulla e che invece li aveva riconosciuti, ma la gioia di averla ritrovata superava quel minimo dubbio.

Reminiscenze, si disse, sono normali. Le useremo a nostro vantaggio.

Hulagirl saltellò verso Skipper e si indicò il viso ricostruito. "Sono bella?” chiese civettando.
"Sei perfetta" le rispose lui.

"Grazie, modestamente me la cavo anche con la pittura" fece Kowalski sbucandole alle spalle e dandosi delle arie.

Skipper a questo punto si mise a ridere, semplicemente perché era felice, e abbracciò di slancio la bambola. Quasi si commosse quando i braccini rigidi si sollevarono per ricambiarlo.

Sì, era tornata. Non avrebbe mai dovuto smettere di sperare.

Poi gli venne in mente una cosa che sarebbe dovuta venirgli prima.
"Se Rico vede quello che hai fatto, vorrà sicuramente che tu faccia lo stesso con la sua bambola" esclamò.

"Con lei non è possibile" troncò subito Kowalski.
"Perché no?"
“Elementare. Perché le si squaglierebbe la faccia!"
Skipper abbassò la testa. “Elementare” ripeté. Era logico, un pezzo di legno, se è abbastanza spesso, può resistere per un po' alle fiamme prima di incenerirsi, la plastica no.

L'immagine di un corpo di bambola in fiamme che si scioglie e si accartoccia gli si affacciò, nitidissimo, alla mente, dandogli i brividi. Hulagirl lo notò.

"Hai freddo, Skipper?” gli chiese premurosa.
“Freddo? Sono un pinguino. No, no, va tutto bene." replicò lui abbozzando un sorriso.

"SANTO CIELO! Ma che ore sono!?" gridò all'improvviso Kowalski rendendosi conto di quanto tempo avevano perso laggiù, portandosi le pinne sulla testa "Rico e Soldato ci staranno sicuramente cercando! A quest'ora avranno messo sottosopra l'intero zoo...”

La testa di Skipper riuscì solo a formulare un “Uffa.”























spazio autrice: _Ciaoooo, scusate il ritardo. Il mio ombrello si è rotto la settimana scorsa sotto l'uragano, non ho nulla con cui ripararmi dalla pioggia di pomodori che i signori lettori stanno probabilmente per lanciarmi contro. Grazie per la vostra pazienza, comunque... Se ci siete ancora e se avete sul serio letto, un commentino mi aiuterebbe a capire se questa storia ha o meno un senso. Grazie, grazie, anime buone.

  
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