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Autore: baudelairesucks    04/12/2015    0 recensioni
Guardavo i treni giungere ai binari e sentivo un tuffo al petto ogni volta che quelle maledette porte si aprivano: speravo di vederti camminare nella mia direzione, pronto a sfiorare le mie lacrime con le tue morbide labbra che in realtà non avevo mai tastato.
Genere: Angst, Poesia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Zweisamkeit -






Non è che vi sia molto da dire, in realtà.

Fino a un paio d'anni fa, il mio passatempo maggiore era quello di osservare i treni scorrere; vederli passare di continuo faceva nascere in me l'idea di una possibilità di cambiamento, seppur vana, andare e venire, senza tornare, vagando per i diversi luoghi che di notte annebbiavano i nostri occhi già serrati. Ti portavo con me in quel nostro viaggio inesistente: se tu lo percepissi davvero, questo proprio non saprei dirlo. A volte non lo percepivo neanche io, nonostante ti dicessi il contrario. Avevo a cuore la tua anima, non era mio desiderio ferirla con sciocche parole che in futuro ci saremmo soltanto rinfacciati.

Guardavo i treni giungere ai binari e sentivo un tuffo al petto ogni volta che quelle maledette porte si aprivano: speravo di vederti camminare nella mia direzione, pronto a sfiorare le mie lacrime con le tue morbide labbra che in realtà non avevo mai tastato. Ma io ne ero certo, che fossero così, e di mestiere all'epoca facevo il poeta, e tutte le mie opere erano basate sui contorni della tua figura, il tuo viso caldo, quel sorriso stanco dall'aria dolce - e forse solo per associazione mentale tra parole, iniziai a descrivere le tue labbra come morbide.

Le persone passavano, mentre osservavo le loro vite scorrere davanti a me chi in fretta, chi con una sigaretta in mano, chi parlando con qualcuno, come lo scorrere dei treni. Approssimavo giudizi riguardo quanto patetica potesse essere la loro esistenza senza averti conosciuto, ma probabilmente a loro non gliene sarebbe importato molto di te, giacché riposavi nei miei sogni e nessuno lì avrebbe mai potuto toccarti senza scorgere anche me; e io, come sai, distruggo tutti coloro che mi si avvicinino. Non ho idea di perché ciò succeda, è un dubbio che mi tormenterà sempre, e che mi tormenta dal momento in cui ho cominciato a corrodere anche te. Scherzavo spesso sul fatto che tu fossi così tremendamente puro da legarmi le gambe con dei chiodi e farmi cadere a terra stretto a te, piangendo per una tale fortuna quale averti incontrato, che spaccava il mio cuore di metallo in tanti lievi e piccoli pezzi appuntiti. Leggiadri. Ti ci inciampavi sempre. Mentre cadevi riuscivo a sentire i tuoi lenti coaguli di sangue - lacrime offuscate - consumare la tua labile pelle. Diventavi soltanto spirito.

Dal momento nel quale salivo nel nostro treno la mattina, continuavamo a parlare ininterrottamente fino allo sciogliersi del giorno. Maledetta tecnologia, dicevi, era tutto meglio prima, quando le persone di cui ti innamoravi erano accanto a te o a venti passi di distanza. Superavamo le strade. Come il sole che impiega otto minuti a raggiungere la Terra, ci bastò così poco per cadere uno tra le braccia dell'altro, seppur mai realmente. In otto minuti ero già tuo, e tu eri già mio: il problema è che ventiquattr'ore erano troppo poche per noi due miscredenti, volevamo di più, volevamo allungarci per agguantare ciò che ipoteticamente ci apparteneva. Troppa devozione. Forse, fossimo stati vicini, avrebbe funzionato, dicevi.

E poi cadesti di petto. Così, all'improvviso, ti feristi a morte, non riesco ancora ad attribuirmi il merito di quell'innocuo e innocente equivoco. Eravamo due codardi, l'infantile e il pavido, senza possibilità di fuga. Dicevi che avevi paura. Di me, di noi, di ciò che si andava costruendo, dei fiocchi di neve che sgorgavano dai tuoi occhi ogni sera, così puro, così innocente, come gelida neve, tentai di scaldarti ma ti sciolsi soltanto. Di quel tuo pallido biancore rimase soltanto un sudario, steso sulla mia maschera di gioia, a coprire per sempre i miei rimanenti giorni, lontano da te, tesoro.

Una storia come un'altra.

Diventasti leggenda. 











___
Zweisamkeit: parola tedesca che significa 'stare da soli insieme'
Perdonatemi il titolo in tedesco, ma era necessario per trovare un senso a questa accozzaglia di frasi che forse non avrei mai dovuto scrivere. Non è niente, né un racconto, né una poesia, né una lettera, non so bene come possa essere definita, se non come definizione di ciò che sta a metà tra tutto. Devo smetterla di parlare in poesia, ché tanto come poeta faccio schifo. 

 
   
 
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