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Autore: Dorov    10/12/2015    2 recensioni
(Jace/Simon) (Slash)
Simon Lewis, 17 anni e completamente sfigato aveva poche certezze nella vita:
1. Era etero
2. Odiava tremendamente Jace “sono superiore a tutti voi” Harondale
3. Adorava i biscotti al cioccolato
4. La sua migliore amica era una cosina bassetta e rossa
5. Amava Isabelle Lightwood
6. Era ebreo
E ora si sa, quando qualcun ha così poche certezze vuole che restino tali e non che crollino –quasi- tutte come un fottuto castello di carta a causa di uno stramaledetto e -che dio ce ne scampi- spettacolare bacio,giusto? Ecco, perchè Simon davvero non sapeva cosa fare, guardava tutte le sue convinzioni crollare eppure non sapeva se rimetterle a posto o goderne la distruzione.
[...] “Posso baciarti?” era una domanda così strana perché Jace non chiedeva mai,prendeva solo ma anche così giusta perché Simon non stava aspettando altro e il sorriso che gli illuminò il volto probabilmente ne diede conferma anche al biondo
[...] E glielo aveva promesso, ed era rimasto.
Per sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Simon Lewis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: kiss me again and I swear I will stay forever
Fandom: Shadowhuntes
Personaggi: Simon, Jace, Clary, Isabelle, George
Tipo coppia : Slash, con qualche accenno Het
Pairing: Jace/Simon (si avete letto bene) con accenni Simon/Isabelle, Jace/Clary
Parole: 8832 (second word e noi ci fidiamo)
NdA: Questa è la mia prima vera one shot e sì è una Jace/Simon perchè io li ship dall’inizio e non potevo non scrivere su di loro. Vi chiedo di essere clementi con una principiante e quindi pietà.
La dedico a chiunque la stia leggendo e a chi shippa anche in una piccolissima parte del suo cuore la Jace/Simon.
Godetevi la lettura e grazie in anticipo anche solo per aver “aperto” la storia (si dice aperto la storia sì? No, ma non fa niente)
 
 

 

 

kiss me again and I swear I will stay forever

 
 
“If it’s the last kiss, we’d better make it last. I hope you don’t have anywhere to be, because I have the rest of my life free.” 
- 
Jarod Kintz, This Book is Not  FOR SALE
 
 
Simon Lewis, 17 anni e completamente sfigato aveva poche certezze nella vita:
  1. Era etero
  2. Odiava tremendamente Jace “sono superiore a tutti voi” Harondale
  3. Adorava i biscotti al cioccolato
  4. La sua migliore amica era una cosina bassetta e rossa
  5. Amava Isabelle Lightwood
  6. Era ebreo
E ora si sa, quando qualcun ha così poche certezze vuole che restino tali e non che crollino –quasi- tutte come un fottuto castello di carta a causa di uno stramaledetto e -che dio ce ne scampi- spettacolare bacio,giusto? Ecco, perchè Simon davvero non sapeva cosa fare, guardava tutte le sue convinzioni crollare eppure non sapeva se rimetterle a posto o goderne la distruzione.
Ma procediamo con ordine.
Tutto era cominciato quando la sua meravigliosa e “sempre con idee fanatiche” amica lo aveva costretto a partecipare alla festa organizzata dal su fidanzato alias Jace alias fratellastro di Isabelle alias la sua ragazza.
Ora chiariamo. Non è che Simon non volesse partecipare e perdere l’opportunità di passare un’intera serata con la sua meravigliosa ragazza a parlare e magari a baciarsi un po’ ma davvero non ce la faceva a stare nella stessa stanza con quel coso biondo platino che era il ragazzo della sua migliore amica (che poi come aveva fatto a mettersi con un così si chiedeva lui),ma alla fine a causa dell’insistenza di Clary e i metodi piuttosto persuasivi di Isabelle (che ovviamente non c’entravano niente con la possibilità di trascorrere una nottata in camera sua,certo che no) aveva ceduto.
Ed ora ne pagava le conseguenze.
 

 
“No Clary non mi vestirò come se dovessi andare in uno strip club, non ci pensare nemmeno” erano ormai tre ore che questa storia andava avanti. Appena aveva accettato di partecipare a quella stupidissima festa la rossa si era precipitate a casa sua per scegliergli l’outfit (che poi che diamine di termine era outfit?) perchè ‘Non puoi andarci mica come ti vesti di solito, devi stupire Isabelle’ e grazie tante ora si ritrovava a doversi vestire come uno stripper con dei pantaloni che non sembravano molto salutari, per stupire una ragazza che per la cronaca era già la sua ragazza.
“oh andiamo Simon dagli qualcosa da vedere a quella povera cristiana” Clary sbuffava mentre poggiava quei pantaloni (se si potevano chiamare così) sul letto. E diamine quella ‘povera cristiana’ come la chiamava lei ha già qualcosa da vedere, non che siano fatti suoi però
“No, te lo scordi, e poi se mi vesto così il tuo splendido ragazzo mi prenderà in giro per tutta la vita, e sai com’è, non ci tengo molto” a quelle parole Clary lo fissò con uno sguardo a dir poco agghiacciante e sentì il suo stomaco serrarsi in un botto.
Cosa ho detto di sbagliato adesso?
Era da un po’ di tempo a quella parte che ogni volta che lui nominava Jace la ragazza gli rifilava uno sguardo da persona perennemente mestruata e assetata di sangue. Che ci fossero problemi tra quei due? Impossibile, altrimenti Clary non sarebbe andata a quella festa e- cosa più importante- non avrebbe costretto lui ad andarci.
Allora cosa diamine stava succedendo?
Ma ancor prima che potesse dire qualcosa Clary si diresse verso la porta con passo spedito e la aprì non proprio delicatamente facendola sbattere contro il muro.
“okay fa come vuoi, non metterti quei pantaloni ma sappi solo che a Jace non importa minimamente come ti vesti, anzi non lo noterà nemmeno poiché sarà troppo impegnato a guardare me” detto questo uscì come una furia chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo. Simon rimase interdetto per un paio di minuti continuando a fissare la porta chiusa cercando di comprendere cosa fosse appena successo ma il suo cervello non riusciva a trovare una spiegazione logica a tutto quello.
Con ancora la confusione che gli trasudava da ogni poro prese il telefono e cercò di chiamare la sua migliore amica che però a quanto sembrava, non era intenzionata a rispondergli così optò per un messaggio che a quanto pare andò a vuoto di nuovo.
Sbuffando si allungò sul letto schiacciando i pantaloni con i piedi mentre si portava un braccio a coprirsi gli occhi per chiudersi in uno stato di meditazione che non durò molo a lungo interrotto dalla suoneria del suo telefono; con un balzo lo afferrò e quando vide il nome di Isabelle lampeggiare sullo schermo qualcosa dentro di lui si mosse causandogli uno stano senso di vuoto allo stomaco, cercando di non pensarci schiacciò verde e si portò il telefono all’orecchio
“Pronto”
“Ehi Simon, sono Isabelle” Simon sentì un principio di sorriso arricciargli gli angoli della bocca.
“Si Izzy lo so, mi compare il tuo nome, ricordi?” Simon sentì la sua ragazza ridacchiare nervosamente e se la immaginò bellissima con un po’ di rosso che le imporporava le guance eteree rendendola quasi perfetta.
“Già si, scusa,me lo dimentico sempre, non sono molto pratica con questi affari” Simon rise e Izzy si unì a lui facendogli aumentare il battito cardiaco.
“Comunque ti ho chiamato per stasera, spero tu non abbia cambiato idea riguardo la festa” e diamine sì che Simon aveva cambiato idea, anzi no, poiché lui non aveva mai avuto intenzione di andarci e a maggior ragione adesso che Clary era arrabbiata con lui (perché era arrabbiata giusto?) ma questo Simon non se lo sentì di dirlo a Izzy che sicuramente aveva quell’espressione da cucciolo che lo mandava su di giri ogni volta.
“Certo che non l’ho cambiata figurati, proprio adesso stavo scegliendo i vestiti con Clary” okay forse questa cosa suonava un po’ da amico gay ma,ehi! ‘non poteva mica andarci vestito come si vestiva di solito?’ Giusto? Giusto!
“Oh Clary è lì con te?” la voce di Izzy era puro ghiaccio e Simon si chiese perché oggi sembravano tutti avercela con lui.
“Beh era qui fino a qualche minuto fa ma ora se n’è andata” e Simon sperò ch questo bastasse a far passare l’arrabbiatura (perché anche lei era arrabbiata, grazie tante) a Isabelle e a quanto pare bastò perché quando la ragazza parlò, non c’era più traccia di freddezza nella sua voce.
“Oh okay, beh ti lascio ai tuoi impegni, sai anch’io devo prepararmi”.
“Iz…” quello di Simon era solo un sussurro ma la ragazza lo sentì ugualmente.
“Si?”
“Sai che non devi essere gelosa di Clary vero?” sentì a ragazza sospirare dall’altra parte ma non ricevete risposta.
“Clary è solo la mia migliore amica”
“Per la quale avevi una cotta”
 “Già avevo, è passata Izzy a me piaci solo tu ora, okay?” sentì un altro sospiro dall’alta parte del telefono e si immaginò Isabelle mentre si attorcigliava una ciocca di capelli attorno al dito (cosa che faceva sempre quando era nervosa o in ansia)
“Okay”
“Ciao Izzy a stasera”
“A stasera Simon”
Simon chiuse la telefonata e guardò il soffitto della sua camera con una strana sensazione che gli agitava il petto, perché si sentiva come se avesse sbagliato su tutta la linea?
Perché  forse l’hai fatto
 

 
Alla fine aveva deciso di indossare i pantaloni che gli aveva scelto Clary, si sentiva un po’ a disagio a dir la verità ma sperava che in quel modo l’amica lo avrebbe perdonato (qualsiasi cosa lui avesse fatto, comunque). Prese le chiavi dell’auto e salutata sua madre che lo guardava con sguardo scettico (e come darle torto, indossava dei pantaloni che pantaloni non erano e, una camicia bianca talmente attillata da sembrare una seconda pelle) si diresse verso casa Lightwood. Ci mise più tempo del solito a raggiungerla, infatti, durante il tragitto si era fermato un paio di volte anche solo per fissare il vuoto di fronte a se, non riusciva a capire cosa fosse quella sensazione di panico che gli attanagliava lo stomaco. Stava solo andando a una festa, non si stava mica sposando!
Arrivò a casa della sua ragazza con ben 20 minuti di ritardo sul’orario stabilito ma non seppe bene perché questo fatto gli fece alleggerire leggermente quella sensazione allo stomaco.
Bussò un paio di volte, ma poi decise di utilizzare il campanello dato che il frastuono che proveniva da dentro la casa era davvero molto forte, dopo un paio di minuti e di urla la porta si aprì e Simon si ritrovò davanti niente meno che la sua meravigliosa fidanzata; Isabelle era bellissima con un corto vestito nero che l’avvolgeva perfettamente, Simon le sorrise e ancor prima che potesse parlare la ragazza gli si gettò tra le braccia e lo baciò lentamente, un bacio che sapeva di aspettativa e di mancanza, Simon ricambiò cingendole i fianchi e stringendola a se, il contatto con Isabelle lo fece semplicemente stare bene, era tutto perfetto finchè una voce (che Simon odiava nel profondo, ma proprio tanto) non li fece allontanare
“Ma guarda un po’chi si vede,Seamus! Come stai,fidanzato di mia sorella?” il sarcasmo nella voce di Jace fece saltare i poveri nervi di Simon che si sporse leggermente in avanti per puntare due occhi fiammeggianti addosso alla sua figura che adesso se ne stava mollemente appoggiata al mobile vicino all’entrata con le braccia incrociate al petto e un sorriso sarcastico sul volto
“Oh molto bene grazie, e tu, biondo ossigenato?” lo sguardo divertito che quel bamboccio biondo gli rivolse non fece che fargli prudere le mani.
Dio quanto avrebbe voluto prenderlo a pugni fino a farlo stramazzare a terra (cosa molto improbabile visto che Jace era due volte lui, ma ehi! Sognare è gratis) ma proprio in quel momento Isabelle si intromise lanciando un’occhiataccia al fratello
 “Jace vattene” il suo era un tono glaciale,di quelli che non ammettono repliche, cosa che invece il biondo fece
“Beh questa è casa mia,è la mia festa,se è per questo è lui che deve andarsene” e dicendo questo fece un gesto con il capo ad indicare Simon che sentiva la rabbia colorargli il volto
“E poi è già fuori la pota” solo allora Simon si rese conto di non essere entrato in casa e con passo zelante attraversò la porta superando Isabelle che lo guardava con sguardo indagatore (davvero perché tutte ce l’avevano con lui? Che aveva fatto?) “ Beh ora sono qui, e non ho intenzione di andarmene, trascorrerò l’intera serata con la mia ragazza e mi divertirò, tu va dalla tua” e detto questo strinse con forza la mano di Isabelle (che ora gli era affianco) che gli restituì la stretta, Simon fissò Jace e per una frazione di secondo gli sembrò che un ombra attraversasse quegl’occhi dorati cosa che fece attorcigliare lo stomaco di Simon ma poi il secondo passò e tutto tornò come prima. Jace senza aver detto una parola e fissando per un’ultima volta Simon si girò e se ne andò.
Simon sentì qualcosa dentro di lui sciogliersi, come se fosse stato riscaldato a temperatura troppo elevata per il suo organismo e sentì tutto di lui liquefarsi e mentre Isabelle lo baciava lentamente il suo unico pensiero fu:
sto sbagliando tutto
 

 
Clary continuava a fissarlo dall’altra parte della stanza e lui davvero non riusciva a capire quale fosse il problema, perché insomma nessun ti fissa con quello sguardo omicida senza una ragione apparente e ovviamente Clary non voleva dirgliela quella ragione.
Senza pensarci più di quanto di solito avrebbe fatto (ma ehi forse aveva bevuto un paio di bicchieri…o forse di più) si alzò e si diresse a passo di carica verso la sua migliore amica che invece ora stava fissando il suo bellissimo e “di intelligenza discutibile” ragazzo il quale a quanto pare invece stava fissando lui tanto che Clary si girò nella sua direzione ancor prima che la raggiungesse del tutto, e il suo sguardo fu come un secchio d’acqua gelida. Era triste, rassegnata, nei suoi occhi non c’era nessuna scintilla e questo mandò una scarica nella colonna vertebrale di Simon,che però in quel mento era davvero troppo poco lucido per pensare a qualcosa
“Clary…” la ragazza continuava a fissarlo senza dire una parola e Simon sentì lo sguardo di Jace perforargli la fronte, sentì il bisogno di alzare gli occhi ed incontrare i suoi, ma non lo fece e continuò a fissare Clary che sembrava una statua di sale. Era bellissima, di una di quelle bellezze che non si colgono al primo sguardo, indossava un vestito verde ch faceva risaltare i suoi occhi e un paio di decolté che la slanciavano di alcuni centimetri tanto che ora arrivava quasi al mento di Simon
“Io…davvero, non so…non so cosa abbia fatto..tu-tu sei sparita così all’improvviso e io..”le parole che vorticavano nella sua mente non riuscivano ad incagliarsi in una frase di senso compiuto,sentiva tutto intono a lui girare e l’unica certezza che sentiva erano gli occhi di Jace che lo fissavano e questo gli procurò uno spasmo allo stomaco.
“Simon,tranquillo…è…è tutto okay, è colpa mia, oggi ero stressata, e..scusami” il sorriso che si aprì sul volto della ragazza non raggiungeva i suoi occhi, la sua voce era intrisa di rassegnazione e ciò fece rallentare il cuore al ragazzo che senza saperne veramente il motivo si ritrovò ad alzare lo sguardo ed incontrare quello di Jace che aveva un strano scintillio negl’occhi che fece letteralmente fermare il cuore di Simon che si ritrovò a trattenere il respiro senza nessuna regione apparente. Ed ora era fermo lì, davanti a Clary, incapace di distogliere lo sguardo dal biondo che lo guardava a sua volta,mentre tutto attorno  a lui spariva tranne quel ragazzo che gli stava facendo girare la testa e in quel momento qualcosa in tutto quello gli sembrò tremendamente giusto
 

 
Simon credeva che non sarebbe mai riuscito ad odiare qualcosa di talmente stupido come il gioco della bottiglia ma a quanto pare si sbagliava.
Si trovava stretto tra Izzy e un ragazzo non molto affidabile mentre guardava la bottiglia girare per terra ed indicare volta per volta qualcuno di diverso facendo baciare persone piuttosto ubriache o schifate o divertite. Simon intanto sperava che quella bottiglia non si fermasse su di lui ma ovviamente la fortuna non era mai dalla sua parte e proprio mentre Clary girava la bottiglia quest’ultima si fermò su di lui che rimase a fissarla con una faccia che, ne era sicuro, doveva essere molto smile a quella del “oh mio dio, fatemi morire”.
Clary lo guardò con uno sguardo di scuse prima di lanciare un sguardo a Jace che però sembrava non essere per niente preoccupato della cosa. Come se il fatto che la sua ragazza dovesse baciare il suo migliore amico che aveva una cotta per lei non fosse poi un grande problema
E infatti non lo è, perché a te non piace più Clary
E la verità di quell’affermazione lo lasciò talmente shoccato che non si accorse nemmeno della vicinanza della ragazza finché le sue labbra non si incontrarono con quelle piccole e sottili di Clary.
Il bacio durò poco più di un paio di secondi tanto che Simon poteva benissimo esserselo immaginato, con un guizzo incondizionato andò a leccarsi il labbro inferiore come a voler ricordare quel sapore che un tempo (abbastanza lontano) aveva assaggiato un paio di volte (si lui e Clary erano stati insieme, okay?),con una nostalgia di sentimenti ormai passati. Si rese conto di quanto fosse stato stupido quel gesto quando girandosi incontrò lo sguardo triste di Isabelle e quello lo colpì come un fulmine a ciel sereno,Izzy non mostrava mai la sua debolezza anche se dovesse sentirsi a pezzi. Mai.
Fece per dire qualcosa ma le parole gli rimasero incagliate in gola quando si rese conto che lo sguardo carico di tristezza non era per lui ma per Jace che ora lo stava fissando con un lampo pericoloso negl’occhi e qualcosa di tremendamente grosso e pesante si mosse nello stomaco di Simon
Sta per uccidermi perché ho baciato la sua ragazza, oggi non è proprio giornata
“Scusa” e le parole scivolarono fuori dalle sue labbra senza che se ne rendesse conto. Sentì lo sguardo di tutti i presenti puntati su di lui ma non riusciva a spostare lo sguardo da quello magnetico di Jace che ora stava sorridendo con un sorrisetto che il moro ritenne alquanto sconveniente e che gli fece affluire parecchio sangue al cervello
Riprenditi, sembri una ragazzina davanti alla sua prima cotta
E quasi gli venne da ridere all’assurdità di quel pensiero che però gli  rimase incastrato in testa così come il panico che provò quando vide Jace spostarsi dal suo posto vicino a Clary e avvicinarsi pericolosamente a lui. Simon arretrò di rimando poggiando le mani a terra e strusciando sul pavimento come un gambero guardando spaesato il biondo davanti a lui che non accennava a fermare il suo avvicinamento tanto che adesso Simon riusciva a sentire il suo respiro caldo sulla pelle e quello gli provocò un piacevole brivido che gli percorse tutta la colonna vertebrale portandolo ad inarcarsi leggermente facendo avvicinare ancora di più i loro volti. Simon cercò gli occhi di Jace e li trovò bellissimi, due pietre d’oro liquido e quel pensiero lo spaventò parecchio.
Aveva appena trovato gli occhi di Jace belli…non c’era niente di male in tutto quello no? Era solo una constatazione oggettiva sul ragazzo della sua migliore amica nonché fratellastro della sua fidanzata. Non è che in quel momento gli stesse fissando intensamente le labbra chiedendosi che sapore avessero. Certo che no.
“Jace…” quel sussurro che nella sua testa doveva apparire come qualcosa di tipo “cosa diavolo ti prende amico?” suonò più come un miagolio di un gatto in calore e sperò vivamente che  nessuno l’avesse sentito ma ovviamente il biondo lo sentì nitidamente e una scintilla indefinita gli fece ardere lo sguardo e, prima che Simon potesse anche solo pensare che fosse dannatamente bello in quel modo selvaggi, le se labbra si poggiarono su quelle del moro che sentì come un fuoco caldo scorrergli nelle vene fino a bruciarlo da dentro.
Tutto quello non poteva star succedendo davvero.
Jace lo stava baciando,perché lo stava baciando?
E fondamentale perché lui lo stava baciando? Stava ricambiando il bacio,dannazione! Un bacio che gli stava piacendo terribilmente, cosa che non dovrebbe succedere perché lui non è Isabelle, lui non è nemmeno una ragazza, e diamine! A lui non interessavano nemmeno i ragazzi! Ma a quanto pare quella cosa non era importante mente gli portava le mani sulle guance e serrava gli occhi assaggiando quella lingua che gli stava esplorando la bocca in un modo assolutamente stupendo.
Quando si separarono Simon tenne ancora gli occhi chiusi,troppo spaventato anche solo per respirare ma quando lo fece gli occhi di Jace erano così intensi che credette di poter morire per quello strano senso di appagamento che gli stava attorcigliando lo stomaco.
Lo sguardo si spostò su quelle labbra che avevano appena toccato le sue e sentì l’impellente bisogno di baciarle di nuovo, di morderle, di toccarle all’infinito.
Poi tutto intorno a lui riprese a girare e sentì distintamente Isabelle alzarsi da vicino a lui. Subito Simon si girò a guardarla e incontrò quello sguardo di tenebra, quello sguardo che gli aveva provocato tanti sentimenti, amore,passione,vertigine e che ora lo facevano sentire semplicemente in colpa.
In cola perché quel bacio gli era piaciuto, un bacio che non doveva esserci.
Non doveva esserci…
Si girò nuovamente verso Jace che ora stava discutendo animatamente con Clary che non sembrava arrabbiata, piuttosto divertita invece e forse anche un po’ irritata…
Simon si sentì profondamente confuso.
Jace l’aveva baciato (e che bacio!) ma nessuno lì ne sembrava stupito, poi un pensiero lo fulminò e abbassò lo sguardo sulla bottiglia che ora indicava nuovamente nella sua direzione.
E Simon lo sapeva che non doveva sentirsi così, lo sapeva, davvero, ma questo non gli impedì di sentire il mondo crollargli sotto i piedi lasciandolo precipitare
 

 
Parlare con Isabelle il giorno dopo non fu affatto facile.
Ogni volta che la guardava nei suoi occhi rivedeva quelli di Jace accesi da una luce quasi famelica e si sentiva tremare, perché davvero non ha senso che continuasse a pensarci e che ogni volta tremasse e risentisse la pelle morbida delle sue guance sotto il fantasma delle sue dita. Tutto quello era profondamente assurdo e inopportuno.
Ma non poteva farci niente, quel bacio continuava ad essere il centro dei suoi pensieri.
“…E okay Simon ho capito, ma c’è qualcosa che non va e se non te ne accorgi allora stai diventando più stupido di quanto Jace non ti dipinga”
E quel nome messo lì, pronunciato da quelle labbra che avrebbe dovuto baciare, fu come un pugno preso in pieno petto e Simon si ritrovò a restare senza fiato, risentendo il sapore di Jace sulle labbra, labbra che aveva leccato a lungo per ritrovarne una traccia, traccia che non c’era più e che lui non avrebbe dovuto voler trovare.
“ Non..non so di cosa tu stia parlando” lo sguardo assassino che gli rivolse Isabelle non era per niente promettente.
Lo sa, lei lo sa
“Ah davvero? Allora baciami Simon,baciami” Simon rimase interdetto un paio di minuti prima di rendersi conto di quello che la ragazza gli stesse chiedendo e il solo pensiero di farlo gli fece venire una stratta allo stomaco che era molto simile a quella che aveva provato quando aveva avuto un’ indigestione di gamberetti.
E fu troppo lento a realizzare qualsiasi cosa che Isabelle lo stava guardando con quello sguardo che Clary definiva “ho perso,cedo la palla”. Uno sguardo che non avrebbe mai creduto di poter vedere su quel viso d’angelo, severo e imperturbabile.
“Jace non lascerà Clary, Simon…non so nemmeno se lui abbia certe tendenze, credo tu sia solo un gioco per lui…io…io ti voglio bene  Simon e..voglio che tu non stia male” sebbene io lo stia ed è tutta colpa tua questo Isabelle non lo disse ma quelle parole rimasero sospese in aria come se ci fossero sempre state come se quella fosse la fine sin dall’inizio.
Simon cercò di dire qualsiasi cosa, da un mi dispiace, ad un non mi interessa Jace.
Ma tutto sembrava troppo superfluo o non  abbastanza veritiero e lo sguardo che aveva Isabelle lo pregava di non ferirla più di quanto già non avesse fatto. E nonostante tutto anche Simon le voleva bene e decise di esaudire il suo desiderio e rimase in silenzio mentre Isabelle gli si avvicinava e gli prendeva il viso tra le mani. Per un secondo Simon desiderò poterla baciare davvero, per dimostrarle che tutto quello non stava succedendo, ma il punto è che stava succedendo e non poteva essere cancellato.
Chiuse gli occhi quando le soffici labbra di Izzy, coperte da un vivido color rosso sangue si poggiarono sula sua fronte,come una mamma che rassicurava il proprio piccolo dopo un brutto sogno.
Va bene, ci sono io
Quello gli stava dicendo isabelle
Va tutto bene
E per un secondo Simon vi cedette, poi Izzy si allontanò da lui e il secondo finì bruscamwnte
“Non farti ferire” detto questo la ragazza gli girò le spalle e uscì per quella che molto probabilmente sarebbe stata l’ultima volta dalla camera di Simon, che invece si sedette sul letto con un tonfo sordo. Tutti quegli avvenimenti gli girarono in testa con una velocità spaventosa portandolo a chiudere gli occhi per evitare un’emicrania che arrivò comunque imperterrita e menefreghista come il ragazzo che era il centro di tutti i suoi pensieri
‘solo un gioco’
…già peccato che per lui non lo fosse
 
 

 
Forse andare a casa di Clary senza preavviso non era stata una buona idea, perchè davvero, trovare Jace e Clary (appena aveva aperto la porta della stanza di quest’ultima)avvinghiati sul letto in procinto di fare solo Dio sa cosa non era una delle sue priorità in quel momento e il coniato di vomito che gli salì su fin in gola non fu per niente rassicurante
‘non farti ferire’ quelle parole sembravano così lontane e incomprensibile in quel momento mentre Jace si alzava, i vestiti stropicciati, i capelli scompigliati e le labbra rosse (rosse come lo erano state quando si erano poggiate su quelle di Simon) premute in una linea sottile mentre e gli rivolgeva uno sguardo implorante.
Non farti ferire… beh era troppo tardi, il suo cuore si stava rompendo in mille pezzi, talmente piccoli che era impossibile rimetterli insieme tutti.
“Simon..che..che ci fai qui?” Simon spostò lo sguardo su Clary anche lei abbastanza scarmigliata e  provò davvero il forte impulso di prenderla a pugni e questo lo fece sentire tremendamente male.
Lei era Clary, la sua migliore amica che non stava facendo nulla di male,perché stava  semplicemente facendo quello che qualsiasi ragazza 17enne farebbe con il suo ragazzo
Suo
Suo di Clary, non di Simon
Jace era di Clary, lo era sempre stato dal primo giorno in cui l’aveva vista. Simon se lo ricorda quello sguardo, è quello di un dannato che ha trovato la sua santificazione.
Uno sguardo che non avrebbe mai ricevuto Simon,perché lui era dannato tanto quanto lo era Jace e non avrebbe potuto dargli niente, perché Jace da lui non voleva niente.
Niente
Quella parola gli ronzò in testa. Ecco come si sentiva, niente. Non sentiva niente, solo un profondo senso di vuoto che gli fece incenerire lo stomaco. Senza spostare lo sguardo da quel quadretto iniziò a indietreggiare e a scuotere la testa.
“Io…i..niente..sc..scusate non volevo interrompere” e abbassando lo sguardo si diresse velocemente verso le scale scendendole il più velocemente possibile mentre dietro di se sentiva dei passi furiosi che sembravano inseguirlo e immaginò Clary che cercava di stargli dietro con le sue gambe corte.
Ma prima che riuscisse ad afferrare una maniglia una mano troppo grande e troppo salda per essere quella di Clary afferrò il suo polso esercitando una piccola pressione facendolo voltare, facendo così Simon si ritrovò intrappolato tra la porta di casa di Clary e il corpo possente di Jace schiacciato contro il suo.
Quella vicinanza gli provocò un brivido lungo la schiena che gli fece drizzare piacevolmente i peli delle braccia.
“Scusami” quelle parole sussurrate direttamente sulle sue labbra gli fecero mancare il fiato
“C..come?”  si odiò profondamente per il tremore che gli impregnava la voce e per il fatto che non riuscisse ad allontanare lo sguardo da quello bruciante del biondo
“Non lo ripeterò, mi hai sentito” quel tono arrogante fece venir voglia a Simon di prenderlo a pugni, cosa che provò a fare ma Jace fu più veloce e lo intercettò afferrandogli il pugno nella mano, fermandolo a mezz’aria.
“Bel tentativo Lewis davvero” il sorriso che gli illuminò il volto non doveva mandare così in fibrillazione il cervello di Simon e lo fece, lo fece per bene tanto che il moro si ritrovò ad essere una brodaglia di ossa e carne tremante.
“I..io..t..tu” bell’argomentazione Simon,davvero. Un punto a te per l’eloquenza.
“Io cosa, Simon?” no..no no no il tono utilizzato da quel biondo non era assolutamente provocante e malizioso e no tutto quello non stava  davvero succedendo..a casa di Clary dopotutto
Clary!
Il pensiero fulminò Simon che spinse il biondo con tanta forza che quasi se ne stupì. Anche Jace sembrava alquanto perplesso e il suo sguardo ne fu la conferma
Totale confusione
Ben venuto nel mio mondo, pensò il moro che ormai di confusione ne viveva. Spostò lo sguardo sulla figura che era immobile dietro di Jace e si sentì morire. Clary era lì, piccola ma indomabile che li guadava ferita e lo sguardo che le rivolse Jace fece definitivamente in polvere tutto ciò che era rimasto del povero piccolo cuore di Simon.
Amore
Quegl’occhi erano pieni di amore, un amore che non era rivolto a lui ma sol a lei sempre e solo a lei.
E li rivide, uno sopra l’altra e si sentì morire ancora e ancora.
Senza dire una parola abbassò la maniglia e uscì di casa chiudendosi il dolore alle spalle.
Peccato che il dolore aveva intenzione di seguirlo per molto, molto tempo
 

 
Quindici giorni.
Erano passati quindici giorni da quando Simon si era chiuso la porta di casa della sua (ex?) migliore amica alle spalle.
Non aveva più rivisto né Isabelle,né Clary e tanto meno Jace.
Anche solo pensare a quel nome gli faceva salire le lacrime agl’occhi come una stupida ragazzina di 13 anni mollata  dal suo principe azzurro.
Davvero non riusciva a credere che tutto quello stesse succedendo a lui, insomma era ridicolo, struggersi per qualcuno che nemmeno sapevi ti potesse piacere. Perchè Simon era etero, lo era sempre stato e l’idea che così non fosse non lo aveva sfiorato mai,ma proprio mai
 

 
Quell’ idea lo sfiorò sei mesi e quindici giorni dopo, quando camminando per Central Park un ragazzone alto, moro e praticamente perfetto non gli finì addosso schiacciandolo con il suo dolce peso (che consisteva in due quintali di muscoli,grazie tante)
“Dio scusami non ti avevo visto” Simon stava per sbraitagli parole poco carine ma quando alzò lo sguardo per farlo ed incontrò uno sguardo troppo intenso per essere reale sentì il fiato mozzarglisi in gola e le guance prendere fuco
“I..io..n..non fa nien..niente..f..figurati” e bravo Simon, complimenti, balbetta come una ragazzina innamorata, così, sì che fai colpo. Il ragazzo (sempre sopra di lui) gli rivolse un sorriso che avrebbe potuto far precipitare il mondo, cosa che magari era successa ma Simon era troppo impegnato a fissare il ragazzo sopra di se per accorgersene
“Sono George Lovelance* ”
Lovelance… Un nome una garanzia..
“Simon Lewis”

 
Simon e George iniziarono ad uscire ufficialmente insieme tre mesi dopo. E davvero era tutto così nuovo e fantastico per Simon da sembrare irreale. George era perfetto e lui davvero iniziò a credere che quello potesse durare,durare davvero.
Lo pensò finché dopo ben nove mesi non ebbe la brillante idea di recarsi al cinema con il suo fidanzato (perché sì erano arrivati a quel punto) e trovarsi davanti niente meno che la coppia d’oro con seguito annesso  quando Simon rincontrò quegl’occhi d’ambra che aveva cercato di evitare (e ci era anche riuscito) per così tanto tempo si sentì rompere in mille pezzi tutto nuovamente da capo. E si odiò, si odiò per essere così tremendamente debole e fottutamente cotto. Istintivamente andò a cercare la mano di George che gli restituì la stretta accompagnata da uno sguardo interrogativo (che Simon immaginò solamente poiché non riusciva a staccare gli occhi dal biondo che ora si stava avvicinando con tutta la combriccola e la sua meravigliosa ragazza al seguito)
Quando rivide Clary Simon si sentì letteralmente morire.
Gli mancava.
Gli mancava terribilmente la sua migliore amica e non poteva riaverla indietro perché riaverla significava ferire entrambi e in modo troppo profondo.
“Simon..” il nome del moro uscì dalle labbra di Jace come un’accusa tanto che il ragazzo si accigliò e strinse con maggiore forza la mano di George che sembrava davvero spaesato.
“Jace,che piacere vederti, mi sei mancato tantissimo” e davvero, quella frase doveva suonare ironica ma dal sorriso compassionevole che gli rivolse Isabelle e da quello leggermente incrinato di Jace capì che non era suonata propriamente come lui aveva voluto.
“Si beh anche tu” e no, il cuore di Simon non stava battendo come un tamburo impazzito nella sua gabbia toracica che al momento sembrava troppo piccola. Dolce. Il tono che Jace aveva utilizzato era dolce, come lo sguardo che ora gli stava rivolgendo. Simon davvero non sapeva che fare,si sentiva come un ghiacciolo esposto al sole, le sue ginocchia non avrebbero retto a lungo. Sentendosi messo all’angolo spostò il suo sguardo su quella che non poco tempo fa era la sua migliore amica e che ora sembrava una sconosciuta non abbastanza sconosciuta
“Ciao Simon” la sua voce era forte e priva di ogni tremore, cosa che non si poteva esattamente dire per quella di Simon che ora si sentiva sommerso da una valanga di sentimenti troppo forti
“Clary..”e quello bastò, tra loro due non c’erano mai volute molte parole. ‘mi dispiace’, ‘ricominciamo’, ‘torna da me’, ‘mi manchi’ tutte quelle frasi erano rinchiuse in un piccolo nome, piccolo come la persona a ci apparteneva,piccolo come Simon in quel momento abbastanza piccolo da essere enorme, enorme come il volto illuminato di Clary, come i sentimenti che li legavano.
Clary gli sorrise e tutto in Simon pese a bruciare, perché dio se gli era mancata, gli era mancata, non come Jace in modo assoluto e repentino, ma lentamente come se stesse dimenticando piano e lui non voleva dimenticare. E lo sguardo che gli rivolse Clary fu la fine di ogni sua superficiale sofferenza
‘non ti lascerò dimenticare’ sembrava dire e Simon sapeva che non l’avrebbe fatto
“Shadowhunters fila D  posto 10” La voce di Isabelle ruppe il filo conduttore dei pensieri di Simon che spostò lo sguardo sulla ragazza che stava proprio dietro Jace (che no, non lo stava ancora fissando) accanto ad un ragazzo che poteva avere sui 20 anni. Il suo nuovo fidanzato a pettegolezzo comune.
Prima che Simon potesse dire qualcosa fu George a parlare
“Posto  14 e 15” tutti si voltarono verso di lui e Simon si sentì incredibilmente male perché si era dimenticato che lui fosse lì.
“Tu chi saresti scusa?” il tono tagliente di Jace e lo sguardo assassino che rivolse a Georg fecero accapponare la pelle di Simon e inoltre gli scaldarono lo stomaco in un misto di rabbia e compiacimento
“io..sono George sono…” Simon non seppe bene perché si fosse spostato leggermente di lato permettendo ai ragazzi che aveva di fronte di vedere le loro mani intreccia ma lo aveva fatto e quando vide lo sguardo di Jace catapultato su quest’ultime, accendersi di una scintilla che Simon sperò fosse gelosia  si sentì stranamente bene.
“È il mio ragazzo” e quelle parole rimasero sospese in aria per secondi che sembrarono eternità, interrotti poi da un “oh” di Isabelle che fece velocemente le congratulazioni a Simon e le dovute presentazioni.
George sembrò felice di conoscere gli amici (si,si poteva dire amici) di Simon e soprattutto di poter vedere il film (che tanto aveva aspettato) con loro e con un sorriso che gli illuminava il volto tanto da renderlo quasi etereo si diresse (trascinandosi dietro Simon e gi altri) nella sala proiezione.
Quando si spensero le luci Simon gli strinse con più forza la mano.
Perché lui era lì ed era perfetto, loro erano perfetti quello che avevano insieme lo era,era concreto.
Era reale.
 

 
Simon non aveva calcolato che se Isabelle aveva il posto numero 10 allora poi gli altri li avrebbero avuti crescenti (Marilon leggasi fidanzato di Izzy l’11,Clay il 12 e Jace… sana sventura il 13)
Fu così ch si ritrovò tra il suo ragazzo e il ragazzo che non riusciva a dimenticare nemmeno con la grazia divina,ed era perfetto davvero, finchè tutto non iniziò a degenerare a battito d’occhio.
Avevano deciso di andare a vedere un film con una illuminazione decisamente bassa con l’unico risultato che lì dentro non ci si riusciva a vedere ad una spanna dal naso e quindi Simon poteva solo avvertire la presenza delle persone attorno a se ma niente di più
E gli andava bene anche così finchè non sentì qualcosa di caldo e morbido accarezzargli la mano poggiata sul bracciolo, con uno scatto repentino voltò la tesa in quella direzione ma come si poteva immaginare non vide niente perché lì dentro non si vedeva niente.
Simon cercò di regolarizzare il respiro che gli era andato a mille perché qualsiasi cosa gli stesse sfiorando delicatamente una mano gli stava mandando scariche di pura elettricità (leggasi estasi) lungo la sua spina dorsale.
Simon chiuse gli occhi (sai che differenza) e strinse con più forza la mano di George che troppo impegnato con il film non sembrò accorgersene. Poi quella cosa che stava accarezzando la sua pelle con cerchi concentrici a dir poco paradisiaci si poggiò completamente sulla sua mano e Simon capì essere un’ altra mano
Un pensiero fulmineo gli attraversò la mente
Jace
Quella era la mano di Jace, Jace gli stava accarezzando la mano, Jace gli stava stringendo la mano, Jace stava giocando con le sue dita, piano,delicatamente e Simon non ci vide più (già bella battuta) e si appoggiò con forza contro lo schienale della poltrona rispondendo ai tocchi di Jace con una stretta forte e sicura.
Sentì la pelle calda di Jace a contatto con la sua e giurò di poterci morire così.
Poi si ricordò di George, di quel ragazzo fantastico che era seduto vicino a lui e che poteva dargli tanto, che gli stava dando tanto e si sentì un verme. Con un salto si alzò dalla sedia (coprendo la visuale a quelli dietro che gli lanciarono qualche imprecazione) e farfugliando un paio di scuse a George che (forse) lo guardava allibito si diresse in bagno mentre sentiva gli occhi d Jace perforargli la nuca e il fantasma della sua pelle bruciargli l’anima.
 

 
Appena si chiuse la porta del bagno alle spalle si diresse verso il lavandino specchiandosi sullo specchio sovrastante.
Fissò la sua immagine scarmigliata e arrossata e si sentì strano, diverso.
“Sei bellicismo” non aveva bisogno di girarsi, perché quella voce l’avrebbe riconosciuta a vite di distanza, chiuse gli occhi mente un fremito gli attraversava il corpo.
“Sono fidanzato” forse quelle non furono le parole giuste da dire perché meno di una frazione di secondo dopo si ritrovò schiacciato contro il lavandino con il possente corpo di Jace stretto al suo.
Una sensazione di deja vu invase Simon
“Perché?” quella domanda vibrò nel petto di Simon come un’accusa
“Perché mi piace?Perché mi fa stare bene?” ennesime parole sbagliate, forse veritiere ma sbagliate
“Io..io non ti faccio stare bene?” quella domanda fu come una secchiata d’acqua gelida in pieno volto
Non stava davvero succedendo, la sua cotta passata (che tanto passata non era) non gli aveva davvero chiesto ciò che aveva sentito, il mondo stava per finire
“E questo..questo cosa c’entra?” la voce di Simon tremava talmente tanto che pensò che il biondo non l’avesse capito cosa alquanto impossibile visto che gli era praticamente spiaccicato contro.
Jace si spinse maggiormente contro di lui (grazie tante) e gli afferrò saldamente le mani. Tutto quel contatto fisico stava lentamente uccidendo Simon. Un modo piacevole per morire ma comunque di morte si trattava.
“C’entra eccome, io non ti faccio stare bene? Quel bacio..quel bacio non ti ha fatto stare fottutamente bene?” quelle parole furono sussurrate a pochissimi centimetri dalla sua bocca tanto che Simon ci mise più del dovuto a capirne il vero significato.
Certo, avrebbe voluto urlargli contro e poi stringerlo e baciarlo fino a farlo soffocare, ma non poteva perché era fidanzato, perché quello era sbagliato e perché con molta probabilità Jace stava ancora con Clary e Simon non poteva fare questo ad un’amica appena ritrovata, non poteva farlo a se tesso. Semplicemente no.
“No” e quelle parole risuonarono nell’aria come lo sparo di un cannone, ed ora Simon stava decisamente morendo
 

 
No
Quella fottutissima parola era continuata a risuonare nella membra d Simon come una blasfemia detta in sinagoga. Voleva ferire Jace con quella singola parola ma alla fine aveva ferito solo se stesso.
Ed ora dopo una fantastica serata passata con George si trovava sul suo  letto pensano tutto tranne a quanto fosse felice di averlo accanto. E si sentì uno schifo, davvero.
Ma forse era questo il problema, lui era uno schifo e semplicemente non si meritava nessuno, o almeno nessuno di meraviglioso come George.
Non poteva far del male anche a lui, non se lo meritava
 

 
Ed infatti non lo meritava e la conferma Simon la ebbe un paio di giorni dopo quando decise finalmente di mettere un punto alla loro storia.
Si aspettava di tutto, dalle offese alle percussioni. Ma niente di questo arrivò
George sorrise e lo strinse in un abbraccio, uno di quelli che ti fa semplicemente stare bene e semplicemente gli disse  che sapeva,  sapeva tutto, che non si poteva scegliere chi amare (amore… Simon a quella parola non ci aveva mai pensato), che gli voleva bene e che ci sarebbe sempre stato e poi con un bacio sulla guancia se ne andò, non prima di aver detto qualcosa che fece contrarre lo stomaco di Simon abbastanza piacevolmente
“Quando vi guardate, i vostri occhi brillano allo stesso modo”
 

 
So che forse quello che sto per scriverti sarà assurdo ma ti prego di rispondermi sinceramente Simon
Simon guardò il messaggio di Clary per una manciata di secondi, leggermente confuso.
Cosa stava succedendo?
Certo…dimmi tutto
Tu credi che tra te e George possa durare per molto? Si,insomma, lo ami?
Okay, tutto quello era molto strano, cosa c’entravano lui e George?
Clary che succede?
Tu rispondi
Sconsolato dall’evidenza che non avrebbe avuto una risposta Simon digitò la risposta che gli sembrava più adeguata
Ci siamo lasciati Clary quindi, no direi che non è amore
Vi siete lasciati?
Vuoi inferire?
No certo che no, sei il mio migliore amico, mi dispiace
Va bene così, ora mi dici per favore cosa succede?
Oh niente, ero semplicemente curiosa
Curiosa?
Si curiosa, non posso essere curiosa?
Certo ch puoi essere curiosa ma non lo sei mai così tanto della mia vita sentimentale, davvero Clary che succede?
Niente, lo giuro era pura e semplice curiosità
Okay…
Okay…
 

 
Hey tu
Simon guardò esterrefatto il suo telefono per quelli che furono davvero 10 minuti. Okay qualcosa quel giorno non quadrava
Isabelle?
Proprio io
Okay ora mi dici che succede
Deve per forza succedere qualcosa?
Dimmi un po’ tu. Ci siamo lasciati da ormai dieci mesi e tu non mi hai mai scritto
Beh che c’è di male nel voler riallacciare i rapporti?
Quindi è un caso che tu e Clary mi abbiate scritto tutte e due lo stesso giorno con 10 minuti di distanza?
Ovviamente
Simon sospirò, era un caso perso se Isabelle diceva una cosa così era
Avanti chiedi
Come va con George?
Ma stiamo scherzando?
Okay Izzy dimmi cosa sta succedendo
Non succede niente,giuro!
Izzy…
Okay è per Jace
Il telefono cadde con un tonfo sul pavimento di Simon che aveva iniziato a respirare a fatica.
Rilesse il messaggio almeno una ventina di volte per assicurarsi che ci fosse scritto ciò che aveva letto e non fosse tutto frutto della sua immaginazione
No. Sicuramente non era la sua immaginazione
Jace?
Si, Jace un tizio alto, biondo, occhio dorati, mio fratello, non so se hai presente
So chi è Jace Isabelle ma non so cosa c’enti in questo contesto
Le mani di Simon tremavano talmente tanto che dovette riscrivere il messaggio 15 volte prima che fosse leggibile
Allora sei uno stupido
Okay Isabelle lo aveva appena offeso, tutto nella prassi no?
Lieto di sentire che mi vuoi ancora bene
Ti voglio bene , per questo rimarco la tua stupidità
Logico
Non hai risposto
Scusa?
Alla domanda
Quale domanda?
Quella su te e George
Non c’è nessun me e George, non più almeno
Vi siete lasciati?
Così si dice
GRANDIOSO
Felice di sapere che la mia rottura con il mio favoloso (ex) ragazzo ti renda così felice
Non era così favoloso
Si che lo era e tu lo sai
Si lo so, ma non ci hai perso niente
A parte quello che avevamo?
Puoi avere molto altro
Ad esempio?
Un ragazzo che ti ama?
Izzy…di cosa stiamo parlando?
Davvero non ci arrivi?
Dovrei?
Jace…
Il cuore di Simon smise di battere per poi ricominciare a decisamente con troppa velocità, Izzy non stava intendendo quello che stava intendendo no?
Izzy cosa c’entra Jace?
Io non posso dirtelo
Allora perché mi hai scritto?
Per raccogliere informazioni?
 Cosa hai capito?
Tanto quanto hai capto tu
Quindi niente?
Quindi che qualcuno è disponibile per qualcun altro
Izzy parla chiaro per favore
Simon stava decisamente andando in iperventilazione, il suo cervello era una poltiglia fuori uso e davvero lui non sapeva cosa stesse succedendo a parte il fatto che stesse per morie e nemmeno troppo bene
Credo che tu abbia capito abbastanza
Iz…
Izzy rispondi
Non puoi mollarmi così
Isabelle
Non ho capito niente
Andiamo Isabelle…

Simon si buttò sul letto con gli occhi chiusi mentre tutto ciò che Isabelle (non) gli aveva detto gli ronzava in testa
Possibile che…
No assolutamente no
 

 
“Allora lo fai apposta!” la voce di Isabelle lo fece quasi cadere dalla panchina
Si girò lentamente per incontrare lo sguardo della corvina che sembrava lo stesse giudicando e non troppo bene
“Isabelle mi hai fatto prendere un infarto!” la ragazza alzò gli occhi al cielo e con alcuni movimenti fluidi si sedette vicino a lui con le gambe che si sfioravano lentamente. Simon si concentrò su quel contatto che prima gli faceva rabbrividire anche le ossa e che ora invece era una semplice toccata di gambe.
“Ora spiegami perché lo stai facendo” la sua voce era come quella di una mamma che sgridava il suo bambino.
“Facendo cosa?” davvero Simon era alquanto confuso e lo scappellotto che ricevette dalla ragazza non lo aiutò a chiarire la situazione
“Perché l’hai fatto, scusa?” forse la sua voce era risultata leggermente più alta del solito ma davvero non ci stava capendo niente
“Perchè continui a fare il finto tonto”il tono di Isabelle ora era alquanto alterato
“Non sto facendo il finto tonto” …era tonto e basta perché davvero Simon non capiva cosa stesse succedendo
“Ah quindi sai dirmi perché non hai ancora parlato con Jace” e rieccole le palpitazione
Dannazione!
“Perché dovrei parlare con Jace, scusa?” lo sguardo assassino di Izzy fu qualcosa di davvero raggelante.
“Non ci creo! Lo stai facendo di nuovo!” e quella era un’accusa bella e buona peccato ch non avesse alcun senso. Come si può fare qualcosa che non si sa di fare?
“Ma la smetti di accusarmi senza motivo?” forse Simon aveva iniziato leggermente ad alzare la voce ma ehy! Non era colpa sua se le stava prendendo da una ragazza!
“Senza motivo? Senza motivo!” Isabelle si era alzata con un movimento tanto repentino da essere quasi invisibile ed ora stava urlando e sembrava una furia “C’è eccome un motivo! Il motivo è che sei un codardo che non riesce ad accettare ciò che prova!”
Codardo
Forse quella non era propriamente la parola che avrebbe scelto Simon ma racchiudeva più o meno il concetto generale
“Non sto negando niente! Tu credi che non sappia cosa provo? Credi che io e George…che noi… senza motivo i..io a me...a me lui piaceva!Parecchio, è così fottutamente perfetto e stavo bene okay, con lui sto bene ma io..” ma Simon non riuscì mai a finire la frase perché lo sguardo terrorizzato di Isabelle lo fece fermare all’improvviso.
Non stava guardando lui ma un punto dietro la sua spalla e il sangue gli si gelò nelle vene. C’era un solo motivo perché lei avesse quell’espressione e Simon sperò disperatamente di sbagliarsi, si girò tanto lentamente da poter vedere ogni centimetro della sua visuale cambiare piano piano e quando i suoi occhi incontrano due occhi d’ambra il su modo prese a rotolare giù ad una velocità spaventosa
“Jace…” quel nome sembrò come un pugno sulla faccia dell’altro ragazzo che ora lo guardava come se fosse un alieno venuto da Marte e Simon poté giurare di star per vomitare in quella frazione di secondo
“Simon..”  e fu così ch il suo modo rotolò sempre più veloce per poi finalmente cadere nel burrone.
Giù
Sempre più giù
 

 
Isabelle era sparita da ormai una decina di minuti e i due ragazzi erano rimasti sempre nella stessa posizione (congelati come dei pinguini)
“Che..che ci fai qui?” …al parco Simon? Che domanda intelligente, davvero
Il biondo sembrò penare lo stesso perché le sue perfette labbra si incurvarono in un accenno di sorriso che fece accelerare il cuore di Simon.
“Passeggiavo..non sapevo ti vedessi con Izzy” nella sua voce c’era forse un accenno di scuse che Simon non riuscì bene a collocare.
“No infatti non era programmato, stavo facendo la mia solita passeggiata e poi è apparsa lei e ci siamo messi a parlare di…” te..avrebbe voluto dirlo, stava per dirlo ma Jace fu più veloce
“George” il cervello di Simon formulò un unico grande pensiero.
Cosa?
“Cosa?” …sì il suo cervello lo aveva abbandonato. Jace sorrise, di un sorriso che fece agitare qualcosa dentro Simon
“Parlavate di George, vi ho sentiti, beh ho sentito te..”
Ho sentito te…
Già aveva sentito Simon che decantava la perfezione di George,cosa che pensava ma che non era importante non per lui, non con Jace
“io..” non sapeva cosa dire. Scusa? Non è come sembra? Posso baciarti? Tutto sembra troppo o troppo poco o assurdo
“Sono contento che vada bene tra di voi,che lui ti faccia stare bene, anzi volevo scusarmi..per ..per quella volta la cinema io..” questa volta fu Simon ad anticiparlo e con uno slancio lo raggiunse prendendogli le mani tra le sue. Lo sguardo di pura confusione ch gli rivolse Jace fu qualcosa di assolutamente meraviglioso.
“Non c’è nessun noi, George ed io..beh non ha funzionato” il sorriso che illuminò il viso del biondo fu qualcosa che si estese fino agl’occhi  e scaldò il cuore di Simon in maniera perfetta.
“Io..mi dispiace, insomma, dicevi che con lui stavi bene ed io ho pensato che.. insomma..” Jace balbettava ed era di un perfetto rosso magenta e a Simon sembrò adorabile,qualcosa che avrebbe voluto vedere per tutta la vita
“Sì con lui sto bene, ma con te è perfetto,tu lo sei. Sei fottutamente perfetto con quel tuo sorriso da favola e quegl’occhi meravigliosi, il modo in cui ti muovi e il modo in cui parli….Clary è fortunata ad averti lo è sempre stata e io, io ero invidioso…no ero geloso e..”Simon stava straparlando se ne rendeva conto ma lo sguardo intenso di Jace che lo guardava come fosse l’ottava meraviglia del mondo era qualcosa di troppo difficile da sopportare
“Io e Clary ci siamo lasciati” e quella fu una bomba che colpì in pieno il moro
“Come?” a quanto pare quella sembrava essere l’unica cosa che riuscisse a dire o a pensare a parte ‘è bellissimo’
“Ci siamo lasciati, perché entrambi ci eravamo accorti di amare prone diverse” e davvero il cuore di Simon stava per esplodere
“Amare?” quella parola suonava così fottutamente bene. E lo sguardo insicuro che gli rivolse Jace come se l’intero mondo dipendesse da ciò che avrebbe detto lo fece sentire così bene che gli venne quasi voglia di piangere
“Amare mi piace” e di nuovo quel sorriso, quel sorriso che arrivava agl’occhi gli fece scogliere il cuore
“Posso baciarti?” era una domanda così strana perché Jace non chiedeva mai,prendeva solo ma anche così giusta perché Simon non stava aspettando altro e il sorriso che gli illuminò il volto probabilmente ne diede conferma anche al biondo
“Non aspetto altro” e quella parole erano superflue dopo quel sorriso ma  bastarono a Jace che lo afferrò saldamente per i fianchi e fece scontrar finalmente le loro labbra.
Ed era un bacio dolce, ricco di aspettative e di promesse che mandò diverse scariche elettriche lungo la spina di Simon che finalmente capì casa significava essere a casa, sentirsi al sicuro, sentirsi protetto.
Fu un bacio perfetto di quelli che ti spediscono in paradiso e ti lasciano lì a fluttuare tra la perfezione
Il sapore di Jace nella sua bocca era qualcosa di cui non poteva fare a meno, lo strinse forte allacciandogli le mani in torno al collo per poterle passare poi tra i suoi capelli, troppo soffici per essere reali.
Ma tutto quello lo era
Era reale.
Jace che lo stringeva e lo baciava, la morbidezza delle sue labbra a contatto con le sue, il suo sapore (che gli era mancato così tanto, che aveva immaginato tante volte) che gi esplodeva in bocca e lo stordiva, le sue mani che gli marchiavano a fuoco la pelle dei fianchi e i suoi capelli tra le dita
Era tutto reale ed era perfetto 
Quando si staccarono a corto di fiato, si guardarono e Simon giurò di poterci trovare l’infinito in quello sguardo
“Resterai?” era una domanda ricca di sottointesi, di giuramenti, di amore primitivo. E Simon sorrise, perché sorridere era l’unica cosa da fare
“Baciami di nuovo e giurò che resterò per sempre”
E Jace lo fece e si baciarono,di nuovo fino a rimanere senza fiato
 

 
Simon Lewis-Harondale, 43 anni e completamente innamorato aveva poche certezze nella vita:
  1. Era felice
  2. Amava tremendamente suo marito Jace “ho il sorriso più bello del mondo” Harondale
  3. Adorava i biscotti al cioccolato
  4. La sua migliore amica era una cosina bassetta e rossa (forse anche più bassa di prima e non più così tanto rossa)
  5. Amava alla fllia i suoi due figli (Rebecca e Max)
  6. Era ebreo
E ogni volta che si allungava a fianco a suo marito sentendo il piccolo Max e la piccola Rebecca giocare nella stanza adiacente pensa che non avrebbe mai potuto desiderare niente di meglio dalla vita di quel marito tanto perfetto e di quei figli che lo erano ancora di più
E glielo aveva promesso, ed era rimasto.
Per sempre.
E a Simon andava bene così perchè il loro amore durava sempre un po’ di più di quel per sempre.
 
 
Fine
 
*George Lovelance è un personaggio de ‘Le cronache de l’Accademia Shadowhunters’ di Cassandra Clare
 
Note autrice
Eccoci giunti alla fine di questa storia che lo ammetto all’inizio non doveva venire propriamente così ma eccola qua.
Vi ringrazio per aver letto fino a qui e mi scuso per gli eventuali errori; spero vi sia piaciuta
Alla prossima fan fiction/one shot che (forse) sarà una Waywood perchè sì li shippo e questa è la dura verità
Un bacione ci si sente (?)
 
 
 
 
 
  
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