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Autore: lasagnalover_2001    03/12/2015    1 recensioni
Veneziano comincia a pensare a quanto sia carina Germania, non riesce ad accettare che gli piace, e tenta di trovare qualcosa di più bello di lei...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nyotalia
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Germania! Germania! Guarda qui!” una voce agitata interruppe le flessioni di Monika.

“Mein Gott, Italia, più ti dico che ti farebbe bene un po’ di allenamento e meno mi ascolti, finirai mai di distrarti così?”, Germania si alzò controvoglia, voltandosi verso il ragazzo che correva verso di lei entusiasta con qualcosa in braccio. Monika era scioccata. Più il ventiduenne si avvicinava, più le sembrava che qualunque cosa avesse in braccio fosse bianca, pelosa e miagolante. Germania si schiaffò la mano sulla faccia esasperata.

“L’ho trovato vicino ad un cassonetto dell’immondizia. Non capisco come si possa mai abbandonare una cosa così carina” diceva adesso Feliciano, agitando le mani con enfasi. Gli era dispiaciuto lasciarlo lì solo al mondo. E poi aveva un dubbio da risolvere, e mentre parlava a raffica di come avesse trovato quel gattino bianco, la sua mente aveva altro a cui pensare.

Vedendo che la ragazza era distratta dalle sue mani che gesticolavano e dalle sue chiacchiere su quanto il felide fosse piccolo e bisognoso, si concentrò con attenzione sulla tedesca. Germania era senza dubbio una bella ragazza. Con i capelli biondi chiari e corti, gli occhi azzurri congelanti. Gli faceva venire i brividi. Ma non di freddo o paura. Un altro genere di brividi.

Con voce squillante continuava a parlare, gettando occhiate prima al gatto e poi a Germania, poi di nuovo al gatto e ulteriormente alla tedesca, alternando. Voleva controllare un presentimento.

Ormai lei doveva essersi accorta delle occhiate, perché quando lui posò nuovamente lo sguardo sul suo viso, lo fulminò in un misto di curiosità e irritazione. La povera ragazza aveva perso da un pezzo il filo del discorso insensato di Veneziano, e si era giusto accorta che lui la guardava, e poi guardava il gatto, e di nuovo lei, e così all'infinito, come se li stesse confrontando in qualche modo.

Italia avvampò, cercando di nascondere la sorpresa e l’imbarazzo che non era solito provare.
“Quindi … ehm Germania? Pensi che dovrei tenerlo?” buttò lì, senza sapere come tirarsene fuori.

“Ah. Non lo so, non credo che sia una buona idea. Sei una nazione, hai degli impegni e questo gatto è piccolo e avrà bisogno di attenzioni” rispose lei fredda. Ma il suo tono era un po’ più incerto. Non sapeva come altro rispondere a quella domanda improvvisa. Il ragazzo la stava guardando, solo lei, adesso. Si sentiva accaldata e leggermente irritata da quegli occhi ambrati. Non aveva mai capito bene il loro esatto colore, all'ombra davano sul nocciola, ma al sole erano dorati, come ramati diventavano i capelli del giovane. E quel viso. La faceva arrossire a tradimento, con quella espressione allegra e quel sorriso sui bei lineamenti, che sembrava illuminare molte sue giornate grigie; si ricordava ancora quanta forza le aveva dato verso il termine della Seconda Guerra Mondiale, quando si era accorta che il suo capo era solo un pazzo furioso e assassino che le aveva promesso cose stupide e ormai irrealizzabili, illudendola. Quanto la aveva consolata, lui. Prima che se ne andasse. Ma d'altronde non lo ha deciso lui, e per la sua incolumità era meglio così, si era spesso trovata a pensare.

“Sì … penso tu abbia ragione. Troverò qualcuno che possa tenerlo, allora!” la riscosse in quel momento proprio la voce a cui stava pensando. Germania alzò lo sguardo, e perse un battito (forse anche diversi battiti) quando Italia le si era avvicinato di slancio per salutarla con due baci sulle guance prima di andare alla ricerca di qualcuno in grado di occuparsi del piccolo felino.
Le sembrò di arrossire fino ai capelli, mentre il ragazzo, alto circa quanto lei, le scoccava un bacio su ogni guancia, prima di andare via correndo.

Germania a volte si chiedeva cosa aveva per la testa il suo amico. Era proprio … italiano. Sì, era l’unico aggettivo che poteva completare la sua descrizione.
La giovane nazione tornò alle sue flessioni, con ancora un certo sorriso di un certo ragazzo nella mente, incapace di toglierselo dalla testa.
 

Allora, salve a tutti ^J^ spero che questa storia non vada troppo sull'OOC, perché non sarebbe proprio mia intenzione anche se per sicurezza ho messo l'avvertimento, quindi se capita per favore fatemelo notare! Insieme a errori vari magari! recensite gente!!! Inoltre, mi scuso se il capitolo è cortino, anche la storia non va oltre i 4 capitoli, spero però che vi piaccia, anche se magari non è granché, visto che è la mia prima!

   
 
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