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Autore: Maka chan     03/03/2009    1 recensioni
Questa è la prima fiction che scrivo qui >_> mi è stata ispirata da una foto e da quel momento ho desiderato raccontare la storia di questi due ragazzi alla ricerca della felicità. Nda: molto spesso scrivo di notte quindi potrebbe capitare di trovare errori di battitura ^^ scusatemi in anticipo
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo:

Sono le parole che influenzano la nostra vita....

"sto proprio bene con te sai....ma....tu mi attrai solo fisicamente. Non voglio illuderti. Non ti amo Dan...."
Il cuore smise di correre veloce e finalmente si fermò. Come ghiacciato, imprigionato.
"ah....capisco"
Ma sono realmente in grado di capire? Perchè? Perchè è sempre cosi?
"tu hai un gran potenziale, potresti far felice qualunque ragazza accanto a te...ma non ti lasci amare. Io cerco altro Dan...potrai mai perdonarmi?"
Potrò sicuramente perdonare te...ma non potrò mai perdonare me stesso. Non sono capace di amare. Forse il mio destino è questo...
"ma certo..."
"ti auguro tutto il bene del mondo Dan...un giorno ci riuscirai. Addio...."
Le parole sono come pugnali. Feriscono e lasciano ferite profonde. Questa discussione ha segnato profondamente la mia vita.
Avevo solo 14 anni...ma tutto era cambiato. Qualcosa si era rotto, forse per sempre. Il cuore l'ho messo sotto chiave da tempo ormai. Ciò che vogliono le donne da me è altro.
Da allora ho dato tutto....eccetto il mio cuore.
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Fissavo i miei piccoli biscotti al cioccolato disposti sul piatto che la nonna aveva accuratamente spolverato di zucchero a velo.
"nonna nonna voglio fare la cuoca! Mi piace tanto cucinare i biscotti con te"
La nonna mi accarezzò la testa con una delle sue grandi mani e mi riempi la testa di farina.
"Kristen puoi fare quello che desideri...basta che tu lo faccia con amore! Solo allora sarai veramente felice"
L'amore...amavo la nonna. Ne ero sicura. L'abbraccia forte e lei ricambiò avvicinandomi un biscotto alle labbra.
"ricorda tesoro: nulla nella vita è facile. Ma esiste una ricetta per ogni cosa. Devi cercare affondo la tua"
"la mia è quella dei biscotti al cioccolato!"
Esclamai mordicchiandone uno. Era delilzioso. La nonna rise in modo cristallino come sempre.
"chissà...magari è davvero questa..."
Quella fu l'ultima volta che parlai con la nonna. Pochi mesi dopo si ammalò gravemente e mori, lasciandomi sola. Nulla sarebbe stato più come prima. Ma una cosa
era certa: avrei cercato la ricetta per trovare la mia felicità. Di sicuro non poteva mancare l'ingrediente principale. L'amore.


Cap 1. Economia domestica

Alzai gli occhi dal lavandino, e mi accorsi che qualcosa non andava. Un ragazzo alto, vestito in maniera piuttosto strana, con un lunga sciarpa attorno al collo e un cappellino di lana da cui comparivano ciocche di capelli biondo cenere, mi fissava con la bocca leggermente aperta, come a voler dire qualcosa. Gli occhi erano vitrei, totalmente trasparenti e mi fissavano piuttosto intesamente. Pensai di avere qualcosa in faccia e abbassai subito lo sguardo sul lavandino lucido per controllare che non ci fossero resti di farina tra i capelli o sul naso. Una risata argentina mi colpi come un pugno. Di scatto mi voltai rovesciando a terra una ciotola, vuota fortunatamente. Mi chianii immediatamente cercando di colmare quell'imabarazzo da cui ero stata colpita, ma lui fu più veloce e me riconsegnò con un grosso sorriso stampato sul volto angelico.
"perdonami io....di solito...non sono cosi maldestra...." balbettai riponendo la ciotola sul piano di lavoro.
"colpa mia! Devo averti spaventata entrando cosi di soppiatto in aula. Il problema è che ho provato a bussare ma eri talmente assorta che non hai sentito sicuramente " rispose con una voce molto delicata ma profonda.
"si ecco...mentre cucino di solito dimentico di essere a scuola! Dimmi pure..." mi scusai sistemando l'elastico che mi teneva fermi i capelli.
"mi manda la preside Humphrey" si prensentò poggiando a terra una borsa piuttosto piena. Era a dir poco slanciato. Fisico non troppo muscoloso, ma nemmeno gracile. Una certa grazia nei movimenti. Sicuramente più aggraziato di me. Forse era gay...
"la preside?" sobbalzai facendo nuovamente cadere nel lavandino la ciotola che stavo lavando.
"si. Da oggi sono ufficialmente iscritto al corso di economia domestica." sorrise in modo fozato, mettendosi a sedere sul piano da cucina.
"ei ei ei....scendi immediatamente da li! Ci cucino sai? Non mi va di friggere anche il tuo fondoschiena!" urlai piuttosto infastidita a colui che stava invadendo il mio mondo.
Lui si voltò con un espressione più sopresa che arrabbiata o contraddetta. Si fissò un attimo e poi scese senza proferire parola. Era comunque piuttosto dolice per essere un ragazzo. Come mai la preside Humphrey l'aveva mandato proprio qui da me?
"posso sapere perchè saresti iscritto a questa attività?" bonfochiai cercando di mettere un pò d'ordine con uno straccetto trovato sul posto.
"sono in punizione per tre mesi" sembrò tagliare corto rifilandomi un altro dei suoi sorrisi di cortesia. Che razza di punizione era mai questa? Far iscrivere un ragazzo al corso di economia domestica? Non era certo un tipo virile poi...capivo se fosse stato chiesto ad un giocatore di football.
"giochi a football?" domandai poi stupidamente. Lui si voltò ancora una volta con aria allibita. Pochi secondi dopo però, scoppiò in una fragorosa risata.
"ti sembro uno che fa football? Credo che sarei fiondato fuori dal campo in meno di un secondo! Certo che sei perspicace!"
Arrossii violentemente e mi morsi i labbro inferiore come facevo sempre quando mi trovavo particolarmente in imbarazzo.
"e' carino quando lo fai.." disse poi continuando a ridere leggermente.
"fare cosa scusa? Intendi le domande stupide?" cercai di scherzare, pur avendo voluto scappare più lontano possibile.
"no. Arrossiere in quel modo e mordicchiarti i labbro. L'ho notato anche a lezione quando sbagli qualcosa..." rispose, spiazzandomi.
Mi conosceva? Facevamo qualche corso insieme? Come avevo fatto a non notare una persona cosi...stravagante? Sgraii gli occhi cercando di dire qualcosa, ma le parole mi si fermarono in gola.
"ok, ok ho capito. Sei una di poche parole. Fa niente. Dunque...c'è qualcosa che dovrei sapere prima di rivederci domani?" tagliò corto venendo nuovamente verso il tavolo per recuperare la borsa poggiata a terra.
"be... se davvero devi frequentare il corso, vorrei qualcosa di firmato ecco..." risposi mentre agitavo nervosamente le mani su e giù.
"ecco qui...firmato dalla presidenza. Dovresti darla alla professoressa Stan e farle riempire le ore che farò qui al corso" mi spiegò porgendomi un foglio leggermente stropicciato. Nella mia mente intanto continuavano a porsi domande su domande.
"perfetto be...allora ci vediamo domani dalle 16:00 alle 17:00 in quest'aula. Porta un grembiule..." risposi tenendo gli occhi fissi sul foglio.
" va bene uno poco imabrazzante o...deve essere omologato al tuo?" rise indicando il grosso orsacchiotto che campeggiava sul mio grembiule. Arrossii ancora una volta raccogliendone la parte inferiore per coprire l'imbarazzante disegno.
" ovvio che no...e poi di solito non uso questo...ma comunque non devo rendere certo conto a te di ciò che indosso...sparisci!" dissi velocemente gettandogli quasi addosso il foglietto datomi precedentemente.
"ma questo lo devi dare all.."
" vorrà dire che lo darai tu....ora vai!"  insistetti indicando la porta con un dito tremante dall'imbrazzo e dalla rabbia. Lui mi fissò perplesso per poi sorridermi delicatamente.
" pensavo che chi amasse cucinare fosse anche gentile e delicato...be ci si può sempre sbagliare. Comunque io mi chiamo Dan Dempsey. Piacere di averti conosciuto. Ci vediamo domani"  concluse facendomi l'occhiolino, per poi indossare un paio di occhiali scuri molto grandi.
"a domani" tagliai corto io, abbassando nuovamente gli occhi sul lavabo. Non riuscii più a far niente per tutto il pomeriggio....
  
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