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Autore: Marmaya    11/12/2015    0 recensioni
"Dimmi di preciso da cosa stai scappando allora?" urlò Sherlock senza perdere la sua classica compostezza.
"Non urlare, non ti permettere di alzare la voce con me Sherlock!" sentenziò John puntando i suoi occhi in quelli dell'amico.
"Perché? Chi saresti tu?" Istigò Sherlock continuando a sostenere lo sguardo vitreo di John.
John taceva, immobile, occhi negli occhi.
One shot Johnlock ambientata al 221B in un ipotetico periodo dopo il ritorno di Sherlock.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gli afferrò il braccio senza delicatezza, forse voleva fargli male, restava pur sempre un sociopatico, non c'era da meravigliarsi del suo atteggiamento.
 
Era lui, era pur sempre lui.
 
"Dimmi di preciso da cosa stai scappando allora?" urlò Sherlock senza perdere la sua classica compostezza.
"Non urlare, non ti permettere di alzare la voce con me Sherlock!" sentenziò John puntando i suoi occhi in quelli dell'amico.
"Perché? Chi saresti tu? Istigò Sherlock continuando a sostenere lo sguardo vitreo di John.
John taceva, immobile, occhi negli occhi.
John era una pietra, una pietra che stava per infrangersi al suolo, una pietra pesante come il suo cuore.
"Allora dottore, chi saresti tu per me?" Incitò Sherlock con la voce velata di sarcasmo.
John esitò.
Un brivido lo scosse.
"Io.. Io non sono niente.. Questo sono per te.. Il nulla.. Ed è questo il punto, io non sono niente! E tu continui a non prendermi in considerazione, mi tratti come un pupazzo, ma non sono un pupazzetto da rigirarti nelle mani! Non più, mi sono stancato! Ma va bene, va tutto bene Sherlock!" affermò John staccandosi dalla presa di Sherlock in modo deciso e brusco, perdendo la gentilezza che distingueva sempre il dottore.
"Tu non sei niente? Tu non sei niente per me John?" ride.
"Veramente pensi questo? Ma quanto è lento il tuo cervello John? Quanto!"
"Ho capito Sherlock, è sempre un piacere parlare con te!"
"In realtà non stavamo palando ma litigando, è ben diverso.."
"Sei inaccettabile.." affermò John mentre alzava le spalle voltandosi per andar via.
"Stai fermo John!" strillò bloccandolo nuovamente.
"Mi devi lasciare andare, questa volta mi devi veramente lasciare andare, non puoi decidere sempre tu, non puoi sempre avere la meglio su di me, non capisci? Io non ne posso più di te, non ne posso più di questa situazione, non ne posso più di questa vita.. Adesso basta.. Veramente basta Sherlock! Sei scomparso, scomparso per due lunghissimi anni, semplicemente non esistevi più.. Eri morto! Morto! Ho dovuto ricominciare tutto! Ho pianto giorni e giorni sopra la tua finta lapide! Capisci grande detective? Ho dovuto ricominciare tutto! Tu eri morto e io avevo lasciato la mia vita schiantata accanto al tuo sangue sull'asfalto! Mi hai dato tutto e poi ti sei ripreso tutto con gli interessi! Adesso basta.." disse John tremando mentre cercava di divincolarsi nuovamente dalla stretta di Sherlock, ma questa volta non ci riuscì.
Sherlock serrò la mano intorno al suo polso e, complice la statura più grande rispetto quella all'amico, lo spinse verso la porta chiusa, immobilizzandolo con le spalle al muro con il peso del suo corpo.
John si sentiva come un topo in trappola, le sue spalle spinte contro il muro, contro quel muro dove anni prima si erano appoggiati mentre riprendevano fiato dopo una lunga ed elettrizzante corsa attraverso Londra.
Il sangue pompava forte nelle vene proprio come allora.
Occhi negli occhi, e gli occhi di John iniziavano a vacillare e lasciavano tradire ben troppe emozioni.
Emozioni contrastanti, ma pur sempre emozioni che avevano un'unica sola fonte: Sherlock.
"Non puoi dire queste cose, lo sai che non è cosi" affermò secco Sherlock.
John sentiva il respiro fresco di Sherlock sempre più presente sul suo volto e tutto ciò gli annebbiava la vista ed i pensieri; ormai era ben lontano da tutte le sovrastrutture razionali con le quali si proteggeva, i confini erano stati violati.
"Sherlock.." John non riuscì a continuare la frase, le parole gli si strozzarono in gola, riusciva a malapena a respirare, il battito era veloce, la tensione pure.
Sherlock face aderire il suo corpo a quello di John con movimenti veloci e precisi, avvicinò il volto a quello di John, lo fissò negli occhi con più intensità per lunghi e interminabili secondi.
"Non penso ci sia altro da aggiungere" sentenziò il detective ed avvicinò le labbra a quelle del suo amico, un ultimo lungo respiro prima di far cambiare tutto.
Un ultimo lungo respiro e le loro labbra si unirono liberando tutta la tensione accumulata in anni e   anni di sentimenti negati.
Sherlock fece scivolare le sue mani sopra le braccia di John spingendole verso l'alto così da sentirsi ancora più vicino a lui e così da bloccarlo ulteriormente, quasi avesse paura che il dottore potesse fuggire da un momento all'altro, quasi avesse paura che tutto ciò che stavano vivendo non era reale ma una proiezione del suo mind palace.
Ma era tutto reale, loro erano reali, e si stavano dichiarando attraverso un dialogo silenzioso tutto quello che si erano negati e nascosti negli anni, e Sherlock se ne rese conto solo quando sentì il respiro John sempre più affannato premere contro sua bocca.
Si abbandonarono entrambi a quel bacio, si strinsero, si avvicinarono.. Ora erano veramente vicini, così vicini come non lo erano mai stati e come non lo saranno mai più.
   
 
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