Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Asu chan    01/12/2015    2 recensioni
Lucy Heartphilia, figlia del Duca Jude Heartphilia, orfana di madre, compie diciassette anni entrando in quella che suo padre reputa l'età da marito. E dunque è tempo che incontri un pretendente e pensi al suo matrimonio, riguardo cui lei, ovviamente, non ha diritto di parola. Potrà liberarsi dal fardello della nobiltà, da lei tanto odiato, e vivere come tutti gli altri? Riuscirà a fuggire da un padre tanto autorevole?
[Rating Arancione per ogni possibile evenienza 8D]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levy McGarden, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lucy scrutò la cima delle altissime porte che formavano l’ingresso dello studio di suo padre, Jude Heartphilia. Gerard l’aveva depositata esattamente davanti all’uscio, le aveva augurato buona fortuna e poi se ne era andato, dicendo che si stava dirigendo da Erza. E ora era sola davanti a quei battenti che tante volte aveva visto durante la sua vita, col cuore che batteva a mille. Durante quei mesi che aveva passato a Fairy Tail si era tante volte immaginata il confronto con il genitore, nella speranza di riuscire a salvare quel poco di bontà che rimaneva in lui prima che i maghi avessero modo di giudicarlo, ma ora che si trovava lì era tutta un’altra cosa. Aveva sperato fino all’ultimo momento di avere Natsu al suo fianco, col suo calore rassicurante che fa faceva sentire sicura e protetta. Invece non c’era e al suo posto rimaneva una sensazione di freddo e di vuoto che si sommava alla preoccupazione per i compagni da cui si era separata. Chissà se stavano tutti bene? Se fosse successo qualcosa a qualcuno di loro, non se lo sarebbe mai perdonata.
Trasse un lunghissimo respiro e si strinse le mani contro il petto. Non riusciva proprio a decidersi ad entrare. Se solamente Natsu fosse apparso dal nulla, come aveva fatto dal primo momento, prendendola per mano e guidandola con la sua dolcezza e il suo entusiasmo…
 
Lucy!
 
La ragazza si diede qualche buffetto sulle guance per riscuotersi. Non poteva affidarsi per sempre a lui. Per quanto lo amasse, per quanto desiderasse averlo accanto per prendere coraggio, non poteva aspettarlo: proprio come Erza, era rimasto indietro per permetterle di confrontarsi faccia a faccia con suo padre e non poteva rendere vano il suo tentativo rimanendo impalata lì, a un passo dalla meta. Dopotutto non era facile per entrambi sapersi rispettivamente in pericolo, quindi doveva agire. Inspirando profondamente, la biondina posò una mano sulla maniglia e l’abbassò, ma invece di sgusciare nello studio aprì ampiamente la porta per permettere a Jude di accorgersi del suo ingresso – anche se sospettava che l’uomo la stesse aspettando. Si sforzò di avanzare con passo deciso, senza tremare, cercando di calmare il tamburellare del suo cuore mentre l’ambiente le si spalancava attorno. Era un ampio locale dalle pareti più basse rispetto ai corridoi e sommerse da scaffali occupati da materiali di diverso tipo: scartoffie, libri, curiosi strumenti metallici che avevano sempre affascinato Lucy da bambina. Il posto era illuminato da un lampadario appeso al centro del soffitto e talmente grande da riuscire a rendere chiari i contorni di ogni singolo componente della stanza. Verso il fondo, dalla parte opposta rispetto ai battenti d’entrata, c’era un’enorme scrivania di legno lucido e scurissimo, accompagnata da tre sedie imbottite: due si trovavano sul lato da cui stava arrivando la giovane ed erano più modeste, mentre la terza era sul lato opposto e aveva uno schienale altissimo e lavorato in volute molto articolate. Ma soprattutto, era l’unica occupata.
Jude Heartphilia, come previsto, stava aspettando la figlia seduto comodamente sulla poltroncina, il mento coperto da una sottile barba posato sul dorso delle mani sovrapposte. La vista dell’uomo fece vacillare per un istante la risolutezza della maga della luce, memore degli anni di gelo e di solitudine trascorsi in seguito alla morte della madre, ma riuscì ugualmente a proseguire fino a pochi metri dalla scrivania, dove si fermò. Nessuno dei due si mosse o parlò per lunghissimi istanti, poi la voce dell’uomo si levò.
 
« Ti sei decisa a tornare, Lucy » fece tranquillamente, come se stesse appurando la più banale verità del mondo. Le sue parole fecero nascere nuovo coraggio nella ragazza.
 
« Non è esatto, padre » esclamò, quasi meravigliandosi della fermezza del proprio tono. « Sono venuta per mettere fine a questa follia! »
 
« Follia? » domandò secco il Duca sollevando per la prima volta lo sguardo sulla biondina. Erano freddi e spenti come li ricordava, ma portavano in loro anche un sentimento oscuro e confuso che Lucy non riuscì a decifrare. « È una follia volere indietro mia figlia rapita? »
 
« Per prima cosa non sono stata rapita, ma me ne sono andata di mia spontanea volontà! » ribatté l’ereditiera con decisione. « E sì, è una follia cercare di riavermi indietro in questo modo… addirittura incurante della vita delle altre persone! Arrivare a fare questo… quando non vi preoccupavate per me mentre vivevamo insieme! È terribile e assolutamente insensato! »
 
« Vedo che quei maghi ti hanno fatto un bel lavaggio del cervello » osservò Jude disgustato, mentre serrava i pugni facendosi sbiancare le nocche. « Ho fatto bene a non curarmi della loro sorte. Quelle non sono persone, Lucy, ma feccia della peggior specie. Qui a Palazzo saresti potuta stare al sicuro da loro. »
 
La ragazza non poteva credere alle sue orecchie. Non gli era mai importato niente di nessuno, men che meno di lei, e ora pretendeva di averlo fatto per il suo bene? E come osava parlare in quel modo di esseri umani tali e quali a lui, disprezzandoli come fossero vermi? Cominciò a tremare, ma di repulsione e ira invece che di paura.
 
« Ma quale lavaggio del cervello? » cominciò, mentre il tono della sua voce cresceva senza che riuscisse a controllarlo. « Guardatemi! Sono passati mesi da quando me ne sono andata, eppure sono perfettamente sana e salva, e molto più felice di quanto non sia mai stata qui dopo la morte della mamma! »
 
A quelle parole, le parve di notare che il corpo del padre avesse un fremito, e si fermò per un istante dandogli il tempo di intervenire.
 
« Sciocchezze… Sono convinzioni che ti hanno imposto con i loro incantesimi, tu non sai di cosa sono capaci! » tuonò l’uomo.
 
« Non vi permetto di parlare in questo modo di loro! » replicò Lucy facendo un passo in avanti. Non poteva sopportarlo. « Voi non sapete niente! Quella che voi chiamate feccia per me è una famiglia, che mi ama molto più di questa » aggiunse. Sentì gli occhi bruciarle e capì che le lacrime stavano pungendo per uscire. I ricordi della sua vita felice a Palazzo la rendevano tremendamente nostalgica e ancora non riusciva a capire cosa fosse cambiato dopo la morte di Layla che avesse reso suo padre così gelido e crudele. Si era isolato da tutti e aveva allontanato da sé persino sua figlia, causandole una sofferenza che solo i maghi che l’avevano salvata erano riusciti a guarire. Proprio per questo non poteva permettere che Jude parlasse in quel modo dei suoi amici.
 
« Tu non sai quello che dici. Sei troppo giovane per capire, Lucy » obiettò il Duca recuperando un tono più controllato. « Hai troppa fiducia nelle persone per capire cosa stai rischiando con quella gente… »
 
« È proprio per questa mia fiducia nelle persone che sono tornata per parlare apertamente, padre! » ribatté la ragazza portandosi la mano destra sul petto, come a indicarsi. « Perché come so che i miei amici sono sinceri nel volermi bene e proteggermi, credo che anche in voi rimanga del buono. Per favore, siete ancora in tempo per fermare tutto quanto » concluse con voce dolce, quasi supplichevole.
 
Il volto del signor Heartphilia si adombrò e si contrasse mentre il suo sguardo incontrava quello della figlia. La superficie di freddezza sembrava incrinata in favore di una profonda tristezza che sconcertò la giovane. Negli anni di vita insieme non aveva mai avuto occasione di guardare veramente negli occhi il genitore, perché spesso era lei stessa a evitare di incrociare il suo sguardo che la trapassava come una lama gelata, e ora che finalmente riusciva a farlo si ritrovava a scoprirlo molto diverso da come lo ricordava. Era da quando avevano iniziato quella conversazione che una strana sensazione le vorticava nel petto: quello non era il Duca Heartphilia che ricordava, o meglio, le sembrava come se quella freddezza, quell’arroganza si fossero trasformate in una maschera sottile che si crepava a ogni suo colpo, a ogni sua frase. C’era qualcos’altro al di sotto di essa, come quegli occhi scuri le stavano tentando di gridare.
 
« Tu sei fin troppo simile a Layla » disse infine l’uomo abbassando le palpebre e appoggiando la fronte contro le mani, in un atteggiamento quasi stanco. Il suo tono era stranamente basso, mesto. Lucy non seppe cosa rispondere, così attese che il padre parlasse di nuovo. « Anche lei vedeva del buono in tutti… Persino nei maghi. Ma la magia è sbagliata, Lucy, gli animi dei maghi sono corrotti, e non tutte le persone hanno della bontà in loro. »
 
« La magia non può essere sbagliata, padre » lo contraddisse la biondina. « La magia non è né giusta né sbagliata, è l’uso che se ne fa che la rende l’una o l’altra » aggiunse con dolcezza. « E io so per certo che i miei amici la usano solo per proteggere e aiutare. »
 
Jude scosse il capo.
 
« Non puoi esserne sicura, perché anche la persona a te più cara può nasconderti qualcosa » sentenziò, e la sua voce tradì una punta di dolore e amarezza.
 
« Ma perché? » insistette la ragazza. Ormai non aveva intenzione di mollare la presa: aveva intravisto un’apertura e intendeva farsi strada attraverso di essa. « Perché dite questo? Se non posso esserne sicura io, allora perché voi sembrate così saldo nelle vostre convinzioni? »
 
« Perché so di cosa parlo » tentò di tagliar corto il genitore con tono secco, alzando il viso verso la figlia. Questa, però, si aggrappò alla nota di sofferenza più chiara negli occhi del Duca e non desistette.
 
« Anch’io so di cosa parlo, perché ho vissuto tutti questi mesi con dei maghi che mi hanno dato affetto e protezione » spiegò con risolutezza. « Come potete sapere di quello che parlate? Perché lo dite? »
 
« Perché io sono un mago! » ruggì senza preavviso il signor Heartphilia scattando in piedi con tale foga da rovesciare la poltroncina dove era rimasto seduto.
 
L’impeto della dichiarazione e il suo contenuto spinsero Lucy a indietreggiare di un paio di passi. Forse aveva sentito male. Fissò con occhi spalancati il padre mentre questi ansimava, come provato dall’intensità della notizia appena data.
 
« Come avete detto? » balbettò, incerta.
 
Jude chiuse gli occhi e strinse i pugni sulla scrivania, traendo l’ultimo sospiro che gli permise di recuperare il ritmo normale del respiro.
 
« Sono certo che i maghi sono malvagi perché io sono uno di loro » ripeté, stavolta con tono fermo e rassegnato.
 
Il cervello dell’ereditiera si svuotò da ogni pensiero per un istante, poi riprese a lavorare con energia e i pezzi del puzzle iniziarono a ricomporsi. Ma certo: questo spiegava tutto. Non doveva cercare l’origine del suo potere nei suoi avi, come aveva ipotizzato, ma molto più vicino. Rimase ad osservare il genitore nella più completa immobilità, senza sapere come reagire, senza sapere come spiegargli che era come lui. Che aveva ereditato quello che personalmente riteneva un dono e non una maledizione.
 
« Pap- » cominciò, ma nello stesso istante la voce del Duca si levò, sovrapponendosi alla sua.
 
« Sono certo che sono malvagi perché tua madre è morta per colpa mia. »
 
Se alla prima verità Lucy non sapeva come reagire, questa la colpì come un pugno nello stomaco. Stavolta non poté impedirsi di vacillare, e fu come se la stanza cominciasse a girarle intorno.
 
« Avete… Hai ucciso… la mamma? » articolò, incapace di dire o pensare altro, abbandonando la formalità che da tanto tempo aveva imparato a riservare per la comunicazione con il genitore.
 
Sua madre, la dolcissima, beneamata Layla Heartphilia, la cui morte aveva lasciato una voragine nella sua vita, era stata provocata nientemeno che dal marito, suo padre? Non era possibile. C’era un errore…
 
« Sì. »
 
Nessun errore. Quella conferma breve, secca, irrevocabile, stava rendendo la cosa definitiva. La giovane maga era senza parole. Si portò entrambe le mani alla testa, nel tentativo di fermare il vorticare dello studio, ma invano. Non riusciva a mettere ordine né nei suoi pensieri, né nei suoi sentimenti: non capiva cosa provasse davanti a quel macigno che le era piovuto addosso. Dopo lunghissimi istanti di silenzio riuscì a parlare.
 
« Perché? Perché l’hai uccisa? Io credevo che tu la amassi… »
 
« Io amavo profondamente Layla » la interruppe Jude con fermezza sollevando di scatto il capo. « E la nostra sventura è stato non sapere che io fossi un mago fino al giorno in cui è morta. »
 
Lucy lo guardò negli occhi. Ora la freddezza era completamente sciolta, sostituita da una sofferenza totale. Era sincero. Fece un profondo respiro e abbassò le palpebre per un po’, nel tentativo di calmarsi. Quando le riaprì, la stanza aveva smesso di girare su se stessa.
 
« Ti credo » disse tentando di suonare delicata e rassicurante. Era vero; si stava aggrappando disperatamente alla speranza che ci fosse una spiegazione, che il buono che credeva ci fosse nel padre e che gli aveva intravisto nelle profondità dello sguardo potesse tornare a galla e riportarlo ai tempi in cui vivevano insieme serenamente, come una vera famiglia, con la madre. Si stava aggrappando all’affetto che ancora nutriva per lui: era pur sempre colui che l’aveva generata e cresciuta. « Com’è potuto succedere? »
 
Il Duca la osservò inizialmente incerto, poi sospirò, come rassegnato a ripercorrere ricordi dolorosi.
 
« In realtà non sono sicuro di averlo capito del tutto » cominciò abbassando lo sguardo. « I miei ricordi di quei momenti sono molto confusi. So che ero molto stressato per diverse questioni di affari e che quella sera ero particolarmente arrabbiato a causa di un Duca dei paesi vicini che stava compromettendo i nostri commerci, mettendo a serio rischio il nostro futuro. Mio e di tua madre, ma soprattutto il tuo, Lucy » precisò senza guardarla. Ogni parola penetrava nell’anima della ragazza come una goccia gelida su uno specchio d’acqua, scuotendola tutta. Era la prima volta che parlava in modo così serio e sincero con Jude. « Ero molto preoccupato e non sapevo come avrei potuto gestire la situazione. Layla stava cercando di tranquillizzarmi, ma nulla che diceva riusciva a calmarmi… Fu allora che accadde. »
 
Fece una pausa e aggrottò le sopracciglia, gli occhi chiusi, quasi a rievocare meglio l’immagine che stava tentando di descrivere. Sembrava sofferente.
 
« Sentii un forte freddo, ma era come se provenisse da dentro di me » cercò di spiegare, e l’ereditiera capì immediatamente. Era la stessa identica sensazione che aveva provato lei la prima volta che aveva usato la magia, anche se nel suo caso non si trattava di freddo, ma di calore unito a una sorta di formicolio. « Ricordo che in quel momento tua madre era accanto a me, poi c’è il buio. Quando mi sono ripreso, Layla era stesa a terra vicino a me, morta. »
 
Il peso di quella memoria sembrò schiacciare anche chi stava raccontando, oltre all’interlocutrice, e per diversi istanti entrambi rimasero in silenzio, come a commemorare la persona persa. A Lucy parve che il respiro del padre cambiasse, diventando più faticoso.
 
« Non capivo cosa fosse successo… Solo consultando un esperto, più tardi, capii che si era trattato di un episodio di magia. Senza volerlo, avevo ucciso una delle due persone che amavo di più. Il peso di quella consapevolezza era tale che non riuscii più ad avvicinarmi a te, Lucy. Mi ricordavi Layla, il mio peccato, e non riuscivo ad affrontarti, così decisi di allontanarmi il più possibile da te. Cercai di tenere sempre più controllate le mie emozioni, perché temevo che un eccesso come quello della sera della morte di tua madre avrebbe messo a repentaglio la tua vita… E pensai che farti sposare il prima possibile mi avrebbe permesso di allontanarti ulteriormente, mettendoti definitivamente in salvo. »
 
Tutto cominciava a sembrare più sensato. Il dolore e lo sconcerto nel cuore della giovane Heartphilia cominciarono a cedere il passo a una compassione e un affetto crescenti. Aveva agito nel modo sbagliato, era vero, ma l’aveva fatto nel tentativo di proteggerla e di superare, nel contempo, il lutto e la sofferenza incommensurabile della perdita di Layla di cui si incolpava. Si doveva essere biasimato a lungo, probabilmente continuava a farlo. L’espressione del genitore era sempre più provata e l’ereditiera la attribuì alla fatica del racconto.
 
« Nello stesso tempo decisi di estirpare qualsiasi minaccia simile al di fuori della nostra tenuta. Volevo essere sicuro che non potessi essere messa a rischio da altri maghi… Invece ogni precauzione non è bastata. Quando ti ho saputa nascosta tra loro, ho deciso di assoldare dei mercenari per riportarti indietro, se necessario senza scrupoli per la vita dei tuoi rapitori. Ovviamente sapevo che per combattere persone come loro, persone come me, era necessario usare le stesse tecniche, così ho chiamato a me dei maghi mercenari. A confermare ogni mia convinzione, erano persone dall’animo corrotto... Perciò sono sicuro che la magia sia un pericolo. Quando poi io e i miei abbiamo capito che loro sarebbero venuti di loro spontanea volontà insieme a te, ho ordinato che si preparassero per separarvi. Desideravo che tu arrivassi a me da sola, e che gli altri morissero nel tentativo. Non posso più tornare indietro. »
 
La crudeltà di quelle parole fece rabbrividire Lucy, che pure non poteva impedirsi di provare un fortissimo compatimento per il padre. Era stato completamente annebbiato dal dolore e dalla paura e aveva finito per agire in modo crudele e sconsiderato, tutto solamente per lei. Quando il silenzio divenne prolungato e la ragazza capì che Jude stava rimanendo volontariamente zitto, prese la parola.
 
« Papà… » cominciò con dolcezza, senza peraltro riuscire a far posare lo sguardo del Duca su di sé. « Non è colpa tua se la mamma è morta. Sono sicura che se fosse viva la penserebbe allo stesso modo. Non devi colpevolizzarti, né attribuire ad altri colpe che non hanno commesso… Nessuno merita di morire per questo » disse con convinzione, ma cercando di mantenere il suo tono tranquillo e di infondervi tutta la compassione e la tenerezza che provava. « Io sto bene, e nonostante quello che credi tu puoi ancora fermare tutto questo. Puoi tornare ad essere mio padre, possiamo essere ancora una famiglia. Non tutti i maghi sono malvagi, nemmeno tu. »
 
Finalmente l’uomo la guardò. Il suo sguardo per la prima volta era chiaro, nitido, colmato dalla tristezza e dalla commozione. Fu sufficiente per far sentire alla figlia le lacrime agli angoli degli occhi.
 
« Hai sbagliato, è vero, ma io ti perdono, papà. Però anche tu devi perdonarti, o non smetterai mai di soffrire e di far soffrire gli altri… e io non potrò starti accanto. »
 
Jude sembrava molto pallido. Ansimando leggermente, si portò una mano al petto e strinse gli abiti mentre continuava a fissare la giovane con aria sofferente e sinceramente pentita. La biondina si allarmò. Cosa stava succedendo?
 
« Ti ringrazio, Lucy… Sei proprio come tua madre » commentò infine il genitore con un sorriso triste. « Hai ragione, non posso incolpare gli altri maghi di ciò che successe quella sera » riuscì a dire, tra un respiro affannoso e l’altro. La ragazza fece qualche passo verso di lui, preoccupata. Sembrava si stesse sentendo male. « E anche se non sono sicuro di essere in grado di perdonarmi per tutto ciò che ho commesso… Sono felice che tu l’abbia fatto. Ti prometto che non perseguiterò più i maghi… »
 
Mentre parlava, il Duca perse l’appoggio della mano rimasta sulla scrivania e scivolò a terra dietro di essa, scomparendo momentaneamente alla vista della figlia.
 
« Papà! » gridò la giovane Heartphilia precipitandosi su di lui.
 
Era steso a terra. Cercò di sollevarlo tra le braccia e gli sorresse la testa, mentre il terrore le montava in petto. Ora che lo vedeva da vicino si rese conto di quanto fosse pallido e sudato e di quanto il suo respiro fosse corto e irregolare.
 
« No! Lucy, non starmi così vicino… » la supplicò, con un tono così spaventato da far stringere il cuore della maga della luce.
 
« Non importa! Cosa sta succedendo?! » replicò lei con urgenza, senza sapere che cosa fare.
 
Un senso di impotenza iniziò a tormentarla e sentì le lacrime pungerle gli occhi con più forza. Si chinò sopra Jude per sentire meglio la sua voce che man mano si faceva più affaticata.
 
« L’esperto che mi aveva spiegato come era morta Layla » spiegò con qualche difficoltà l’uomo, « aveva supposto che sarebbe successo. Se la mia magia era stata in grado di uccidere lei, forse un giorno avrebbe corrotto anche il mio corpo… »
 
Anche se non aveva terminato la spiegazione, la situazione risultò a Lucy così chiara da risultare come una staffilata dolorosa nel petto. Non poteva. Non poteva morire adesso che si erano chiariti, che finalmente si erano ritrovati come il padre e la figlia di un tempo, uniti da un affetto che non era stato soppresso nemmeno da quegli anni di sofferenze… Non avrebbe potuto sopportarlo. La vista le si appannò.
 
« Papà, ti prego… Dev’esserci qualcosa che posso fare… Non puoi andartene ora » balbettò la giovane.
 
Sentì la mano grande e ruvida del genitore coprire la propria, posata sul suo torace, con delicatezza.
 
« Mi dispiace, Lucy… Per tutto quanto » disse invece il Duca, senza risponderle. Per la prima volta sembrava quasi sereno. « Sono felice che tu sia diventata pietosa e gentile come tua madre, nonostante ti abbia cresciuto un padre come me » aggiunse con dolcezza.
 
A quel punto l’ereditiera non riuscì a trattenerle oltre e le lacrime cominciarono a caderle come un fiume in piena direttamente sul volto del signor Heartphilia. Desiderava disperatamente salvarlo, dalla morte e da se stesso. Chiuse gli occhi e si lasciò sfuggire qualche singhiozzo. Non si rese conto che le sue lacrime, dapprima trasparenti, stavano diventando stille d’oro che brillava e riluceva come gocce di luce.
 
« Non è così… è anche a te che somiglio, io sono una maga » affermò tra i singulti, senza osare aprire gli occhi. Non sapeva se era per il rumore del suo pianto, ma non riusciva più a sentire con chiarezza il respiro di Jude. Sentiva le mani e le altre estremità sempre più fredde, probabilmente per il senso di abbandono e solitudine schiacciante che la stava seppellendo. « Io ti ho sempre voluto bene, papà. »
 
Le parve di sentire un sussurro lievissimo che diceva “anch’io”, ma non ebbe il coraggio di sollevare le palpebre e scoprire che era stata solo la sua immaginazione. Se suo padre era morto, voleva crogiolarsi ancora un po’ nella speranza, nel sogno che era ancora con lei e la stava osservando mentre piangeva, pronto ad accettare definitivamente il suo perdono e a ritornare nella sua vita, che finalmente sarebbe stata del tutto completa. Non riusciva a fermare le lacrime e i singhiozzi e lasciò che la squassassero, portandole un crescente senso di gelo e stanchezza.
 
« Ti perdono… » sussurrò ancora accasciandosi sul torace del padre, poco prima che quel torpore le raggiungesse il petto: a quel punto ne fu sopraffatta, e tutto fu buio.









A.A.A.
Ebbene, rieccomi! *-*/
Come avete potuto leggere, alla fine abbiamo avuto l'incontro/scontro/confronto tra Lucy e suo padre, quello risolutivo che aspettavamo dall'inizio, in un certo senso (o forse ero io convinta così. XD)! Spero di essere riuscita a trasmettere la drammaticità e il pathos che volevo dare all'evento, unitamente alle emozioni di Lucy, che volevo far passare volutamente come complicate, in un susseguirsi di sentimenti contraddittori che si risolvono, alla fine, con il perdono e l'affetto che la contraddistinguono... beh, come lei. Non smette di credere in lui nonostante tutto, non smette di volergli bene. Ecco, volevo che questo passasse, spero di esserci riuscita. ç_ç Spero anche che la spiegazione di Jude vi sia risultata soddisfacente~! Ebbene sì, non era stronzo per puro caso, ma per un motivo preciso. Che ci crediate o no, l'avevo pianificato da qualche era geologica. xD COMUNQUE! Fatto sta che, se possibile, la situazione è anche peggio di prima...
Ovviamente il finale è sempre più incombente, anche se gran parte delle vicende sono state risolte - anzi, LA vicenda principale è stata risolta, perché il cuore di Jude è stato rivelato. <3
Onde evitare di sproloquiare per mille pagine e fare note dell'autrice più lunghe del capitolo (come mio solito), la chiudo qui e vi chiedo di pazientare ancora un poco, siamo ancora più agli sgoccioli! Se Dio m'assiste sono un capitolo, MASSIMO due, alla conclusione vera e propria (si spera uno, ogni volta finisco per scrivere troppo e allungare di uno. xD)!
Grazie a chi continua, nonostante tutto, a leggere e a recensire! Siete davvero davvero fantastici <3

Ja neeee!
AnB
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Asu chan