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Autore: Mary_loveloveManga    04/03/2009    2 recensioni
Eccomi qui con un'altra one-shot! Stavolta un pò diversa, molto diversa. Non so nè come mi è uscita, nè quando. L'avevo già scritta da un pò, ma non l'ho mai postata. Ora mi è venuta voglia di farlo, come vedete. Parla di Kagome e di una brutta perdita che ha subito. LEGGETE E COMMENTATE! Mary-chan!
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Allora, eccomi con una one-shot. In verità era da un po’ che era pronta, solo non avevo il coraggio di postarla. Perché? Non lo chiedete a me! Spero sia di vostro gradimento. Vi prego di commentare per farmi sapere cosa ve ne pare. È una storiella un po’ diversa, questa volta. Leggete per scoprire. Anzi:

LEGGETE E COMMENTATE!!!! Baci! Mary-chan!

 

 

 

 

 

La vita non è come crediamo…

 

 

 

Lacrime.

Piccole goccioline salate le percorrevano le guance.

Piangeva.

Piangeva e non se ne rendeva conto.

Perché?

Una domanda che non ebbe mai una risposta.

Batté un pugno a terra.

Disperazione.

Un’altra piccola lacrima scendeva sulla sua gote, cadendo a terra.

Era stata assorbita.

È così facile assorbire il dolore?

Davvero?

No…

Lo sentiva.

Sentiva dentro il suo corpo tutta la sofferenza.

L’afflizione.

Il tormento.

La tristezza.

L’odio.

Sì, odiava.

Per la prima volta in tutta la sua vita.

Odiava quell’essere orribile che le aveva portato via l’unica persona veramente importante.

Odiava quel mostro che aveva tolto la vita al suo amore.

Odiava quel demone ignobile che l’aveva privata della felicità.

Avrebbe potuto essere felice di nuovo?

Non lo sarebbe mai più stata.

Cercò di fermare un’altra lacrima che usciva dai suoi occhi color cioccolato.

Inutile.

Si frantumò in terra.

Assorbita.

Perché il terreno non riusciva ad assorbire anche lei?

Un singhiozzo la percosse.

Non doveva piangere.

Lui non avrebbe voluto.

Lui odiava le lacrime.

Però… non ce la faceva.

Doveva sfogarsi.

Provò ad alzarsi.

Crollò nuovamente a terra.

Possibile che senza di lui non riuscisse a tenersi su con le proprie gambe?

Lei… dipendeva così tanto da lui?

Sì, lui era la sua vita.

Strinse la mani in un pugno.

Il suo sguardo spento e lacrimante si posò sul corpo di fronte a lei.

Un corpo a terra, privo di vita.

Gli occhi ancora spalancati.

Due, tre singhiozzi.

Era morto per salvarla.

Per salvare la vita della donna che amava.

La donna a cui si era concesso.

La donna che aveva protetto fino all’ultimo.

Ma non aveva capito.

A lei non importava vivere.

Lei voleva solamente rimanere con lui.

Ora però non riusciva a vederlo così.

Era troppo difficile.

Posò una mano sul petto del ragazzo.

Era freddo.

Freddo come il ghiaccio.

Un freddo che non era da lui.

Lui che emanava sempre tutto quel calore.

Lui che era il suo sole…

Ora si era spento per sempre.

Aveva deciso.

Nessuno avrebbe più potuto fermarla.

Impugno l’elsa della spada e la sfilò con delicatezza.

Tessaiga.

La spada che aveva ucciso tutti quei demoni.

La spada che aveva protetto tutte quelle persone.

Congiunse le mani sull’impugnatura.

Quel giorno pregò.

Pregò che quella potente lama tornasse in vita.

Che si trasformasse, per una volta, nelle sue mani.

Voleva porre fine alla sua vita.

Voleva morire con lui.

Un forte vento la circondò, non capiva cosa stesse succedendo.

Cadde a terra, svenuta.

Cosa le era successo?

Si alzò, il terreno era morbido, sembrava fatto di cuscini, tra le mani l’arma che avrebbe utilizzato per uccidersi.

Però non voleva farlo lì, dov’era il corpo del suo amato?

Dov’era?

“Un gesto simile non viene mai perdonato, lo sai, vero?”  non capiva da dove provenisse quella voce. Si guardò intorno. Solo bianco.

“C-chi sei?”  la voce le tremava, era ancora sotto shock, ma non aveva paura.

Spalancò gli occhi, quando vide davanti a se la figura del mezzo demone perfettamente guarito. “Sono io, non mi riconosci?”

“Inuyasha!”  lo abbracciò felice, godendosi il suo calore.

“Perché vuoi fare questo, Kagome?”  era diventato serio, la guardava arrabbiato.

“Voglio rimanere con te. Cosa sarei, altrimenti?”  sentì uno schiaffo sulla sua guancia, non le faceva male, era quasi… tenero.

“Smettila di dire sciocchezze! Cosa ti è preso? Non eri tu che amavi la vita? Combatti!”  le lacrime sgorgarono ancora dagli occhi della ragazza.

“Non riuscirò a fare nulla, qui, sola. Sango, Miroku, Kirara, Shippo… tu. Mi avete lasciato sola!”  lo abbracciò nuovamente, aveva bisogno di sentirlo vicino.

“Non sei sola, Kagome.”  Un’altra figura si materializzò davanti a se, una bellissima ragazza, in braccio un piccolo demone gatto.

“Ha ragione Sango. Divina Kagome, noi siamo sempre con lei, non ci deluda così.”  Un ragazzo, sulle spalle un demone volpe.

Erano tornati?

Sarebbero rimasti con lei?

Ma cos’era quello strano posto?

“C-cosa devo fare? Io voglio rimanere con voi!”

“Ci tornerai, la notte. Ma sarai viva. Vai a vendicarti, Kagome. Continuerà a fare del male alla gente, in questo modo.”  Inuyasha riprese a parlare.

“Io? Come posso fare? Come potete chiedermi di vendicarmi, qui. Questo non è il paradiso?”  i ragazzi risero.

“Kagome, il paradiso non esiste. Ma tu non potrai venire con noi, se non ucciderai quell’essere.”

“Non capisco…”

“Lui era l’unica ragione che avevamo per vivere, però, alla morte non c’è scampo, tu puoi fare ancora qualcosa, non privarti della vita finché puoi.”

“Ma la vostra ragione di vita era riuscire a vivere felici! La felicità! Non ve la ricordate più?”  Inuyasha le accarezzò la guancia dolcemente.

“La nostra felicità, è stare tutti insieme.”

“Quando Naraku perirà, io tornerò da voi?”

“Sì, ormai, come hai detto tu, non hai più ragioni di vivere.” 

La ragazza si sentì pesante, conscia che presto avrebbe perso conoscenza.

“Questo però, è un ragionamento sbagliato.”  Le sue ultime parole per quella notte.

Questa però, è la vita.”  Le ultime parole che sentì prima di riprendere conoscenza, sulla terra umida. Il corpo davanti a lei: completamente sparito.

Sorrise, avrebbe potuto vederli, tutte le notti.

Ora però, per raggiungere la sua felicità, doveva ucciderlo.

Strinse l’elsa della spada, che impugnava ancora.

Si sentiva diversa.

Guardò le sue mani, lunghi artigli al posto delle unghie, i capelli le erano cresciuti, arrivando fino a metà coscia, sentiva le zanne all’interno della bocca.

Portò una mano sulla sua testa.

Come immaginava.

Delle piccole orecchiette nere sporgevano e si muovevano contente.

Aveva preso i suoi poteri.

Lui era dentro di lei.

Strinse di più l’arma.

La lama arrugginita si trasformò in una potente zanna.

La zanna di Inuyasha.

Lui l’avrebbe protetta.

Lei l’avrebbe vendicato.

La rimise nel fodero.

Si mise in cammino.

Lacrime.

Continuava a piangere.

Non sapeva il perché.

Lui era con lei, adesso.

Tutti erano con lei.

Orrore.

 

Piangeva perché sperava che la vita fosse un posto diverso…

  
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