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Autore: Spensieratezza    08/12/2015    5 recensioni
Questa storia parla di un mondo dove il bullismo è esorcizzato e troncato sul nascere. Jared e Jensen sono due liceali innamorati che vivono in questo mondo e disquisiscono su questo regime e tra una chiacchiera e l'altra, parlano anche del loro amore in maniera quasi poetica! :)
Genere: Fluff, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un altro tempo, in un altro luogo…
 
Gli alunni erano a messa a pregare con gli insegnanti, per le anime degli uomini ancora afflitte da prepotenza e tirannia. Il prete stava dicendo il suo sermone, mentre alcuni studenti ancora dovevano prendere il loro posto nelle varie panchine.

In particolare c’era una ragazza che cercava posto e il primo istinto fu quello di seguire un’altra ragazza con cui da un po’ stava facendo amicizia, ma tentennò per un istante oltre e il posto venne occupato.

Sconfortata, decise di andare a mettersi seduta vicino a una ragazza che invece le stava antipatica, ma sperò che fosse un buon modo per cominciare a legare.

La ragazzina invece, quando vide che la ragazza stava andando a sedersi vicino a lei, la respinse in malo modo dicendo:

“Cosa stai facendo? Và via, ma pensa, voleva sedersi vicino a me!”

La ragazza rimase spiazzata e non riuscì a risponderle. Farfugliò qualcosa senza senso e poi cambiò posto.

A Jared e Jensen non sfuggì la scena e neanche a qualcun altro.
 
 
 
 
 
*

Sulla via del ritorno da scuola, mentre Jared e Jensen con le loro uniformi da perfetti liceali e le cartellette in spalla, mentre passeggiavano, ritirarono fuori l’accaduto.

Parlarono dello schiaffo che la bulletta si era presa dalla professoressa, in aula, davanti a tutti.
 
“Certo che alla dottoressa Sabrina non gliene sfugge una.” rise Jensen.

“ Rimango sconcertato dal fatto che dopo migliaia di anni, ancora il mondo deve essere oppresso e dominato dal bullismo.” Disse Jared, scuotendo la testa, rammaricato.

“Tesoro, io concordo con te. Concordo sempre con te, lo sai, ma non ti sembra di esagerare stavolta? In fondo Patrizia non l’ha picchiata né insultata, l’ha solo mandata via.” Disse Jensen.

“È vero, ma un : và via detto a una ragazza che ha sempre dovuto lottare contro l’emarginazione dei compagni di classe, ha un peso. Le provoca un sentimento di inferiorità e di inadeguatezza e tristezza. È per questi atteggiamenti che per lungo tempo il mondo è stato pieno di persone deboli, insicure e con problemi di natura psicologica e depressiva. Se tu prendi una persona insicura e cominci a deriderla, la distruggi per sempre.” Disse Jared.

“Alla fine, i peggiori carnefici sono i giovani bulli. Sabrina questo lo sa molto bene.” Disse Jensen.

Jared si accoccolò al braccio di Jensen.

“Sabrina viveva in un mondo in cui nessuno prendeva mai le difese del più debole, dove le derisioni ai danni della persona più debole, veniva ignorata o accettata passivamente, dove se eri un timido venivi sbeffeggiato dai compagni di scuola, dai datori di lavoro. La professoressa stessa è stata una vittima di questo stato di cose, soprattutto a scuola, poi, in età adulta, formò una congrega di persone che avevano avuto la loro stessa esperienza e questo cambiò la vita di tutti.”

“Creò un congegno capace di viaggiare e vedere il prossimo futuro e vide che nel futuro le cose erano esattamente come allora, anzi, erano peggiorate.” Disse Jensen.

“ Sabrina e i loro compagni non si scoraggiarono ed ebbero un’idea illuminante, forse era inutile combattere il mondo tentando di cambiare il presente, bisognava cercare di cambiare il futuro, per trasformare il presente.” Disse Jared.

“Sabrina pensava che le persone non ascoltano mai i loro simili, se dimostrano appunto di essere simili a loro. Le persone ascoltano e danno retta solamente chi vedono come superiore a loro. Solo a loro credono.” Disse Jensen.

“Sabrina pensava che niente avrebbe potuto scuotere la gente che dei viaggiatori del tempo, venuti dal passato, che erano riusciti a inventare qualcosa di cui loro non conoscevano. Una cosa simile, li avrebbe resi onniscienti ai loro occhi e chiunque avrebbe creduto a loro. L’obiettivo della congrega però non era conquistare il mondo, ma dominarlo in una sorta di dominio benevolo. La gente non nasce cattiva, ma purtroppo nasce con l’istinto di supremazia, in cui tende sempre a voler spadroneggiare e prevalere sull’altro e per abbattere questo stato di cose, la congrega capì che la gentilezza non avrebbe mai funzionato.”

“Il bullismo verso il più debole e incapace di difendersi, divenne tabù e se scoperto, è punito severamente. Ovviamente ancora nessuno è d’accordo al cento per cento con questo regime che giudicano tirannico, ma nessuno si ribella. Chi penserebbe mai a rivoltarsi contro i viaggiatori del tempo? Hanno paura che se ti ribelli, per punizione ti cancellano dalla faccia della terra.” Ridacchiò Jensen.

Jared ridacchiò a sua volta.

“Se molte volte sono severi, lo fanno per motivi nobili. Pensaci, Jensen. Una volta era normale dire a un ragazzino cicciottello: brutto ciccione e deriderlo con i propri compagni di scuola. Ora se un ragazzino dice scemo a un altro davanti agli altri, tutti si guardano nervosi intuendo già punizioni severe, tipo bacchettate sulle mani davanti alla lavagna e quindi nessuno lo fa più, non per bontà, chiaramente, ma per paura; solo che a forza di farlo, nel loro cervello comincia a girare fuori il ragionamento che è sbagliato dire a un ragazzino, scemo, perché nella sua testa, quel ragazzino si crede e si convince davvero di essere SCEMO. “

“Vale la stessa cosa per i datori di lavoro. Nessuno tratta più male i propri impiegati perché poi ha paura delle varie denunce fatte con tanto di registratori nascosti nella tasca della giacca. Nessuna punizione corporale o carcere, ma multe salatissime. Alla lunga non maltratti più i tuoi sottoposti quando hai paura che per una parola sbagliata rischi che ti pignorano la casa.” Disse Jensen.

“E vogliamo parlare degli omosessuali che non vengono più brutalmente massacrati di botte in un violo buio? C’è poi il rischio che se vengono presi i colpevoli, non ci si limita a passare qualche mese in carcere, ma si viene poi massacrati di botte in carcere dai robot costruiti a misura su fattezze umane.” Disse Jared.

Jensen lo fece fermare.

“Anche se non fossimo protetti da questo stato di cose, rischierei tutte le botte di questo mondo per baciarti alla luce del sole.” Gli disse Jensen.

Jared lo guardò dolcemente e i due si baciarono alla luce del tramonto.

Quando si staccarono, Jared aveva ancora le mani intrecciate al suo collo.
 

“Mi dispiace davvero tanto, Jensen.”

“Di cosa?”

“Che debba essere così. Che non si può avere la pace senza dover ricorrere per forza alla violenza.”

Jensen lo abbracciò di nuovo, più stretto.

“Lo sai che ti adoro? Sei l’anima più pura e innocente che conosca.”

“Jensen…”

“Ed è proprio per proteggere le anime come te, che appoggio questo regime. Ci abbiamo provato per tanti anni ad appoggiare la logica dell’amore, ci abbiamo creduto e siamo stati bastonati. Ancora. Per più anni. Tanti anni.  Grazie a Dio che sono scesi tra noi questi viaggiatori del tempo e hanno sconvolto il mondo. Ormai abbiamo capito che è nella natura dell’uomo la tendenza all’aggressività. Una volta che è fiorita, non c’è verso di estirparla in nessun modo. Non con la gentilezza, almeno. Rispondere con l’aggressività è l’unico modo per esorcizzarla, ma bisogna condannare tutti i gesti. Tutti i gesti di piccola crudeltà che cominciano a manifestarsi da ragazzini, perché se lasci correre quelli, i ragazzini che subiscono questo da piccoli, diventeranno uomini frustrati e cinici da adulti. Il mondo è pieno di assassini e malvagi che lo sono diventati perché quand’erano piccoli hanno subito crudeltà di ogni genere, ma per tutti era normale, perché i ragazzini si sa come sono fatti. Oggi invece, non è più una cosa normale ed è questo che fa la differenza. “

“Sì, ma in sostanza non è un bel messaggio che la gente sta cominciando a comportarsi bene per via di una sorta di terrorismo psicologico.” Disse Jared perplesso.

Jensen sorrise.

“Quello che importa è lo scopo finale. Non importa come si tiene a freno l’aggressività, l’importante è riuscire a controllarla. Il ragionamento della congrega è che tutto viene fatto per abitudine e convinzione. Se esorcizzi un’abitudine, passerà un po’ di tempo, ma alla lunga la gente non si ricorderà più com’era fatta. Cambia il modo di pensare. Il fatto di non vedere più pubblicamente atti di bullismo contro persone in pubblico, ti mette in pace con te stesso. Più violenza vedi e più ti senti violento, meno ne vedi e più ti sentirai pacifico, perché le persone seguono l’esempio degli altri intorno a te. Sono influenzati da questo.”

“Quindi stai dicendo che anche se le persone sono costrette da un regime totalitario, a comportarsi bene, alla lunga potrebbero sentirsi felici di comportarsi bene e cambiare spontaneamente.” Disse Jared.

“Le persone non nascono malvagie, le persone vorrebbero essere buone.” Disse Jensen, accarezzandogli il mento dolcemente. Jared chiuse gli occhi a quella carezza.

“È la mentalità delle persone che deve cambiare. Per un sacco di tempo si elogiava la bontà, senza fare mai nulla di concreto. Finalmente ci siamo. “ disse Jared.

“Grazie a Sabrina. Una donna che da ragazzina ha subito le peggio derisioni da parte dei ragazzini, perché lei era timida e aveva problemi con lo studio. 10 anni di inferno scolastico e varie sedute da psicologici che non hanno mai portato a niente e come lei un mucchio di ragazzini erano in questa condizione.”
 
“ Quando sei un bambino sei incosciente e superficiale, non ti rendi conto che con le tue parole e la tua incoscienza puoi rovinare la vita a una persona.” Disse Jared.

“Già….” Disse Jensen.
 
 
 
 
*

Jared e Jensen non erano tornati subito a casa. Si erano fermati per una sosta al parco, seduti davanti al laghetto, che davano da mangiare alle anatre le molliche di pane.

“Jared, guarda, guarda! Un cigno, un cigno!” gli disse Jensen.

Jared girò su sé stesso. Un cigno bianco reclamava la sua parte, girando intorno a Jared.

“Ecco, prendi.” Disse Jared, dando un bel pezzo di pane al cigno, poi andò da Jensen e si accoccolò vicino a lui.

“Guarda, Jensen, la pace. Se si ottiene questo, che importa il come lo si ottiene?” disse Jared, facendo un gesto per mostrare quello spettacolo idilliaco.

Jensen strinse la mano di Jared nella sua, sentendo un amore e un’adorazione fortissima per il suo ragazzo. Jared era buono, era pieno di ideali e di valori.

Con lui si sentiva così bene.

Respirò il suo odore sul suo collo, nella brezza settembrina.

“Ti amo tanto, Jared.”

Jared si girò, sorridendogli dolcemente, gli accarezzò il viso e gli diede un bacio dolcissimo sempre tenendogli il viso con le mani. Aveva una sciarpa multicolore al collo, che sciolse, per coprire entrambi con i due lembi, poi lo baciò ancora.

“Anch’io.” Gli disse lui.

Il loro amore era contornato da cure e attenzioni amorevoli.

“Jensen…” gli disse Jared, stampandogli baci sul collo.

“Mmmm.” Gemette l’altro.

“Vieni a casa mia?”

“Sì.” Disse l’altro, guardandolo dolcemente.
 

Non era per fare l’amore. Nonostante stessero insieme tutto il giorno a scuola, i due ragazzi erano talmente innamorati che quando finivano le lezioni, i due non volevano comunque separarsi, così a volte l’uno andava a casa dell’altro.

Studiavano insieme, si sostenevano, facevano progetti per il loro futuro, a volte sul divano, abbracciati, con un libro in mano.

E con Jensen che gli ripeteva dolcemente:

“Sei tu il mio futuro.”

E Jared che contraccambiava, abbracciandolo teneramente.
 

Ci sono persone adulte che non sanno esattamente quello che vogliono dalla vita. Per Jared e Jensen non era così. Loro sapevano quello che volevano. L’uno voleva appartenere all’altro.
 
 
Entrarono in casa, poggiando gli zaini in salone, vicini.

Jared non aspettò nemmeno che Jensen si tolse del tutto la giacca, prima di avvinghiargli le braccia al collo.

“Sai, ci sono persone adulte e mature che non sanno che cosa fare della loro vita. Io non sono così. So quello che voglio, quello che voglio avere sempre vicino, la mia conferma e la mia più assoluta certezza, il mio gaudio e la mia delizia.” Disse Jared.

Per il contraccolpo caddero entrambi sul divano. Jensen gemette un po’ per il contraccolpo, ma lo guardò adorante, con gli occhi che luccicavano.

“E che cos’è che vuoi?”

“Voglio te.”

“Mmmm allora signorino, credo che dovrà cambiare desiderio. Non puoi volere per te qualcosa che è già tua.” Disse Jensen.

“Questo chi lo dice?”

“La professoressa Abbadon.”

Jared si puntellò sui gomiti.

“Io invece penso che se continui a desiderare qualcosa anche se è tua, la ami veramente.”

A Jensen brillarono gli occhi. “E c’è altro che credi di sapere?”

“Sì, che la professoressa Abbadon è un’idiota ignorante.”

Jensen rise e cominciò a spupazzarselo di baci.

“ Sono d’accordo con il mio secchione genietto nerd.”

“Gne gne gne.” Disse Jared strofinando il naso contro il suo. “Dillo ancora una volta più velocemente.”

“No.”

“Dai dai dai…”

“No!!!”

“Uffa!”

“E va bene! Ma solo una volta, ok?”
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

Ciao!!! Innanzitutto spero non vi distraete dalle note finali di dolcezza, perchè lo scopo di questa storia era proprio far riflettere sul bullismo xd

Come mi è venuta di scrivere una storia così? xd ve lo dico subito: con un sogno! xd

Ho cambiato la prima parte della chiesa, nel senso che nel sogno si parlava di cose che non potevo mettere, per esigenza di trama, nella ff, comunque praticamente nel mio sogno ero io la ragazza che veniva mandata via dall'altra ragazza, che poi era la sua compagna di scuola :)

E finisce così il sogno! Da questo breve sogno ho deciso di farci una ff inserendoci i j2 ahhah e inserendo anche me stessa. Sono io la dottoressa che ha passato un pò un inferno scolastico a scuola, di cui parlo nella storia xd

Senza voler fare vittimismo, ma purtroppo quello che è capitato a me, capita sovente a moltissimi ragazze e ragazzi giovani, con conseguenze anche molto più pesanti che delle derisioni e basta... volevo scrivere questa storia per avere quasi una sorta di "rivincita" e per costruirci qualcosa di bello, che sono sempre i nostri j2 :))

La storia della "violenza" per combattere altra violenza mi è venuta da riflessioni mie che non voglio imporre per temere di dare un messaggio sbagliato, ma a volte mi viene da pensare che se le persone non vogliono comportarsi bene, andrebbero "costrette" a farlo. C'è troppa tolleranza nel nostro mondo riguardo a certe cose...

la chiudo qui e spero vi siate innamorati anche voi come me, dei j2 di questa storia *___*
   
 
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