Warmth
La battaglia contro Alvarez si era conclusa. Avevano trionfato. Molti erano stati i feriti. Molte le rivelazioni. Molte le verità venute a galla. Molta la preoccupazione e la paura che finalmente si erano dissolte. Eppure lui se ne stava ancora lì. Seduto tra quelle macerie ad osservare i suoi nakama che si aiutavano a vicenda a curare le loro ferite. Era rimasto lì perché sapeva che non sarebbe stato di alcun aiuto. Se ne stava lì perché sapeva che lei l’avrebbe trovato. Prima di separarsi durante lo scontro gli aveva detto di aspettarlo. Che sarebbe tornata. Eppure perché non arrivava? Alzò lo sguardo ancora una volta in cerca della sua capigliatura turchina. Niente. Stava per alzarsi definitivamente, quando una voce alle sue spalle lo chiamò -Gray-sama?-
Il mago subito si voltò, sollevato. Ma il sollievo fu presto sostituito da qualcos'altro. Non sapeva come spiegarlo. Tristezza? Preoccupazione? La osservò attentamente. Era messa piuttosto male, ma si reggeva in piedi. Poteva notare tra i tanti lividi scuri e le ferite più leggere, qualcuna più profonda all’altezza dello stomaco e della gamba sinistra. Proprio vicino al marchio turchese che aveva cambiato colore. Era violaceo. Segno del sangue ormai asciutto attorno alla ferita. Avvertì una stretta allo stomaco. I vestiti erano strappati. La gonna era diventata corta e la maglia era a brandelli. I capelli erano incrostati di sangue. Era il suo? Una stretta ancora più forte gli attanagliò il cuore. Perché non era rimasto al suo fianco? Perché non l’aveva protetta? Perché era rimasta ferita?
Improvvisamente sentì però il suo cuore accelerare. Il suo viso. Nonostante le ferite. Nonostante il dolore che in quel momento doveva provare, lei sorrideva. Gli sorrideva felice. Felice di essere viva. Felice di essere di nuovo con il suo Gray-sama. Felice di poter stare ancora al suo fianco.
Eppure non gli bastava. No. Voleva essere sicuro che fosse proprio di fronte a lui. Che non fosse solo una visione. -Juvia- la chiamò, alzandosi. Voleva accertarsi che fosse veramente lì. Che non stesse per scomparire.
La ragazza lo osservava sorridente, ma la sua espressione passò poco dopo allo stupito. Gray le aveva afferrato la mano d’impulso. La stava stringendo. Era un comportamento strano per il mago e questo lo sapevano bene entrambi, eppure a Gray non importava. No. Gray voleva solo assicurarsi che stesse bene. Che il suo calore non fosse scomparso.
La sua mano era calda. Poteva percepirlo a contatto con la sua costantemente fredda. E quella era la conferma che cercava. Juvia era davvero lì. Al suo fianco. Come sempre. I suoi battiti si fecero regolari e la sua stretta si allentò. Si sentiva più leggero. Più sereno. E in quel momento Juvia lo sorprese di nuovo. Come succedeva ogni volta. -La mano di Gray-sama è calda- pronunciò con il sorriso in volto.
Non era vero e lui lo sapeva. La sua mano era fredda, eppure lei riusciva sempre a sentirne il calore. E quello, era sicuro, non proveniva dalla sua mano, ma dal suo cuore.
-Vieni. Hai bisogno di cure- disse conducendola dove prima aveva visto Wendy e Porlyusica. Le loro mani erano ancora unite. Non si sarebbe separato da quel dolce calore che le trasmetteva. O, almeno, per il momento. E questa volta non l'avrebbe lasciata andare tanto facilmente.




Nda:
Ohayo, minna!
Spero davvero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, perchè so che è piuttosto riflessivo, ma spero di non avervi annoiato.
Non so voi, ma io Gray appena terminata la battaglia me lo immagino davvero molto preoccupato per Juvia.
Non ho molto altro da aggiungere, se non che aspetto impaziente i vostri commenti.
A domani con il secondo capitolo ;)
Roby-chan