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Autore: Ciuffettina    08/12/2015    6 recensioni
Atterrare sbattendo il fondoschiena con tre umani addosso non era proprio quello che intendeva Gabriel per “una tranquilla giornata di riposo”.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Nabucodonosor, infuriato contro Azaria, Anania e Misael (detti anche Sadrac, Mesac e Abednego) perché non si erano inchinati di fronte alla statua che aveva fatto erigere, aveva imposto che si accendesse la fornace; poi aveva ordinato agli uomini più vigorosi del suo esercito di legarli e di gettarveli dentro da un’apertura che avevano praticato sul tetto.

Fortunatamente per i tre sventurati, la loro caduta fu attutita da due paia di ali che li avvolsero e li protessero dal calore infuocato, sfortunatamente per il proprietario delle suddette ali, queste potevano servire o a proteggere gli umani dal fuoco o a volare ma non a entrambe le cose, è vero che ce n’era un terzo paio ma, essendo le più piccole, erano del tutto insufficienti a reggere il peso di 4 persone, pertanto il salvataggio si concluse con un tonfo sul pavimento della fornace e con un’espressione piuttosto colorita del suddetto proprietario di ali.
Certo Gabriel non si era fatto niente (era pur sempre un arcangelo, ci voleva altro!) ma atterrare sbattendo il fondoschiena con tre umani addosso non era proprio quello che intendeva lui per “una tranquilla giornata di riposo”.
Da sdraiato che era, si sedette puntellandosi sui gomiti e si chinò verso l’ammasso di ali che aveva ripiegato sul davanti per proteggere gli umani: «Ragazzi, non tentate di uscire da lì sotto, la situazione qui fuori è piuttosto scottante

Ora il problema era non far arrostire i tre senza fare il vigile del fuoco(1) e stavolta non poteva neanche prendersela con Metatron per il pasticcio nel quale si era cacciato: qualche ora prima, appena avevano saputo dell’orribile punizione destinata ai tre ragazzi, i vari angeli avevano discusso su quale fosse il modo migliore di salvarli; Yorqemi, principe della grandine, aveva proposto, appunto, una bella grandinata per spegnere le fiamme ma Gabriel aveva obbiettato: «Spegnere il fuoco con l’acqua? Sembrerebbe un banale fenomeno atmosferico. Io, che sono il principe del fuoco, raffredderei la fornace al suo interno, senza spegnerla, mentre all’esterno le fiamme divamperebbero ancora più forti, così sarebbe un doppio miracolo!»

L’idea era piaciuta e così eccolo lì a maledire la sua lingua lunga. “Io e le mie idee geniali! Per una volta tanto non potevo star zitto?
Cominciò a sbattere il terzo paio di ali, sperando che le fiamme, che avevano cominciato a divampare verso l’esterno, non colpissero esseri innocenti, poi il secondo, infine quando gli parve che l’aria intorno a loro fosse abbastanza fresca si arrischiò a sbattere anche il primo, scoprendo i tre ragazzi che lo fissarono perplessi. Con uno schiocco delle dita li slegò.
«Ragazzi, sono un angelo del Signore e vi condurrò fuori di qui, statemi vicino e occhio a non farvi colpire» così dicendo, si alzò e si avviò verso l’uscita agitando le ali per tenere le fiamme lontano dai tre israeliti che lo seguirono cantando: «Tu sei benedetto, o Signore, Dio dei padri nostri, / sei degno di essere lodato, glorificato ed esaltato nei secoli…»
Sentir cantare uno stonato era spiacevole, ascoltarne addirittura tre era decisamente una tortura, almeno fossero andati a tempo! Squagliarsela era fuori questione, farli tacere anche, in fondo stavano cantando le lodi a suo Padre, pertanto fece l’unica cosa che gli era concessa: tirò fuori il suo sacchetto di stoffa pieno di fichi ricoperti di miele, ne infilò uno in bocca e si turò le orecchie con le dita, e pazienza se i tre umani si fossero scandalizzati, accidenti a loro!
Fortuna che non hanno alimentato il fuoco con l’olio santo” pensò. “Se mai ci sarà una prossima volta, devo ricordarmi di portare i tappi di cera.” 

*****

Racconto ispirato al capitolo 3 del “Libro di Daniel”
1) Figura già presente nell'antica Roma che era stata fondata prima delle vicende qui raccontate
   
 
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