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Autore: Shayleene    02/12/2015    1 recensioni
In una giornata estiva come tante altre, Maka Albarn si infuria (come sempre) con la sua buki Soul Evans che non si presenta alla sessione di allenamento.
Torna a casa credendo di trovarlo lì ad oziare, ma il ragazzo non c'è. E non compare nemmeno nelle ore successive. Svanito nel nulla. E' allora che Maka sente crescere una profonda preoccupazione che la porterà alla ricerca del suo compagno, e alla scoperta di sentimenti di cui non era ancora consapevole.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franken Stein, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente si stava avvicinando all'origine del suono, che stava diventando sempre più forte e cristallino. Svoltò rapida un angolo della strada, per poi fermarsi quando sentì il brano calare di intensità.
-Maledizione, se continuo a seguire tutte le svolte dei vicoli non ce la farò mai!- sibilò, gli occhi che guizzavano a sinistra e a destra alla ricerca di una soluzione. Quando notò l'asta dell'insegna di un bar sporgere dal muro sul viso le spuntò un lieve sorriso. Se non poteva sfruttare la strada per arrivare da Soul... voleva dire che avrebbe corso sui tetti!
Prese la rincorsa, spiccando un agile salto e afferrando l'asta in metallo. Si diede una spinta con le gambe per fare un volteggio, poi mollò la presa e atterrò in perfetto equilibrio sul bordo del tetto. Da lì riusciva a vedere meglio la città, illuminata fiocamente dalla luce della luna. Ancora una volta si stupì dell'assenza di qualsiasi persona in strada.
"Sarà per il freddo... è anche tardi, quindi è logico che preferiscano restarsene in casa" riflettè, prima di riportare l'attenzione sul suono. Con eleganza e sicurezza saltò da un tetto all'altro posando i piedi nei punti giusti per non scivolare rovinosamente a terra. Sorrise al pensiero che non era la prima volta che passava "dall'alto" per andare da qualche parte.
Era successo anche durante il loro duello con Blair, quando ancora non sapevano che non era una strega bensì una gatta magica. Non era stata una battaglia facile: Blair lanciava degli attacchi esplosivi davvero potenti, e quell'idiota di Soul finiva sempre per perdere sangue dal naso non appena guardava in faccia quella tettona!
E c'era stato quel momento... quel terribile momento in cui lui si era ammutolito. Era tornato in versione umana proprio quando lei stava per cadere dal tetto di un edificio. Lei non capiva cosa gli stesse succedendo, la sua buki aveva un'espressione così strana. E dopo qualche secondo, Soul l'aveva lasciata cadere in un cassonetto della spazzatura.
Aveva finto di voler diventare l'arma di Blair per potersi avvicinare a lei e colpirla a tradimento, ma Maka quello non lo sapeva. Quanto aveva sofferto in quegli interminabili minuti durante i quali credeva di essere stata tradita dall'unico ragazzo con cui aveva stretto un legame? Soul si era reso forse conto del dolore che le aveva causato? Si era sentita come se la sua anima venisse mangiata a piccoli morsi da una bestia con denti affilati perfetti per lacerare la carne delle sue vittime.
Certo, alla fine il piano del suo compagno aveva funzionato perfettamente, ma per un po' di tempo le aveva lasciata con l'amaro in bocca e il timore costante di essere troppo debole per un'arma decisa e agguerrita come lui.
"Basta, ora non devo pensarci! E' la volta in cui dimostrerò a Soul che sono degna di essere la sua partner, quindi vediamo di muoverci e andare a salvare il fondoschiena a quello scemo!" si disse.
Acuì il senso dell'udito: le note, basse e vibranti, provenivano verso destra. Maka svoltò in quella direzione, prendendo la rincorsa e saltando sopra un edificio al lato opposto della strada. Tuttavia calcolò male le distanze, perché appoggiò male il piede su una tegola facendola uscire dalla sua collocazione e scivolare. Sentì il rumore dei cocci che si spargevano a terra, mentre con le mani afferrava disperatamente la grondaia che cigolò sotto il peso improvviso. Lanciò un sospiro di sollievo, stringendo la presa e facendo forza sulle braccia per tirarsi nuovamente sopra il tetto.
-Questa volta ci sono andata vicina...- mormorò, passandosi una mano sulla fronte imperlata di sudore. Volse la testa verso la sua meta, e sollevò le sopracciglia quando si rese conto che il suono pareva provenire proprio dalla Shibusein!
L'enorme scuola si stagliava ben visibile anche nel bel mezzo della notte. Enormi candele ne illuminavano il profilo imponente, le torri aguzze che svettavano verso il cielo come a sfidarlo e i tre bianchi teschi allineati a formare l'ingresso. Quel luogo era ciò che poteva più chiamare casa: l'aveva vista crescere giorno dopo giorno, non solo come Meister ma anche e soprattutto come persona. Era lì che aveva trovato i compagni giusti che l'avevano aiutata nel momento del bisogno.
"Altro che quell'idiota di mio padre!" pensò, vedendo davanti a sé la figura del padre inetto che era stato incapace di badare a lei sin da quando era piccola. Non poteva negare che fosse un'ottima arma. In fondo era una Death Schythe, una delle fortissime e abilissime buki utilizzate dallo Shinigami, ciò che tutte le buki desideravano di divenire ancor prima di entrare nella scuola.
Ma come figura paterna? Valeva meno di zero. Era per quel motivo che aveva imparato da bambina a badare a sé stessa, occupandosi della casa. Sua madre le aveva insegnato tutto il necessario, prima di andarsene stufa dei comportamenti del marito.
Cosa ci faceva Soul alla Shibusein a quell'ora? 
-Scemo- sibilò Maka procedendo rapidamente verso la scuola, -giuro che questa volta ti riempirò talmente tanto di botte che domani tutti ti scambieranno per una melanzana mutante!-
Tuttavia, sebbene fosse in vena di minacce come sempre, quello che pensava in cuor suo era parecchio differente.
"Fa che stia bene" era infatti ciò che si augurava. E non si trattava solo della preoccupazione di una Meister verso la sua buki. No, stava cominciando a rendersi conto che c'era in gioco qualcosa di più. Eppure non poteva perdere tempo in sciocchezze, doveva sbrigarsi e andare ad aiutarlo.
Spiccò un ultimo salto, afferrandosi poi al ramo di uno dei due alberi piantati alla base della lunga scalinata che portava all'entrata della Shibusein. Sollevò lo sguardo, notando che i gradini non le erano mai sembrati tanto numerosi come in quel momento. Fece un respiro profondo per rallentare il battito cardiaco accelerato a causa dello sforzo fisico più prolungato del solito, poi strinse i pugni per farsi forza.
-Soul, sto arrivando!- gridò, più per sé stessa che per altri motivi.
Era preparata al peggio?
Certo, anche se sperava che la situazione non fosse troppo grave.
Aveva paura?
Un terrore cieco che le attanagliava le viscere rendendole difficile muoversi e persino pensare lucidamente.
Si sarebbe mai tirata indietro?
"No, mai" si disse Maka, prima di giungere all'immenso portone nero della scuola e trovarlo socchiuso. 

Ed eccomi qui! Si accettano ipotesi su ciò che potrebbe accadere, forza u.u
Come vi è sembrato il capitolo? :D



 

   
 
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