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Autore: SaraHood23    02/12/2015    1 recensioni
Qualcosa di terribile si era abbattuto sulla città, Storybrooke non era mai stata così devastata, la torre dell'orologio crollata sulla strada, negozi diradati, auto e cartelli bruciati, un vero inferno.
Ed era proprio l'inferno ad aver causato tutta quella distruzione...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Regina Mills, Robin Hood, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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" Dedicata a Cinzia, so quanto tu voglia scoprire la verità
e fino a quando Adam & Eddy non ce la daranno, rifugiamoci in questa storia
scritta per te e per tutti quelli che come te, inclusa me, hanno questa convinzione.
Buona lettura.


Qualcosa di terribile si era abbattuto sulla città, Storybrooke non era mai stata così devastata, la torre dell'orologio crollata sulla strada, negozi diradati, auto e cartelli bruciati, un vero inferno.
Ed era proprio l'inferno ad aver causato tutta quella distruzione.
Per fermare i piani di Hook e per salvare la luce, Emma e i nostri eroi dovettero varcare un limite che nessuno mai dovrebbe superare, tanta oscurità non poteva essere controllata e il nobile sacrificio di Emma per salvare la famiglia non fece che complicare le cose.
Un portale per il regno dei morti s'era aperto e l'anima di Hook, ucciso per mano della propria amata, fu fatta prigioniera del suo re, il mitologico Ade.
……….

<< Oh mio Dio, la mia città è distrutta. >>
<< Regina ti sembra il momento di preoccuparti per la città, Uncino è sparito nel portale e dobbiamo salvarlo >>, le urlò Mary Margaret.
<< Hai ragione, Emma non preoccuparti lo troveremo, quindi cosa vogliamo fare? >>
Tremotino intervenne, rompendo il silenzio che s'era creato: << il portale si è chiuso con il pirata al suo interno, ma purtroppo non è lui la nostra priorità, perché da quel portare sono uscite le anime dannate che vogliono chiudere i conti con il passato >>
<< Cosa stai cercando di dire, persone morte ora vagano per la città? È una cosa impossibile >>, disse Regina con aria stupita ma soprattutto spaventata perché se quello che diceva Gold era vero, lei già sapeva con chi si sarebbe dovuta scontrare, e questo la terorizzava.
<< Non sono i morti ad essere tornati, ma le loro anime. >>
<< Quindi come li rimandiamo indietro? >>, chiese David.
Ma da Tremotino ottenne solo uno sguardo preoccupato che fece capire a tutti che la situazione era molto complicata e pericolosa, e ancora non avevano un piano d'azione.

Tutti assieme vagarono per le strade cercando queste anime dannate, ma tutto era deserto, c'erano solo loro e le rovine di quella che un tempo era una città.
Emma camminava un passo avanti gli altri sola con i suoi pensieri, rivolti ad un'unica persona, Uncino, e Tremotino dietro a lei.
David e MM si stringevano, con lei che a stento tratteneva le lacrime, mentre Henry camminava affianco a Regina che teneva forte la mano di Robin per paura di perderlo.
Un freddo silenzio avvolgeva la città, era passata quasi un'ora dal tragico evento e ancora non erano stati fatti progressi, ma ad un certo punto una brezza gelida si alzò e alle spalle dei nostri eroi apparve una vecchia conoscenza.
<< Ciao Regina. >>
Tutti si voltarono e con grande stupore riconobbero la donna che avevano davanti.
<< Salve madre. >>
<< Bene, bene, la squadra al completo, oh no, ma che sbadata manca il pirata >>, disse sogghignando.
<< Non osare nominarlo, vecchia strega >>, urlò un'arrabbiata Emma pronta a colpirla.
Ma Cora trasse a sé Henry intimando Emma a starsene tranquilla altrimenti avrebbe perso anche suo figlio, ma in un secondo una freccia la colpì su una spalla, permettendo ad Henry di scappare.
<< Tu, ladro come osi, e tu, proprio tu, mia figlia sposerai un vile e sporco ladro come lui? >>
<< Come? Sposerai? Regina, devi dirci qualcosa? >>, chiese stupita e incuriosita MM.
<< Robin mi ha fatto la proposta qualche giorno fa e io, beh, ho accettato. Scusami Henry avrei voluto parlartene prima e in privato. Ma...>>
<< Tranquilla mamma, sono felice per te, per voi, te lo meriti. >>
Regina sorrise al suo piccolo principe che nel frattempo si era avvicinato a Robin, in modo che lui potesse proteggerlo.
<< Ora madre, vattene e non ti permettere mai più di far del male a mio figlio. Sono passati i tempi in cui mi facevo sottomettere da te, io amo Robin e lo sposerò, di certo non ho bisogno del tuo permesso. >>
Cora rimase a fissare Regina, non l'aveva mai vista così determinata e innamorata, si limitò a sorridere, guardò Tremotino e disse: << debole e innamorata come il padre. >>, e sparì.
Tutti guardarono Tremotino e non capivano il senso di quella frase, perché Cora avrebbe detto una cosa del genere a lui, per quale motivo nominare il padre di Regina.
Lui si limitò a dire che dovevano occuparsi di cose più importati di una semplice e stupida frase e con ciò si liberò degli sguardi curiosi degli altri, tranne quelli di Regina, tormentata da un dubbio.
<< Gold ha detto che le anime che incontreremo sono dannate e bloccate in questa specie di limbo perché hanno ancora dei conti in sospeso con qualcuno, quindi è probabile che anche Cora ne abbia >>, disse Emma.
<< Stai dicendo che devo parlare con mia madre e chiederle se ha ancora segreti o torture da infligermi? Bene la giornata non fa che peggiorare. >>
Robin strinse Regina a sé dandole conforto: << tranquilla amore, ci sono io qui con te e qualunque cosa dirà o farà io ti aiuterò ad affrontarla, insieme. >>, e la baciò.
Con una preoccupazione che le attanagliava il cuore, Regina si incamminò verso il luogo in cui avrebbe trovato sua madre, l'unico posto a cui Cora, come la figlia, non avrebbe mai rinunciato, la cripta di famiglia.
<< Voi andate alla cripta, mentre noi continuiamo la ricerca >>, disse Emma rivolgendosi a Regina e Robin, << Henry tu vieni con noi? >>
<< No, vado con la mamma e Robin, con loro sono al sicuro. >>
<< Bene, verrò anch'io con voi >>, disse ad un certo punto Tremotino richiamando nuovamente la curiosità dei presenti ma soprattutto in Regina il dubbio che le stesse nascondendo qualcosa di importante.
Robin riprese in mano l'arco e poi disse: << bene, allora andiamo prima sistemiamo questa facenda delle anime dannate e prima riportiamo a casa Uncino. >>
E così il gruppo si divise.

Il cimitero era più tetro e freddo del solito, anche Regina ne era intimorita, con passo lento ma deciso si diressero al centro dove era posta la cripta della famiglia Mills.
Davanti a quell'enorme porta si fermarono e rimase per qualche secondo a fissarla, Regina percepiva la presenza di sua madre all'interno e cercava di trovare la forza di entrare ed affrontarla per un'ultima e decisiva volta.
Anche Tremotino era alquanto spaventato, sapeva cosa sarebbe successo in quella cripta e poteva solo immaginare quanto Regina ne sarebbe rimasta delusa e distrutta, ma erano passati troppi anni, ne avevano passate troppe sia come allieva e insegnante, sia come nemici e anche come alleati, ed era giunto il momento che affrontassero il segreto più oscuro di tutti.
Con un gesto della mano Regina abbattè lo scudo di protezione che Cora aveva inalzato, anche se morta doveva comunque prendere precauzioni, così entrarono e scesero nella cripta.
<< Vi stavo aspettando >>, disse Cora presentandosi davanti a loro e poggiando sul baule un libro, uno dei tanti libri presenti, non più importante di altri.
<< Se ci stavi aspettando madre allora conosci anche il motivo per cui siamo qui. >>
<< Credi veramente che ci metteremo seduti in cerchio e parleremo dei nostri problemi e segreti. Ti voglio bene figlia mia e mi dispiace per averti causato così tanto dolore ma ci sono segreti che devono restare tali. >>
<< Quando moristi mi dicesti che io ti sarei bastata e ho creduto che fossi cambiata ma ora sei di nuovo qui e continui a mentirmi a mantenere segreti inutili. Perché non mi dicesti mai di Zelena, per quello che le hai fatto lei ha cercato per anni di distruggermi e ferirmi e ce l'ha fatta, mi ha distrutta ma per fortuna grazie a Robin, Henry e agli altri ne sono uscita vincitrice.
Sono stanca, anche dopo la tua morte, dopo anni devo ancora sopportare tutto questo, cosa mi nascondi madre, parla. >>
Finì la frase con gli occhi gonfi per le lacrime che tratteneva, Robin la cinse da dietro e l'avvolse con le sue possenti braccia e lei lasciò la sua testa cadere sulla spalla di lui permettendogli di darle un lieve bacio sulla tempia.
Robin soffriva nel vedere la sua amata in quello stato, dopo tutto quello che aveva dovuto affrontare nell'ultimo anno, ora doveva solo vivere serena e tranquilla ma ancora non le era concesso.
<< Allora strega cosa aspetti a parlare, dici di volerle bene e poi la fai soffrire >>, prese l'arco e puntò una freccia in direzione di Cora, << prima sono riuscito a colpirti la spalla ma la prossima volta colpirò il tuo cuore, sarai pure morta ma percepisci comunque il dolore e giuro che te ne affliggerò tanto quanto quello che tu hai afflitto a Regina >>, la rabbia in Robin cresceva sempre più, Regina non lo aveva mai visto così.
Solo per lei era disposto a tutto.
Cora rimasta imperterrita ad ascoltare le parole del uomo abbassò lo sguardo, capì che stava sbagliando, era il momento di parlare.
<< Bene ladro abbassa il tuo arco, non serve puntarmelo contro >>, spostò lo sguardo su Tremotino e disse: << parlerò, vi racconterò la verità. >>
Tremotino sbiancò, il momento era giunto, il più grande segreto della sua vita stava per essere svelato e ancora non era preparato a ciò.
Il dubbio in Regina accresceva sempre più osservando Tremotino, strinse la mano di Robin e rivolgendosi a sua madre disse: << allora sto aspettando, qual'è questa grande vertià che non vuoi dire? >>
Cora prese un bel respiro e iniziò: << quando sposai tuo padre, non lo feci per amore, ma solo per il titolo nobiliare. Da sempre nella mia vita ho cercato di essere qualcuno, non la semplice e sporca figlia del mugnaio ma qualcuno di importante.
Non ho mai cercato l'amore, ma un giorno quando ero giovane lo trovai.
Lui era diverso da chiunque altro, era magico e mi ha fatto scoprire la magia, lui era Tremotino, all'inizio ne ero spaventata ma poi lui mi aiutò ad ottenere ciò che desideravo, sarei diventata la moglie del principe Henry.
Non amavo Henry, ma iniziai ad amare Tremotino, lui era così potente e malvagio… >> qui Cora si soffermò a guardare Gold con aria rattristita e delusa per come era diventato, non era più il cattivo e potente Signore Oscuro ma era un debole uomo.
Poi riprese: << prima del matrimonio, feci un patto con lui, avrei lasciato Henry, ucciso suo padre e sarei scappata con Tremotino, e l'accordo che facemmo in precedenza, quello in cui gli avrei dato la mia primogenita fu modificato, ora gli avrei donato una figlia sua.
Ma, il mio desiderio di avere tutto, il castello e l'oro mi fece infrangere quell'accordo, mi tolsi il cuore per non provare più quell'amore che mi stava allontanando dal mio scopo e le nostre strade si divisero. >>
<< Non capisco dove vuoi arrivare madre, cosa centra il patto con Gold e il vostro amore, con me >>, chiese una alquanto preoccupata Regina.
<< Qualche settimana più tardi scoprì di essere incinta e non mi ci volle molto a capire chi fosse il padre, quello che sto cercando di dirti è che tu, non sei figlia di Henry ma sua. Mi dispiace di non avertelo detto prima Regina, ma, Gold è tuo padre. >>
<< No, non può essere, mi stai mentendo. Tu >>, disse puntando il dito contro Tremotino con una rabbia negli occhi che mai prima d'ora aveva avuto, << tu lo sapevi e per tutto questo tempo, tutto quello che mi hai fatto non mi hai mai detto nulla. >>
Regina si dovette sedere, il suo cuore s'era spezzato, non sapeva cos'altro dire, la rabbia e la delusione che l'avevano colpita ora la stavano logorando.
Robin ed Henry cercarono di consolarla, ma non servì, lei si alzò, guardò sua madre e poi sparì in una nuvola viola, lontana da tutti.
Apparì nel bosco, vagò senza meta, nella sua mente ora risuonavano solo quelle parole “Tremotino è tuo padre”, ma come potevano averglielo tenuto nascosto così a lungo, non riusciva a crederci.
Stanca e inerme si fermò nel mezzo del bosco e si sedette sulle radici uscenti di un'immenso albero e rimase lì a pingere.
Robin preoccupato per Regina disse a Gold di accompagnare Henry dagli altri e di restare con loro, poi si diresse verso il bosco con la speranza di trovare Regina.
<< Regina, Regina dove sei? Ti prego rispondimi. >>
Ma non ottenne nessuna risposta.
Camminò a lungo fino a quando non scorse in penombra una figura a lui famigliare e le si avvicinò.
Si sedettè accanto a lei, << ehi, come ti senti? Parla con me, io sono qui per aiutarti >>, Regina non disse nulla ma gli strinse la mano, appoggiò la testa sulla sua spalla e pianse.
Lui l'avvolse in un confortevole abbraccio e le baciò la tempia.
<< Perché tenermi allo scuro di tutto questo >>, disse singhiozzando, asciugandosi gli occhi e schiarendosi la voce, << ho sempre pensato di essere importante per lui perché ero brava con la magia, mi ha sempre detto che ero la sua allieva migliore, ma ora non ne ho più certezza. Mi ha ingannata, usata e distrutta, proprio come mia madre. >>
<< Mi dispiace molto per tutta questa situazione, ti sono accanto, non ti lascerò affrontarlo da sola. Ne hai passate troppe, soprattutto in questo ultimo anno, e per la maggior parte per colpa mia, e ora più di chiunque altro meriti di essere felice e non permetterò a nulla e a nessuno di compromettere la tua felicità, te lo prometto. Ti amo e ti sosterrò da qui all'eternità. >>
<< Oh Robin, so che ci sei, ci sei sempre stato fin dall'inizio, anche quando non ci sopportavamo tu mi hai aiutata, sostenuta e protetta e ti ringrazio. Ti amo. >>
Si baciarono e rimasero abbracciati sotto quell'immenso e stupendo albero per molto, dimenticando cosa la città e i loro amici stavano affrontando e cosa ancora dovevano affrontare.

Henry nel frattempo assieme a Tremotino avevano raggiunto Emma e gli altri che preoccupati per l'assenza di Regina e Robin chiesero cosa fosse successo.
Tremotino distolse lo sguardo e non spiaccicò parola, ma Henry dispiaciuto e preoccupato per la sua mamma raccontò cosa aveva detto Cora.
<< Cosa? Tu sei il padre di Regina? >>, disse una scioccata Emma, quasi urlando, di fronte a Tremotino.
<< Non serve che ti agiti, sono suo padre, ma questo non vi riguarda. >>
<< Ma ora dov'è? >>, chiese MM preoccupata.
Henry, con gli occhi rossi per il dispiacere, guardò sua nonna e disse: << non lo so, è scappata, Robin è andato a cercarla ma è passata più di un'ora ormai e non sono ancora tornati. >>
<< Non preoccuparti ragazzino, tua madre è una donna forte e poi Robin le è accanto e riuscirà a farla stare meglio. >>

Nel frattempo nel bosco Regina e Robin si accorsero che avevano passato troppo tempo lontano dagli altri, lei in tutto quel tempo rimasta abbracciata a Robin pensò solo a cosa fare ora che aveva scoperto la verità.
Cora era ancora in città e questo era un enorme problema non solo per lei, ma per tutti, doveva farsi forza e reagire in qualche modo.
Si incamminaro verso la città dove avrebbero raggiunto il gruppo, ma all'improvviso il loro cammino venne bloccato proprio da Cora.
<< Che vuoi ancora madre? Lasciami stare, non sono pronta ad affrontarti, non in questo stato. >>
<< L'unica cosa che entrambi volete è che io sparisca, e lo capisco, ma se tu non mi perdoni io non posso andarmene, ho sbagliato tante volte e mi dispiace.
Quando prendesti la pozione di sterilità ti dissi che eri te stessa la causa della tua infelicità ma in parte è stata anche colpa mia.
Dopo quel giorno ho cercato un modo per aiutarti, sapevo che prima o poi saresti cambiata e avresti trovato l'amore che tanto desideravi, l'uomo col leone tatuato e sono felice che questo si sia avverato, vi state per sposare ma non basta so cosa desideri di più, un figlio tuo e io posso dartelo. >>
<< Cosa stai cercando di dire, non esite cura per ciò che ho fatto. Perché mi fai questo, non mi hai fatto troppo male, vuoi infliggermene ancora >>, chiese una stupita ma distrutta Regina.
<< Sto dicendo che la cura c'è ed è sempre stata con te, ritorna alla cripta e guarda tra le mie cose troverai una boccetta rossa con un tappo a forma di rosa. >>
Regina rimase immobile per un istante, ma poi guardò Robin che capì all'istante le intenzioni dell'amata e così si diressero alla cripta.
Cora, ovviamente li seguì.
Dopo un paio di minuti passati a rovistare tra le cose della madre trovò la boccetta, << è questa? È sempre stata qui e io nemmeno sapevo a cosa servisse. >>
<< La misi quando arrivai in città con la speranza che un giorno l'avresti trovata, ora che aspetti bevi. >>
Regina tentennando bevve e immediatamente ne sentì gli effetti.
Ora non era più sterile e poteva creare la famiglia che da sempre desiderava assieme alla sua anima gemella, ai figli che entrambi già avevano e al futuro prinicipe o principessa che ora potevano avere, un figlio tutto suo e del suo Robin.
<< Amore come ti senti? Ha funzionato? >>, chiese un Robin preoccupato e impaziente.
Regina lo guardò con gli occhi colmi di lacrime, ma lacrime di gioia, gli sorrise, prese il suo volto tra le mani e disse: << ha funzionato. >>
Robin la sollevò, l'abbracciò stretta e con un emozione mai provata prima la baciò.
Cora osservò la scena commossa, aveva finalmente capito il suo errore, aveva impiegato anni ma alla fine rese sua figlia felice e senza aver nulla in cambio, ma solo per la felicità e l'amore di Regina.
<< È giunto per me il momento di andare, ora non ci sono più segreti tra noi e la mia anima è libera grazie al tuo perdono figlia mia. >>
<< Grazie a te madre. >>
Madre e figlia si abbbracciarono e un'istante dopo Cora svanì nello stesso modo in cui era apparsa, ma questa volta per sempre.

Raggiunti gli altri e rispedite tutte le anime dannate nel luogo in cui provenivano, i nostri eroi intrapresero il viaggio negli inferi per salvare l'anima di Uncino, non fu facile e dovettero combattero molto ma alla fine tutto andò per il meglio.
Emma si riunì al suo amato, tutti gli abitanti della città erano salvi e tornati nelle loro case.
Regina si prese del tempo per pensare, stava per sposare l'uomo che amava con il quale ora poteva avere dei figli ma era tormentata da quella scomoda verità rivelatale dalla madre.
Ancora non poteva essere completamente felice, doveva accettare che Tremotino era il suo vero padre, ma non era facile.
Raggiunse gli altri davanti alla biblioteca dove ancora si trovava la torre dell'orologio distrutta e chiese a Gold di parlare in privato.
<< Non sarò mai pronta ad accettare questa cosa, ma voglio provarci, in fondo sei sempre stato in qualche modo importante per me, ma non ti aspettare abbracci o che ti chiami padre, mio padre resterà sempre Henry, lui mi ha cresciuta, amata anche quando il mondo mi odiava ed è lui che ho sacrificato per ottenere la mia vendetta, questo non cambierà mai. >>
<< Ti capisco e non ti chiedo di farlo, a me basta sapere che mi hai perdonato per non averti mai detto la verità prima d'ora, e forse col tempo cambierai idea. >>
Regina lo guardò e gli sorrise semplicemente per poi guardarsi attorno, << dovremmo sistemare le cose qui, odio essere il sindaco di una città distrutta. >>
Tornati dagli altri Regina disse che dovevano mettersi al lavoro per sistemare la città e trovò l'assenso e l'appoggio di tutti.
I nani con i loro picconi, David, Uncino, Robin e l'allegra brigata e molti altri armati di chiodi e martelli in armonia, gioia e con un pizzico di magia da parte di Regina e Emma ricostruiscono la loro amata città, la loro casa, Storybrooke.
Così la pace tornò sovrana, ma chissà per quanto sarebbe durata.

Sara Hood.
 
   
 
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