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Autore: february    07/12/2015    7 recensioni
{NaLu + altre coppie} {modern!AU}
Lucy Heartphilia è la ricca erede di Heartbucks, la catena di café più frequentata del momento e l'unica cosa che vuole è passare due settimane di relax con la sua amica Erza. Peccato che le cose non vadano mai come sperato...
***
{dal testo}
Incominciarono a venirle i sudori freddi: si rese conto che non aveva la benché minima idea di come tornare nella hall o al deposito bagagli.
Lucy Heartphilia si era persa nell'aeroporto, contravvenendo alla terza regola di Erza per quella giornata.
«Qualcosa non va, Lucy?» domandò innocentemente Happy, facendo le fusa contro il suo orecchio. Bastardo di un felino.
Era tutto un piano per farle perdere l'orientamento?
«Niente» replicò lei a denti stretti, sentendosi fregata. Altro che buona samaritana «Niente, sto benissimo. Com'è che è fatto questo Natsu?»
«Beh» Happy incominciò ad elencare sugli artigli «È alto ma non troppo, ha due occhi, un naso e indossa una sciarpa»
Ah, beh, certo.
Lucy represse l'istinto di affibbiare il gatto alla prima pellicceria e trovare un albergo per la notte, per poi chiamare Erza con tutta calma.
Signore, cosa ho fatto di male?
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gray Fullbuster, Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hellcome to London!

~


Capitolo uno
«Dove Gray viene arrestato, Erza è un'intellettuale e Lucy fraternizza con i gatti»

da: girl.inshiningarmor@scarlett.com
a: luckylucy@ragazza-stellare.com
oggetto: guida intergalattica dell'Inghilterra per americane ingenue, terza edizione, scritto da Erza Scarlett (Mi sento un'intellettuale!)

Cara Lucy,
mi fa davvero piacere sapere che passeremo le prossime vacanze natalizie assieme; so che hai già prenotato il volo (ma non avevi un jet privato?) e mi sono organizzata con il, ehm, titolare del mio condominio per venirti a prendere all'aeroporto. In allegato ti lascio la mia guida speciale per orientarti a Londra. Devi fare particolarmente attenzione a:

non perderti all'aeroporto.
Okay, l'orientamento non è esattamente il tuo forte (ti ricordi quando ti sei persa nella tua casa alle Bahamas e ci abbiamo messo due giorni per trovarti?), perciò, ti prego, ti prego, ti prego. Non perderti. E comunque, ti sono cresciute le tette, Lucy. Potrebbe essere pericoloso.

le vecchiette.
Se hai in mente la regina d'Inghilterra, sei fuoristrada. Sto parlando delle vecchie gattare zuccherose che avvelenano i piccioni al parco con chicchi di mais OGM e che nascondono i kalashnikov carichi negli ombrellini. 
Brrr.

il fish & chips.
Quella roba è olio e calorie concentrati. E poi si stupiscono del tasso di popolazione sovrappeso.
Che poi, pesce fritto? Bleah.

i gatti.
Seriamente Lucy. Quei così stanno programmando il dominio del mondo. Uno di quei cosi ha rischiato di rubarmi un bulbo oculare. Inutile dire che l'ho spedito al paradiso dei 'meow' senza troppi complimenti.

il tweed.
Beh, senti, tutti qui indossano tweed: vecchi, giovani, donne e cani. Il tweed è ovunque.
E seriamente, quel tessuto fa molto gay.

~ Erza


da: luckylucy@ragazza-stellare.com
a: girl.inshiningarmor@scarlett.com
oggetto: Tu hai seri problemi

Prima di tutto: ERZAAAAA!!! :"D
Anche a me fa piacere risentirti (nonostante gli insulti) e sono contenta di poterti rivedere presto.
Virgo ha già provveduto ad impacchettare otto valigie per il viaggio (better safe than sorry, dicono e poi ho sentito che a Londra fa freddo).
Farò finta di ignorare il tuo commento sulla mia taglia di reggiseno (che poi, proprio tu parli?). Shhhh, dillo ancora e ti taglio le scorte di HeartPies per un mese (e lo so che tu vai matta per quei dolcetti ipercalorici).
Sei sempre simpatica come un due in algebra.
Ma ti voglio bene lo
stesso (❤️).

p.s. Tweed?
p.p.s. se qualcuno mi chiede ancora del jet, giuro che non rispondo delle mie azioni.

 

Lucy rilesse meccanicamente le e-mail risalenti alla settimana prima; il gesto aveva lo scopo (ipotetico) di farla rilassare ma, seduta strizzata tra la parete e un ciccione ronfante, l'aria faceva persino fatica ad arrivarle al cervello.
Certo, guardare lo schermo del suo melatelefono di ultima generazione non aiutava certo a calmare i salti che il suo stomaco stava facendo a causa delle turbolenze.
Aveva già rimesso due volte nel grazioso spacchettino di carta scovato chissà dove.
Bleah.
L'aereo le era sempre parso scomodo come mezzo di trasporto: pensare che era in prima classe e si trovava in quelle condizioni!
Con un sospiro agitato rimescolò soprappensiero il piccolo bicchiere di cioccolata calda che una di quelle deliziose hostess le aveva molto gentilmente offerto. Tutto, cercando di evitare di svegliare l'ingombrante passeggero seduto accanto a lei.
Certo, il viaggio era lungo e turbolento (quasi a sottolinearlo, l'aereo rollò a sinistra, prendendo per qualche istante un vuoto d'aria che causò un urletto acuto da parte dei passeggeri della prima classe. A parte il tipo accanto a lei, ovviamente) però ne valeva la pena. Non era mai stata a Londra e tecnicamente quello era il suo primo viaggio da sola, libera dagli occhi indiscreti di quel maniaco del controllo che era suo padre.
Senza contare che poteva prendersi una pausa dalle estenuanti richieste di matrimonio a cui era stata sottoposta: sì, passare il Natale con gli amici era l'ideale per rilassarsi.
In fondo, essere l'unica erede della Heartbucks, la catena di café più famosa al mondo, poteva essere stancante.
Sì, si concesse Lucy, aveva proprio bisogno di una vacanza assieme alla sua stramba amica inglese.
«Erza, sto arrivandー» mormorò tra sé, prima di essere sballottata contro la parete del velivolo, con la confortante compagnia del passeggero addormentato.
Sempre se ne esco viva.

«Atchù!» Erza starnutì, le gambe accavallate e lo sguardo truce rivolto all'interminabile fila di macchine davanti a lei. Qualcuno stava parlando male di lei?
«Salute» commentò allegramente il tassista, canticchiando l'insopportabile canzonetta che andava alla radio in quel momento.
Oddioーera forse Justin Bieber?
«Pensi a guidare, lei» Erza si scostò bruscamente i capelli scarlatti dalla fronte e incrociò le braccia sul petto prosperoso.
Erano imbottigliati nel traffico da una fottuta ora. Gerard l'aveva già ansiosamente chiamata due volte per assicurarsi che non fosse stata rapita e portata ad Unicornolandia o roba simile.
Che dolce.
Oh, Dio, l'aereo di Lucy stava per arrivare e lei era ancora lì, bloccata in mezzo alle macchine strombazzanti con un mentecatto che canticchiava 'What do you mean?" a bassa voce.
In più Gray, il suo vicino di casa, non le rispondeva.
E pensare che si erano messi d'accordo per trovarsi all'aeroporto e accogliere Lucy (cosa che non aveva fatto troppo piacere a quella sanguisuga di Juvia).
Merry Christmas.
«Quanto ci vorrà ancora ad Heathrow?» chiese tamburellando nervosamente le dita contro il cruscotto, con uno sguardo più che cupo.
«Mezz'ora, con tutto questo traffico» rispose allegramente il tassistaーcosa che le fece venir voglia di rifargli i denti storti con un gancio sinistro ben assestato in bocca.
«Mezz'ora» ripeté scioccamente lei «Non si può andare più veloce?»
Il tassista sporse il gomito dal finestrino con un sorriso tamarro.
«Ehi, per chi mi hai preso, dolcezza? Per Niki Lauda?» sogghignò «Se non ti va bene puoi andarci a piedi»
Erza contò mentalmente fino a dieci, valutando le possibilità, per poi ricambiare il sorriso a denti stretti.
«Volentieri» cinque minuti dopo era già per strada, dopo aver lasciato un grazioso livido scuro sulla faccia del tassista.
Merry Christmas un corno.

«Come sarebbe a dire 'Le sue valigie non sono state trovate'?!» Lucy era sull'orlo della crisi di nervi. Afferrò per il colletto un imbarazzato steward di terra e lo scosse fin quasi a fargli avere una crisi epilettica.
Dopo il viaggio terribile che aveva sopportato, pure questa. Lucy sentì un'ondata di rimorso per aver quasi dribblato Virgo all'aeroporto. Magari se non l'avesse fatto, le sue valigie sarebbero state ancora lì.
La sua cameriera ci sapeva fare con scatole e scatolette, anche se aveva un bizzarro feticismo per il sadomaso.
«...stato ...inconveniente ...spiacent-e ...deposito ...bagagli» il povero inserviente boccheggiante si staccò barcollando dalla sua presa, pallido come un cencio «V-vado a chiedere s-spiegazioni»
E, detto ciò, si fiondò tra la calca, il più lontano possibile da quella pazza furiosa.
Lucy si afflosciò su una delle poltroncine fintamente ecologiche, con la comodità che sembrava un optional. Perdere i bagagli in un paese straniero era il suo incubo peggiore ー senza contare che Erza non si era ancora fatta vedere.
Il mio regno per un letto su cui stendermi, pensò lei mestamente.
«Povera me» Lucy squadrò il cellulare con aria depressa, notando le diciannove chiamate isteriche di suo padre. Non gli avevano mai insegnato che non si deve tenere il cellulare acceso durante i voli in aereo?
Dondolò mogiamente le gambe, fissando stordita la facciata in vetro dell'aeroporto.
Davanti a lei sedevano un gruppo di cinesi dall'aria spaesata e un manager tedesco che continuava a sbraitare qualcosa come 'einz, zwei, drei'  telefono.
Ma per ora niente Tweed.
Benvenuti in Europa.
Lucy si strinse nel cappotto, con l'ennesimo sospiro. Appena lei ed Erza si erano messe d'accordo, la sua amica aveva insistito con veemenza perché Lucy venisse a dormire da lei; Lucy aveva certamente apprezzato il gesto, ma il problema era diventato più complicato di quanto sembrasse.
No Erza, no casa.
Se la sua amica le avesse tirato il pacco, dove avrebbe dormito?
Si era appena alzata per prendersi qualcosa di caldo al distributore, quando lo steward tornò correndo, come se avesse appena corso una maratona. L'uomo si appoggiò sulle ginocchia e, boccheggiò, risucchiando l'aria con espressione esausta.
«Li abbiamo trovati» esclamò allegramente, guardando con circospezione la ragazza, forse temendo un secondo tentativo di strangolamento.
«Davvero?»
«Sì, signorina Heartphilia» replicò lui «I suoi bagagli sono già stati spediti all'indirizzo del suo alloggio, Magnolia Street 27/C. Non la avevano avvertita?»
Ahem.
Ecco perché avrebbe dovuto ascoltare la predica di Virgo prima di partire. Lucy si passò una mano sulla nuca, imbarazzata ed improvvisò.
«Certamente!» sorrise fintamente raggiante «È che volevo restare l'efficienza delle infrastrutture londinesi. Bel lavoro, avete superato il test» gli allungò un buono pranzo di Heartbucks stropicciato che era finito chissà come nella sua tasca «Ecco il premio»
«Ah, uhm, grazie» l'uomo prese la cartaccia e se la infilò in tasca, per poi  sintonizzare l'auricolare all'orecchio.
«Cosa?!» lo steward di terra sgranò gli occhi, ascoltando con aria sconvolta la trasmissione nell'apparecchio «Si è spo-- Un codice due?! Arrivo subito, non perdetelo di vista. Deve essere appena scappato da un manicomio. Sì, sì, arrivo»
Con un ultimo cenno di saluto, l'uomo si dileguò tra la calca, per una destinazione ignota.
Lucy lo salutò imbarazzata, rigida ed impettita nell'enorme atrio.
Si sentiva un'idiota; certo, avrebbe dovuto pensarci, no?
Beh, almeno il problema bagagli era risolto. Si voltò per riprendersi il suo posto a sedere, quando notò che era occupato.
Da un gatto.
Con il pelo blu.
Che stava mangiando Fish and Chips.
Lucy si stropicciò gli occhi, nervosamente.
Ci mancavano solo le allucinazioni post-volo.
In quel momento il gatto alzò gli occhi su di lei e le sorrise cortesemente, lisciandosi i baffi e offrendole una patatina.
«Ne vuoi una?»

«Finalmente» Erza si appoggiò contro la parete per riprendere fiato. Aveva dovuto correre come una dannata per arrivarci, ma eccola qui, incolume ed accaldata, mentre entrava nel l'elegante struttura trasparente di Heathrow, maledicendo tra sé Gray e il traffico.
Lucy doveva essere in panico in quel momento. 
Perché dopo la paura-negazione e il terrore post-apocalittico, c'era lo stato distruttivo del panico da mi-hai-tirato-il-pacco. Logico.
Erza l'avrebbe sicuramente chiamata se non si fosse resa conto all'ultimo di aver lasciato il cellulare nel taxi.
Beh, poco male, avrebbe dovuto cambiare il catorcio tra poco, e poi Natale era vicino.
Varcò le porte con aria determinata, i capelli rossi che  frustavano l'aria e una volontà ferrea di riprendersi la sua amicaーfinché non venne intercettata e quasi placcata da due energumeni con completo troppo stretto per gli strati da ore di fitness in palestra.
«Lei è per caso Erza Scarlet?» domandò uno dei due, lanciandole un'occhiata significativa da sopra gli occhiali scuri da terminator.
«Sì, sono io» replicò Erza asciutta, battendo a terra il piede con aria infastidita per il ritardo «Se poteste lasciarmi passare, avrei un incontro molto importanー»
«C'è una persona che vorrebbe parlare con lei» la interruppe l'altro scimmione con aria divertita, esaminando la sua carta di identità come se fosse qualche figurina dei giocatori di calcio «Dice che la stava aspettando da un po'. Abbiamo dovuto trattenerla per... il comportamento inadeguato»
Il volto di Erza si illuminò improvvisamente.
Non poteva essere nessuno se non Lucy. Probabilmente era diventata impaziente e...
Erza sentì un nodo alla gola per l'emozione. Erano mesi che non rivedeva Lucy e finalmente, dopo tanto tempo, poteva riabbracciarla.
«Arrivo subito» seguì i due omaccioni lungo corridoi affollati e hostess esagitate che correvano qua e là, fino ad arrivare ad una piccola stanzetta di attesa.
Non appena aprirono al porta, Erza si slanciò per abbracciare la sua amica con un sorriso a trentadue denti.
E sarebbe andato tutto bene se non per un solo, insignificante particolareーLucy non c'era.
Al suo posto, sedeva su una seggiola, accanto ad una pila di riviste scandalistiche e con un un grazioso paio di manette alla moda si polsiーGray.
Erza si bloccò quasi a mezz'aria, sconcertata, ricambiando l'occhiata speranzosa di Gray con una faccia sconvolta e confusa.
«Gray, c-cosa...?» solo in quel momento si accorse di un secondo non trascurabile particolare. Gray era in boxer.
Non indossava altro.
Erza lo scrutò con la mascella quasi slogata per la sorpresa e la bocca spalancata.
Ma che cazzo...?
«Ah, Erza, finalmente» Gray aggrottò le sopracciglia, indicando gli energumeni e uno steward sull'orlo di una crisi di nervi «Questi tizi mi hanno trascinato qui per qualcosa riguardo al pubblico decoro. Ho chiesto di poter parlare con te, visto che dovevamo venire a prendere quella tua amica, Lacy, Lucie, come si chiama»
«Il signor Fullbuster si è denudato pubblicamente nella hall dell'aeroporto, davanti ad una coppia di turisti canadesi che sostenevano di sopportare il freddo meglio di lui» riassunse brevemente lo steward, massaggiandosi le tempie.
Gray bofonchiò qualcosa di simile a "proletari pudici" tra i denti e incrociò le mani sul petto.
«Ha qualcosa da dire, signorina Scarlet?» inquisì il "proletario pudico" con irritazione.
Erza si lasciò cadere sulla sedia con un gemito di disperazione, prendendosi il volto tra le mani.
«Datemi cinque minuti»

«Hai detto che il tuo padrone era nelle vicinanze» commentò Lucy irritata, squadrando il gatto blu con aria impaziente, domandandosi se una di quelle carine hostess del suo volo non avesse avuto la balzana idea di far scivolare qualche sostanza allucinogena nella sua cioccolata calda.
Aveva passato un quarto d'ora a vagare tra i terminal come un'anima in pena, seguendo le indicazioni di un gatto strambo, che a quanto pare, aveva smarrito il suo padrone.
Perché Erza non si era ancora fatta viva e lei aveva intrapreso una disquisizione filosofica sul pesce con un gatto parlante. Giusto.
La versione macabra di Alice nel paese delle meraviglie? Forse.
Londra era un posto strano. Non aveva mai sentito parlare di gatti parlanti.
«Aye» il gattoーche si era presentato come 'Happy'ーle balzò sulla spalla, noncurante dei mormorii stupiti dei passanti «Solo che deve essersi allontanato. Natsu a volte è un po' vivace»
«Senti, Happy» Erza le aveva raccomandato di stare lontana dai gatti, ed eccola lì a fraternizzare con il nemico. Beh, non poteva farci niente. Era colpa di Erza se doveva farsi amico il gatto «Mi spiace davvero che tu abbia perso il tuo... ehm, amico, ma più di così non posso fare. Vedi, la mia amica mi sta aspettando...»
Si strinse nelle spalle, con un sorriso di scuse. 
«Lasceresti un gattino solo e spaurito come me in mezzo a quest'aeroporto?» Happy sgranò gli occhi, grandi come tazzine da tè «Che persona crudele»
A vederlo tutto mogio ed abbattuto, Lucy sentì una punta di rimorso.
Dannato micio, certo che sapeva come farle venire i sensi di colpa. Non c'era da meravigliarsi che Erza pensasse che avrebbero conquistato il mondo.
«Ehm, e va bene» Lucy si arrese al suo lato tenero «Ma solo altri cinque minuti, okay? Poi devo tornare nella hall»
Si guardò attorno con aria speranzosa, rendendosi conto dell'errore madornale. Incominciarono a venirle i sudori freddi: si rese conto che non aveva la benché minima idea di come tornare nella hall o al deposito bagagli.
Lucy Heartphilia si era persa nell'aeroporto, contravvenendo alla terza regola di Erza per quella giornata.
«Qualcosa non va, Lucy?» domandò innocentemente Happy, facendo le fusa contro il suo orecchio. Bastardo di un felino.
Era tutto un piano per farle perdere l'orientamento?
«Niente» replicò lei a denti stretti, sentendosi fregata. Altro che buona samaritana «Niente, sto benissimo. Com'è che è fatto questo Natsu?»
«Beh» Happy incominciò ad elencare sugli artigli «È alto ma non troppo, ha due occhi, un naso e indossa una sciarpa»
Ah, beh, certo.
Lucy represse l'istinto di affibbiare il gatto alla prima pellicceria e trovare un albergo per la notte, per poi chiamare Erza con tutta calma.
Signore, cosa ho fatto di male?
Si voltò verso il gattino con tutta l'intenzione di mandarlo a quel paese, quando una voce dietro di lei la fece sobbalzare.
«Happy!»
Non si accorse subito del proprietario finché il ragazzo, con una mezza dozzina di spintoni non le fu quasi addosso. Momento in cui era troppo tardi per scansarsi, e che causò uno scontro fortuito che fece ruzzolare entrambi sul pavimento lindo del
corridoio, tra lo stupore generale.
Solo in quell'istante, Lucy notò l'aspetto bizzarro del ragazzo che era finito sopra di lei, avvinghiato al gatto come se non ci fosse un domani.
A parte il terribile gusto per l'abbigliamento, quel ragazzo aveva i capelli rosa cicca-appiccicata-sul-sedile-del-tram sparati in tutte le direzioni. Ed era sopra di lei.
Uh-uh.
«Ah, uhm, tu devi essere Natsu. Happy ti stava cercando...»
Silenzio.
La posizione era piuttosto imbarazzante, tanto che Lucy si agitò sul posto, liberandosi con rapidità dalla presa di Natsu, che sembrò accorgersi di lei solo in quel momento, ancora troppo occupato a strizzare Happy con foga. Lucy si sentiva un po' la terza in comodo.
Natsu sollevò gli occhi neri su di lei ed inclinò la testa con sguardo stralunato.
«E tu chi saresti?»

«Ehi, piccoletta» Gajeel osservò il fattorino scaricare i bagagli con zelo, davanti alla porta del loro appartamento «Hai ordinato altri libri su Amazon per caso?»
«Ah? No, perché?» Levy alzò gli occhi dalla sua ultima traduzione, inarcando un sopracciglio verso il suo fidanzato, che squadrava un fattorino allarmato con aria cospiratoria, il naso nello spiraglio aperto della porta.
«C'è un tipo che ha appena scaricato delle valigie rosa confetto sullo zerbino. Che dici, è una bomba?»
«Magari hanno solo sbagliato indirizzo» commentò Levy, cogitabonda, con una mano sulla guancia «Succede spesso nel nostro condominio, no? Ti ricordi quella volta che Gray...»
Ma Gajeel era già fuori dalla porta e stava trascinando una valigetta graziosa centro la stanza, con aria incuriosita.
«Gajeel... non credo sia legale»
«Shhh, l'ho solo presa in prestito» si grattò i capelli, decifrando la targhetta con occhi socchiusi «È di una certa 'Lacy Hertmilia' o roba simile. 'Lacy Hertmilia'? Che cazzo di nome è?»
Levy stava per sottolineare che anche Gajeel Redfox non era esattamente un nome comune, ma si limitò a lanciargli un'occhiata di traverso, vedendolo trafficare con il lucchetto del contenitore.
«Gajeel, non sono sicura che dovrestiー magari dovremmo prima chiedere a Makarov o ad Erza...» ma prima che potesse finire la frase, la valigia strapiena esplose sul naso del suo fidanzato, rigurgitandogli addosso un torrente di... biancheria intima.
Gajeel rotolò all'indietro per la sorpresa, andando a rotolare dietro al divano.
Levy lasciò cadere la penna per la sorpresa e, dopo un minuto di indecisione, scoppiò in una risata fragorosa, tenendosi la pancia che iniziava a farle male.
Gajeel emerse da dietro al divano con la coppa di un reggiseno sulla testa ed una smorfia tra il divertito e lo scioccato in viso.
«Però, mica male» esclamò, tirandosi su «Questa tipa ha una quarta di tette!»
E fu così che Gajeel Redfox ricevette una cinquina in pieno volto.


feb said:
eccomi qui con la mia seconda storia in questo fantastico fandom! come avrete capito, è un'AU, con varie coppie, anche se la principale è la NaLu(?).
avevo in mente qualcosa di comico da un po' di tempo e finalmente, complici le vacanze, sono riuscita a pubblicare~
cosa ne dite? spero ci sia piaciuta!
ovviamente compariranno anche le altre coppie ed altri personaggi nei prossimi capitoli.
se volete vedere qualcuno in particolare, scrivete pure nelle recensioni~
vi avverto da subito che non sono molto puntuale con gli aggiornamenti, perché faccio una scuola che mi impegna molto >___<
beh, tutto qui!
alla prossima
mahiru

  
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