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Autore: Isidar Mithrim    04/12/2015    5 recensioni
Un sonetto per non dimenticare.
{Quarto classificata al contest 'E lasciatemi divertire! - Contes Poetico' indetto da AmahyP}
Genere: Drammatico, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che uomo ha tradito

Fredda carezza di salmastra spuma
ventre rigonfio affabile sfiora.
Soffice sabbia che mare consuma
dita contratte gentile ristora.

Sorge la Luna a sfidare la bruma,
cielo rischiara come all’aurora,
ma quando buio adagio si sfuma,
verità cruda dall'acqua affiora.

Cucciolo d’uomo da madre diviso,
che nella notte mare ha tradito,
dorme d’un sonno di fato ormai privo.

Corpo di bimbo da vita reciso,
che sulla rotta Morte ha rapito,
giace silente lontan dall’arrivo.


***********

Ciao!
Eccomi qua con la mia prima, vera poesia (qualche altro vago tentativo l’avevo fatto in due drabble).
Per scriverla mi sono (tristemente) ispirata alle crude immagini girate sul web un po’ di tempo fa, che ritraevano alcuni bambini morti in un naufragio mentre tentavano di lasciare Zuwara.
L’idea originale era quella di incorporare alcuni dettagli di come erano vestiti, perché personalmente mi sono rimasti impressi nella mente, ma alla fine l’unica cosa che sono riuscita a riportare è l’immagine dei ventri scoperti adagiati sulla sabbia.
Ho provato a trasmettere inizialmente una sensazione di qualcosa che potesse sembrare bello, accogliente (la carezza del mare, la sabbia soffice) – nonostante alcuni dettagli stonati, come i ventri ‘rigonfi’ – per poi piano piano svelare la tragità dell’evento.
Il titolo è volutamente differente dal verso ‘che [nella notte] mare ha tradito’: l’idea è che, se di fatto è stato il mare a uccidere questi bimbi, in realtà sono gli uomini i veri colpevoli delle loro morti. Ovviamente qui i soggetti di ‘ha tradito’ sono ‘mare’ e ‘morte’ (e non ‘cucciolo d’uomo’).
Da un punto di vista metrico, è un sonetto classico, costituito da due quartine e due terzine e da questo schema per quanto riguarda le rime: ABAB ABAB CDE CDE.
I versi sono endecasillabi (spero :P) con accento sulla quarta e sulla decima sillaba come da ‘manuale’ (poi ce ne saranno anche altri, non ne ho idea ^^’, ma sicuro su queste due l’accento c’è!), tranne l'ottavo verso, che è di dieci sillabe. Quando c’è l’apostrofo o quando una parola termina con la stessa vocale della parola che segue ho contato solo una sillaba (per scrivere questo sonetto ho scoperto che il numero di sillabe è un concetto abbastanza relativo, o meglio, che la divisione grammaticale è diversa da quella poetica, che è più attenta alla musicalità).
Sono piuttosto soddisfatta del risultato delle quartine, meno di quello delle terzine, che mi sembrano un po’ ‘sospese’, come se mancasse una conclusione ^^’
In alcuni punti ero indecisa con delle varianti, mi piacerebbe un consiglio:
-    ventre rigonfio → ventre scoperto
-    dita contratte gentile ristora → pace concede al volto ch’affiora
-    verità cruda i cuore divora → verità cruda dall’acqua affiora (ovviamente non userei entrambi gli affiora; all’inizio ho cambiato il primo verso proprio per poter usare qui ‘affiora’, che come significato trovo sia azzeccato, perché la verità affiora letteralmente fuori dall’acqua, ma ‘il cuore divora’ mi pare suoni meglio e abbia un maggiore impatto emotivo) --> Grazie ai vostri consigli alla fine ho deciso di cambiare questo verso ;)
-    Ho pensato di mettere l’ultimo verso delle terzine come primo

Infine, grazie mille a voi lettori per aver letto la mia poesia e per esservi sorbite le mie note, più un grazie mille ad AmahyP per la preziosa occasione!

Isidar

   
 
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