Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: coffee girl    07/12/2015    5 recensioni
Hiroki e Seiji sono due amici d' infanzia legati da una singolare promessa. Cosa accadrà sedici anni più tardi quando si presenterà l'occasione per rivedersi?
Takahiro è uno uomo lunatico e disilluso, Ryo un ragazzo solare e un po' impacciato. Potrà il loro incontro portare un cambiamento definitivo nella prospettiva di entrambi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 photo Senzanome_zpsfraltdmf.png


Ancora tre giorni. Nelle successive settantadue ore Hiroki avrebbe compiuto venticinque anni, non era fidanzato e ricordava la promessa. Durante tutto quel tempo non l'aveva mai dimenticata, forse sarà stato anche sciocco da parte sua, ma come avrebbe potuto farlo? Ancora tre giorni e avrebbe fatto ritorno a Tokyo. Si rendeva conto solo in quel momento di quanto la sua città natale gli fosse mancata in quei sedici anni di lontananza, molto più di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Si domandò se fosse cambiata. Hiroki lo era e molto. Tokyo l'avrebbe guardato con la diffidenza con cui si scruta un estraneo o sarebbe stata ancora pronta ad accoglierlo tra le sue braccia come una madre nei confronti di un figlio che si è trattenuto lontano troppo a lungo? Non voleva essere un estraneo anche per il luogo in cui era nato e di cui conservava i ricordi più cari dell' infanzia come un bene prezioso. Si chiese se sarebbe riuscito a sentirsi di nuovo a casa. Da bambino dopo avere lasciato la capitale a causa del lavoro del padre, non ci era riuscito per anni.
Non era stato facile ma ora dopo mesi e mesi di tentativi e di domande andate a vuoto, Hiroki aveva finalmente trovato un lavoro a Tokyo e preso in affitto un appartamento in un condominio non troppo lontano da quello che sarebbe diventato il suo nuovo ufficio. L'agente immobiliare con cui aveva preso accordi telefonici gli aveva mandato per email la piantina: l'appartamento era piccolo ma Hiroki non aveva mai avuto bisogno di uno spazio eccessivo. Un angolo cottura, un letto, una scrivania e uno scaffale per i suoi libri erano sempre stati tutto ciò di cui aveva bisogno. Davvero non molto.
 
 
Sedici anni prima
 
«Non voglio, non voglio, non voglio andare via. Non è giusto, non voglio trasferirmi all'estero.» Gridò Hiroki ai suoi genitori con tutto il fiato che aveva in corpo, i piedi puntati per terra e i lineamenti del viso contratti.
Hiroki accusò più volte suo padre puntandogli contro il dito:
«E’ tutta colpa tua!»
L'uomo mosse un paio di passi nella sua direzione con il chiaro intento di trattenerlo, ma la madre, con il sorriso dolce che l'aveva sempre contraddistinta, gli posò una mano sulla spalla e gli fece capire che era inutile, che non era il momento giusto per le parole.
La madre comprendeva sempre alla perfezione i suoi stati d'animo. Lo conosceva bene, forse troppo. Aveva capito ogni cosa di lui, anche quell’aspetto in particolare, molto prima che Hiroki stesso ne prendesse coscienza e, l’aveva accettato così, in modo semplice, come era lei.
 
 
Hiroki scappò via sbattendo la porta. Non riusciva a smettere di piangere e con gli occhi ancora velati dalle lacrime corse a perdifiato fino alla loro collina, dove inciampò e cadde a terra con il viso piantato nell’erba. Non avrebbe saputo dire per quanto tempo avesse pianto. A dispetto dei suoi nove anni di età, stava ancora singhiozzando come la sua cuginetta nei giorni in cui era in vena di capricci, quando sentì una mano accarezzargli la testa. Non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che era la mano di Seiji. Sentì le dita affusolate affondare decise nella massa dei suoi folti capelli castani. Hiroki si voltò verso il suo migliore amico, aveva il viso imbrattato di lacrime, terra ed erba. Solo una domanda semplice:
«Hiroki perché stai piangendo?»
«Seiji senpaaai.» Era imbarazzante ma non era la prima volta che piangeva davanti a quello che era il suo migliore amico e vicino di casa fin dalla nascita.
«Hanno trasferito mio padre a Perth e dobbiamo partire con lui. Me ne dovrò andare via, capisci?»
Seiji sgranò gli occhi ma il suo viso e la sua espressione rimasero difficili da interpretare.
«Quando?»
«Tra una s-settimana.» Hiroki, per quanto ci stesse provando, non riusciva a smettere di singhiozzare.
Ora anche Seiji aveva uno sguardo triste sebbene Hiroki sapesse che mai e poi mai l'avrebbe ammesso. Tra loro, nonostante avessero soltanto un anno di differenza, Seiji era sempre stato quello forte, quello che interveniva e in un attimo trovava la soluzione e risolveva i suoi problemi, quello che lo tirava fuori dai guai e che lo difendeva ogni volta che gli altri bambini erano cattivi con lui. Hiroki al contrario era quello con cui i più grandi si divertivano a fare i bulli.
«Non piangere, dai. Non è la fine del mondo, ci scriveremo delle lettere e poi io ti verrò a trovare.»
«Ma non sarà la stessa cosa, non capisci? Non saremo più vicini di casa, non saremo più nella stessa classe, non potremo più venire qui insieme. Mi piace questo parco, si vede tutta la città ed è tanto bella...»
 
Australia, vado in Australia! Perchè diavolo Seiji non capisce che cambierà tutto?Tutto. Il mio mondo si è appena capovolto e io mi sento così impotente...
 
«Lo so, ma ci vedremo ancora.» Seiji sembrava così sicuro mentre gli parlava, come se non si rendesse conto che Hiroki stava per trasferirsi in un altro continente.
«Io voglio stare con te, sempre.» Obbiettò Hiroki tra un singhiozzo e l’altro.
«Senti, ho avuto un’idea. Facciamo così: se il giorno in cui compirai venticinque anni non sarai fidanzato e se non lo sarò neppure io, ci ritroveremo qui e ci sposeremo. Staremo insieme. Io e te, per sempre. Allora cosa ne pensi?»
Hiroki sgranò gli occhi e smise all’istante di piangere: «P-penso che sia un’idea bellissima e che ovunque sarò, anche se fossi dall’altra parte del mondo, tornerò qui da te. E’ una promessa vero?» Gli domandò ancora un po’ incerto perché gli desse ulteriori rassicurazioni. Seiji annuì regalandogli un piccolo sorriso.
A quel punto anche Hiroki sorrise perché sapeva che Seiji aveva sempre mantenuto le sue promesse e, non gli importava quanto tempo sarebbe trascorso senza che potessero rivedersi, perchè era certo che il senpai non avrebbe dimenticato neppure quella.
 
***
Sedici anni dopo
 
Quella mattina il padre lo aveva accompagnato nella stazione più vicina perché prendesse il treno per Tokyo. Hiroki si ritrovò seduto a guardare il paesaggio che scorreva velocemente fuori dal finestrino, ma mai velocemente come i suoi pensieri, quelli erano inafferrabili e in continua mutazione. Ripensò alle difficoltà dei primi anni passati in Autralia e poi a quelle successive, quando l'azienda di suo padre aveva deciso di farlo rientrare in patria, questa volta in una piccola città nella prefettura di Yamaguchi. I continui spostamenti non avevano certo aiutato un ragazzino timido ed introverso come Hiroki ad ambientarsi e a farsi nuovi amici. Del resto per quale perverso motivo avrebbe dovuto affezionarsi a qualcuno che presto o tardi sarebbe stato costretto ad abbandonare? Da bambino aveva sviluppato un odio profondo per il lavoro del padre e per quell'azienda che trattava i suoi impegati come burattini, spedendoli qua e là per il mondo, senza preoccuparsi di strapparli ai loro affetti più cari.
Ma in quel momento Hiroki stava tornando a Tokyo e questo era ciò che importava per davvero. Aspettativa, paura, incertezza. Sentiva un groviglio di pensieri in testa, il cuore che batteva all’impazzata e un nodo stretto alla bocca dello stomaco. La voglia di rivedere Seiji era talmente tanta da fare male sebbene le possibilità che lui fosse davvero lì ad aspettarlo nel loro posto non fossero altro che irrisorie. Seiji poteva benissimo essere fidanzato o persino sposato. O semplicemente essersi dimenticato della promessa e del loro posto speciale. In fondo non erano che due bambini che non sapevano nulla di come vanno le cose tra i grandi.
Hiroki crescendo aveva capito di preferire i ragazzi, ma Seiji? Era improbabile che anche per il suo amico fosse lo stesso eppure, contro ogni logica, Hiroki non riusciva a smettere di sperare. Continuava a ripetersi che, anche se non fosse andata bene, quantomeno sarebbe stato il giorno in cui, dopo sedici anni avrebbe messo una pietra sopra al suo primo amore e ricominciato a vivere. Il giorno seguente avrebbe iniziato un nuovo lavoro: nuovo ufficio, nuove persone, nuova vita.
 La voce metallica che si diffondeva all’interno del vagone e annunciava che l’arrivo a Tokyo era ormai imminente lo fece sobbalzare un poco. Sospirò prima di alzarsi. Prese il bagaglio a mano che aveva portato con sè, infatti tutto il resto era ancora impacchettato nella casa della sua famiglia e se lo sarebbe fatto spedire direttamente al nuovo indirizzo non appena si fosse sistemato. Quando scese dal treno mosse incerto i primi passi sul suolo di casa.

Continua...
 
PICCOLA SCHEDA SUL PERSONAGGIO

NOME HIROKI SATO
NICKNAME HIRO - CHAN
DATA DI NASCITA  30 NOVEMBRE      LUOGO TOKYO
SEGNO  ZODIACALE SAGITTARIO
ETA’ 25
ALTEZZA 1,73    PESO 59 kg
CAPELLI CASTANI
OCCHI ROSA
CIBO PREFERITO COLAZIONE TRADIZIONALE GIAPPONESE, TE’ SENCHA
LIKE L’AUTUNNO, SEIJI
DISLIKE I BULLI
LAVORO IMPIEGATO PRESSO LA FASHION COMUNICAZIONE PR
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: coffee girl