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Autore: MonkeyD    08/12/2015    0 recensioni
Un cliente ha richiesto la compagnia di Tsukuyo più volte ma la ragazza ha sempre rifiutato e allora Hinowa prende la palla al balzo, approfittando della presenza di Gin per chiedergli aiuto. Quale sarà il suo piano?
Genere: Comico, Parodia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gintoki Sakata, Tsukuyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gin passava a Yoshiwara come faceva ogni tanto per andare a vedere come stava l'ex città della notte, anche se ora c'era la luce del sole, le abitudini di tutti non erano cambiate, dopotutto era sempre un città di cortigiane no? Come al solito Seita, Hinowa e Tsukuyo se ne stavano seduti e discutevano di qualcosa
"Oi oi oi che succede qui?" disse Gin trattenendo il bambino con una mano
"Stavamo contando quante volte è morto Crilin ma mamma parla senza neanche aver visto Dragon Ball e Tsukuyo-nee sostiene che sia morto più volte di Yamcha" disse Seita urlando e puntando il dito contro le due donne 
"E questo vi sembra motivo di discussione? Sembrate 3 otaku che litigano su quale vocaloid sia più carina" il samurai aveva il solito tono indifferente e il dito nel naso immancabile 
"Stai zitto, cespuglio incolto" Tsukuyo ultimamente evitava ogni contatto con Gintoki, il perché non lo sapeva neanche lei e Hinowa continuava a metterlo sempre in mezzo e questo la irritava sempre più.
"Ha parlato il Terminator ubriaco!" 
Eccoli che ricominciavano, non riuscivano ad avere una conversazione pacifica che volavano kunai, menomale che intervenne Hinowa a fermare il tutto: 
"Oh oh oh, non fate la coppia sposata in crisi dopo un anno per mancanza di attenzioni" Tsukuyo era in posizione di battaglia e stava per lamentarsi ancora quando l'ex cortigiana continuò a parlare ma con tono più duro: 
"Gin-san visto che sei qui vorrei che ci aiutassi, un cliente si è innamorato di Tsukuyo  ma lei non fa altro che rifiutarlo, infondo vuole solo la sua compagnia ma lei va via senza neanche guardarlo, è una persona molto ricca e potrebbe fruttarci molti soldi, sarà per causa tua?" 
"E perché dovrebbe? E poi perché deve darmi una mano, non accetterò in ogni caso, io sono il capo degli Hyakka e non una cortigiana" Tsukki era arrabbiata come Kagura quando le rubano il sukonbu 
Hinowa senza ascoltare continuò:
"Visto che si trova tanto bene con te, voglio che l'aiuti e se puoi convincila" la mamma di Seita si voltò verso Tsukuyo e le fece l'occhiolino, alzando il dito in segno di approvazione e di incitamento. L'espressione della ragazza era illeggibile ma Gin stava lì a gustarsi un budino, probabilmente non stava neanche ascoltando.
"Allora Gin-san l'aiuterai? Ti pagherò ovviamente" Hinowa sorrise e Seita conoscendo sua madre, sapeva che stava progettando qualcosa
Il samurai si alzò, pieno di vita e urlò:
"Quando cominciamo?"


La leader degli Hyakka era totalmente una frana in questa cosa dell'essere una cortigiana, effettivamente era stata cresciuta più come arma che come ragazza, aveva deciso di abbandonare il suo essere donna ma da quando era arrivato Gin che aveva cambiato le cose e da quando aveva scoperto che le loro storie quasi si somigliavano, il bisogno di cancellare la sua femminilità non esisteva più, non c'era più una minaccia per le sue ragazze e anche se era orgogliosa, sapeva che poteva appoggiarsi sulle spalle dei suoi amici e ne era felice. L'ultima volta, versò il sakè al samurai come cortigiana ma lei finì per ubriacarsi dopo un bicchiere e gli fece male picchiandolo con la bottiglia, non reggeva minimamente l'alcool. 
Mentre si esercitava sul saluto al cliente, Gin contava i parfait al cioccolato che avrebbe guadagnato con questo lavoro, aveva l'espressione da ebete, però tornò alla realtà e prese la parola: 
"Me lo sto chiedendo da prima ma perché non vuoi tenere compagnia a quel tizio?!" 
Tsukuyo prima lo guardò incuriosita poi rispose con calma:
"Che te ne importa? E comunque non fa per me! Mi ci vedi a fare la carina e a sorridere ad ogni battutina stupida di un vecchio che neanche conosco e che molto probabilmente a fine serata sarà talmente ubriaco che tenterà di molestarmi?" 
"Capisco, ma sei carina, come cortigiana faresti davvero tanti soldi" Gin era steso a terra e gli dava le spalle, si grattava i capelli mentre parlava.
Tsukuyo ebbe l'istinto di provocarlo:
"Cerchi di farmi i complimenti per entrare nelle mie grazie? Cos'è sei nervoso? Non rimanevi solo con una ragazza dalla guerra Joui? Sembri un ragazzino in piena adolescenza che si eccita con le riviste delle modelle in bikini rubate dal dottore" 
Il samurai si alzò, si avvicinò piano senza sedersi e la guardava dall'alto senza espressione:
"Non sottovalutare il potere di quelle riviste!" Poi si abbassò e una volta avvicinatosi abbastanza al viso di Tsukuyo disse:
"E poi chi ti ha detto che sono nervoso? Non credi di sopravvalutarti? Non hai proprio un gran fascino eh, sei solo un Terminator ubriaco" 
Senza che se ne accorgesse, la ragazza gli puntò un kunai alla gola e con fare freddo disse:
"Vuoi dire che non ti piaccio neanche un po'? Mi hai mai guardata veramente?" 
Gin ignorò il kunai e si avvicinò ancora di più, i loro nasi quasi si sfioravano, quando stava per dire qualcosa, la porta si spalancò e Seita entrò urlando:
"Ragaz... Oh, uhm... Scusate" 
Si inchinò per chiedere scusa e continuò: 
"Non volevo disturbare le prove, ma mamma ha preparato da mangiare, venite su!" 
Gin si alzò sbuffando, in realtà era infastidito e deluso, lo stesso Tsukuyo che esternamente sembrava seria, dura e inespugnabile come una torre ma all'interno era una confusione di elementi mai visti. 


Hinowa sorrise a vederli, Tsukki pensò che probabilmente Seita gli aveva raccontato ciò che aveva visto e l' ex cortigiana sorrideva vincente sotto la sua maschera gentile, un pranzo silenzioso se non fosse stato per Seita che ogni tanto raccontava qualcosa della scuola e Gin che rispondeva con riferimenti ad anime a caso. 
Prima che i due salissero al piano di sopra per continuare, Hinowa li fermò:
"Come sta andando? Per stasera ce la fate? Il cliente ha richiamato e non ho potuto rifiutare, mi dispiace" 
Gin rispose:
"Tranquilla! Le basi ci sono, basta che non si ubriachi" 
Eccolo lì il solito kunai infilzato dietro la testa. 

Il pomeriggio fu assolutamente normale, la stanza era così ampia e vuota che si sentiva anche l'eco dei respiri, il che metteva leggermente a disagio infatti come se sentisse i suoi pensieri il samurai scese giù per parlare con Hinowa, lasciando la stanza. 

Tsukuyo non poteva più fuggire, si preparò indossando un kimono lasciatogli da Seita sulla porta, si acconciò i capelli alzandoli e si recò nell'altrocorridoio per incontrare il cliente e accoglierlo, poche ore sarebbero passate subito. Entrò nella stanza predefinita e si sedette preparando il necessario per il sakè, quando notò che davanti alla porta non c'era il cliente ma Gintoki; il ragazzo chiuse la porta alle sue spalle e disse:
"Sapevo che non volevi farlo, in un certo senso percepivo il tuo disagio e che non ne eri contenta, ma non ti dispiace se per stasera il cliente sono io no?" 
Tsukuyo era sorpresa, così non parlò ma annuì soltanto. Il samurai si sedette davanti alla finestra che era spalancata sulla città, il chiasso e le risate riempivano il silenzio; La ragazza era tranquilla e versava il sakè come se fosse la cosa più naturale del mondo poi inaspettatamente Gin parlò senza voltarsi: 
"Oggi non ho risposto alla tua domanda, ho sempre pensato che tu fossi carina, cioè voglio dire hai le curve al posto giusto e tutto il resto ma te l'ho già detto no? Non c'è niente di sbagliato nella tua faccia, fino a quando l'anima che porti non viene sfregiata la tua faccia rimarrà bella e hai le curve al punto giusto  e..."
"L'hai già detto" Tsukuyo liquidò subito, voleva ancora sapere cosa pensasse di lei ma non continuò, in realtà agì senza neanche rendersene conto, prese con forza il colletto della maglia di Gin e lo baciò, fu subito ricambiata, il ragazzo appoggiò la mano sulla sua guancia per farla avvicinare di più, sembrava volessero fondersi ma il momento non durò molto, si fermarono e senza il minimo movimento, tornarono ai loro posti. Rimanendo seduti fianco a fianco a guardare la luna, per un momento Tsukuyo vide Gin sorridere inconsapevolmente. Per loro andava bene così.
   
 
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