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Autore: PandoraEvans_888    02/12/2015    0 recensioni
Piccola fanfiction su una conversazione tipica tra Merlin e Arhur. O così sembra. I personaggi possono essere un po' OOC, è una fanfiction partorita di getto da una mente bisognosa di aiuto. Presuppone inoltre che Arthur sappia da sempre della magia di Merlin (cosa insensata, lo so).
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fanfiction senza senso di una mente che ha bisogno di aiuto. Arthur qui sa della magia di Merlin, come se niente fosse. Buona lettura! 




 
  • No. Assolutamente no. –
  • Non capisco perché ti opponi così tanto alla cosa, Merlin. –
  • Vuole veramente saperlo, Sire? Poi non si lamentasse se divento volgare. –
  • E se ti dicessi che è un ordine dal tuo re? –
  • Le risponderei per l’ennesima volta che sono il suo servitore, non il suo cane. –
  • Un’ultima volta, Merlin… dai… -
  • No! Non mi  trasformerò in un cane per divertirla! – esplose Merlin, alzando le braccia al cielo.
Arthur sorrise sornione per poi unì le mani in segno di preghiera spalancando gli occhi. Merlin scosse ancora la testa. Non ci sarebbe cascato un’altra volta! Quei dannati occhi dolci azzurri erano in grado di fargli fare qualsiasi cosa. Ma non stavolta. Non si sarebbe umiliato di nuovo.
  • Non se ne parla. Non sono un buffone. –
  • Su questo si potrebbe discutere – replicò il re, incrociando le braccia al petto.
Il re abbandonò il suo tono supplichevole per passare a quello autoritario.
  • Te lo ordino, Merlin. In fondo è il mio compleanno. –
  • No! Non può usare questa scusa ogni anno! Quella volta è stato un errore che non si ripeterà! –
  • Ma eri un collie bellissimo! Non puoi non ammetterlo! –
  • Ho soltanto sbagliato un incantesimo, Arthur. Non capiterà mai più. Lo giuro. –
Merlin si staccò da Arthur, che lo aveva chiuso in un angolo per persuaderlo. Arthur alzò un sopracciglio al vano tentativo del mago di spostarlo. Sorrise affabile e rischiacciò Merlin contro il muro.
  • Devo usare altri metodi per convincerti…? – iniziò Arthur, avvicinando ancora di più il volto al mago.
Merlin deglutì forte, tentando di ignorare la scarica che attraversò tutto il suo corpo. Poggiò le mani sul possente petto di Arthur – mannaggia a quei muscoli scolpiti  - e lo spinse invano indietro. Il re gli afferrò le mani e le sbatté contro il muro dietro Merlin, iniziando poi a baciare il delicato ma deciso sul magro collo del compagno, indugiando particolarmente  sotto il pomo d’Adamo, che sporgeva e si alzava frenetico. Dopo un tempo che a Merlin parve infinito, si staccò e baciò appassionatamente il mago, che non poté fare altro che cedere alla veemenza del re. Restituì il bacio con altrettanto slancio, dimentico del motivo per cui stavano discutendo.
Un paio di minuti dopo si trovavano sul letto, ignari del mondo che li circondava, come sempre. Arthur prese come sempre le redini della situazione, posizionando Merlin sotto di lui e iniziando a massaggiare il sodo fondoschiena di Merlin, fermandosi ad ammirarlo per un po’, accarezzandolo con un tocco leggero. Merlin da canto suo era partito. Ormai nulla aveva più senso se non Arthur. Si girò leggermente e sussurrò al re: - Sono pronto. –
  • Quindi lo farai? – rispose il re alzando la testa e spostando la sua attenzione dal sedere del mago al suo legittimo proprietario.
  • Hai vinto, come sempre. –  replicò Merlin, sbuffando divertito. Non poteva vincere contro quell’uomo.
  • Bene. – sorrise il re.
Si alzò dal letto e si rivestì come se niente fosse. Poi si girò verso Merlin e incrociò le braccia, con un sorriso trepidante di attesa. Merlin lo fissò per un po’, incerto se sbatterlo a terra o meno. Ma in fondo era il suo compleanno, una volta all’anno non avrebbe ucciso nessuno.
Si alzò e si rivestì anche lui, furioso con se stesso per essersi fatto abbindolare con così poco.
  • Sei proprio un figlio di buona donna. Ti odio. –
  • Sappiamo entrambi che non è vero. –
Merlin sospirò e con un guizzò d’oro si trasformò in un collie. Il re batté le mani impressionato e si avvicinò pian piano al cane, inginocchiandosi.
  • Lo sai che sei proprio carino? – gli disse grattandogli le orecchie.
Il collie si lasciò coccolare per un po’, promettendo a se stesso che però il re l’avrebbe pagata. E anche cara.
 
                                                                            ***
 
Qualche settimana dopo, di presto mattina, Merlin andò come sempre a svegliare Arthur, che senza di lui si sarebbe alzato dopo il pranzo. Prima di tirare le tende e quindi svegliare il re si avvicinò al suo letto e sussurrò poche parole incomprensibili. Si tirò su soddisfatto e disse tra sé e sé:
  • Così impari, asino reale. –
Tirò le tende e diede il buongiorno al re, come se niente fosse. Quello con molta fatica si tirò su e si passò una mano tra i capelli.
  • Ma cosa…? – si chiese ripassando ancora la mano.
  • Cosa succede sire? – chiese innocentemente Merlin.
Il re lo guardò male e afferrò lo specchio sul suo comodino. Lo portò sulla sua faccia e urlò.
  • Che cosa hai fatto Merlin! – urlò ancora più forte – non di nuovo! –
Le sue orecchie erano diventate quelle di un asino, e mentre il re scattava in piedi sentì anche una coda. Il re fulminò Merlin con lo sguardo e fece per dire qualcosa quando gli uscì un raglio involontario.
  • Cosa? Non credo di aver capito, Sire. –
Il re/asino lo guardò male, non dicendo però nulla.
  • Non le conviene sfidare uno stregone sire. –  disse Merlin – sono creature malvagie. –
  
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