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Autore: Letizia25    05/12/2015    6 recensioni
A volte, la discesa verso l’inferno comincia senza rendersene conto, fino a che non è troppo tardi.
Troppo tardi per tornare indietro, per cambiare le cose, per salvare qualcosa di ciò ch’è rimasto.
O almeno, la nostra è iniziata così.
Si cerca una luce per salvarsi, o anche solo per non perdere del tutto la speranza.
Eppure ogni sforzo sembra comunque vano, perché le cose non cambiano, mai.
Restano immutabili, almeno fino a che due universi opposti non si scontrano.
Perché quando due universi opposti si incontrano all’improvviso, cambia tutto, radicalmente.
Le certezze che c’erano prima svaniscono, sommerse da quel qualcosa che accomuna quei mondi.
Tutto scompare; dubbi, paure, sogni, maschere, muri. Resta una sola certezza: quella di non cadere.
*
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=evr4rKlJ1RA
*
ATTENZIONE: La storia tende al rating rosso e contiene alcune scene descritte in maniera molto approfondita (guardare trailer per capire). Quindi, se siete deboli di cuore o se potrebbe darvi fastidio in qualsiasi caso, non leggete, dato che l’ultima cosa che voglio è far star male qualcuno.
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Be my home'
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Link trailer: https://www.youtube.com/watch?v=evr4rKlJ1RA
Vi consiglio vivamente di guardarlo, vi aiuterà a capire la storia un po' di più, fidatevi ;).
Buona lettura! <3


 
Uno
 
 
 
A volte, la discesa verso l’inferno comincia senza rendersene conto, fino a che non è troppo tardi.
Troppo tardi per tornare indietro, per cambiare le cose, per salvare qualcosa di ciò ch’è rimasto.
O almeno, la nostra è iniziata così.
 
 
 
Dovrebbe smetterla, del tutto. Dovrebbe smetterla di volersi così male, di annullarsi, di perdersi nel buio per non uscirne più. Dovrebbe cercare un modo per cambiare quella situazione che ormai dura da quasi due anni e che non lo lascia mai in pace, che lo prosciuga di tutto quel che ha e lo rende debole, vulnerabile su ogni fronte. Dovrebbe smetterla sul serio.
Eppure eccolo lì di nuovo, a ferirsi, a cancellare ogni traccia di sé, con quei pochi gesti che ormai sono diventati un’abitudine da cui non riesce a sottrarsi. Perché lui, la forza di reagire, non l’ha mai avuta. Non è mai stato quello forte, lui. Non è mai riuscito a contrastare tutto quel che gli è arrivato addosso e che lo ha abbattuto in un istante.
Sospira. Poi è un attimo, e tutto sfuma, tutto scompare attorno e dentro di lui. Non c’è niente, solo buio, nero e silenzio. C’è pace. Pace da tutti quei ricordi che feriscono come lame, che gli mozzano il respiro ogni volta che tornano alla luce. Feriscono, distruggono quel poco che è rimasto, lasciando solo polvere su un cuore che batte a stento e che non è forte abbastanza per sopportare tutto.
Chiude gli occhi e lascia che quel senso di strana tranquillità si impossessi di lui, inibendo la percezione di tutto quello che gli sta succedendo attorno. La musica gli arriva ovattata a causa dalle pareti insonorizzate della stanza; le risate dei ragazzi davanti a lui sembrano semplici bisbigli, lontani e quasi inudibili.
Apre gli occhi, lentamente, e tutto è sfocato, incomprensibile. Sorride, senza un motivo ben preciso. Sorride, perché finalmente tutta quella confusione dentro di lui non c’è più, è sparita. E anche se sa che quella sensazione di benessere non durerà a lungo, gli va bene così.
Si alza dalla sedia e subito la testa inizia a girare e le gambe a tremare un po’. Tutti effetti che gli mostrano bene quanto stia sbagliando e quanto lentamente si stia rovinando con le sue stesse mani. Si sta rovinando con l’unica cosa che riesce a farlo stare bene, anche solo per poco. Ma non gliene frega niente, a lui.
Lui, che non ha più niente da perdere.
Avanza a passo incerto, con la mano sul muro per darsi un minimo di equilibrio. Esce dalla stanza e la musica martellante lo stordisce, più di quanto già lui non sia. Cammina piano, la testa troppo leggera che gira sempre più velocemente e che lo manda sempre più in confusione. Non capisce niente, e nonostante tutto gli va bene così.
Persino quando Luke – il suo migliore amico – gli si para davanti, va bene per lui.
«Cazzo Calum, ancora?! Quando la finirai di farti così male?» gli chiede il biondo; la voce alta per cercare di sovrastare il volume della musica, gli occhi azzurri lucidi e preoccupati da morire per l’altro.
Calum ride forte, ma non risponde. È completamente intontito, e non ha alcuna intenzione di uscire da quella pace che finalmente dopo giorni è riuscito a raggiungere ancora una volta. Ne ha bisogno, più dell’aria, più di qualsiasi altra cosa necessaria per sopravvivere. Perché per lui, alla fine, basta solo non provare dolore. E quello è il solo modo che conosce che funziona davvero.
Luke sospira stanco. O almeno così sembra a Calum, anche se non ne è del tutto sicuro. Nelle sue condizioni è bene non prendere niente per vero. È bene anche restare in silenzio. Ma a quello, lui non pensa. Non l'ha mai fatto.
«Fatti gli affari tuoi.» dice, appunto, al biondo. Eppure non lo pensa sul serio, Calum. Non vorrebbe allontanare le persone a cui tiene e che gli vogliono bene. Non vorrebbe chiudersi come un riccio. Ma è troppo debole, lui. E proteggersi da tutto e da tutti è la cosa che sa fare meglio, l'unica che davvero gli resta.
A quelle parole, Luke alza lo sguardo, facendo incontrare i loro sguardi, così diversi nel colore e nelle emozioni che portano dentro. E a Calum si mozza il respiro in gola. Perché quegli occhi azzurri come il mare così tristi lui non li ha mai visti. E gli fa ancora più male rendersi conto che è stato lui stesso a ferire il suo migliore amico, con il suo solito modo di fare schivo e duro con tutti. Perché Calum lo sa che Luke sta così non solo per quello che lui gli ha appena detto. C'è molto altro dietro a quella preoccupazione che il moro legge in quegli occhi chiari. C’è tutto quello che è successo in quegli ultimi due anni e che lo ha portato ad essere quel che è adesso. C’è il fatto che Calum non è più quello di una volta.
È un’ombra adesso. Solo un’ombra flebile di se stesso. Un’ombra che non ha la forza di tornare a splendere.
Il biondo lo osserva ancora, giusto un attimo, prima di sospirare stanco per poi voltargli le spalle ed andarsene chissà dove. E Calum non lo biasima, non lo critica, non gli va contro, non gli urla dietro, non si arrabbia. Perché lui, Luke, lo capisce; capisce che è dura stare dietro ad un errore, una causa persa in partenza come lui. E non gliene fa una colpa, anzi, lo ringrazia per ogni singola volta che ha provato a tirarlo fuori da tutta quella merda, non riuscendoci nonostante tutto il coraggio e l’amicizia nei suoi confronti.
Calum sa che niente e nessuno riuscirà a salvarlo. Ed è anche per quello che ha rinunciato a combattere per se stesso. Ha smesso di combattere per quella causa persa che è diventato col tempo. Perché sa fin troppo bene che niente potrà mai più tornare com’era prima; non è possibile. Perché mancherà sempre un pezzo basilare della sua vita, fondamentale per farlo restare in piedi e per fargli capire che forse c’era ancora qualcosa per cui lottare.
Ma adesso quel qualcosa non c’è più. Non c’è più, e Calum non ha più alcuna idea di cosa fare.
Perché tanto sa che non ne varrebbe la pena.
Gira lentamente la testa a destra e a sinistra, per vedere da dove può uscire, dato che non vuole restare in quella casa un minuto di più, circondato da persone che non conosce e che non potrebbero aiutarlo ad affrontare almeno quella notte. Si sente perso, disconnesso dal mondo, con quella musica assordante che gli fa capire meno di niente mentre cerca di farsi spazio tra tutti quei corpi sudati ed ammassati insieme che si muovono in un modo che a Calum riesce solo a dare la nausea.
Si incammina, lentamente, inciampando nei suoi stessi passi, rischiando di finire parecchie volte con il viso a terra per quel poco equilibrio che si ritrova addosso.
E continua a sorridere. Sorride, perché è l'unica cosa che davvero gli resta, con il cuore che intanto batte a stento e protesta per tutto quello che sta subendo e che non riuscirà a reggere ancora per molto.
Cammina lento e finalmente vede la porta d’uscita. La apre e si ritrova fuori da quella casa piena di persone nella frazione di un secondo, con addosso il cappotto e con l’aria fredda di quella notte di fine inverno che gli accarezza piano il corpo bollente e lo fa rabbrividire.
Ma è come se lui non si accorgesse di niente, con la mente annebbiata e gli occhi spenti che si ritrova. Di preciso non sa neppure dire dove si trovi in quel momento. Sa solo che deve andare da qualche parte, magari tornare a casa, o magari seguire quell’immagine sfocata che con fatica sta prendendo forma nella sua testa, come a volergli suggerire di andare lì, di seguire quei ricordi che lui ha cercato di allontanare con ogni mezzo, non riuscendoci e finendone ferito ancora più a fondo, perdendo quasi tutto se stesso.
E mentre riprende a camminare; i passi lenti, malfermi; l’equilibrio che lo lascia sempre più ogni secondo che passa; gli occhi gli si riempiono di lacrime, silenziose e ardenti.
Lacrime che Calum non avrebbe mai voluto far uscire e che gli stanno facendo male, ancora, come ogni volta che i ricordi lo attaccano, privandolo di qualsiasi difesa e di qualsiasi mezzo per evitare di cadere ancora. Perché è caduto troppe volte, e troppe volte non è riuscito ad alzarsi da solo; troppe volte ha perso qualcosa di sé pur di tornare in piedi, pur di reggersi sulle proprie gambe.
Lacrime che aumentano quella sensazione di impotenza che da troppo tempo non gli lascia neppure un attimo di respiro e che rimarca, gli tiene chiaro in testa l’errore più grande di tutta la sua vita; quell’errore che gli è costato tutto e che gli ha fatto perdere persino quel poco che gli era rimasto.
Lacrime che gli tengono a mente anche quella promessa che ha fatto e che ha tutta l’intenzione di mantenere, non importa a quale prezzo, né con quale mezzo, né con quanto dolore dovrà convivere. La sola cosa che conta davvero è mantenere la parola data, che per lui è l’unica cosa che davvero gli resta, quella più preziosa che ha.
Lacrime che bruciano e che fanno male, che gli feriscono il cuore come coltelli affilati e gli mozzano il respiro, come se volessero farlo annaspare, come se volessero aiutare il dolore a farlo cadere nuovamente in quel buio che ormai regna sovrano dentro di lui e che sembra volersi cibare di quel poco che gli resta nell’anima.
Lacrime a cui Calum cerca di non pensare, di non dare attenzione; e intanto continua a camminare, continua ad avanzare a passo lento, insicuro, con le mani che tremano, il cuore che batte a stento, il corpo che non si regge in piedi da solo; mentre lui è perso nel ricordo di tutto quello che aveva e che lo ha abbandonato nella frazione di un istante, lasciandolo con un vuoto immenso dentro. Un vuoto che da solo non è mai riuscito a colmare e che probabilmente nessuno riuscirà a curare.
Perché per tutta la merda che è diventata la sua vita, ci vorrebbe un miracolo. Calum ne è assolutamente certo.
Un miracolo, un sogno, una preghiera, una speranza, una cura, un’illusione che però rimarrà tale. Perché le cose non cambiano in meglio, tendono sempre a peggiorare, a distruggere ogni cosa buona che flebilmente cerca di restare a galla, che tenta in ogni modo di non scomparire, di non morire schiacciata dal peso del dolore.
Cerca di asciugarsi le lacrime; di smettere di piangere; di non cadere di nuovo. Perché sa che quella volta non ci sarà nessuno ad aiutarlo a rimettersi in piedi; nessuno che si accollerà il peso di quel caso perso che è lui.
Non ci sarà neppure Luke, il suo migliore amico; quella persona che, nonostante tutto, gli è sempre rimasta accanto, in ogni momento. Sono amici fin da quando il biondo è nato e si considerano come fratelli. O almeno, quello è quel poco che il moro riesce a pensare con la mente per niente lucida. Pensa così, ma sente che probabilmente le cose non saranno più le stesse tra loro due. Perché Calum sa che avrebbe potuto evitare di lasciare che quelle parole meschine, dure, gli uscissero di bocca, ferendo una delle poche persone che continua a considerarlo un suo simile, invece di vederlo come un essere che va osservato da lontano, mostrando una pena che in realtà è e sarà sempre effimera. Luke è l’unico che riesce – anche se per poco – a non fargli perdere la bussola.
E Calum sa bene che le parole dette poco prima sono l’ennesima cazzata che va aggiunta a quella lunga lista che mai avrà fine. L’ennesima cazzata che potrebbe costargli tutto, di nuovo.
Sospira piano, mentre cerca di non pensare a tutto quel gran casino in cui è andato a finire; mentre cerca pure di mettere a fuoco il posto in cui si trova. Nota degli alberi deformi, dei giochi per bambini in lontananza, il percorso di cemento che si snoda in mezzo a quel parco che forse conosce.
Forse.
Perché per lui niente sarà mai certo quando è in quello stato, niente potrà mai essere com’è in realtà.
Perché neppure la figura che lentamente gli si sta avvicinando è reale. E lui lo sa, sa troppo bene che tutto quello non farà altro che rovinarlo, non farà che aprire ferite e marcare il dolore di quelle ferite che già erano dentro di lui, prima che tutto svanisse, prima che lui perdesse la cosa più importante che aveva. Calum sa troppo bene che ricordare non farà altro che farlo sentire peggio di quanto già non stia. Eppure non riesce a farne a meno.
Soprattutto non quando ha assoluto bisogno di ancorarsi a qualcosa pur di non cadere, pur di restare a galla.
Si siede malamente sulla prima panchina libera che riesce a vedere in quel buio nero come la pece, quella non lontano dal piccolo laghetto recintato. E sospira ancora, con il cuore e l’anima a pezzi e con le lacrime che ancora non si decidono a smettere di scendergli sulle guance.
Alza gli occhi scuri al cielo, perdendosi ad osservare quella miriade di piccoli punti luminosi che aiutano la Luna a far risplendere tutto. E intanto pensa che forse, di quel miracolo, abbia bisogno più di quanto voglia ammettere.





Letizia
E ti pareva che non tornassi con l'ennesima long a parlare di qualcosa di triste. Ehi, dopotutto non sarei io se parlassi di qualcosa di diverso ;).
Comunque... Ben ritrovato, popolo di EFP! Sono stata un po' meno presente in quest'ultimo periodo (o forse no? Ahahah, One Shot varie e mini long a parte ;) mi sono sempre fatta sentire, dai, che senza di voi non so stare *^* <3 <3 <3).
Sono in quinta come ben sapete, a giugno ho l'esame, quindi potete ben capire in che condizioni sono. Helpatemi, please! *^*
Anyway, a parte raccontare i fatti miei che probabilmente non interessano a nessuno, meglio se inizio a parlare di questa storia, quella a cui tengo più di tutte quelle che ho scritto fino ad ora, non solo perchè è su Calum (che amo con tutta me stessa). Tengo a questa storia in modo totale, e spero che capirete il perchè con il suo proseguimento.
Bene, da dove cominciare? Sicuramente con l'avvertirvi che è bene che teniate i fazzoletti a portata di mano, o almeno, ve lo consiglio caldamente u.u
Le tematiche che tratterò (come spero abbiate visto dal trailer) non saranno per niente leggere. Spero di parlarne nel modo migliore possibile.
Poi... Calum completamente a pezzi. Lui, che ha così tante cose dentro che non sa più come uscirne. E qui già parto con la mia solita curiosità ;): secondo voi cosa gli è successo?
Io già sto male per l'inizio (per Calum soprattutto) e non avete idea di come saranno i capitoli che verranno in seguito *^*. Povero cuore mio :'(.
Io... Non so cos'altro aggiungere, sono sempre una frana quando si tratta di scrivere l'angolo autrice del primo capitolo di una storia :/ :P ;).
Spero con tutto il cuore che questa storia vi piaccia e spero di poter trovare qualche commento da parte vostra, sia positivo che critico (accetto solo critiche COSTRUTTIVE e scritte in modo EDUCATO, dato che non mi sono mai comportata in modo scorretto nei vostri confronti).
Ultima cosa, poi giuro che chiudo il becco, ahahah ;). Vi avverto semplicemente che questa storia sarà VERAMENTE MOLTO LUNGA, perchè tutte le cose hanno bisogno di tempo per formarsi, per venire alla luce, fare il loro corso.
Aggiornerò regolarmente, come al solito, quindi non preoccupatevi, sul serio; non ci saranno ritardi (salvo imprevisti vari eh). Tuttavia, vi chiedo di essere pazienti, perchè per dar corpo a tutto ciò che succede in questa storia, ci vorranno parecchi capitoli.
Ultimissima cosa, promesso, ahahah, poi giuro che vi saluto sul serio, dato che come al solito ho parlato anche troppo ;). Vi lascio tutti i link delle storie che ho pubblicato in quest'ultimo periodo, magari vi venisse voglia di dare un'occhiata e farmi sapere che cosa ne pensate ;3:
Ghost, L'amore è per i pazzi, Strong like a butterfly, Il peso del cielo, Custodi di angeli (su Calum),
Jet black heart, Cuori in corsa (su Luke),
I was here (su Michael),
Perfect (mini long di 5 capitoli su tutti e 4 i nostri bei fusti australiani e relativo trailer: https://youtu.be/QY3RMg3X77g ;)).
Detto questo, io vi saluto qui ;). Ci sentiamo presto! <3
Grazie con tutto il cuore per ogni cosa fin da adesso, sul serio. Non avete idea di quanto mi siete mancati! Vi voglio davvero tanto bene, sappiatelo <3 <3 <3
Un bacio, Letizia <3
   
 
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