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Autore: Notteinfinita    07/12/2015    1 recensioni
Sabato sera ero arrabbiatissima perchè si era fatto tardi e non avevo trovato il tempo di sedermi al computer. Assonnata mi sono sfregata gli occhi...da questo gesto è nata questa fanfiction.
Spero non vi faccia troppo schifo.
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Dal testo:
Diana si sfregò gli occhi che bruciavano per il sonno.
Non poteva crollare, solo un paio di parole e finalmente la relazione sarebbe stata ultimata.
Aveva promesso a Martin di aiutarlo con questo compito e, per una volta, non era colpa sua se non era riuscito a portarlo a termine.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo un sussurro

 

Diana si sfregò gli occhi che bruciavano per il sonno.

Non poteva crollare, solo un paio di parole e finalmente la relazione sarebbe stata ultimata.

Aveva promesso a Martin di aiutarlo con questo compito e, per una volta, non era colpa sua se non era riuscito a portarlo a termine.

La missione a cui erano stati chiamati li aveva tenuti impegnati per tutta la giornata, non gli sarebbe stato assolutamente possibile fare le ricerche necessarie per scrivere qualcosa da solo.

Soffocando uno sbadiglio diede il comando di stampa.

Raccolti i fogli li pinzò con la cucitrice e fece uno squillo al suo amico.

Visto che a quell'ora non era consentito ai ragazzi stare nel dormitorio femminile, quello era l'unico modo per consegnargli l'elaborato quella sera affinché avesse almeno il tempo di leggerlo prima di andare a dormire.

 

Sentito il telefonino vibrare, Martin gettò uno guardo allo schermo. Letto il nome di Diana saltò giù dal letto e si calò dalla finestra.

Raggiunto il dormitorio femminile si arrampicò con agilità sull'albero i cui rami lambivano la finestra della sua amica.

Salito sul davanzale, entrò nella stanza e si avvicinò alla scrivania.

Alla luce del monitor poté vedere che Diana si era addormentata.

Sollevatala tra le braccia la depose sul letto e la coprì quindi tornò al computer.

Trovata la relazione sorrise in direzione della sua amica, senza di lei stavolta il professore lo avrebbe spellato vivo.

Tenendo stretti i fogli, poggiò un lieve bacio sulla fronte della ragazza che a quel tocco si raggomitolò di più tra le coperte e le sussurrò un ringraziamento.

Era già al davanzale quando sentì Diana chiamarlo.

«Dimmi.» la esortò.

«Ti amo.» sussurrò la ragazza, continuando a dormire.

Stupito, il ragazzo si fermò a fissarla alcuni istanti. Compreso che aveva parlato nel sonno sospirò senza sapere se lo aveva fatto per sollievo o per delusione.

Cercando di non fare rumore uscì dalla finestra e si calò dall'albero.

Raggiunta la sua stanza, si lasciò cadere sul letto mentre la relazione giaceva dimenticata sul comodino.

Gli sembrava impossibile che Diana gli avesse rivolto quelle parole, anche se una parte di se lo avvertiva di non illudersi perché sicuramente si trattava solo di un sogno che la sua amica avrebbe rinnegato appena sveglia.

Con questi pensieri che gli turbinavano nella testa era difficile prender sonno. Fu così che solo quando il cielo iniziò a dipingersi di rosa che finalmente cedette alla stanchezza lasciando che i suoi occhi si chiudessero mentre il suo cuore continuava a combattere tra la voglia di scoprire che quelle parole erano vere e la speranza che si trattasse solo di un sogno fatto in quel momento dall'amica così da non mettere in pericolo il loro legame.

Intanto Diana sorrideva nel sonno beandosi delle immagini che la sua mente e i suoi sentimenti le ispiravano ignara del fatto che cinque lettere, tre sillabe, un solo sussurro erano bastati a gettare nel caos quello che da sempre era il suo amico del cuore.

 

  
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