Parabole
Il Dottore non dorme mai.
Non ne ha bisogno per vivere e non è un lusso che può permettersi, con la vita in costante pericolo che ha scelto di vivere e la visione dell'eterno bruciare di Gallifrey ogni volta che chiude le palpebre, ciononostante deve riposare come ogni essere vivente -non è un dio, anche se c'è sempre qualche sciocco che lo scambia per tale.
Non dorme, ma cade in una specie di trance, di sonno a metà, come quello dei cavalli o dei delfini - o dei katheidi, dei calamari giganti di Alfa Centauri, dei serpentiari del pianeta Tlot: per una volta la sua non è una pratica particolare, ma praticata da centinaia di altre specie- e in questa stasi il suo cervello sopraffino si lascia un po' andare, sguscia fuori dalle briglie della logica ed elabora parabole.
O almeno questo è il modo in cui lui le chiama tra se e se borbottando, prima di gettarsi in una nuova avventura: più scientificamente si potrebbero definire come elaborazioni metaforiche delle esperienze passate tramite semplificazioni, iperboli e operazioni per assurdo -ma dar loro una definizione completa significherebbe ammettere che siano fenomeni di una certa importanza, lo spingerebbe ad addentrarsi nel suo subconscio, una cosa che che non può assolutamente permettersi di fare se vuole mantenere la sua precaria sanità mentale, anche se... quando certe visioni si fanno ripetitive e pressanti non può fare a meno di rifletterci distrattamente - come un innocuo pensiero di superficie che non intacca il cuore delle sue convinzioni ed è presto dimenticato.
In quegli ultimi giorni, per esempio, la sua adorabile corteccia frontale è alle prese con una rivisitazione del mago di Oz.
La prima sera da un gran polverone è apparso un comunissimo cottage inglese, da dove è uscita una bambina che somiglia in modo impressionante a Amy e si è guardata intorno sgomenta, spalancando i grandi occhi nocciola, per poi rendersi conto con orrore di aver schiacciato accidentalmente qualcuno - e se le scarpe che spuntano da sotto la casa non sono quelle di Missy allora lui ha la pelle verde e non ha bisogno di aiuto per comportarsi decentemente con gli altri -, il giorno dopo invece la strega del Nord ha dato il benvenuto alla bambina e la paura lo ha fatto svegliare di scatto, perché la buona vecchietta ha il suo volto. Durante gli “episodi” successivi è costretto ad abituarsi alle stranezze, altrimenti non riuscirebbe più a riposare, visto che tutti tranne la bambina hanno il suo viso: lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta, il Leone Codardo, il Mago di Oz, persino la Malvagia Strega dell'Ovest.
È
tutto così
terribile, così meravigliosamente esplicativo, che solo lui
avrebbe
potuto idearlo: lui si sente incompleto, lui teme di essere sciocco,
di essere insensibile, di essere codardo, lui si inganna come il
migliore degli impostori, lui si nasconde allo sguardo degli altri
così bene da non riuscire più ad uscire dalla
prigione che si è
costruito, lui non riesce ad accettare che gli altri se ne vadano dal
suo mondo, lui rifugge in ogni modo la solitudine a cui è
destinato.
Il viso di Dorothy
invece cambia ogni volta: a volte è Rose e ride della sua
risata
dolce, altre è River che si allea con la Strega dell'Ovest,
invece
che ucciderla, altre ancora è Donna e scuote per il bavero
della
camicia il Potente Oz prima di piangere la sua disgrazia;
più spesso
di tutte però è Clara che è nostalgica
come la piccola Dorothy e
sogna una casa dove riposare, Clara che si sfalda a poco a poco
perché non ha più un luogo a cui tornare...
Quando
viene il momento per lei di affrontare il corvo il Dottore trema e
non chiude occhio per mesi, all'interno del suo personale inferno,
perché l'incubo che sta vivendo è già
abbastanza per non voler
rischiare di vedere una parabola peggiore, ma alla fine la stanchezza
lo sconfigge e giace mezzo tramortito sulla poltrona della sua cella.
Una
luce tenera avvolge la scena in cui è catapultato: una donna
bellissima, vestita di rosso, consola un bambino che piange e gli
bisbiglia un segreto all'orecchio. In un repentino cambio di
inquadratura, come solo i sogni possono averne, vede che il bambino
è
lui, quando si rifugiava nel granaio dopo aver avuto un incubo, e la
donna - la Buona Strega del Sud – è un continuo
susseguirsi di
volti amati, fino a che non si stabilizza nell'ultimo visto, nel
più
recente dolore.
La sua
compagna
bisbiglia qualcosa che non riesce a comprendere, si indica il cuore,
sorride per l'ultima volta - non un sorriso ironico o forzato, uno di
quelli sinceri.
Il bambino batte i
tacchi polverosi e sembra venirgli in contro e per un attimo tutto
è
bello, è luce, è gioia. Si sente in pace.
Se potesse scegliere non vorrebbe svegliarsi più.
Angolo Autrice
Tutto questo non ha senso. Ecco penso che commento sia sufficiente
XD.
Aggiungiamo anche che ho appena finito di leggere The Wizard of Oz e
domenica ho visto Heven Sent, so sono in pieno denial rispetto a
quello che succederà sabato e avevo bisogno di scrivere
qualcosa per
rilassarmi (mega lol, come se fosse possibile!), e che per di
più(ovviamente!) non ho mai scritto su dw in vita mia e il
titolo è veramente
tremendo, brutto che più brutto non si può... una
catastrofe di proporzioni inimmaginabili, insomma!
Fatemi sapere cosa ne pensate e mi renderete una persona felice :)
Aule